PATH OF FREEDOM
Dimmi,
Dimmi come puoi
Come puoi non leggere
Come puoi non vedere
Come puoi non scrutare dentro gli occhi malati
Di questa società
Senza coglierne gli escrementi putrefatti al suo interno?
Foglie morte
Adagiate per terra
Attutiscono la caduta dell'umanità
L'avvolgono pietosamente in un tappeto rossastro
E la vegliano amorevolmente e con rispetto.
Sveglia
Non vi rendete conto di vivere dentro una gigantesca bugia
Non vi accorgete di questa bolla soffocante
Che ci imprigiona
Grazie alla nostra complice collaborazione?
Sveglia
Bolle di sapone non possono tenerci prigionieri
Soffiamo forte affinchè esplodano
E si possano spezzare catene immaginarie
Che le nostre menti schiave di falsi idoli
Hanno accettato di avere
E che ora sono convinte di non sapersi più togliere
Cancelliamo tutta questa enorme menzogna
Squarciamo questa patina opaca di falsità
Solleviamo questo velo sudicio dando voce alla verità,
E svaniranno per sempre
Mistificazioni, inganni e vittime innocenti
Vittime di Stato.
Forza reagiamo
Siamo il nulla che affonda
Rialziamo la testa
Destiamoci da questo tossico torpore falsamente autunnale
Scuotiamoci da questa quiete ovattata ed irreale
Che come una malefica ninna nanna
Ci suggerisce di chiudere i nostri occhietti
Come dei bravi bambini
Rinunciando a capire
Evitando di ribellarci
Di fronte all'evidenza di una realtà immaginaria
Edificata ad arte per renderci schiavi
E condita da un mare di fake news per ammansirci o spaventarci.
Ma ora che lo sai
Tu dimmi come puoi permettere
Che accada ancora?
Come puoi riuscire ad accettare
Di vivere di nuovo dentro quella bolla
E fingere di conoscere la verità
Ingannando il tuo essere
E ripetendo a te stesso
Come un mantra malato che "Va tutto bene" e che "Andrà tutto bene"
Quando ora sai cosa c'è fuori dalla bolla
E sai quali menzogne hai dovuto bere per decenni
Prima di riuscire a liberarti,
Ora che puoi scegliere di essere indipendente
Non lasciandoti sedurre da sirene mendaci
Ma accettando di percorrere il sentiero più difficile
Quello meno battuto, quello degli spiriti liberi:
Quello che apre le porte alla verità.
RispondiEliminaIl pensiero di Guy-Ernest Debord sviluppa essenzialmente i concetti di alienazione e reificazione, già centrali nelle riflessioni di Karl Marx, ma reinterpretati alla luce delle trasformazioni della società europea nel secondo dopoguerra. Lo sviluppo dell'economia nell'età contemporanea, con l'emergere dei nuovi fenomeni sociali del consumismo e della centralità dei mass media, avrebbe segnato infatti una nuova fase nella storia dell'oppressione della società capitalista: la prima fase del dominio dell'economia sulla vita sociale aveva determinato nella definizione di ogni realizzazione umana un'evidente degradazione dell'essere in avere. La fase presente dell'occupazione totale della vita sociale da parte dei risultati accumulati dell'economia conduce a uno slittamento generalizzato dell'avere nell'apparire, da cui ogni avere effettivo deve trarre il suo prestigio immediato e la sua funzione ultima. Ciò che aliena l'uomo, ciò che lo allontana dal libero sviluppo delle sue facoltà naturali non è più, come accadeva ai tempi di Marx, l'oppressione diretta del padrone ed il feticismo delle merci, bensì è lo spettacolo, che Debord identifica come un rapporto sociale fra individui mediato dalle immagini. Una forma di assoggettamento psicologico totale, in cui ogni singolo individuo è isolato dagli altri e assiste nella più totale passività allo svilupparsi di un discorso ininterrotto che l'ordine presente tiene su se stesso, cioè, il suo monologo elogiativo.
