LA STRADA INVISIBILE
Traffico del mattino
Abbandonerei volentieri l'auto a casa
Ma i servizi pubblici
Latitano
E quando ci sono
Non sono abbastanza
E non sono puntuali.
Conto i Km
Vimercate - Milano
E ritorno
Ogni giorno
Per 5 giorni alla settimana
E come ogni mattina
Non importa a che ora parti
Trovi sempre l'ingorgo nel solito punto
Sembra quasi
Un girone infernale dantesco
La cui punizione è di essere sempre
Immersi nel traffico in quel preciso punto lì
Un traffico perenne ed eterno, H24.
L'ansia di arrivare tardi al lavoro
E la malinconia della tua solitudine
In mezzo a tante altre solitudini
Rinchiuse dentro gabbie di metallo
A rischio incendio prima
Elettrificate adesso.
I più fortunati
La gabbia l'hanno dorata
Vettura con tutti gli optional
Chi lo è meno
Ed io sono tra quei "meno"
È già tanto che abbia l'autoradio con cd.
Ed allora pensi
Pensi alla guerra
Pensi a come già prima della guerra
Le bollette di tutti gli Italiani salivano tantissimo
Quasi a "riveder le stelle".
E pensi che ha ragione Kerouac
Questa non è vita
È solo un dannarsi per preoccupazioni
Forse in parte inutili
Sicuramente pesanti e faticose.
Pensi
Che non sei nato per essere
Uno schiavo da catena di montaggio
E poi pensi
Che già stanno arrivando gli automi
E presto sarai libero
Liberissimo
Di non avere più un lavoro
Sostituito da macchinari automatizzati
E neanche il cameriere potrai più fare
E pensi
Pensi un urlo
Che squarci questo cielo
Plumbeo come la tua anima
Perchè non sei felice
Vero
Sono fortunato
Ho una moglie fantastica
Un bellissimo figlio
Ma tutti e tre siamo infelici
E penso
Penso
Penso
Cosa posso fare per cambiare tutto questo.
Abbandonare tutto
La soluzione sai che esiste
Sai che è solo quella
Ossia
Rischiare il certo ma infelice
Per l'incerto ma con probabilità
Di essere felice.
Ed allora capisci
Che almeno in parte
Almeno nella volontà di provarci
La decisione di essere felici
È nelle tue mani
Dipende da quale strada vuoi percorrere
Se la stessa ogni giorno
Con le stesse vuote ma logoranti ansie
In compagnia di altre Solitudini come la tua
Senza coraggio di agire
Ed incazzate solo a parole
Oppure
Una mai battuta
Nemmeno tracciata sulle mappe
Nè visibile da altri tranne che da te
Ognuno di noi
Ha questa scelta
Ognuno di noi
Ha quella strada solo sua
Che lo potrebbe portare alla felicità
Ma pochi la percorrono
Perchè o si accontentano
O nessuno ha mai detto loro che esiste
O semplicemente
Non se la sentono
Perchè il prezzo da pagare
Se non si arriva all'obiettivo
È stato ed è alto
Ci vuole coraggio
Scommettere su se stessi
E su un pizzico di necessaria fortuna
Non è facile
Ma a quel punto
La scelta è solo con te stesso
Sapendo che potresti non essere solo
Se hai una compagna di viaggio tosta
A percorrere quella strada solo tua
O essere solo se nessuno
Sarà disposto a seguirti
O tu stesso non vorrai che ti segua.
Ed allora la scelta
Nella sua difficoltà nel decidere
È però molto facile e chiara:
Quale strada scegli?
Quella della moltitudine
E dell'infelicità garantita
O quella invisibile a tutti
Tranne ai tuoi occhi
La Strada della probabile felicità?
A voi la scelta
Senza preoccuparvi di cosa sceglierete
In fondo
L'infelice tranquillità di un angosciante tran tran
Può essere preferita alle Montagne Russe al Luna Park
Ma se osate
Se sfidate voi stessi e la sorte
E vi impegnate alacremente
Comunque vada
E dovunque vi conduca
La vostra strada invisibile
Potrete sempre dire
Di avere davvero vissuto
Come volevate voi
Ottenendo
O avendo inseguito il vostro sogno
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
La felicità la frena da sempre la paura del rischio. Si preferisce una confort zone anonima ma che offre sicurezza, certo una sicurezza basica. Famigliola, stipendiuccio, vacanze tranquille, il tran tran che non esalta ma non genera ansia. Si c'è traffico, ma sento l'ultima hit alla radio, e tra un po' diventa verde.
