WAR OF DESPAIR
"Rientrate nelle case
Rientrate subito nelle vostre abitazioni
Rietnrate adesso, immediatamente!"
Due guardie giurate
Ci intimano di fermarci
Ci ordinano di rientrare nelle nostre case
Ma non li ascolteremo
Noi avanzeremo
La nostra meta è davanti ai nostri occhi
Non ci fermeremo.
Tutti con mascherine
Alcuni anche con i guanti
Siamo però decisi ad avanzare:
La rabbia
La fame
I debiti
Tutte queste voci
Ci impongono di non arretrare di un passo
Ci spingono a proseguire.
Eccolo
Il nostro supermercato
Anche noi vogliamo mangiare
Anche noi vogliamo fare una spesa decente
Una spesa che duri almeno una settimana
Proprio come il Presidente Conte ci chiede
Ma non abbiamo soldi
Non sappiamo come pagare
Alcuni di noi lavorano in nero
Unico modo per trovare un lavoro per molti
Altri sarebbero in Cassa Integrazione secondo
Le disposizioni del Presidente
Ma la paga
Decurtata
Non arriva,
Di un po' di denaro non c'è nemmeno l'ombra
Operai
Insegnanti
Ragazzi e uomini con lavori irregolari
Partite IVA
Siamo tutti coesi
Incazzati
Ferocemente determinati
Ed allora arriviamo alla cassa
Ma non pagheremo
Non vogliamo farlo
Non possiamo farlo
E guardiamo negli occhi il cassiere
Cerchiamo un filo di compassione e complicità
Ma siamo nel 2020
Sperare in una solidarietà tra lavoratori
È una chimera
Ed allora forziamo la postazione
Usciamo con i carrelli dal supermercato
E ci sono loro
Gli "eroi" della giustizia e della garanzia dell'ordine
Tre volanti della Polizia
Armi spianate
(Faccio notare che noi siamo disarmati)
Ed aria truce.
"Arrendetevi
Posate la merce, alzate le mani
E finirà tutto bene"
No
Non lo faremo
Sappiamo che comunque ci arresteranno
Che avremo problemi con la legge
E poi non siamo venuti fin qui per tornare a mani vuote
Non possiamo permettercelo
Abbiamo mogli e figli da sfamare
Saremo pronti a tutto
Avanzano
Gridano che hanno fame
Che non hanno nulla
Chiedono di lasciar correre
Ma la legge bada sempre prima alla forma
E chi la fa rispettare anche
E così dopo un ultimo avvertimento
I poliziotti aprono il fuoco
I nostri assaltatori occasionali
Iniziano a cadere uno dopo l'altro
Ma insistono
Avanzano
Non si arrendono
Lottano per riuscire a forzare quella barriera di fuoco
Combattono per portare nelle loro case
Quei beni di prima necessità
Così preziosi
Così essenziali.
Cessa il fuoco
Ed il bilancio è drammatico:
Sono morti tutti
Tranne tre
Due dei quali feriti
Ed uno incolume che viene catturato.
Il bene trionfa
E poco importa se intere famiglie
Da stasera moriranno di fame.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
lunedì 30 marzo 2020
venerdì 27 marzo 2020
L'Angolo del Rockpoeta®: "Sunrise"
SUNRISE
Cumuli di bare
Viaggiano nella notte
Su fari militari abbaglianti
Ammassate freddamente una accanto all'altra
Senza un ultimo saluto
Un ultimo abbraccio
In piena solitudine
Come ghiaccio sulla pelle
Sentiamo lo scorrere inesorabile del tempo
Avvertiamo il peso della prigionia forzata
Viviamo in totale sconforto e smarrimento
Percepiamo l'ansia di libertà soffocate senza vederne i risultati
Dolore
Avvertiamo dolore
Respiriamo un radicato senso di impotenza
Immaginiamo un futuro oscuro
Anzi non lo immaginiamo neanche più
Paradossalmente non ne abbiamo il tempo
Nonostante l'enorme quantità di tempo a nostra disposizione
Tempo che consumiamo a cercare inutilmente di svagarci
A cercare sorrisi a volte forzati e l'abbraccio di chi amiamo
Tempo che utilizziamo per informarci
Attendendo dalla televisione e dalla rete
Notizie di speranza
Come i generali in battaglia dall'oracolo,
E come aruspici dell'età contemporanea
Cerchiamo disperatamente dentro ogni cosa
Un segno di speranza.
Questo
Quando non si è soli
Anziani
Abbandonati
Allora in quel caso tutto è più drammatico
Come un muro forse invalicabile.
Lo so
I numeri sembrano ancora impietosi
Sconfortanti
Ma forse qualcosa si muove
Qualcosa cambia.
Vero
Non sono nessuno
Non sono uno scienziato nè sono dotato di bacchetta magica
Ed ancor meno leggo il futuro dentro una sfera di cristallo
Ma
Io ora intravedo la luce in fondo al tunnel
Una luce fioca
Uno spiraglio piccolissimo
E credo che potremo uscire ancora alla luce del sole
Riabbracciare persone e luoghi
Riveder le stelle
Vero
Il percorso è ancora arduo
Irto di insidie
Ma forse il peggio stiamo per lasciarcelo alle spalle
Anche se questa ferita
Lascerà in tutti noi cicatrici indelebili
Cicatrici che non ci dovranno impedire
Di tornare a vivere.
Una manto nero e spesso
Ci avvolge al momento come un freddo sudario
E tutta l'umanità è schiacciata da questa cappa angosciante
Da questo tormento infinito.
Ma è proprio quando la meta sembra inarrivabile
L'orizzonte invisibile
E l'alba lontana
Che l'uomo sa
Ed ha sempre saputo rialzarsi.
Ci possiamo credere
Uno sforzo emotivo rilevante
Ma facciamolo
Allunghiamo le mani ed afferriamo l'alba
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
Cumuli di bare
Viaggiano nella notte
Su fari militari abbaglianti
Ammassate freddamente una accanto all'altra
Senza un ultimo saluto
Un ultimo abbraccio
In piena solitudine
Come ghiaccio sulla pelle
Sentiamo lo scorrere inesorabile del tempo
Avvertiamo il peso della prigionia forzata
Viviamo in totale sconforto e smarrimento
Percepiamo l'ansia di libertà soffocate senza vederne i risultati
Dolore
Avvertiamo dolore
Respiriamo un radicato senso di impotenza
Immaginiamo un futuro oscuro
Anzi non lo immaginiamo neanche più
Paradossalmente non ne abbiamo il tempo
Nonostante l'enorme quantità di tempo a nostra disposizione
Tempo che consumiamo a cercare inutilmente di svagarci
A cercare sorrisi a volte forzati e l'abbraccio di chi amiamo
Tempo che utilizziamo per informarci
Attendendo dalla televisione e dalla rete
Notizie di speranza
Come i generali in battaglia dall'oracolo,
E come aruspici dell'età contemporanea
Cerchiamo disperatamente dentro ogni cosa
Un segno di speranza.
Questo
Quando non si è soli
Anziani
Abbandonati
Allora in quel caso tutto è più drammatico
Come un muro forse invalicabile.
Lo so
I numeri sembrano ancora impietosi
Sconfortanti
Ma forse qualcosa si muove
Qualcosa cambia.
Vero
Non sono nessuno
Non sono uno scienziato nè sono dotato di bacchetta magica
Ed ancor meno leggo il futuro dentro una sfera di cristallo
Ma
Io ora intravedo la luce in fondo al tunnel
Una luce fioca
Uno spiraglio piccolissimo
E credo che potremo uscire ancora alla luce del sole
Riabbracciare persone e luoghi
Riveder le stelle
Vero
Il percorso è ancora arduo
Irto di insidie
Ma forse il peggio stiamo per lasciarcelo alle spalle
Anche se questa ferita
Lascerà in tutti noi cicatrici indelebili
Cicatrici che non ci dovranno impedire
Di tornare a vivere.
