venerdì 14 giugno 2024

L'Angolo del Rockpoeta®: "L.S.S. (Libera Società Di Stereotipi)"


L.S.S. (LIBERA SOCIETA' DI STEREOTIPI)

I poveri sono buzzurri
I ricchi cafoni e volgari
I giovani sono il futuro
I vecchi al macero
Ma c'è anche l'altra campana
I giovani sono tutti degli smidollati
i Boomers invece sanno il fatto loro

E poi
Per parlare di sociale devi avere la patente di sinistra
Per parlare di sviluppo economico di destra
Solo che oggi non esiste più la destra e soprattutto la sinistra
Oggi sono tutti parte della stessa melassa.

Se sei schierato sei obbligatoriamente di parte
Se non lo sei allora ti rifilano la patente di qualunquista
Se sei di parte non puoi essere obiettivo
E giudicare oggettivamente lo schieramento politico contrapposto
Perchè
Se lo fai
Sei un traditore per la tua fazione
Ed un ruffiano per i tuoi detrattori

Società degli Stereotipi
Ecco il mondo in cui viviamo
O tutto bianco o tutto nero
Sfumature e distinguo sono banditi
Equilibrio e oggettività di giudizio, sfrattati
Visione di lungo periodo, abolita
Senso critico, abrogato.

Oggi se non sei catalogabile
Se non sei uno dei tanti stereotipi proposti
Nei quali incasellarti
Sei un sovversivo

Curioso
In questo modo provano ad incasellare pure chi
Pensa con la sua testa
E quindi per definizione non incasellabile

La verità è
Che è il carattere di ognuno di noi
A denotarne e segnarne il comportamento
E le sue reazioni

Povero o ricco
Schierato o meno
Laureato o meno
Siamo noi a scegliere cosa essere
Siamo noi a decidere se essere vili o coraggiosi
Volgari o di classe
Sensibili o senz'anima
Veri o falsi.

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA® 

22 commenti:

  1. Perfetto, una disamina che condivido dalla prima all'ultima parola.

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  2. Anch'io condivido in pieno la tua analisi. Il risultato è che la prima vittima di questa società fortemente stereotipata è la libertà di espressione. Com'è che cantava qualcuno una volta? "Tu sei buono e ti tirano le pietre. Sei cattivo e ti tirano le pietre. Qualunque cosa fai, dovunque te ne vai, Tu sempre pietre in faccia prenderai" E poi ci stupiamo perché i giovani preferiscono fare stupidi balletti su TikTok: è il loro rifugio da una società polarizzata dove non si può più dire nulla.

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  3. La vita è fatta di scelte, nel momento stesso in cui nasciamo.
    L'ho sempre detto e ripetuto fino allo sfinimento ma nessuno mi crede 🤣🤣🤣❤️👋

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  4. PER CAMU sono d'accordo con te anche se forse i balletti su Tik Tok non penso vadano difesi o giustificati, sono frutto di un vuoto interiore che troppi giovani hanno oggigiorno.

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  5. PER FARFALLA vero è fatta di scelte e soprattutto del coraggio nel farle.

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  6. Non mi rappresenta più nessuno e la mia forza è concentrata nelle mie mani e nella mia testa. Autarchia e libertà di pensiero mi rendono più serena. Il giudizio degli altri non mi interessa, sono come sono e non come il potere mi vorrebbe

    Pensa una traccia dei tre temi di terza media che mio nipote doveve relazionare era:

    Gli stereotipi della diversità.

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  7. Senza dubbio "siamo noi a decidere se essere vili o coraggiosi". Siamo noi a decidere di esser liberi di aver paura del vaccino senza preoccuparci di essere etichettati come fascisti o no-vax. Siamo noi a decidere di dire chiaramente che il governo russo è stato "accerchiato e provocato" da una superpotenza che ha basi militari in 80 paesi. E siamo noi a dire che Hamas è stato finanziato da Israele.
    E siamo noi a poter dire che il progetto di un ponte a campata unica sullo stretto, da realizzare esattamente sulla linea di faglia tra due continenti, è una delle invenzioni folli delle elite di predatori che ci opprimono.