Lo spettacolo, di cui i mass media sono solo una delle molte espressioni, è parte fondante della società contemporanea, ed il responsabile della perdita da parte del singolo di ogni tipo di individualità, personalità, creatività umane: la passività e la contemplazione caratterizzano l'attuale condizione umana.
Che la destinazione di fatto dell'esistenza umana s'avvicini alla destinazione di diritto, quella per cui l'uomo è fatto, quella che rende l'uomo veramente se stesso, oppure si allontani da essa, dipende da una decisione che si rinnova nel tempo, quotidianamente e in molteplici modi. Dipende da una consuetudine, voluta o suggerita o imposta.
RispondiEliminaAnche il mutamento delle civiltà è esito di processi complessi riconducibili ad una sola causa.
Sicché si spiega come si possa considerare la divisione, il particolarismo e il rattrappimento della nostra attuale società come l'esito di un impegno costante di distrazione.
Impegno, perché non è un caso.
Costante, cioè non sporadico, se si vuole organizzato.
Di distrazione, perché trae, poco alla volta e per piccoli passi, da un'altra parte.
Per i cambiamenti di superficie basta un'inserzione pubblicitaria, o una voce grossa, o un'idea ripetuta ossessivamente, o una convenienza pratica.
Per i cambiamenti veri, che segnano la storia di un'intera epoca, ci vuole ben altro.
Una serie di atti che mutano la direzione fino a farci trovare con la faccia che guarda da un'altra parte.
La scrittrice americana Flannery O'Connor, in un suo racconto " La schiena di Parker", parla di un uomo che era come un ragazzo cieco, girato con tanta delicatezza da non accorgersi che la sua destinazione era cambiata. Il cambiamento era stato positivo e lo aveva condotto a un moto di stupore per se stesso fino a fargli venire in mente che c'è qualcosa di straordinario nel fatto di esistere.
Ecco, facciamoci girare la testa verso il lato giusto.
PER GUS: standing ovation, sono onorato, con questi miei versi ti ho portato a scrivere un trattato interessantissimo sulle ragioni che di fatto spiegano il perché di una società malata come quella odierna. Spero che tutti quelli che passeranno di qui si soffermino con attenzione sui tuoi commenti, in quanto la tua disamina è così interessante e piena di spunti da approfondire che meriterebbe di essere tradotta in un post ed essere commentata più approfonditamente di quanto io stia immeritatamente facendo qui adesso.
RispondiEliminaL'immagine poi di quel ragazzo cieco è straordinaria, e la tua chiusa pura poesia. Grazie Gus, è davvero un onore averti qui in questa umile agorà
Con la diffusione dei mezzi di comunicazione di massa è sorto in effetti un nuovo metodo comunicativo: fornire "notizie" in modo apparentemente asettico e pragmatico, ma in realtà operando un'attenta selezione. Una sorta di censura nascosta in cui viene taciuto ciò che viene considerato "non importante" o "non da diffondere"...
RispondiEliminaPer contro, si da un peso esagerato, si sviscerano millemila dettagli e si fanno dibattiti su casi di cronaca nera o di frivolezze dello showbiz che in realtà non meriterebbero tutta l'attenzione che ricevono.
PER ARIANO: giustissimo questo è un dato di fatto incontrovertibile che è teso anche a rendere sempre più vuote le menti delle persone.
RispondiEliminaDaniele, il tuo amore per la giustizia è sempre in movimento e permette a tutti gli utenti di essere informati e parlare dei tanti problemi.
RispondiEliminaMeriti il ringraziamento di tutti gli utenti.
PER GUS: grazie mi fai commuovere.
RispondiEliminaSui falsi idoli purtroppo c'è da dire che la società li inculca, ma spesso li creiamo noi stessi, per condizionamento. Purtroppo il consumismo, il materialismo e l'apparire sono idoli in cui finiamo per credere, vanificando tutte le nostre buone intenzioni.
RispondiEliminaSull'informazione ha ragione Ariano Geta. A parte le fake news (a cui peraltro credono in troppi), oggi si veicola una notizia per informare, ma anche creando un determinato aspetto psicologico nella sua fruizione.
Se io do una notizia e dico che il coronavirus non esiste ed è una malattia banalissima, faccio fake news.