Una manto nero e spesso
Ci avvolge al momento come un freddo sudario
E tutta l'umanità è schiacciata da questa cappa angosciante
Da questo tormento infinito.
Ma è proprio quando la meta sembra inarrivabile
L'orizzonte invisibile
E l'alba lontana
Che l'uomo sa
Ed ha sempre saputo rialzarsi.
Ci possiamo credere
Uno sforzo emotivo rilevante
Ma facciamolo
Allunghiamo le mani ed afferriamo l'alba
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
mercoledì 25 marzo 2020
L'Angolo del Rockpoeta®: "Rebellion"
REBELLION
Rinchiusi dentro quattro mura dorate
Coprifuoco costante
Ma l'emergenza è finita
Eppure nessuno ci credeva
Opposizione sottomessa e ridicolizzata
Esercito pronto ad intervenire.
Come i cani
Usciamo in spazi limitati
Come dentro un cortile
Ad orari predeterminati,
Spesa portata a casa e contingentata
Reclusi
Codici di tracciabilità inseriti
Cellulare al collo come un campanaccio
E noi come mucche schiave
Costrette a pascolare in migliaia dentro spazi angusti
E se esci
Quando puoi uscire
Droni come avvoltoi ti seguono
Ti spiano
Si insinuano nei tuoi pensieri
Possono interrompere un tuo bacio
Perchè in fondo un bacio
È un atto rivoluzionario perchè
L'amore è un sentimento potente
E come tale una forma di libero pensiero
Che contiene i germi di una dirompente voglia di ribellione.
E quando vogliono monitorarti più minuziosamente
Hanno il controllo sui tuoi dispositivi elettronici:
Il tuo cellulare urla
E scatta l'allarme
Ed una voce metallica grida:
"Allontanamento dalla mandria, rientra nel recinto di competenza ora
Rientraci subito!"
Confini chiusi
Viaggiano solo le merci
E noi a comprare compulsivamente solo on line
E ci si sposta quasi esclusivamente per lavorare
Ma rigidamente teleguidati dai droni
Il mio nome è Rebellion
Cellulare dentro casa
Staccato il campanaccio,
Io costretto all'immobilismo
Seduto per ore
Non potevo accettarlo
Non potevo più sopportarlo.
il nostro nome è Rebellion
Noi vogliamo tornare a viaggiare
Essere indipendenti negli spostamenti
Rivogliamo la già limitata privacy
Di cui disponevamo prima di tutto questo
Vogliamo non sentirci soffocare da queste catene
E vorremmo non dover esercitare la nostra rabbia
Ma siamo pronti a tutto.
Non ci fermerete
Spazzeremo quest'incubo
Perchè non siamo codici
E non saremo mai solo dei codici
Freddi numeri sparsi nella massa.
Non ci fermerete
A costo della vita
Perchè quella che viviamo adesso
Non è vera vita
Ma un ergastolo universale.
Il mio cuore sanguina
Io abituato a respirare aria d'indipendenza
In luogo dell'ossigeno
Abituato ad agire seguendo le mie idee
Nato libero fin dai primi vagiti di rivolta
Mai fermo
Mai spento
Mai rassegnato
Prima fu un virus
Tutto iniziò da lì
Poi frontiere chiuse
Barriere tra comune e comune
E per ultimo barriere tra persona e persona.
Benvenuti nella società post - coronavirus
Benvenuti nella società neoglobalizzata
Upgrade di quella precedente
Un aggiornamento che consiste nell'aver compreso
Che non è necessaria la libertà dell'uomo
Ma solo quella delle merci
Loro sì in grado di spostarsi ovunque.
Rinchiusi dentro quattro mura
Come i cani
Reclusi
Costantemente monitorati
Non potevamo più accettarlo
Non riuscivamo più a sopportarlo
Siamo i Rebellion, i Resistenti del terzo millennio.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
Rinchiusi dentro quattro mura dorate
Coprifuoco costante
Ma l'emergenza è finita
Eppure nessuno ci credeva
Opposizione sottomessa e ridicolizzata
Esercito pronto ad intervenire.
Come i cani
Usciamo in spazi limitati
Come dentro un cortile
Ad orari predeterminati,
Spesa portata a casa e contingentata
Reclusi
Codici di tracciabilità inseriti
Cellulare al collo come un campanaccio
E noi come mucche schiave
Costrette a pascolare in migliaia dentro spazi angusti
E se esci
Quando puoi uscire
Droni come avvoltoi ti seguono
Ti spiano
Si insinuano nei tuoi pensieri
Possono interrompere un tuo bacio
Perchè in fondo un bacio
È un atto rivoluzionario perchè
L'amore è un sentimento potente
E come tale una forma di libero pensiero
Che contiene i germi di una dirompente voglia di ribellione.
E quando vogliono monitorarti più minuziosamente
Hanno il controllo sui tuoi dispositivi elettronici:
Il tuo cellulare urla
E scatta l'allarme
Ed una voce metallica grida:
"Allontanamento dalla mandria, rientra nel recinto di competenza ora
Rientraci subito!"
Confini chiusi
Viaggiano solo le merci
E noi a comprare compulsivamente solo on line
E ci si sposta quasi esclusivamente per lavorare
Ma rigidamente teleguidati dai droni
Il mio nome è Rebellion
Cellulare dentro casa
Staccato il campanaccio,
Io costretto all'immobilismo
Seduto per ore
Non potevo accettarlo
Non potevo più sopportarlo.
il nostro nome è Rebellion
Noi vogliamo tornare a viaggiare
Essere indipendenti negli spostamenti
Rivogliamo la già limitata privacy
Di cui disponevamo prima di tutto questo
Vogliamo non sentirci soffocare da queste catene
E vorremmo non dover esercitare la nostra rabbia
Ma siamo pronti a tutto.
Non ci fermerete
Spazzeremo quest'incubo
Perchè non siamo codici
E non saremo mai solo dei codici
Freddi numeri sparsi nella massa.
Non ci fermerete
A costo della vita
Perchè quella che viviamo adesso
Non è vera vita
Ma un ergastolo universale.
Il mio cuore sanguina
Io abituato a respirare aria d'indipendenza
In luogo dell'ossigeno
Abituato ad agire seguendo le mie idee
Nato libero fin dai primi vagiti di rivolta
Mai fermo
Mai spento
Mai rassegnato
Prima fu un virus
Tutto iniziò da lì
Poi frontiere chiuse
Barriere tra comune e comune
E per ultimo barriere tra persona e persona.
Benvenuti nella società post - coronavirus
Benvenuti nella società neoglobalizzata
Upgrade di quella precedente
Un aggiornamento che consiste nell'aver compreso
Che non è necessaria la libertà dell'uomo
Ma solo quella delle merci
Loro sì in grado di spostarsi ovunque.
Rinchiusi dentro quattro mura
Come i cani
Reclusi
Costantemente monitorati
Non potevamo più accettarlo
Non riuscivamo più a sopportarlo
Siamo i Rebellion, i Resistenti del terzo millennio.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
lunedì 23 marzo 2020
L'Angolo del Rockpoeta®: "Sanitalia"
SANITALIA
37 miliardi di euro
Sì avete capito bene
37 miliardi di euro
Questa la somma dei mancati investimenti nel Paese
Per la Sanità dal 2010 al 2019
Anni di paradossi criminali
Numero chiuso a medicina
E come conseguenza
Carenza di medici.
Si sono chiusi ospedali
Razionalizzazione la chiamavano
Tagli alla salute degli Italiani erano in realtà
Tagli ancora oggi in atto
Tagli ancora fino a pochi giorni fa assolutamente condivisi
Da tutto quell'infimo carrozzone della politica italiana.