RispondiEliminaPER FRANCO Disamina perfetta hai ragione. Aggiungo che secondo me questo accontentarsi o peggio desiderare quella confort zone anonima sopra ogni cosa, porta anche paradossalmente a perdere quei valori come la solidarietà verso i più deboli e verso chi vuole elevarsi da quell'area anonima. Le ragioni sono secondo me legate al fatto che nel primo caso si teme che aiutando altri il cibo nella mangiatoia comune cali, ossia "Siamo già in troppi qui" e questo scatena il peggio del peggio per la paura di vedere minacciato il proprio orticello, e nel secondo caso in primis non si comprende perchè esista qualcuno che non apprezzi quell'area anonima in cui vivono loro e in seconda battuta poiché aiutarli, per loro, non vuol dire occasione sociale di elevarsi a livello collettivo ma rischio di sconfitta e perdere la loro tanto difesa ed amata anonima confort zone.
RispondiEliminaSiamo nati senza cercarlo per volontà dei nostri genitori. Questa è un'ingiustizia perché se mi avessero permesso di scegliere, sicuramente avrei rifiutato la vita. Passare tutta un'esistenza lamentandosi perché il mondo è diverso da quello che vorremmo, non ho dubbio alcuno, è una scocciatura.
RispondiEliminaPER GUS: in effetti non avere facoltà di scegliere se nascere o meno è ingiusto. Al tempo stesso se lo ricordassimo e lo capissimo anche istruttivo perchè ci farebbe rendere conto da subito che in questa vita ci sarà da lottare tanto e spesso contro le ingiustizie.
RispondiEliminaX DANIELE
RispondiEliminaLa poesia che hai scritto è una fotografia del mio stato d'animo.
Mi scuso per la prima risposta, completamente OT, ma per liberarmi
del malessere tu rappresentavi la persona adatta.
PER GUS: sai non l'ho trovata off topic bensì l'ho considerata come una variante, un'altra sfaccettatura del contenuto della mia poesia.
RispondiEliminaÈ una lirica pazzesca questa.
RispondiEliminaMa quel voler scegliere una strada diversa ed incerta non è così facile.
Devi avere almeno una minima certezza di riuscire a cambiare in meglio per la propria felicità. Vivere e raggiungere un sogno vuol dire prima di tutto rinuncia del certo con l'incerto, sacrificio (immenso sacrificio), dedizione e soprattutto contare sui propri cari che ti appoggeranno in tutto, soprattutto se si rivelasse una sconfitta. Specie se anche il loro mondo sarà completamente scombussolato.
No, non è facile.
Ciao Daniele.
PER PIA: vero, tutto vero hai ragione, ma l'alternativa se non vuoi la confort zone e non provi ad uscirne può essere l'infelicità, il far pesare la stessa anche involontariamente a chi ami, spegnerti e recare dolore a chi vede quella tua luce essere sempre più fioca, esiste anche il rovescio della tua medaglia.
RispondiEliminaCi vuole coraggio per fare certe scelte. Mio nonno di coraggio ne aveva da vendere. Pensa, era sergente nell'esercito, con un buono stipendio e una carriera promettente che gli avrebbe consentito di vivere una vita agiata. Era ancora ragazzo e decise di rinunciare alla carriera militare per fare il falegname. Aprì una falegnameria sua, lui veniva da una famiglia di falegnami e la "bottega" era il posto che lo faceva sentire vivo. Questa scelta però ebbe delle conseguenze, dovette rinunciare a una vita comoda, di villeggiature e altri comfort e non mancarono i momenti difficili. Prima che morisse, novantenne, gli chiesi se si fosse mai pentito di quella scelta fatta da giovane, ero curiosa di sapere cosa ne pensava nella maturità della sua vita. Mi disse che non si era mai pentito perché quando si alzava al mattino presto per andare al lavoro, si era sentito felice, aveva svolto il suo lavoro con grande passione e se fosse tornato indietro lo avrebbe fatto di nuovo. Mio nonno fece una scelta coraggiosa, ma non è facile. Molti preferiscono le comodità, i pensieri meno ansiosi
RispondiEliminaPER CATERINA: avrei voluto conoscere tuo nonno grande persona e sono sicuro che oltre ad avergli voluto bene sarai e sarai stata fiera di lui del suo coraggio e del suo profondo desiderio di sentirsi felice. Grazie per questa tua testimonianza meravigliosa.
RispondiElimina"IL CORAGGIO DI SCEGLIERE"
Giovane sergente
Stipendio buono
Davanti a me
La probabilissima prospettiva
Di una brillante e prestigiosa carriera militare
Possibilità di avere una vita tranquilla
Comoda
E di offrirla anche a chi
Un giorno
Sarebbe stata al mio fianco.
Ma non ero felice
Io figlio di falegnami
Fin da piccolo avevo respirato
Il profumo amorevole del legno
Ed anche crescendo
Lavorare il legno
Mi donava una pace interiore unica.
Ed allora
Abbandono la strada certa
Sicura e contrassegnata
Da un brillante futuro
Per l'incerto
Per la fatica
Ma anche per essere felice.
Apro la mia bottega da falegname
Vita dura
Alzarsi all'alba
Lavorare duro e sodo
E di fronte alla gente
Vedere l'incredulità
E l'incapacità di capire
Le ragioni della mia scelta
Per gli altri avevo abbandonato
Gloria e prestigio
Denaro ed onori
Per un lavoro umile e faticoso.