Ma se io prendo lo sfogo di un infermiere su Facebook e lo rendo una notizia, aggiungo un sottofondo di allarmismo e di panico indotto che psicologicamente può essere devastante per il lettore..
PER RIKY: infatti, la mistificazione ha varie sfaccettature tutte devastanti e pericolose.
RispondiEliminaEcco perché non accendo più il telegiornale, perché la mia tv è sempre spenta. Sono stufa di ascoltare notizie senza sapere se siano vere, false, pompate.
RispondiEliminaMagari me ne starò dentro una bolla, ma quantomeno sarà la mia e non costruita ad arte.
PER LA DAMA BIANCA: in realtà non sei dentro una bolla, mi sembri sempre ben informata.
RispondiEliminaSia vittime di un informazioni viziata che ci fa credere importante ciò che non lo è, ci sono due categorie di persone, quelli che non si pongono il problema non si chiedono se c'è un altra realtà, un altra vita e quelle che invece sanno ragionare e porsi in modo differente e critico nei confronti di quello che gli viene presentato.
RispondiEliminaPER CARMINE vero, peccato che i secondi siano nettamente in minoranza rispetto al primi
RispondiEliminaDestiamoci da questo tossico torpore falsamente autunnale
RispondiEliminaFAlsamente autunnale. Quanta verità! Più che autunnale io dico che dura 365 giorni all'anno e che la colpa non è mai del cambio stagioni ma di noi stessi che togliamo gli occhiali per non vedere.
Informarsi e valutare quanto possano essere attendibili certe informazioni comporta lavoro. Vuol dire non basarsi solo su una fonte ma su molte fonti e se sono troppe a ripetere la stessa cosa, cercarne altre ancora.
Applauso, Dani!
spesso mi pare di essere accerchiato da bolle, da fuori fa ancora più male. A volte mi domando, magari in quella bolla stanno meglio di noi.. non lo voglio nemmeno sapere perchè francamente non le riesco a concepire certe cose. Ma fanno male.
RispondiEliminaLa libertà è anche accettare le bolle, che poi non sono certo privazioni, proprio per continuare ad avere libertò.
RispondiEliminaDa fake news, complotti e meccanismi.
Forse la libertà è mentale, in primis.
Moz-
PER PATRICIA grazie i tuoi commenti sono sempre esaustivi e significativi
RispondiEliminaPER ERNEST direi proprio accerchiati e fa male vedere quanto succede intorno a noi.
RispondiEliminaPER MOZ la libertà è uno stato mentale ma prima di tutto reale e le bolle di cui tu parli sono figlie di una assurda incoerenza che non è più possibile accettare.
RispondiEliminaMi ritrovo nelle parole di Miki.
RispondiEliminaSe miriamo alla libertà, dobbiamo anzitutto tutelare la nostra vita, e rispettare le regole e, purtroppo, le proibizioni, mi sembra un buon punto di partenza.
PER CLAUDIA dissento perché se esco con mascherina e rispetto il distanziamento sociale non vedo perché non posso uscire. E poi sono loro che devono far rispettare le loro disposizioni invece autobus pieni e mascherine abbassate. Molti sono indisciplinati ma chi cibgoverna deve saper dare rispettare le regole e non imporre prigionieri
RispondiEliminaLe tue parole accorate e piene di verità, indignano la mente libera, purtroppo per indifferenza e ignoranza molti accettano passivamente questo stato di cose.
RispondiEliminaCiao fulvio
Concordo con fulvio. Penso che abbia ragione in pieno.
RispondiEliminaPER FULVIO ti ringrazio, parole sentite lectue e profondamente vere.
RispondiEliminaPER NICK vero
RispondiEliminaCome suggerito ho letto anche il commento di Gus e mi ci trovo molto d'accordo. C'aggiungo però un po' di pessimismo: nell'ultimo mezzo secolo è stata abbattuta la cultura e si è lavorato costantemente per ridurre le possibilità di ragionamento ... detto questo come si fa a sperare in un cambio di rotta!?