E questo senza contare il numero esiguo di sale di terapia intensiva
Questo lo scempio osceno compiuto nel nostro Paese
Questa la ferita mortale che rende agonizzante le nostra terra.
Ed oggi ne paghiamo le conseguenze
Coronavirus come contrappasso dantesco
E la gente comune ne subisce i più duri contraccolpi:
Si infetta
Muore.
Siamo a Polistena
E ci troviamo del tutto disarmati contro questo contagio:
Chi è positivo è inviato a Reggio
E qui in Calabria come in tanti altri luoghi del sud
(ma oramai anche del settentrione)
Affrontiamo questa tragedia in totale emergenza:
Il mio volto nudo
Le mie mani scoperte
I miei occhi impauriti
Ma andiamo in corsia ugualmente
E visitiamo i malati.
Reggio Calabria
L'ospedale principale riceve i contagiati dal coronavirus
Insieme ad altri malati
E questa indecente promiscuità
Espande drammaticamente
Il rischio del contagio di persone non infette
E tutto questo è oggi l'iperbolica normalità.
Questa pandemia
Traccia un solco profondo
Tra la vita dell'uomo ed il prevalere della finanza globale
E noi
Medici ed infermieri
Sempre in prima linea con tutte le difficoltà del caso
Proviamo ad infondervi coraggio e speranza
Capacità di resistere alla clausura
Fiducia
E voglia di sognare ancora.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
37 miliardi di euro
Sì avete capito bene
37 miliardi di euro
Questa la somma dei mancati investimenti nel Paese
Per la Sanità dal 2010 al 2019
Anni di paradossi criminali
Numero chiuso a medicina
E come conseguenza
Carenza di medici.
Si sono chiusi ospedali
Razionalizzazione la chiamavano
Tagli alla salute degli Italiani erano in realtà
Tagli ancora oggi in atto
Tagli ancora fino a pochi giorni fa assolutamente condivisi
Da tutto quell'infimo carrozzone della politica italiana.
E questo senza contare il numero esiguo di sale di terapia intensiva
Questo lo scempio osceno compiuto nel nostro Paese
Questa la ferita mortale che rende agonizzante le nostra terra.
Ed oggi ne paghiamo le conseguenze
Coronavirus come contrappasso dantesco
E la gente comune ne subisce i più duri contraccolpi:
Si infetta
Muore.
Siamo a Polistena
E ci troviamo del tutto disarmati contro questo contagio:
Chi è positivo è inviato a Reggio
E qui in Calabria come in tanti altri luoghi del sud
(ma oramai anche del settentrione)
Affrontiamo questa tragedia in totale emergenza:
Il mio volto nudo
Le mie mani scoperte
I miei occhi impauriti
Ma andiamo in corsia ugualmente
E visitiamo i malati.
Reggio Calabria
L'ospedale principale riceve i contagiati dal coronavirus
Insieme ad altri malati
E questa indecente promiscuità
Espande drammaticamente
Il rischio del contagio di persone non infette
E tutto questo è oggi l'iperbolica normalità.
Questa pandemia
Traccia un solco profondo
Tra la vita dell'uomo ed il prevalere della finanza globale
E noi
Medici ed infermieri
Sempre in prima linea con tutte le difficoltà del caso
Proviamo ad infondervi coraggio e speranza
Capacità di resistere alla clausura
Fiducia
E voglia di sognare ancora.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
venerdì 20 marzo 2020
L'Angolo del Rockpoeta®: "ART.1"
ART. 1
Chiusi
Per decreto
Ciascuno nel proprio recinto
A razzolare la poca aria che si può respirare
Sospesi tra la paura e la speranza
Dentro le nostre moderne cellette
Il tempo della clausura
Sta forse finendo
Popolo compatto nel sacrificio
Ricorda che questa non è
E non deve essere la normalità
La normalità è uscire
Come e quando si vuole
Incontrare gente
Vivere emozioni davanti ad un quadro
O ascoltare la voce di un artista
Che accende la nostra anima
Esultare allo stadio tutti insieme al gol della nostra squadra
Baciare chi ami davanti ad un tramonto
Sorridere alla luce del sole.
Countdown iniziato
Popolo devi stare pronto
Non accettare la paura come scusa
Non tollerare l'incertezza sul futuro come gabbia
Non aderire a retoriche patriottiche ingannatrici
Rifiuta di accettare che questa eccezionalità
Diventi la regola
Oggi sì
Oggi rinchiuderci è la sola unica salvezza
Ma domani
Domani quando tutto sarà finito
Pretendi il ritorno allo status quo ante
Non permettere che possano limitarci
Anche in un singolo ed all'apparenza insignificante diritto
Non accettare di subire restrizioni che non avevamo
Non permettere che si crei anche un solo piccolo precedente
E ricorda sempre
Oggi vivi un momento eccezionale
Libertà contratta e limitata per ragioni di salute pubblica
Ma noi siamo nati liberi
Non dimenticarlo
Abbiamo sofferto per diventarlo
E non sottovalutare questo bene immenso
Ora che sai cosa significa perderlo
O anche solo vederselo ridurre.
Tu, Italiano
Hai sempre avuto la memoria corta,
Ora sulla tua pelle sai che vuol dire vivere come carcerati
Sai cosa significa sentirti soffocare
Sai cosa comporta non potersi autodeterminare
Ed allora ricordalo
E quando dovessero provare a sottrarci l'aria che respiriamo
Non essere pavido
Non fare il soldatino ubbidiente
Ma sii un rivoluzionario come il Che
Ribellati e tieniti stretta la tua vita
Stringi forte l'amore per le cose semplici
E non dimenticare mai che
Tu il diritto a vivere senza catene
Te lo sei guadagnato
E che tu il diritto a vivere senza alcun giogo soffocante
Ce l'hai garantito dal più bel libricino mai scritto nella nostra Storia
E questa piccola meraviglia
Stabilisce con forza che l'Italia è una Repubblica
Grida con tutta la forza dei partigiani caduti in battaglia
Che la libertà personale è inviolabile
E che nessuno può cancellare le nostre libere esistenze.
Ricordati Popolo
Ti prego
Di queste mie semplici parole
Quanto tutto questo sarà finito
E difendi la tua anima libera ad ogni costo.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
Chiusi
Per decreto
Ciascuno nel proprio recinto
A razzolare la poca aria che si può respirare
Sospesi tra la paura e la speranza
Dentro le nostre moderne cellette
Il tempo della clausura
Sta forse finendo
Popolo compatto nel sacrificio
Ricorda che questa non è
E non deve essere la normalità
La normalità è uscire
Come e quando si vuole
Incontrare gente
Vivere emozioni davanti ad un quadro
O ascoltare la voce di un artista
Che accende la nostra anima
Esultare allo stadio tutti insieme al gol della nostra squadra
Baciare chi ami davanti ad un tramonto
Sorridere alla luce del sole.
Countdown iniziato
Popolo devi stare pronto
Non accettare la paura come scusa
Non tollerare l'incertezza sul futuro come gabbia
Non aderire a retoriche patriottiche ingannatrici
Rifiuta di accettare che questa eccezionalità
Diventi la regola
Oggi sì
Oggi rinchiuderci è la sola unica salvezza
Ma domani
Domani quando tutto sarà finito
Pretendi il ritorno allo status quo ante
Non permettere che possano limitarci
Anche in un singolo ed all'apparenza insignificante diritto
Non accettare di subire restrizioni che non avevamo
Non permettere che si crei anche un solo piccolo precedente
E ricorda sempre
Oggi vivi un momento eccezionale
Libertà contratta e limitata per ragioni di salute pubblica
Ma noi siamo nati liberi
Non dimenticarlo
Abbiamo sofferto per diventarlo
E non sottovalutare questo bene immenso
Ora che sai cosa significa perderlo
O anche solo vederselo ridurre.
