LA VETTA
Ho 17 anni
E sono un ragazzo disabile
E pure fragile
A quanto dicono di me
Come se l'essere fragile fosse paragonabile
Ad una malformazione fisica.
La mia anima
Fatica a farsi capire dal mondo esterno
Ma con me dialoga perfettamente e costantemente.
Ho 17 anni
Mi piace salire in alto
Come se scalassi una montagna
Ma hanno paura che mi faccia male
Ed a scuola vivo recluso
Per il mio bene
Al primo piano
Sono un sorvegliato speciale
Sono anche amato, seguito ed aiutato
Ma resto sempre un sorvegliato speciale.
Oggi non so perchè
L'ora è finita
Sono tutti fuori dall'aula
Stanno tutti defluendo lungo i corridoi
Ma io non sono lì
Ed allora la mia testa
Sente che si può fare
Salgo un piano
Ne salgo un altro
Ed un altro ancora
E sono in vetta
Apro la finestra
Bellissimo panorama
Mi sporgo
E non ricordo se sono scivolato
Oppure ho provato a volare
O semplicemente volevo smettere
Di indossare i panni di una vita come la mia.
Ma ora sono grave
E mi trovo in ospedale
Ho 17 anni
Disabile ed autistico
Ma anch'io con un'anima
E quella sensazione nel salire, libero,
Comunque vada a finire
La ricorderò per sempre
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
A Juventude tem asas, mas nem sempre é capaz de voar.
RispondiEliminaNão sei se percebi bem o poema, já que a tradução é quase sempre deficiente e há que adivinhar as palavras corretamente...
Em qualquer caso, gostei do seu poema, é magnífico.
Boa semana.
Um abraço.
Eh...tema duro.
RispondiEliminaCredo che nessuno ambisca ad essere un sorvegliato speciale. E allora forse, appena abbassano la guardia...c'è chi vuol provare a scappare. A suo modo.
PER JAIME si parla di un fatto vero (un giovane disabile ed autistico che che dal piano terra lasciato solo a fine lezione sale e cade (os si butta?) dal quale la mia poesia prende liberamente ispirazione parlando di come quando un soggetto si sente limitato nella sua libertà cerchi ogni occasione per liberarsi
RispondiEliminaPER KATRINA: tema scomodo lo so.
RispondiEliminaTema scomodo e che non porta voti.
RispondiEliminaIl tuo post mi ha fatto ricordare un triste episodio .
Ciao.
Momento di riflessione profonda grazie ai tuoi bellissimi versi.
RispondiEliminaEvento molto delicato e doloroso rispetto al quale non riesco a fare commenti proprio per la particolarità del caso.
RispondiEliminaPER GIORGIO ti ringrazio
RispondiEliminaPER ARIANO lo rispetto
RispondiEliminaMi dispiace per l'accaduto. Immagino la pena dei familiari. Speriamo si capisca bene cosa sia successo. Grazie di avercelo raccontato Daniele.
RispondiEliminaEssere autistici non vuol dire essere isolati in un primo piano...Questa è una sconfitta di tutta una società se così è accaduto...
RispondiEliminaOgni autistico ha dei diritti tra i quali un professore di sostegno o più professori che si alternano... L'autisco ha il diritto di rimanere in classe con i compagni, è compito di chi lo segue gestire, controllare i suoi gesti, condurlo fuori per passeggiare nei corridoi e calmarlo o calmarlo standogli vicino in classe...
Un ragazzo che sale su al ultimo piano di un edificio scolastico da solo... perchè era da solo?... Non è colpa sua... Conosco questo mondo, conosco la forza fisica di questi ragazzi, conosco come vedono il mondo...
Un bacio a questo ragazzo!
Dire che lui voleva farla finita non è così, perchè non è un ragionamento che può passare nella mente di un ragazzo autistico...Ma può passare nella mente di qualunque ragazzo di quel età che abbia avuto una disabilità inaspettata, una malattia tremenda, una delusione, problemi in famiglia o con un amore non corrisposto... (E vale per chiunque di noi)
Ciao Daniele ( tu sai che io conosco questi ragazzi da sempre)
Una tematica importante, che fa riflettere tanto.
RispondiEliminaPER VALERIA lipotesi suicida la fanno gli inquirenti oltre alle altre. Concordo con te su tutta la linea grazie per questo tuo prezioso e coraggioso commento.
RispondiEliminaPER PIA grazie a te per il tuo commento
RispondiEliminaPER CAVALIERE tantissimo e su molteplici aspetti della questione
RispondiEliminamolto bravo: bella e riflessivamente emozionante.
RispondiEliminalieto giorno
Non è piacevole, ma la scommessa non è nel farmi sentire sorvegliato speciale, ma nella normalità, nel far parte della consuetudine. Che poi è uno stato non recepito neanche da quelli considerati "presunti" normali dagli standard della società, figuriamoci gli altri..
RispondiEliminaPER FRANCO: una scommessa che non sembra si riesca a vincere, salvo rare volte in situazioni virtuose. Il disagio dei "presunti" normali secondo me ha origini diverse, nasce non da non sentirsi parte della consuetudine ma per dirla alla N. Fabi "Quando nei sondaggi il tuo parere non è compreso"
RispondiEliminaPER ANTONYPOE: ti ringrazio di cuore.
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