SUNRISE
Cumuli di bare
Viaggiano nella notte
Su fari militari abbaglianti
Ammassate freddamente una accanto all'altra
Senza un ultimo saluto
Un ultimo abbraccio
In piena solitudine
Come ghiaccio sulla pelle
Sentiamo lo scorrere inesorabile del tempo
Avvertiamo il peso della prigionia forzata
Viviamo in totale sconforto e smarrimento
Percepiamo l'ansia di libertà soffocate senza vederne i risultati
Dolore
Avvertiamo dolore
Respiriamo un radicato senso di impotenza
Immaginiamo un futuro oscuro
Anzi non lo immaginiamo neanche più
Paradossalmente non ne abbiamo il tempo
Nonostante l'enorme quantità di tempo a nostra disposizione
Tempo che consumiamo a cercare inutilmente di svagarci
A cercare sorrisi a volte forzati e l'abbraccio di chi amiamo
Tempo che utilizziamo per informarci
Attendendo dalla televisione e dalla rete
Notizie di speranza
Come i generali in battaglia dall'oracolo,
E come aruspici dell'età contemporanea
Cerchiamo disperatamente dentro ogni cosa
Un segno di speranza.
Questo
Quando non si è soli
Anziani
Abbandonati
Allora in quel caso tutto è più drammatico
Come un muro forse invalicabile.
Lo so
I numeri sembrano ancora impietosi
Sconfortanti
Ma forse qualcosa si muove
Qualcosa cambia.
Vero
Non sono nessuno
Non sono uno scienziato nè sono dotato di bacchetta magica
Ed ancor meno leggo il futuro dentro una sfera di cristallo
Ma
Io ora intravedo la luce in fondo al tunnel
Una luce fioca
Uno spiraglio piccolissimo
E credo che potremo uscire ancora alla luce del sole
Riabbracciare persone e luoghi
Riveder le stelle
Vero
Il percorso è ancora arduo
Irto di insidie
Ma forse il peggio stiamo per lasciarcelo alle spalle
Anche se questa ferita
Lascerà in tutti noi cicatrici indelebili
Cicatrici che non ci dovranno impedire
Di tornare a vivere.
Una manto nero e spesso
Ci avvolge al momento come un freddo sudario
E tutta l'umanità è schiacciata da questa cappa angosciante
Da questo tormento infinito.
Ma è proprio quando la meta sembra inarrivabile
L'orizzonte invisibile
E l'alba lontana
Che l'uomo sa
Ed ha sempre saputo rialzarsi.
Ci possiamo credere
Uno sforzo emotivo rilevante
Ma facciamolo
Allunghiamo le mani ed afferriamo l'alba
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
PER VALERIA: non così lontana, forse...
RispondiEliminaL'unica luce di speranza è la scienza. Vaccino o farmaci. Per ora brancoliamo nel buio e la morte sfiora i nostri corpi.
RispondiEliminaRacconti di vita corrente i tuoi, simili a tanti altri
RispondiEliminaqui non passano camion con bare e tanto meno altoparlanti che dicono di stare a casa
La borgata si sveglia nel silenzio e con le comodità non più donne alla fontana e nemmeno al lavatoio. Uomini con vanga e zappa in casa non negli orti a preparare la terra per la semina primaverile.
Buon giorno e si chiudono le porte
Tutto bene? e ci si allontana
Manca lo schiamazzo dei mazzacani che gioano in piazzetta
Un segno di Croce è l'augurio dei più pespicaci
PER GUS: certo, ed è vero che in parte la scienza vacilla, ma sui tempi forse sta iniziando a prenderci ed allora ecco che forse stiamo iniziando una lenta ma spero presto costante discesa verso la normalità.
RispondiEliminaPER PACANDREA: è la realtà di posti come Bergamo, sono le sensazioni di molti di noi. E poi c'è il tuo luogo, che nonostante subisca le limitazioni, te le fa forse pesare meno, forse perché più a misura d'uomo, forse perché guardi fuori e vedi la magia della neve, come hai scritto nel tuo ultimo post, il tutto in attesa di tornare a salutarsi anche da voi con un forte abbraccio.
RispondiEliminaIn questi giorni ho letto tanti racconti di vita, alcuni molti strazianti, figli che non hanno potuto abbracciare per l'ultima volta i propri genitori e viceversa. Ci rimane la speranza che tutto passi prima possibile.
RispondiEliminaSereno giorno.
PER CAVALIERE: una speranza a cui provare ancora ad aggrapparci con forza
RispondiEliminaLe immagini di quel convoglio di camion militari sono state uno spartiacque per tutti noi in questa crisi. Qui da me i primi giorni faceva i "flashmob" sui balconi con musica e saluti, adesso non li fa più nessuno.
RispondiEliminaIo ormai quando arrivano le sei di sera e annunciano il bollettino giornaliero ho le palpitazioni. Leggo cifre sempre più spaventose, vedo intorno a me un contesto sempre più surreale, la città deserta, gli unici assembramenti davanti agli alimentari e alle farmacie, coppie che vengono aggredite verbalmente come criminali perché sono andate a fare la spesa in due, bisogna andare una sola persona a famiglia, vergogna! Gente che viene accusata di aver fatto la spesa anche il giorno prima, bisogna andarci una sola volta a settimana, vergogna!