Tu, Italiano
Hai sempre avuto la memoria corta,
Ora sulla tua pelle sai che vuol dire vivere come carcerati
Sai cosa significa sentirti soffocare
Sai cosa comporta non potersi autodeterminare
Ed allora ricordalo
E quando dovessero provare a sottrarci l'aria che respiriamo
Non essere pavido
Non fare il soldatino ubbidiente
Ma sii un rivoluzionario come il Che
Ribellati e tieniti stretta la tua vita
Stringi forte l'amore per le cose semplici
E non dimenticare mai che
Tu il diritto a vivere senza catene
Te lo sei guadagnato
E che tu il diritto a vivere senza alcun giogo soffocante
Ce l'hai garantito dal più bel libricino mai scritto nella nostra Storia
E questa piccola meraviglia
Stabilisce con forza che l'Italia è una Repubblica
Grida con tutta la forza dei partigiani caduti in battaglia
Che la libertà personale è inviolabile
E che nessuno può cancellare le nostre libere esistenze.
Ricordati Popolo
Ti prego
Di queste mie semplici parole
Quanto tutto questo sarà finito
E difendi la tua anima libera ad ogni costo.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
mercoledì 18 marzo 2020
L'Angolo del Rockpoeta®: "Il Canto Dei Popoli"
IL CANTO DEI POPOLI
Un canto fatto di suoni
Una melodia di voci
Spiega i suoi effetti sul mondo
Apre la strada verso la speranza.
Il canto dei popoli
È una musica che non puoi fermare
È lotta solidale
È unione e compattezza nelle difficoltà
Il canto dei popoli
Lo puoi anche sterminare
Ma saprà restare vivo nel tempo
Immortale
Pronto per essere intonato ancora
Da altri che ne erediteranno quei suoni
Suoni incarnatisi nel loro DNA
Suoni di vita, lotta e speranza.
Il canto dei popoli
È un rumore potente e melodioso
Feroce e disperato.
Il canto dei popoli
È una lingua universale
Contro la Babele dei nostri giorni
E di quelli a venire
Il canto dei popoli
È un vocio crescente
Indomabile
Inarrestabile.
Il canto dei popoli
È il nostro canto.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
Un canto fatto di suoni
Una melodia di voci
Spiega i suoi effetti sul mondo
Apre la strada verso la speranza.
Il canto dei popoli
È una musica che non puoi fermare
È lotta solidale
È unione e compattezza nelle difficoltà
Il canto dei popoli
Lo puoi anche sterminare
Ma saprà restare vivo nel tempo
Immortale
Pronto per essere intonato ancora
Da altri che ne erediteranno quei suoni
Suoni incarnatisi nel loro DNA
Suoni di vita, lotta e speranza.
Il canto dei popoli
È un rumore potente e melodioso
Feroce e disperato.
Il canto dei popoli
È una lingua universale
Contro la Babele dei nostri giorni
E di quelli a venire
Il canto dei popoli
È un vocio crescente
Indomabile
Inarrestabile.
Il canto dei popoli
È il nostro canto.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
lunedì 16 marzo 2020
L'Angolo del Rockpoeta®: "Ciao Uomo"
CIAO UOMO
Ciao Uomo
O meglio
"Ciao Mamma, Ciao Papà!"
È giusto che ti chiami così
D'altronde tu mi hai concepito
E sempre tu mi hai generato.
Ricordo ancora i tuoi occhi entusiasti
Quando in quel laboratorio mi hai dato alla luce
Ed io
Piccolo virus appena nato
Già mi sentivo amato da te, mio geniale inventore
E ricordo quando
Insistevo per uscire
Ricordo perfettamente le mie parole:
"Dai papà, fammi uscire faccio il bravo, torno per cena!"
Ma tu e la mamma, ossia tu uomo, nulla.
Poi un giorno
La magia
Cade "casualmente" la provetta
Un chiaro invito ad uscire
Un permesso implicito concessomi sorprendentemente.
Ed allora sono andato in giro
E ti ho reso fiero oltre ogni tua più rosea aspettativa
Ed ho fatto di tutto per renderti orgoglioso
Di quello che avevi creato.
È vero
Non sono rientrato per cena
Ma dovevo continuare la mia opera
Quella per cui mi hai generato.
Infettarvi.
Ed allora non capisco perchè
Adesso
Pure tu, oltre a tutti i tuoi simili,
Mi vuoi abbattere
Mi vuoi annientare
Io tuo figlio.
Ora mi vuoi eliminare
E ce la farai
Con fatica
Ma ce la farai.
Forse ti sei spaventato, uomo,
Della potenza della tua creazione
Ma allora ti do un consiglio:
La prossima volta che dai vita a qualcosa
Pensa molto bene alle conseguenze della tua azione
Pensa attentamente ai rischi a cui vai incontro
E calcola la possibilità che il progetto ti possa sfuggire di mano.
In sostanza
Non limitarti a creare ma pensa prima di agire
Quindi detto in parole povere:
"Uomo cresci, matura"
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
Ciao Uomo
O meglio
"Ciao Mamma, Ciao Papà!"
È giusto che ti chiami così
D'altronde tu mi hai concepito
E sempre tu mi hai generato.
Ricordo ancora i tuoi occhi entusiasti
Quando in quel laboratorio mi hai dato alla luce
Ed io
Piccolo virus appena nato
Già mi sentivo amato da te, mio geniale inventore
E ricordo quando
Insistevo per uscire
Ricordo perfettamente le mie parole:
"Dai papà, fammi uscire faccio il bravo, torno per cena!"
Ma tu e la mamma, ossia tu uomo, nulla.
Poi un giorno
La magia
Cade "casualmente" la provetta
Un chiaro invito ad uscire
Un permesso implicito concessomi sorprendentemente.
Ed allora sono andato in giro
E ti ho reso fiero oltre ogni tua più rosea aspettativa
Ed ho fatto di tutto per renderti orgoglioso
Di quello che avevi creato.
È vero
Non sono rientrato per cena
Ma dovevo continuare la mia opera
Quella per cui mi hai generato.
Infettarvi.
Ed allora non capisco perchè
Adesso
Pure tu, oltre a tutti i tuoi simili,
Mi vuoi abbattere
Mi vuoi annientare
Io tuo figlio.
Ora mi vuoi eliminare
E ce la farai
Con fatica
Ma ce la farai.
Forse ti sei spaventato, uomo,
Della potenza della tua creazione
Ma allora ti do un consiglio:
La prossima volta che dai vita a qualcosa
Pensa molto bene alle conseguenze della tua azione
Pensa attentamente ai rischi a cui vai incontro
E calcola la possibilità che il progetto ti possa sfuggire di mano.
In sostanza
Non limitarti a creare ma pensa prima di agire
Quindi detto in parole povere:
"Uomo cresci, matura"
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
venerdì 13 marzo 2020
L'Angolo del Rockpoeta®: "Fottuto Italiota"
FOTTUTO ITALIOTA
E voi scrivete
Ovunque
Sui social
Mantra di speranza
Frasi idiote come "Andrà tutto bene"
O postate immagini patetiche
Sempre le stesse poi
Di una candela
Per invitare a pregare
Come se la preghiera sconfiggesse un virus
Come se la preghiera potesse sconfiggere qualcosa.
E menomale che non vi assembrate
in chiese o piazze per preghiere collettive
E menomale che non vi suggeriscono di fare sacrifici
Di animali o di esseri umani
E che si limitano a supplicare la Madonnina di Milano
O appendere crocifissi fuori dai portali delle chiese.
Io non voglio essere come voi
Un fottuto italiota
Che prega il mattino
E va a farsi l'aperitivo la sera
Mettendo se stesso e gli altri a rischio contagio
Non voglio essere un automa telecomandato
Non voglio diventare un file schedato con un braccialetto elettronico
Come un guinzaglio per gli umani.