Ed anche ora
È come se sentissi quelle voci
Ed anche le vostre
Deridermi:
"Da sergente a falegname, ma che sogno è mai questo"?
Il tutto condito da una sonora risata
A tutti voi rispondo
Ed ho sempre risposto
Che questo è il mio sogno
Non il loro
Sempre che poi loro ne abbiano mai avuto uno
E soprattutto
Abbiano mai avuto le palle di seguirlo fino in fondo.
È il mio sogno
Voi non potete capire
Cosa significhi toccare il legno
Lavorarlo
Rispettarlo
E dargli nuova vita
E fare sacrifici per avere tutto questo
Ma soprattutto
Quello che voi non capirete
Nè proverete mai
Sarà quel caldo
Luminoso e vivo senso di felicità
E quel brivido infinito
Che hai perchè la tua anima
è felice per quello che è
E non per quello che possiede.
E quello che più conta
Che arrivato alla fine del mio percorso
Ho potuto chiudere i miei occhi sereno
Felice di quella scelta coraggiosa
E di non aver mai avuto un solo dubbio
Nell'averla intrapresa anni fa.
E per chi ancora non mi capisce
Faccio loro una semplice domanda:
"Io la mia vita l'ho vissuta, voi?
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
Daniele mi hai fatto piangere, mi è sembrato quasi di rivederlo. Hai saputo descrivere perfettamente la sua personalità senza averlo mai conosciuto. È straordinario, Grazie di questo dono, grazie della tua sensibilità❤️
EliminaGrande Daniele, complimenti. ❤
RispondiEliminaPER CATERINA E TUTTI ERRATA CORRIGE
RispondiEliminaE per quelli che ancora non mi capiscono
Faccio loro una semplice domanda:
"Io la mia vita l'ho vissuta, voi?"
Sono scelte sempre a due facce, per così dire. C'è stato anche chi aveva un buon posto di lavoro e ha deciso di mollarlo perché voleva sentirsi "libero"... e poi, finiti i soldi, è stato costretto a cercare un altro lavoro, peggiore del precedente.
RispondiEliminaPER ARIANO: beh non è questione di sentirsi libero ma felice cmq anche se poveri con noi stessi.
RispondiEliminaPER CATERINA: la posterò sul mio blog lunedì. È stata la tua sensibilità a mostrarmi tuo nonno è stato merito tuo.
RispondiEliminaè vero...,la vita è fatta anche, e non di rado, di scoraggiamento, solitudine, momenti in cui sentiamo che stiamo sprecando il nostro tempo su questa terra, che il nostro quotidiano si è colorato di troppo grigio e a caratterizzarlo sono i gesti meccanici, le lancette dell'orologio che dividono le nostre giornate sempre nelle stesse attività in cui, spesso, ci sentiamo ingabbiati e nelle quali non troviamo più alcun piacere, senso, stimolo.
RispondiEliminaCome fare per non farci sopraffare da questo appiattimento, dal rischio di lasciarsi schiacciare da un modo di vivere anonimo...?
Non è facile, credo, perché stanchezza e apatia dilagano sempre più..., però come inviti tu a fare, nei tuoi versi: bisogna scegliere, accettare le sfide, non adeguarci a un modo di vivere che ci viole vuoti, non pensanti, conformati alla massa, senza obiettivi e scopi nella vita.
Scegliere un'altra strada, forse invisibile agli altri ma per noi chiara perchè è la strada di chi non si arrende e sceglie sempre e comunque di non perdere mai la propria preziosa umanità e con essa la libertà di fare le proprie scelte, di mietere successi e piccole vittorie ma anche di accettare sconfitte e cadute, rialzandoci con più coraggio e voglia di vivere.
ciao daniele!
PR ANGELA condivido in toto il tuo pensiero.
RispondiEliminaGrazie per citazione, bisogna osare di più in questo mondo.
RispondiEliminaPER CAVALIERE: grazie a ter per avermi ispirato la poesia
RispondiEliminaConcordo assolutamente con Franco; la nostra confort zone può persino impedirci di uscire a bere qualcosa con un amico a un'ora inaspettata.
RispondiEliminaPer altro, siamo sicuri, Gus, di non avere scelto se nascere o meno?
podi-.
PER PODI: verissimo
RispondiEliminaQuando devo prendere una decisione mi affido sempre al mio istinto. Valuto, pondero e poi quando m'incammino sulla strada invisibile: alzo le spalle , petto in fuori, camminata decisa e sguardo verso la meta.
RispondiEliminaPER MARATONETA GIO': giustissimo e mai recriminare.
RispondiEliminaE' alienante il traffico, doverci stare in mezzo. E' come una trappola. Mi ha sempre messo addosso un forte senso di ansia.
RispondiEliminaPER LA DAMA BIANCA Vero
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