... Dico la verità, mi sto scoraggiando. Per fortuna c'è anche tanta gente che si mette in fila e attende pazientemente il proprio turno, persone alle quali se chiedi un'indicazione ti rispondono con gentilezza, parenti per i quali questo blocco totale dell'economia sta significando un danno economico grave eppure cercano di tirare avanti senza lamentarsi.
Io mi auguro solo che non ci sia un ulteriore tracollo DOPO. Non so se la ditta in cui lavoro si risolleverà da questa situazione (era in crisi già da prima), cerco di concentrarmi sui miei fumetti solo perché mi aiutano a "staccare" completamente la mente da queste mie preoccupazioni per il futuro (che spero risultino poi del tutto infondate).
PER ARIANO hai drammaticamente e lucidamente fotografato la situazione al momento
RispondiEliminaNulla da aggiungere al ritratto perfetto da te realizzato se non l'augurio con tutto il cuore che la tua ditta ce la faccia.
Daniele carissimo, l'immagine della lunga fila di camion militari che trasportavano le salme fuori da Bergamo è forse quella che più mi ha scioccato e fatto sentire impotente. Non potrò più scordarla.
RispondiEliminaMa l'immagine da te dipinta a parole di noi che allunghiamo le mani e affermiamo l'alba è bellissima, ci penserò ogni volta che mi sentirò sconfortata.
Un caro saluto.... forza, sempre!
Vero, ora non resta da fare che lo sforzo finale per afferrare l'alba; farlo per chi appunto se n'è andato da solo, in un mondo freddo; farlo per non rendere vano il sacrificio che abbiamo fatto fino a ora...
RispondiEliminaMoz-
PER MARIS sono contento che quella immagine possa darti forza.
RispondiEliminaPER MOZ e lo faremo, sapremo afferrarla
RispondiEliminaIo mi sono ritrovata nelle tue parole. Anch'io , come penso tutti, sono rimasta senza parole davanti ai camion militari colmi di bare e immagino il dolore dei parenti , che non possono stare vicini ai loro cari. Credo che queste immagini ce le porteremo sempre con noi. Io spero proprio che tu abbia ragione, che il peggio stiamo per lasciarcelo alle spalle per iniziare un faticoso percorso di rinascita e risalita. Bravo , come sempre per i tuoi versi. Un caro saluto.
RispondiEliminaPER MIRTILLO dobbiamo crederlo e non abbstterci
RispondiElimina"Dolore
RispondiEliminaAvvertiamo dolore
Respiriamo un radicato senso di impotenza
Immaginiamo un futuro oscuro
Anzi non lo immaginiamo neanche più
Paradossalmente non ne abbiamo il tempo
Nonostante l'enorme quantità di tempo a nostra disposizione".
Questa parte la sento molto presente, molto personale anche. E' personale ma condivisa. Siamo tutti sotto lo stesso cielo, a soffrire per le medesime cose.
Un abbraccio.
Dai primi di marzo sono a Milano e l'inizio della poesia calza perfetta con le immagini che ho visto a Bergamo con i camion militari nella notte e tutti quei morti che se ne vanno senza neanche aver l'ultima unzione...mi ha impressionato non poco. A Bergamo ho lavorato per due anni: bella città, belli i dintorni e le vallate, bella esperienza, bei ricordi e persone che ho conosciuto a cui tengo molto. Mi viene tristezza per tutto quello che sta succedendo a Bergamo, Brescia, Cremona e Crema. Abbiamo perso una generazione di persone, perché a quanto pare i più anziani stanno pagando un prezzo altissimo...
RispondiElimina...anch'io penso che ne usciremo, l'ho sempre pensato ma ne usciremo con un prezzo alto. E' importante imparare qualcosa da questa esperienza altrimenti tutto questo dolore, la morte che ci circornda, gli sforzi che stiamo facendo diventerebbe tutto vano
Un salutone Amigu de Zena
Sono felice che tu intraveda quella luce.
RispondiEliminaNe abbiamo proprio bisogno.
Io ancora non vedo neppure l'ombra.
Ma mi fido di te.
PER LA DAMA BIANCA grazie per le tue sentite parole
RispondiEliminaPER ACCADEBIS Il.prezzo è già alto purtroppo ma credo che si sia sulla strada dell'uscita del tunnel. Comprendo il tuo dolore è anche il mio credimi
RispondiEliminaPER CLAUDIA penso davvero che la strada sia difficile ma stiamo per intraprendere la discesa
RispondiEliminaCiao, cosa dire di più!
RispondiEliminaNella speranza che questa luce sia vicina ti lascio il mio saluto, io mi sento con le ali mozzate.