Siete davvero comici e spassosi
Tragicamente divertenti
Voi scrivete ovunque
"Stiamo tutti a casa"
Quando molti e molte di voi erano i primi
A spingere per la riapertura delle scuole
Per scaricare i vostri figli che
Parole vostre e postate sui social
Non sopportate più,
A qualunque costo
Nonostante un livello di contagio altissimo.
Io non voglio essere come voi
Non voglio morire come voi
Non voglio infettarmi per causa vostra
Non voglio prendermi nessun virus
Nè il coronavirus nè quello più grave dell'imbecillità
Che vi ha infettato oramai da tempo
E che sembra non si possa debellare in alcun modo per ora.
Io non voglio essere come voi
Un fottuto italiota
E non voglio sciogliermi come gelatina
Di fronte a discorsi "nazional-patriottici"
Del nostro Presidente del Consiglio
Io voglio fatti
Io voglio italiani responsabili
Io voglio tornare a respirare la libertà
Io voglio tornare a combattere
L'unico vero e grande virus che pare indebellabile:
Lo "Scemenzavirus"
Ossia abbattere la vostra superficiale arroganza e la vostra imbecillità
Perchè adesso basta
È ora di sradicare queste radici malsane di una società malata
Io non voglio essere come voi
Non voglio vivere accanto a soggetti come voi
Non voglio dipendere da politici che ascoltano la vostra voce
E vi nutrono di odio, stupidità ed arroganza
Per tenervi alla loro mercè
Ma adesso basta
Io non sarò mai come voi
Io non voglio più nel mio Paese
Gente come voi.
E voi scrivete
Ovunque
Sui social
Mantra di speranza
Frasi idiote come "Andrà tutto bene"
O postate immagini patetiche
Sempre le stesse poi
Di una candela
Per invitare a pregare
Come se la preghiera sconfiggesse un virus
Come se la preghiera potesse sconfiggere qualcosa.
E menomale che non vi assembrate
in chiese o piazze per preghiere collettive
E menomale che non vi suggeriscono di fare sacrifici
Di animali o di esseri umani
E che si limitano a supplicare la Madonnina di Milano
O appendere crocifissi fuori dai portali delle chiese.
Io non voglio essere come voi
Un fottuto italiota
Che prega il mattino
E va a farsi l'aperitivo la sera
Mettendo se stesso e gli altri a rischio contagio
Non voglio essere un automa telecomandato
Non voglio diventare un file schedato con un braccialetto elettronico
Come un guinzaglio per gli umani.
Siete davvero comici e spassosi
Tragicamente divertenti
Voi scrivete ovunque
"Stiamo tutti a casa"
Quando molti e molte di voi erano i primi
A spingere per la riapertura delle scuole
Per scaricare i vostri figli che
Parole vostre e postate sui social
Non sopportate più,
A qualunque costo
Nonostante un livello di contagio altissimo.
Io non voglio essere come voi
Non voglio morire come voi
Non voglio infettarmi per causa vostra
Non voglio prendermi nessun virus
Nè il coronavirus nè quello più grave dell'imbecillità
Che vi ha infettato oramai da tempo
E che sembra non si possa debellare in alcun modo per ora.
Io non voglio essere come voi
Un fottuto italiota
E non voglio sciogliermi come gelatina
Di fronte a discorsi "nazional-patriottici"
Del nostro Presidente del Consiglio
Io voglio fatti
Io voglio italiani responsabili
Io voglio tornare a respirare la libertà
Io voglio tornare a combattere
L'unico vero e grande virus che pare indebellabile:
Lo "Scemenzavirus"
Ossia abbattere la vostra superficiale arroganza e la vostra imbecillità
Perchè adesso basta
È ora di sradicare queste radici malsane di una società malata
Io non voglio essere come voi
Non voglio vivere accanto a soggetti come voi
Non voglio dipendere da politici che ascoltano la vostra voce
E vi nutrono di odio, stupidità ed arroganza
Per tenervi alla loro mercè
Ma adesso basta
Io non sarò mai come voi
Io non voglio più nel mio Paese
Gente come voi.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
mercoledì 11 marzo 2020
L'Angolo del Rockpoeta®: "Vittima N° 15"
VITTIMA N°15
Sono la vittima numero 15
Che importa che nome ho
A chi interessa la mia vita passata
Sono solo un dato clinico
Un caso che rientra tra i decessi ordinari:
Età perfettamente dentro il range considerato
Malattie pregresse
E positivo al coronavirus:
Il paziente "tipo" deceduto secondo previsione.
Il panico e l'istinto di sopravvivenza
Vi fanno tirare un sospiro di sollievo:
" Che fortuna, non ho 80 anni
Non rischio di finire come lui"
E tutto finisce lì.
Però io avevo dei nipotini
Che non vedrò più
Una moglie meravigliosa
Che rimarrà da sola senza la mia amorevole vicinanza
E mia figlia Nadia
A cui mancherò tantissimo
Buongiorno a voi
Sono la vittima numero 15
Questo ormai il mio nuovo nome di battesimo,
"Quindici" per gli amici...
Io ci soffro molto
Ma alla fine dovrei comprendere
Che tutto questo è perfino ovvio, normale,
Ci si vuole tappare l'udito dell'anima
Bendare gli occhi del cuore
E non si vuole dare un nome ed un volto a quelli come me
Perchè poi si dovrebbe provare dispiacere per la mia dipartita
Perchè poi ci si sentirebbe empatici verso il mio dolore
E perchè poi anche la paura crescerebbe.
Ed allora
Ecco che di fronte ad un altro decesso
Le vostre parole sono:
"Accidenti, ancora un altro, menomale che l'età è sempre quella
Menomale che non è toccato a me"
Sono la vittima numero 15
Sono di fatto un concetto fuori moda
Superato già dalle vittime a me succedutesi
Sono la vittima numero 15
E mi rendo conto che forse sto parlando a vuoto
Perchè non mi starete neanche ascoltando.
E allora... Sono la vittima numero 15
Passo e chiudo.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
Sono la vittima numero 15
Che importa che nome ho
A chi interessa la mia vita passata
Sono solo un dato clinico
Un caso che rientra tra i decessi ordinari:
Età perfettamente dentro il range considerato
Malattie pregresse
E positivo al coronavirus:
Il paziente "tipo" deceduto secondo previsione.
Il panico e l'istinto di sopravvivenza
Vi fanno tirare un sospiro di sollievo:
" Che fortuna, non ho 80 anni
Non rischio di finire come lui"
E tutto finisce lì.
Però io avevo dei nipotini
Che non vedrò più
Una moglie meravigliosa
Che rimarrà da sola senza la mia amorevole vicinanza
E mia figlia Nadia
A cui mancherò tantissimo
Buongiorno a voi
Sono la vittima numero 15
Questo ormai il mio nuovo nome di battesimo,
"Quindici" per gli amici...
Io ci soffro molto
Ma alla fine dovrei comprendere
Che tutto questo è perfino ovvio, normale,
Ci si vuole tappare l'udito dell'anima
Bendare gli occhi del cuore
E non si vuole dare un nome ed un volto a quelli come me
Perchè poi si dovrebbe provare dispiacere per la mia dipartita
Perchè poi ci si sentirebbe empatici verso il mio dolore
E perchè poi anche la paura crescerebbe.
Ed allora
Ecco che di fronte ad un altro decesso
Le vostre parole sono:
"Accidenti, ancora un altro, menomale che l'età è sempre quella
Menomale che non è toccato a me"
Sono la vittima numero 15
Sono di fatto un concetto fuori moda
Superato già dalle vittime a me succedutesi
Sono la vittima numero 15
E mi rendo conto che forse sto parlando a vuoto
Perchè non mi starete neanche ascoltando.
