ULTIMI PASSI
Stazione dopo stazione
Lo sferragliare veloce dei binari
Ed il rapido scorrere del mio sguardo buio
Ad inghiottire il tempo e le immagini.
È l'ultimo mio ricordo prima di essermi ritrovato qui
Dietro queste sbarre fredde
Odo i miei ultimi passi
Cadenzati dal suono della vostra voce
E dal singhiozzare silenzioso della mia
E conto i passi
Danzando
Percepisco le vostre ciotole sulle sbarre,
Ed i miei occhi impotenti
Vedono l'immagine con la forza della mia mente.
Errore giudiziario
Io lo so
Molti di voi qui dentro
E di loro là fuori ne sono convinti
Ma non basta
Non è stato sufficiente per riuscire a riaprire il caso
Ed ora il tempo è scaduto
Ogni passo che calco sul terreno
È un secondo della mia vita che muore
Ogni passo con cui avanzo
È un istante della mia esistenza che non potrà più tornare indietro
Istante che mi avvicina al mio riposo eterno.
Ed ora questa mia ultima marcia
È fatta a braccetto con la paura
Ma a testa alta
Non dovendo rinnegare nulla della mia vita
E non avendo alcun senso di colpa
Ho visto tanto nella mia vita
E tanto altro avrei potuto vedere
Ma ho conosciuto la bellezza dei tuoi occhi
Li ho visti con il mio respiro ed amati con le mie labbra
Ed allora so
Con assoluta certezza
Di aver visto tutto
Tutto quello che contava vedere.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
E' un consuntivo della vita che ha infierito su te facendoti soffrire e nello stesso tempo il dolore è aumentato nella visione di tanti oppressi che vagano nel mondo senza speranza alcuna.
RispondiEliminaMa c'è qualcosa di sublime che hai incontrato. E' l'amore verso una donna. Ora il racconto comincia a volare alto e i versi della poesia sono di rara bellezza.
"Ho visto tanto nella mia vita
E tanto altro avrei potuto vedere
Ma ho conosciuto la bellezza dei tuoi occhi
Li ho visti con il mio respiro ed amati con le mie labbra
Ed allora so
Con assoluta certezza
Di aver visto tutto
Tutto quello che contava vedere"
Da incorniciare.
PER GUS sai leggere l'anima altrui come pochi sia quella degli oppressi che io racconto sia spesso la mia.
RispondiEliminaUno ti diventa amico nella misura in cui tu lo interiorizzi, vale a dire, comprendi le ragioni del perché lui ti rappresenta. E' quello che mi accade quando leggo le tue poesie.
RispondiEliminaPER GUS succede anche a me leggendo i tuoi post.
RispondiEliminaUn inno poetico alla libertà perduta
RispondiEliminaforse a causa di sbarre ferrose alla finestra o forse per i tanti ostacoli della vita.
Ciao fulvio
PER FULVIO in realtà è un carcerato sia pure dentro ingiustamente, che sta camminando verso la sala per eseguire la pena di morte mediante iniezione letale.
RispondiEliminaNel fare gli ultimi passi verso quella stanza ripensa alla sua vita mentre gli altri carcerati lo salutano con le ciotole contro le sbarre Le emozioni e le sensazioni che prova sono quelle che io avverto e penso possa provare e che cmq io sento, come nel caso degli ultimi versi finali.
Molto toccante. Ho letto diverse testimonianze di gente arrestata per errore e degli anni perduti della loro vita dietro le sbarre. Ma almeno anni e non l'intera vita. Finire sul patibolo sapendo di essere innocente deve essere devastante a livello psicologico.
RispondiEliminaPER ARIANO: immagino anch'io sia devastante. La pena di morte tra l'altro impedisce ad un certo punto di poter continuare a sperare di trovare nuove prove perché toglie il tempo a disposizioni e per farlo
RispondiEliminaIl dramma terribile di chi è accusato ingiustamente e sa che non c'è niente che può ancora fare per dimostrarlo, da impazzire !! Mi ha colpito particolarmente l'ultima parte di questa poesia , è di una bellezza unica, secondo me e riesce a dare un senso a una vita che finisce così tragicamente e senza motivo. Saluti cari.
RispondiEliminaPER MIRTILLO: ti ringrazio per il tuo commento puntuale e toccante. Vero, i versi finali sono la summa emotiva della sua esistenza ma potrebbe anche essere quella di ciascuno di noi.
RispondiEliminaquando la rabbia motivata è stata portata alla dolcezza dell'amore è stato un passo molto bello, condivido tutto quando detto anche prima, la giustizia è un meccanismo perverso che non accetta di sbagliare
RispondiEliminaPER CARMINE: più che rabbia era amarezza, paura, dolore e poi il finale quel finale...
RispondiEliminaHo visto tanto nella vita.
RispondiEliminaHo visto perchè l'ho vissuta appieno. L'ho studiata, valutata. Sminuzzata per capirla e poi l'ho rimessa insieme.
Questo sei tu! :)
PER PATRICIA: grazie, sono profondamente commosso e toccato dalle tue parole!!!
RispondiEliminaNon posso sapere come ci si senta a star dietro le sbarre da innocente, e soprattutto se l'epilogo è la morte.
RispondiEliminaPosso provare a immaginare come mi sentirei, e sì..., credo sia qualcosa che ti uccide dentro a poco a poco, fintanto che aspetti e speri che magari qualcosa cambi e tu possa uscire fuori a testa alta..., per poi sentirti completamente annientato e disintegrato totalmente davanti all'evidenza dell'ingiustizia che si compie e alla quale non si potrà più porre rimedio-.
Sono situazioni drammatiche - neanche tanto infrequenti, purtroppo - per le quali, istintivamente, mi viene da dire "non ci sono parole per esprimere ciò che si prova". Ma in realtà tu ci sei riuscito con le tue parole.
PER ANGELA: è una situazione drammatica accentuata dalla pena di morte che per fortuna qui da noi non è prevista. Grazie per le tue belle parole sui miei versi.
RispondiEliminaVersi da brividi che inducono a una profonda riflessione e tanta, tanta amarezza. Non conosco il caso, ma riesco a immaginare e anche a sentire sulla pelle tutta la disperazione e la frustrazione provata da un innocente rinchiuso e condannato. Una storia molto triste, verseggiata abilmente. Un saluto e un abbraccio.
RispondiEliminaVersi molto profondi, che fanno tanto riflettere.
RispondiEliminaSereno giorno.
PER VIVI in primis benvenuta in questa agorà. Non è un caso specifico ma vuole porre l'accento sul tema sia dell'errore giudiziario che soprattutto della pena di morte vista da chi subisce tutto questo. Grazie di cuore per le tue bellissime parole sui miei versi. A presto
RispondiEliminaPER CAVALIERE: grazie!
RispondiEliminaBei versi molto toccanti.
RispondiEliminaAnch’io concordo come tanti che hanno già commentato nella superba bellezza del tuo finale.
Provo a empatizzare con chi non ha un Dio , con chi non crede in nessuna sopravvivenza spirituale dopo la morte.
Lo consola l’amore .
Certo che sapere di morire ingiustamente e cercare conforto in tutto quello che “anestetizza” il Calvario è un po’ una magra consolazione...per i Cristiani deve essere un martirio..una terribile prova data da Dio.
Muori a testa alta ma sempre muori (:
Che triste ingiustizia.
PER MAX vero l'ingiustizia resta e non viene sanata dalla dignità del condannato e neanche dalla sua capacità di consolarsi per in attimo pensando all'amore della sua vita. Ed è giusto che non venga sanata perché nessuna ingiustizia può essere mai accettata e perdonata
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