Buon fine settimana
Rakel
PER RAKEL capisco il tuo stato d'animo
RispondiEliminaDovremo avere ancora pazienza, rispettare le regole e lavorare per cambiare : arriverà il momento nuovamente di uscire ma dovremo affrontarlo cambiati e in meglio.
RispondiEliminaLa fine, prima o poi, arriverà, è solo questione di tempo. A me è il dopo che pone molti interrogativi.
RispondiEliminaPER MARCAVAL certo ma credo che non si dovrà attendere luglio voglio essere ottimista
RispondiEliminaPER ANDREA per il dopo fondamentale sarà vigilare sul fatto che ci siano restituite le nostre libertà
RispondiEliminaCruda, ma vera verità.
RispondiEliminaIo sono un fatalista ottimista, il tunnel è lunghissimo e la luce lontana, sarà un duro percorso verso una chiara alba.
Ciao, fulvio
Io non sono così positiva, quei carri ormai partono tutti i giorni da Bergamo... che sia giorno o sera.
RispondiEliminaAbbi cura di te.
PER FULVIO io penso che ci voglia tempo ma sono un filo più ottimista
RispondiEliminaPER MARIELLA resisti è vero sarà ancora molto dura per in po' ma stiamo rallentando e probabilmente stiamo per invertire la rotta. Certo quei carri sono un pugno nello stomaco ma non devi lasciarti andare. Abbi anche tu cura di te mi raccomando
RispondiEliminaSon versi bellissimi. Un viaggio attraverso il dolore e i molteplici problemi di questi giorni che su conclude con un messaggio di speranza altamente poetico. Un caro saluto a te.
RispondiEliminaPER VOLTAIRE grazie sono davvero commosso dalle tue parole
RispondiEliminaCaspiterina...ahahahah...lo stesso pensiero! Non mi ero accorta della tua poesia come sempre superlativa.
RispondiEliminaStesso titolo e stesso senso. Forse perché ora come ora abbiamo bisogno di speranza più che mai. L'alba sarà migliore, ne sono certa. Daniele abbracciooooo!!!
PER PIA evviva il tuo ottimismo speriamo tutti di tornare presto a sorridere
RispondiEliminaAllunghiamo le mani e afferriamo l'alba ... Grazie, Daniele.
RispondiEliminaPER MARIA grazie a te
RispondiEliminaNel 1913, i rivoluzionari messicani si finanziarono iniziando a stampare a dismisura banconote senza alcuna copertura legale su valore fiduciario, per far fronte alle esigenze amministrative e non incorrere nei rigori del credito internazionale. L’idea ebbe così tanto successo che Pancho Villa per rifornirsi di liquidità arriva a stampare un milione di banconote al giorno, le “lenzuola di Villa” (las sabanas de Villa), tanto che nel 1915 circolano oltre 400 milioni di pesos in biglietti di piccolo taglio. In pratica, durante la rivoluzione costituzionalista, ogni regione stampava la sua cartamoneta (la moneda revolucionaria) che il popolino inondato da tanta abbondanza chiama dinero villista, o anche “bilimbique” perché ai peones ricordava i buoni acquisto che un certo William Weeks (da lì la deformazione del nome) pagava ai minatori della Cananea Company al posto dei salari.
RispondiEliminaE fu così che tutti ebbero più banconote nelle tasche e meno denaro reale da spendere. Oggi ci sarebbe l’euro ed il giochino non è tanto riproponibile. Ma dalla moneta unica si può sempre uscire… Perché qui siamo un bel passo oltre le vecchie “svalutazioni competitive” e l’assistenzialismo clientelare di stampo democristiano, nel Bengodi ritrovato della munifica Manovra del Popolo…
https://liberthalia.wordpress.com/
PER GUS: ho molta paura dello spauracchio dell'uomo forte al comando, e ho trovato interessante il post che mi hai linkato anche se le responsabilità per l'entrata del coronavirus da noi sono anche di Conte e Speranza. Io credo che tra lo stampare moneta come se piovesse ed una ottusa ed ostinata visione legata ad un rigore oramai superato (visione ottusa o forse in malafede) esiste la possibilità di una riapertura verso investimenti veri e profondi. Ultimamente mi ritrovo a pensare ad uno scenario curioso: UE, con alcuni - i soliti- Paesi, ostinata nella politica del rigore e Italia, Francia, Spagna, Portogallo ed altre nazioni, che si staccano e magari si uniscono tra loro volgendo lo sguardo economico verso Cina e Russia. Impossibile? Eppure la Via della Seta una "strada" potrebbe averla già tracciata...
RispondiEliminaSì, crediamo nell'alba nuova. Crediamo nella luce del domani.
RispondiEliminaIo son convinta che anche con le ossa rotte ma ci rialzeremo.
Certo che adesso a sentire certi numeri, a vedere quei camionn militare sentiamo un colpo al cuore e pensiamo che forse han gestito male tuto dall'inizio. NOn parlo dei sanitari ma di chi ci governa.
Passerà questo momento e le cicatrici... teniamocele strette per non dimenticare
PER PATRICIA gestita male la fase iniziale non c'è dubbio
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