E allora... Sono la vittima numero 15
Passo e chiudo.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
lunedì 9 marzo 2020
L'Angolo del Rockpoeta®: "Italia Paziente "Zero" "
Vorrei intanto manifestare la mia solidarietà a chi è nelle aree più blindate e specificatamente anche ad alcuni miei amici blogger e non che mi seguono ed ivi si trovano: penso, e mi scuso se ne dimentico altri, a Marcaval, Mariella, Patricia Moll, Arwen Elfa, Cristiana, Mirtillo, Nick Parisi e credo forse anche Max.
Questa poesia per lanciare un grido d'allarme: giusto fermare il contagio ma io, almeno, avverto in quest'ultimo decreto di Conte un passo che potrebbe prevedere un non - ritorno, un pericolo alla nostra libertà. Vero è un virus che si spande a macchia d'olio e forse se certi furboni se ne fossero restati a casa invece di andare a sciare e mangiare fuori e tanto altro ancora, forse non si arrivava a tanto, ma è anche vero che non ci si può muovere quasi neanche, all'interno delle aree più blindate. da un comune all'altro salvo che per quei tre casi peraltro da provare. Ecco quindi questa mia poesia che non vuole minimizzare il problema ma che si vuol chiedere quanto lo si stia ingigantendo per insegnarci la paura, per insegnarci l'obbedienza.
Buona lettura.
Daniele il Rockpoeta®
ITALIA PAZIENTE "ZERO"
Popolo italiota
Offre il fianco
A prove tecniche di limitazione di libertà personale.
Non aspettavano altro
Ora più che coronavirus
Abbiamo il "Muro-virus"
Esercito e forze dell'ordine
Recintano esistenze
Chiudono momenti di unità
Vero
Il virus si è espanso
Vero
Va bloccato
Ma l'aria che si respira adesso
Ha il sapore di ineluttabilità degli eventi
Di un passo compiuto verso il "non - ritorno".
Italia
Paziente "zero" per la sperimentazione
Di una nuova forma di occupazione territoriale?
Malattie come pretesti per invadere popoli e nazioni
Per "proteggerli"?
File "Invasion of the Sick"
E la libertà è cancellata.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
Questa poesia per lanciare un grido d'allarme: giusto fermare il contagio ma io, almeno, avverto in quest'ultimo decreto di Conte un passo che potrebbe prevedere un non - ritorno, un pericolo alla nostra libertà. Vero è un virus che si spande a macchia d'olio e forse se certi furboni se ne fossero restati a casa invece di andare a sciare e mangiare fuori e tanto altro ancora, forse non si arrivava a tanto, ma è anche vero che non ci si può muovere quasi neanche, all'interno delle aree più blindate. da un comune all'altro salvo che per quei tre casi peraltro da provare. Ecco quindi questa mia poesia che non vuole minimizzare il problema ma che si vuol chiedere quanto lo si stia ingigantendo per insegnarci la paura, per insegnarci l'obbedienza.
Buona lettura.
Daniele il Rockpoeta®
ITALIA PAZIENTE "ZERO"
Popolo italiota
Offre il fianco
A prove tecniche di limitazione di libertà personale.
Non aspettavano altro
Ora più che coronavirus
Abbiamo il "Muro-virus"
Esercito e forze dell'ordine
Recintano esistenze
Chiudono momenti di unità
Vero
Il virus si è espanso
Vero
Va bloccato
Ma l'aria che si respira adesso
Ha il sapore di ineluttabilità degli eventi
Di un passo compiuto verso il "non - ritorno".
Italia
Paziente "zero" per la sperimentazione
Di una nuova forma di occupazione territoriale?
Malattie come pretesti per invadere popoli e nazioni
Per "proteggerli"?
File "Invasion of the Sick"
E la libertà è cancellata.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
domenica 8 marzo 2020
L'Angolo del Rockpoeta®: "Ascoltaci" (8 Marzo)
Eccezione alla regola, oggi post straordinario (domani il consueto post del lunedì) così come è importante e straordinaria la data odierna: 8 marzo, giornata internazionale della donna, una ulteriore occasione per riflettere donne e uomini tutti insieme e non per festeggiare.
"ASCOLTACI"
Ciao sono Giuliana
E sono una lavoratrice sottopagata
Ossia prendo meno dei miei colleghi uomini a parità di mansioni.
Ciao sono Marta
E sto subendo nonostante le numerose denunce
Ancora stalking dal mio ex
Ciao sono Iris ed ho 10 anni
No, non è il mio nome vero
Quello chi se lo ricorda più
Vivo in Thailandia come schiava del sesso
Venduta a 4 anni dai miei genitori.
Ciao sono Jezabel
Sono costretta a non poter studiare
Ed a sposarmi presto con un uomo che non conosco e non desidero
Ma a cui dovrò ubbidire e che dovrò soddisfare.
Ciao sono Giulia
E subisco costanti molestie sessuali e mobbing
Dal mio datore di lavoro
Vorrei denunciarlo ma non mi sento tutelata dallo Stato
E se perdo il lavoro come farò a mantenere mia figlia di 8 anni da sola
Visto che il padre deve ancora versarmi gli alimenti degli ultimi tre mesi?
Ciao Sono Sonia
E sono morta
Uccisa dal mio ex come capita a tante di noi.
Ed allora
Tutte noi
Per noi e per tutte le altre donne come noi
E forse come te
Ti chiediamo
Di non sprecare questa giornata
E ti domandiamo: Oggi cosa c'è da "festeggiare"?
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
"ASCOLTACI"
Ciao sono Giuliana
E sono una lavoratrice sottopagata
Ossia prendo meno dei miei colleghi uomini a parità di mansioni.
Ciao sono Marta
E sto subendo nonostante le numerose denunce
Ancora stalking dal mio ex
Ciao sono Iris ed ho 10 anni
No, non è il mio nome vero
Quello chi se lo ricorda più
Vivo in Thailandia come schiava del sesso
Venduta a 4 anni dai miei genitori.
Ciao sono Jezabel
Sono costretta a non poter studiare
Ed a sposarmi presto con un uomo che non conosco e non desidero
Ma a cui dovrò ubbidire e che dovrò soddisfare.
Ciao sono Giulia
E subisco costanti molestie sessuali e mobbing
Dal mio datore di lavoro
Vorrei denunciarlo ma non mi sento tutelata dallo Stato
E se perdo il lavoro come farò a mantenere mia figlia di 8 anni da sola
Visto che il padre deve ancora versarmi gli alimenti degli ultimi tre mesi?
Ciao Sono Sonia
E sono morta
Uccisa dal mio ex come capita a tante di noi.
Ed allora
Tutte noi
Per noi e per tutte le altre donne come noi
E forse come te
Ti chiediamo
Di non sprecare questa giornata
E ti domandiamo: Oggi cosa c'è da "festeggiare"?
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
venerdì 6 marzo 2020
L'Angolo del Rockpoeta®: "Little Boy"
LITTLE BOY
La prima volta che ho sniffato cocaina
Avevo 8 anni
Non crediate però che io rappresenti un'eccezione
Nè tantomeno che si tratti
Di un record mondiale di cui non vantarsi,
Oggigiorno
Oramai
È la regola.
Io infatti
Ho iniziato insieme ad altri miei amici:
Prima la colla
Poi dopo pochi mesi la cocaina
Ed infine ad 11 anni l'eroina dritta in vena.
Il problema, più crescevo,
E più era quello di trovare i soldi per la roba.
La scuola.... Ho terminato le elementari
Per grazia ricevuta
E poi alle medie quasi neanche frequentavo più
Per me l'esigenza primaria era farmi.
A 13 anni ero già un colabrodo
Buchi di aghi ovunque
E una paura fottuta di prendermi l'Aids
Proprio come il mio amico e coetaneo Franco.
Senza contare
Le volte in cui per avere una dose mi prostituivo
E quasi mai con le precauzioni necessarie.