RispondiEliminaPER MARCAVAL: dobbiamo essere noi con le unghie, con i denti con le parole con l'esempio a lottare a scorticarci le mani per arrivare a farcela a cambiare le cose o quantomeno provarci sapendo alla fine del nostro percorso che non potremo avere rimpianti. Sicurezza della vittoria? Non posso prometterla, posso solo promettere voglia di lottare, magari alcune piccole vittorie parziali e poi, poi può sempre accadere l'imponderabile.
RispondiEliminaPer non parlare dello scarico di responsabilità di questo governo che detta leggi che poi tocca ad altri far rispettare con tutti i limiti che ne conseguono sulla libertà dei singoli. Inevitabile provare rabbia. Se solo penso al mio rispetto assoluto delle regole con i miei comportamenti che vanno a farsi benedire per tutte le anomalie a cui siamo esposti...
RispondiEliminaLe bolle di cui parli ci soffocano. Altro che libertà. Per quanto io mi sforzi di tutelare me stessa e le persone a cui tengo, basta uscire di casa e prendere un qualsiasi mezzo o andare in una scuola, una palestra o altro per capire che siamo esposti e indifesi.
PER MARIELLA come sempre con le tue parole fai centro. Tutte queste incoerenze queste incongruenze sono diventate insostenibili.
RispondiEliminaLe proibizioni servono a ben poco, il mondo deve unire le forze per trovare una soluzione e una cura.
RispondiEliminaSerena giornata.
PER CAVALIERE: condivido in pieno.
RispondiEliminaL'esercizio dell'osservazione della realtà e dello spirito critico sono fondamentali per comprendere le vicende e le mistificazioni della nostra società. Per cambiare le cose, poi, occorre che la consapevolezza venga condivisa, che ci siano reazioni collettive adeguate perché da soli si rischia di essere travolti.
RispondiEliminaPER VOLTAIRE concordo con te, perfetta disamina
RispondiEliminaIo ho soffiato sulla bolla e non è scoppiata. Chissà perché.
RispondiEliminaA parte gli scherzi, anche se apriamo gli occhi non sappiano agire e reagire.
La libertà ci aiuterà perché è insita in noi e ci farà fare le giuste scelte.
Ma siamo spesso soli e fallaci. Rendiamoci conto e guardiamoci intorno, dobbiamo agire per salvare noi e gli altri, non è difficile, basta volerlo. Salvare, salvarci. Punto.
Ciao Daniele e grazie.
PER PIA: vero ma si deve anche avere chi ci governa con le idee chiare senza palesare incoerenze rilevanti. No allo stadio, sì a scuola senza difese e mezzi pubblici pieni all'80% senza che nessuno controlli davvero cosa succede al loro interno: Inoltre stabiliscono regole e poi non solo vi derogano a seconda di come conviene all'esecutivo ma non sono in grado di farle rispettare. Io non ho intenzione di subire e rispettare un altro lockdown quando ho mascherina, rispetto distanziamento sociale e quant'altro va fatto e non mi piace che si parli già di prorogare l'emergenza al 31 gennaio 2021.
RispondiEliminaE poi parliamo dei tamponi, il caso nel calcio del Genoa dimostra forse che i tamponi non sono così sicuri nel dare un risultato. Tutti negativi meno due giocatori neanche 48 prima d poi dopo la gara col Napoli li rifanno e…boom! E poi ancora come comportarsi con gli asintomatici visto che molti sostengono che dipende da alcune circostanze che siano oltre che positivi, contagiosi. Insomma, sarebbe anche ora che invece di dare a noi il cerino in mano dicendo "arrangiatevi ma ubbidendo alle nostre regole" sapessero trovare risposte almeno a quesiti primari legati al coronavirus, risposte condivise da tutti senza che ci possano essere dubbi sulla loro verità medico-scientifica.
Ciao Daniele: dovremmo coniugare l'indipendenza di pensiero con la capacità di riconoscere il bene che ci può essere negli altri e in alcuni ambiti del sociale. E, soprattutto, dovremmo - come le piante - imparare a collaborare per fini utili alla collettività.Grazie sempre delle tue riflessioni in forma poetica.
RispondiEliminaPER MARIA sacrosanta riflessione
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