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  8. PER GIORGIO: concordo, aggiungo solo che se ad essere liberi di decidere di contrapporsi al sistema fossimo in tanti questo porterrebbe ad un ulteriore step quello di far cambiare le cose con la forza dei nostri pensieri

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  9. Troppi stereotipi in questa società, che limita tra l'altro la libertà d'espressione.

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  10. PER FILIIPPO onestamene, lasciare che sia una app decidere per me, lo trovo destabilizzante

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  11. PER CAVALIERE è lapalissiano, se si vive di etichette e stereotipi è chiaro che ogni altro concetto, pensiero o definizione che si distacchi dal cliché è automaticamente sbagliata, pericolosa e sovversiva.

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  12. Abbiamo tutti un'etichetta appiccicata sulla schiena.
    Anzi, magari fosse solo una.
    Per vivere bene dobbiamo non pensarci, non vederla, non sentirne il peso.

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  13. Per Daniele:

    giustamente quello sarebbe un passo notevole in avanti. Ma lo vedo poco realistico perché l'italiano è un vigliacco che lascia sempre agli altri l'iniziativa di esporsi, per poi essere pronto a beneficiare di eventuali cambiamenti.
    Quello che vedemmo in Francia quando il parlamento francese cercò di modificare la legge sulle pensioni, nel nostro paese è completamente estraneo alla nostra forma mentis. E' completamente inconcepibile. Noi quì abbiamo solo qualche imbecille che parte dall'Italia, con un manganello nello zaino, per andare a picchiare dimostranti a Budapest. E dopo essere stato arrestata diventa parlamentare europea percependo oltre € 100.000 euro all'anno.

    In Francia vennero bloccate tutte le principali vie di comunicazione e, dulcis in fundo, una ruspa enorme scaricò un carico di letame fresco davanti al palazzo presidenziale.

    Buon fine settimana

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  14. e' così: etichettare un atteggiamento, un modo di vivere, un'ideologia ecc... è la cosa più facile del mondo e qualunque cosa decidiamo di fare è comunque soggetta alle limitazioni delle etichette, dei pregiudizi, degli stereotipi, per cui è criticabile tutto e il contrario di tutto.
    Insomma, come fa, sbagli (o per lo meno, gli altri attorno possono pensare questo), per cui alla fine... possiamo solo agire sulla base dei nostro valori, credo, princìpi... e puntare dadessere coerenti almeno con noi stessi!
    ciao Daniele, grazie per gli spunti di riflessione che offri con le tue poesie.

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  15. PER KATRINA o oppure strapparcela da dosso come si fa con l'etichetta di un vestito.

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  16. PER GIORGIO: devo tristemente riconoscere che hai ragione purtroppo.

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  17. PER ANGELA vero ma sta a noi rifiutarle e rifiutarsi di essere etichettati ogni volta in cui ci provano di nuovo. Grazie per le tue bellissime parole sui miei versi.

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  18. Sono gli altri a creare gli stereotipi. Spesso li approviamo senza neanche rendercene conto. È sbagliato lo so. Io non amo appioppare etichette. Anzi, lo evito più che mai. Ma i tanti qui che si ribellano sono i primi a farlo senza rendersene conto e tra questi inconsapevoli mi ci metto anch'io. Ma se me ne accorgo... perché odio chi giudica e non mi piace se accade e lo faccio anch'io. Me ne pento e mi dispiace. Tutto qui. Ma è il vivere in società errate che porta a ciò. Per cui usiamo la testa evitando inutili giudizi sul prossimo. Ciao Daniele!
    P.s. Mi hai fatto ricordare la scena del film di Nuti, Caruso Pascoski! La mortadella è comunista, il salame è socialista, il prosciutto è democristiano... ahahahah... che genio!

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  19. PER PIA quello che è ancora più grave è quando quell'etichetta viene messa con malizia da coloro che vogliono infangare qualcuno e poi tanei altre pecore di un gregge sempre più stolto e numeroso la fanno loro, la retweettano o la condividono su Facebook e quindi senza neanche valutare con la loro testa si affidano a giudizi diffamatori di terzi senza nemmeno porsi alcun dubbio

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