Ho rischiato più di una volta l'overdose
Per fortuna non ci sono mai veramente caduto
E sono riuscito a cavarmela senza l'intervento di nessuno
Altrimenti, ospedale
E poi comunità terapeutiche per minori
Quando non parcheggiato
Dentro a reparti neuropsichiatrici per adulti
Dove quelli della mia età non dovrebbero stare
Ma dove ci finisci se nella comunità non c'è spazio.
Anni di esperienze infime
Di momenti terribili
Cancellati, solo per poco tempo.
Quando mi facevo.
Ho fatto tante cose disgustose
Ma di una sono fiero: non ho mai spacciato
Neanche per procurarmi la dose.
Tranquilli
Non cerco l'applauso
E tantomeno compassione
Non la merito
Nessuno in queste condizioni la merita.
Oggi ho 18 anni
E vi parlo da una comunità di recupero
Nella quale sono entrato due anni fa.
So cosa state pensando:
"Ecco l'hanno beccato,
C'è finito in overdose questa volta!"
Ed invece no
È stata una mia scelta
Mi sono stancato di vedermi in quel modo
Di rovinarmi giorno dopo giorno
Ed ora sono quasi del tutto disintossicato.
La paura di ricaderci è tanta
Ma quella di rivivere quel periodo, è ancora più forte.
E quando uscirò da qui
Mi proteggerò da quelle tentatrici "gocce di pioggia bianca"
Con un ombrello di nuova vita.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
La prima volta che ho sniffato cocaina
Avevo 8 anni
Non crediate però che io rappresenti un'eccezione
Nè tantomeno che si tratti
Di un record mondiale di cui non vantarsi,
Oggigiorno
Oramai
È la regola.
Io infatti
Ho iniziato insieme ad altri miei amici:
Prima la colla
Poi dopo pochi mesi la cocaina
Ed infine ad 11 anni l'eroina dritta in vena.
Il problema, più crescevo,
E più era quello di trovare i soldi per la roba.
La scuola.... Ho terminato le elementari
Per grazia ricevuta
E poi alle medie quasi neanche frequentavo più
Per me l'esigenza primaria era farmi.
A 13 anni ero già un colabrodo
Buchi di aghi ovunque
E una paura fottuta di prendermi l'Aids
Proprio come il mio amico e coetaneo Franco.
Senza contare
Le volte in cui per avere una dose mi prostituivo
E quasi mai con le precauzioni necessarie.
Ho rischiato più di una volta l'overdose
Per fortuna non ci sono mai veramente caduto
E sono riuscito a cavarmela senza l'intervento di nessuno
Altrimenti, ospedale
E poi comunità terapeutiche per minori
Quando non parcheggiato
Dentro a reparti neuropsichiatrici per adulti
Dove quelli della mia età non dovrebbero stare
Ma dove ci finisci se nella comunità non c'è spazio.
Anni di esperienze infime
Di momenti terribili
Cancellati, solo per poco tempo.
Quando mi facevo.
Ho fatto tante cose disgustose
Ma di una sono fiero: non ho mai spacciato
Neanche per procurarmi la dose.
Tranquilli
Non cerco l'applauso
E tantomeno compassione
Non la merito
Nessuno in queste condizioni la merita.
Oggi ho 18 anni
E vi parlo da una comunità di recupero
Nella quale sono entrato due anni fa.
So cosa state pensando:
"Ecco l'hanno beccato,
C'è finito in overdose questa volta!"
Ed invece no
È stata una mia scelta
Mi sono stancato di vedermi in quel modo
Di rovinarmi giorno dopo giorno
Ed ora sono quasi del tutto disintossicato.
La paura di ricaderci è tanta
Ma quella di rivivere quel periodo, è ancora più forte.
E quando uscirò da qui
Mi proteggerò da quelle tentatrici "gocce di pioggia bianca"
Con un ombrello di nuova vita.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
mercoledì 4 marzo 2020
L'Angolo del Rockpoeta®: "La Mia Vita Perfetta"
LA MIA VITA PERFETTA
Salve
Sono Giusy
ho 27 anni e già due figli
Uno di quattro anni e l'altro di due
Sposata regolarmente come si confà
Ad una donna per bene soprattutto se di paese.
La mia vita scorreva liscia
Fino allo scoppio di questa fastidiosa
E forse anche inventata epidemia.
La mia giornata era scandita
Da "impegni" piacevolmente scaglionati.
Mattina presto
Porto Luca il più piccolo al nido ed Angelo alla Scuola cattolica d'Infanzia.
E poi sono libera!
Prima tappa al bar con molte altre mamme mie amiche
Beviamo qualcosa
Chiaccheriamo di tutto
Spettegoliamo su tutti:
Le maestre, le altre mamme
Soprattutto sull'ultima arrivata
Un'africana con un bambino ridicolo
Siamo tutte disgustate
Una scuola cattolica con una retta non da poco
Che raccoglie anche soggetti come questo
Autentica feccia
Ma oramai siamo rassegnate
Siamo invase da questi esseri dappertutto.
Però va detto
Siamo scioccate
Un conto è la scuola pubblica che raccatta chiunque
Ma qui.... Però nulla da fare
L'abbiamo anche fatto velatamente presente ma ci hanno risposto a muso duro:
"Siamo tutti uguali ed i bambini sono anche tutti esseri puri ed innocenti"
Ma torniamo alla mia giornata - tipo:
A seguire estetista e parrucchiera
Amante (io almeno ce l'ho)
Shopping
Telefonata alla tata per il fine settimana.
Io meno tempo trascorro con i miei figli meglio sto
Sono due pesti come si fa a reggerle
Ma per fortuna ho i rinforzi: in primis la scuola
Che li tiene quasi tutto il giorno
Poi la babysitter, i nonni ed infine anche mio marito.
Insomma tutto sommato
I miei figli li vivo in modo diluito
E così ce la faccio
E voglio loro perfino bene.
E poi... "Selfie-time!"
Ebbene sì scatto sempre un selfie alle mie bellissime unghie
Dopo essermele fatte sistemare
Ogni volta in modo diverso.
Non posso perdermi questa occasione
E poi so che le mie amiche schiattano d'invidia
Ma come subalterne che riconoscono la superiorità del loro capobranco
Eccole però far fioccare immediatamente su facebook
Una marea di "like" sotto questa foto.
Come dicevo
Andava tutto bene
La mia vita era perfetta
E poi... Coronavirus e scuole chiuse
E quindi il panico!
Niente più giornata - tipo
Niente più amante
Solo dover fare la mamma full time
Insostenibile!
Ora sembra che le scuole possano riaprire
Io mi domando cosa aspettano
Dove sto io mica poi ci sono stati tanti casi
Ed inoltre sembra che ai bambini non si attacchi
E le maestre
Beh è il loro lavoro e questi sono anche "i rischi della loro attività"
D'altronde hanno anche i loro privilegi
Due mesi pieni di vacanze all'anno!
Speriamo che tutto questo finisca in fretta
Mi sento come una claustrofobica dentro ad un ascensore pieno di gente
Carini i miei figli
Ma se presi con moderazione
Con il giusto dosaggio, come una medicina.
Ora aspetto con trepidazione l'ufficialità
Prima di esultare e gioire
Sperando che questa iattura non crei più ulteriori problemi
Alla mia vita perfetta.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
Salve
Sono Giusy
ho 27 anni e già due figli
Uno di quattro anni e l'altro di due
Sposata regolarmente come si confà
Ad una donna per bene soprattutto se di paese.
La mia vita scorreva liscia
Fino allo scoppio di questa fastidiosa
E forse anche inventata epidemia.
La mia giornata era scandita
Da "impegni" piacevolmente scaglionati.
Mattina presto
Porto Luca il più piccolo al nido ed Angelo alla Scuola cattolica d'Infanzia.
