Questa poesia esce in contemporanea anche sul blog Arpa Eolica di Francesco Zaffuto che ha voluto postare questo mia lirica anche da lui, cosa di cui lo ringrazio infinitamente. QUI dove potete leggerla da lui
PIANTAGIONI DI BAMBINI
Siamo piani cartesiani
Trasposti in realtà temporali differenti
Ologrammi pensanti
Dentro un mondo distopico
E non sappiamo perché
E non capiamo come mai
Siamo lì per assistere
Come spettatori inermi
Impossibilitati ad incidere in alcun modo
Ad uno show avvilente
Ad un programma ossessivamente ripetuto
Senza alcuna minima apparente variazione.
Madri dallo sguardo assente
Portano i figli a scuola
Senza più andarli a riprendere.
La mattina seguente
La scena si ripete assolutamente identica
Perfettamente ed illogicamente identica
Solo che i bambini sono diversi
Sono altri
Sono nuovi.
Ciclo riproduttivo sconvolgente
Assenza di uomini
Macchine dotate di intelligenza artificiale
Badano al rispetto dell'ordine pubblico
E donne dallo sguardo spento
Assente
Senza espressività alcuna
Simili ad automi riproduttivi
Compiono gli stessi gesti
Ripetitivamente ogni giorno
Senza trovarvi nulla di anormale.
Futuro da Matrix
Noi uomini
Ombre virtuali
Vuoti ologrammi,
E le donne trasformate
In incubatrici al pomeriggio
Ingravidate da una disumana e vuota
Realtà superiore.
Processo di gestazione accelerato
Donne a cui è stata sottratta l'anima
Riproducono bambini a getto continuo
Per sostituire quelli che vanno a morire
La mattina
Dentro scuole - mattatoio
Autentiche piantagioni di bambini
Per nutrire la razza aliena superiore
Che altri non è
Che una versione aggiornata coi tempi
Del famoso ed ormai superato
1% dell'umanità che aveva tutto...
La loro vera natura diabolica
È ormai rivelata
Il loro vero cibo
Autentica sorgente di potere
Svelato
E noi
Ormai inutili ai loro scopi
Restiamo intrappolati
Come inutili ologrammi
Dentro queste bolle virtuali
Condannati sadicamente
Ad assistere inermi
A questa nuova e distorta realtà
Siamo ormai
Giocattoli muti
Con la disperazione in petto
Per quei pochi bimbi
Sani
Liberi di crescere serenamente
E che rappresentano ovviamente
La generazione futura destinata
A perpetrare il dominio sul mondo.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
Che oi dentro un domino perpetrato, ci siamo già mani e piedi. E facciamo una fatica folle.
RispondiEliminaPER FRANCO certo che ci siamo già ma ancora non ha raggiunto il livello di quanto previsto nella poesia.
RispondiEliminaLa generazione futura, risultato di genitori depressi, non promette niente di buono.
RispondiEliminaNoi non ci saremo e questo è una fortuna.
La poesia è precisa anche nei dettagli; ora bisogna trovare un regista di film distopici, tipo
Mark Romanek. Per ravvivare l'ambiente, come protagonista femminile, vorrei proporre Margot Robbie.
PER GUS addirittura sceneggiatura per un film wow. Sul tuo pessimismo non posso che concordare ovviamente
RispondiEliminaPer contribuire al dibattito inserisco qui il commento che avevo già postato su Arpa eolica - ciao - Questa poesia di Daniele Verzetti ci sbatte dentro la contraddizione di due crescite esponenziali che dominano l’umanità in questa fase dell’esistenza: la crescita esponenziale della ricchezza e la crescita esponenziale della povertà. Si potrebbe dire che si tratta di un fenomeno presente da sempre, eppure ora ha caratteristiche ben diverse. Un secolo fa: i proletari poveri generavano prole (figli) per un sistema produttivo che li predava, ma tale prole era dentro il ciclo produttivo strutturale della società ed era capace di lottare per un suo riscatto; oggi, dove il ciclo produttivo strutturale è affidato principalmente a macchine e tecnologia, la prole è tenuta fuori dalle produzioni più importanti, viene supersfruttata nelle produzioni marginali e la sua forza diventa risibile; resta la disperazione della ricerca di un cambiamento che appare impossibile. Solo una grande piantagione di esseri umani “consapevoli” può delineare il cammino verso una società più giusta; al momento pare si percepisca angosciosamente solo la necessità di tale consapevolezza.
RispondiElimina@Gus: occhio quando nomini Margot Robbie..
RispondiEliminaPER FRANCESCO: io ti ri ingrazio perchè il tuo non è un commento ma un'autentica recensione e che recensione!!! Ti ringrazio anche per avermi ospitato di nuovo da te, cosa che sai mi onora moltissimo.
RispondiEliminaFranco, Margot Robbie è fantastica. Ho visto un film: *Focus. niente è come prima*.
RispondiEliminaAnche il protagonista maschile, Will Smith, è simpatico.
Ho attivato Netflix.
Le prospettive negative ci sono tutte. Purtroppo io sono pessimista al riguardo.
RispondiEliminaPER NICK non sei l'unico
RispondiEliminaNon conosco il blog di Francesco e ne approfitto per visitarlo.
RispondiEliminaQuanto ai tuoi versi, sono come al solito veri e cruenti. Purtroppo, nemmeno troppo fantasiosi...
PER CLAUDIA lo so vorrei che sembrassero meno possibili. Vai da Francesco merita
RispondiEliminaLa poesia è molto bella, però, con tutto il cuore, spero che non si realizzi quello che temi, anche se credo che l'umanità si stia già incamminando verso questa direzione.
RispondiEliminaPER FARFALLE LIBERE tempo per evitare il peggio lo abbiamo ma dobbiamo agire in fretta
RispondiEliminaNon prevedo un bel futuro.
RispondiEliminaSaluti a presto.
Se parliamo di paesi in forte ascesa economica che si stanno facendo strada grazie ai prezzi stracciati della loro manodopera, è già così. Dietro ogni neo-milionario indiano o pakistano dell'acciaio o del tessile, ci sono migliaia di bambini (e già questo è gravissimo) che lavorano in condizioni tremende (che completa il quadro dell'orrore). É la globalizzazione capitalista...
RispondiEliminaPER CAVALIERE nemmeno io
RispondiEliminaPER ARIANO io lo definirei sfruttamento globale dell'uomo
RispondiEliminaper quanto i tuoi versi esprimano una realtà non ancora presente, è un dato di fatto che non lasciamo un mondo bello e un futuro sereno alle nuove generazioni...
RispondiEliminaSi va verso il baratro (morale, civile, sociale, economico, ambientale...) eppure la speranza che l'umanità (e ciascuno di noi) si svegli, resiste nonostante tutto.
PER ANGELA: la speranza sia pure esigua la si può ancora coltivare...
RispondiEliminaLa tua poesia mette i brividi per come descrive una realtà distopica che potrebbe essere il nostro futuro. Ho usato il condizionale perché lo sai che preferisco ancora sperare...
RispondiEliminaPER MARIELLA giusto sperare ma per farlo dobbiamo tutti noi impegnarci a salvare una società alla deriva.
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