E poi sono libera!
Prima tappa al bar con molte altre mamme mie amiche
Beviamo qualcosa
Chiaccheriamo di tutto
Spettegoliamo su tutti:
Le maestre, le altre mamme
Soprattutto sull'ultima arrivata
Un'africana con un bambino ridicolo
Siamo tutte disgustate
Una scuola cattolica con una retta non da poco
Che raccoglie anche soggetti come questo
Autentica feccia
Ma oramai siamo rassegnate
Siamo invase da questi esseri dappertutto.
Però va detto
Siamo scioccate
Un conto è la scuola pubblica che raccatta chiunque
Ma qui.... Però nulla da fare
L'abbiamo anche fatto velatamente presente ma ci hanno risposto a muso duro:
"Siamo tutti uguali ed i bambini sono anche tutti esseri puri ed innocenti"
Ma torniamo alla mia giornata - tipo:
A seguire estetista e parrucchiera
Amante (io almeno ce l'ho)
Shopping
Telefonata alla tata per il fine settimana.
Io meno tempo trascorro con i miei figli meglio sto
Sono due pesti come si fa a reggerle
Ma per fortuna ho i rinforzi: in primis la scuola
Che li tiene quasi tutto il giorno
Poi la babysitter, i nonni ed infine anche mio marito.
Insomma tutto sommato
I miei figli li vivo in modo diluito
E così ce la faccio
E voglio loro perfino bene.
E poi... "Selfie-time!"
Ebbene sì scatto sempre un selfie alle mie bellissime unghie
Dopo essermele fatte sistemare
Ogni volta in modo diverso.
Non posso perdermi questa occasione
E poi so che le mie amiche schiattano d'invidia
Ma come subalterne che riconoscono la superiorità del loro capobranco
Eccole però far fioccare immediatamente su facebook
Una marea di "like" sotto questa foto.
Come dicevo
Andava tutto bene
La mia vita era perfetta
E poi... Coronavirus e scuole chiuse
E quindi il panico!
Niente più giornata - tipo
Niente più amante
Solo dover fare la mamma full time
Insostenibile!
Ora sembra che le scuole possano riaprire
Io mi domando cosa aspettano
Dove sto io mica poi ci sono stati tanti casi
Ed inoltre sembra che ai bambini non si attacchi
E le maestre
Beh è il loro lavoro e questi sono anche "i rischi della loro attività"
D'altronde hanno anche i loro privilegi
Due mesi pieni di vacanze all'anno!
Speriamo che tutto questo finisca in fretta
Mi sento come una claustrofobica dentro ad un ascensore pieno di gente
Carini i miei figli
Ma se presi con moderazione
Con il giusto dosaggio, come una medicina.
Ora aspetto con trepidazione l'ufficialità
Prima di esultare e gioire
Sperando che questa iattura non crei più ulteriori problemi
Alla mia vita perfetta.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
lunedì 2 marzo 2020
L'Angolo del Rockpoeta®: "Senza Diritti"
Liberamente ispirata ad una storia vera, questa QUI
SENZA DIRITTI
Vi vedo
Vi sto immaginando
Tutti quanti ad osservarci
A scrivere di noi
A fare special televisivi su di noi
Quando di noi e della nostra realtà
Non sapete niente.
Sono Rosa ed ho 30 anni
Sono architetta
E sono nauseata.
Passo insieme a tanti di noi
Le preselezioni per un concorso
E poi ecco la seconda prova:
600 persone per 170 posti
Solo 59 ce la fanno
Ed io sono tra questi.
Le date escono a cavallo con la mia gravidanza
E l'inizio della mia maternità ma non importa
Si studia lo stesso
Si combatte ugualmente:
Mamma, moglie, studentessa
Tutte e tre le cose insieme
Ma non mi arrendo e mi preparo per questo concorso.
Passo la seconda prova
Ed ecco la doccia gelata: tutto annullato
Perchè sono state violate le norme sull'anonimato.
Non è chiaro se la colpa è degli organizzatori del concorso
So solo che io che non sono colpevole di nulla
Io che mi sono fatta un mazzo tanto per essere tra quei 59
Io che non sono certo una scansafatiche e non ho santi in Paradiso
Io, mi trovo al punto di partenza senza meritarlo.
E voi
Voi che ci guardate dall'alto in basso
E vi domandate perchè cerchiamo un onesto posso fisso
Credo che meritiate una risposta: ferie pagate, maternità, malattia...
Che poi sono semplicemente diritti sacrosantemente acquisiti
E che vogliono lentamente sottrarci
Anzi che ci hanno di fatto già quasi del tutto sottratto
Noi, una generazione senza più diritti.
Lo sconforto è immenso
La rabbia è devastante
Il senso di impotenza, assoluto.
Ed ora
Nebbia totale sui tempi
Incertezza assoluta sul futuro
Futuro che non può costruirsi sulle Partite IVA.
Sono Rosa
Ho 30 anni
Sono architetta e cerco di svolgere la mia professione
Sono Rosa
Ho 30 anni e non mollo
Ma guai se vi sento o vi leggo ancora parlare della nostra generazione
Con quel tono arrogante di chi crede di sapere tutto di noi.
Mi chiamo Daniele
Io di anni ne ho qualcuno in più
E se vi sento o vi leggo parlare in modo saccente
E illusoriamente informato
Sulla loro generazione
Credendo di essere portatori di verità assoluta
Vi trovo e vi sparo.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
SENZA DIRITTI
Vi vedo
Vi sto immaginando
Tutti quanti ad osservarci
A scrivere di noi
A fare special televisivi su di noi
Quando di noi e della nostra realtà
Non sapete niente.
Sono Rosa ed ho 30 anni
Sono architetta
E sono nauseata.
Passo insieme a tanti di noi
Le preselezioni per un concorso
E poi ecco la seconda prova:
600 persone per 170 posti
Solo 59 ce la fanno
Ed io sono tra questi.
Le date escono a cavallo con la mia gravidanza
E l'inizio della mia maternità ma non importa
Si studia lo stesso
Si combatte ugualmente:
Mamma, moglie, studentessa
Tutte e tre le cose insieme
Ma non mi arrendo e mi preparo per questo concorso.
Passo la seconda prova
Ed ecco la doccia gelata: tutto annullato
Perchè sono state violate le norme sull'anonimato.
Non è chiaro se la colpa è degli organizzatori del concorso
So solo che io che non sono colpevole di nulla
Io che mi sono fatta un mazzo tanto per essere tra quei 59
Io che non sono certo una scansafatiche e non ho santi in Paradiso
Io, mi trovo al punto di partenza senza meritarlo.
E voi
Voi che ci guardate dall'alto in basso
E vi domandate perchè cerchiamo un onesto posso fisso
Credo che meritiate una risposta: ferie pagate, maternità, malattia...
Che poi sono semplicemente diritti sacrosantemente acquisiti
E che vogliono lentamente sottrarci
Anzi che ci hanno di fatto già quasi del tutto sottratto
Noi, una generazione senza più diritti.
Lo sconforto è immenso
La rabbia è devastante
Il senso di impotenza, assoluto.
Ed ora
Nebbia totale sui tempi
Incertezza assoluta sul futuro
Futuro che non può costruirsi sulle Partite IVA.
Sono Rosa
Ho 30 anni
Sono architetta e cerco di svolgere la mia professione
Sono Rosa
Ho 30 anni e non mollo
Ma guai se vi sento o vi leggo ancora parlare della nostra generazione
Con quel tono arrogante di chi crede di sapere tutto di noi.
Mi chiamo Daniele
Io di anni ne ho qualcuno in più
E se vi sento o vi leggo parlare in modo saccente
E illusoriamente informato
Sulla loro generazione
Credendo di essere portatori di verità assoluta
Vi trovo e vi sparo.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®