Postata cinque anni fa, oggi più attuale che mai...
LA MORTE DI OGNI GIORNO
"Sono un fallito
Un vigliacco
Debiti insostenibili
Stato che mi strozza
Cesso la mia attività di impresa
E chiudo anche con la vita"
"Guadagno 800 euro al mese
Guadagno… guadagno si fa per dire!
Sono un operaio cassaintegrato
Famiglia monoreddito con due figli
Mia moglie non lavora
Non ce la facciamo più.
Mi spiace
E' colpa mia
Addio".
"Sono sola
Disoccupata
Ho un figlio
Padre assente
E non so come andare avanti
Figlio mio perdonami…"
Gente disperata
Incolpevole
Strangolata dalla morsa della fame
E dei debiti.
Sono tanti
E sono soli
Neanche più i media li considerano
Sono morti scomode
Sono polvere da nascondere sotto il tappeto.
E' gente reale
Innocente
Non sono ludopatici dediti al videopoker
O comunque alle slot machine
Vite spente dal peso del rimorso
Cancellate da un claustrofobico senso di impotenza
Ci lasciano un ultimo saluto
Rassegnato
Disperato,
Ingiustamente e troppo severamente punitivo
Verso se stesse.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
E' la realtà. Se ci guardassimo intorno, se aprissimo gli occhi, neppure troppo lontano, la vedremmo. E' la triste realtà.
RispondiEliminaDaniele, volevo chiederti un giudizio: Tu cosa ne pensi del reddito di cittadinanza? Mi sono fatta una mia opinione, ci terrei tanto a sentire la tua...
PER IRENE: infatti. Quanto alla tua domanda, molto in sintesi, credo che possa essere uno strumento valido nonostante la difficoltà che ci sarà nel mettere in funzione come si deve i centri per l'impiego, inoltre ritengo che non sia vero che è fatto per stare sul divano a non far nulla. Questo in grande sintesi ovviamente, in quanto ci vorrebbe un post al riguardo anche se in passato credo di averne già scritto qui sul mio blog.
RispondiEliminaE' una realtà così dolorosa, questa che hai così bene descritto. Troppe volte resta lì a sussurrare e sembra che nessuno senta finchè poi si arriva all'ultimo gesto, quello estremo, tragico... quello che è come e più assordante di un urlo.
RispondiEliminaIl senso di impotenza è quello che fa forse più male, più logora dentro...
PER MARIS: il senso di impotenza ed a volte l'indifferenza degli altri contro la quale siamo anche in quel caso impotenti, o quasi...
RispondiEliminaÈ l'esercito dei sordomuti, ridotto a Staligrado nel 1943/44.
RispondiEliminaNon hanno più speranze, si colpevolizzano al massimo, mentre è tutta colpa di una classe politica (TUTTA QUANTA) che bada a far propaganda e li abbandona alle loro pistole, ai loro nodi scorsoi, ai loro barbiturici, ai loro balconi spalancati.
E noi, popolo italiano mollacione dei "non mi riguarda" fin dai tempi degli ultimi imperatori romani, che romani non erano, che non conoscevano il latino, che abitavano dove adesso abitano i turchi, noi non facciamo niente, solamente nin andiamo a votare e ci sentiamo puliti.
Rispondo alla domanda di Irene anche io, se permetti Daniele.
Se insieme avessero fatto leggi in favore degli "indecenti per loro" datori di lavoro (o devo chiamarli padroni, Gigino e company?) abbassando tasse dando a costoro la possibilità di esistere e dare lavoro ai disoccupati e ai giovani avrei applaudito.
Con questo vorrei che Di Maio esibisse la sua pagella di licenza media, l'unica che possiede e controllare il suo voto in Matematica. NON SA FARE DUE PIÙ DUE.
Sei miliardi di euro disponibili all'anno sono cinque e gli aventi diritto al Reddito sono cinque milioni, si tratta di fare una facilissima divisione 5.000.000.000 diviso
5.000.000 il numero dei poveri nullatenenti. Risultato: 1000 euro all'anno che dà come risultato € 83,33 al mese. Altro che 780 euro.
Torni a scuola il nostro ducetto che abbatte la povertà con 83 euro e 33 centesimi; ma scelga una scuola italiana e non una del suo paese.
PER VINCENZO: Sul reddito di cittadinanza vi rimando a lunedì dove farò un post per parlarane. Ti dico subito che io sono più aperto e positivo nonché speranzoso su questo strumento. Vedremo. Quanto alla poesia di oggi, è vero ci giriamo dall'altra parte e speriamo che non tocchi mai a noi..
RispondiEliminaUna poesia che tocca un grande problema. Famiglie che non ce la fanno più ad andare avanti, oberate dalle spese e dai debiti. Persone che sentono tutto il peso e l'impotenza di situazioni che non riescono a risolvere. Persone che si sentono fallite, senza speranze. A me è capitato che mio fratello perdesse il lavoro a 50 e non aveva più speranze di trovarne un altro alla sa età, sono stati momenti veramente difficili , in cui ho temuto per la sua salute e incolumità Poi, dopo alcuni mesi, la cosa , quasi miracolosamente si è risolta e una porta si è aperta ma un suo amico si è suicidato a causa della mancanza di lavoro e aveva un bimbo piccolo !! Saluti.
RispondiEliminaPER MIRTILLO una testimonianza davvero toccante quella che hai condiviso con noi e di cui ti ringrazio profondamente. Ci sono tante persone in queste drammatiche condizioni e uscirne è dura.
RispondiEliminaBel tempo sempre attuale si, si ha dei poveri una rappresentazione poco corretta, sono quelli che hanno perso un lavoro, sono le ragazze madri, persone sole con un figlio o anche due, i vedovi o le vedove, i pensionati nuovi e vecchi con le pensioni minime, non c'è mai stato in italia non dico una politica per le persone in difficoltà ma nemmeno un pensiero a chi non ce la fa.
RispondiEliminaPER CARMINE con il tuo commento hai centrato la questione perfettamente. Tutte queste categorie di poveri non interessano a nessuno o quasi...
RispondiEliminaTriste realtà!Realtà purtroppo però.
RispondiEliminaColpa di chi? Di chi ci governa da secoli anche perchè destra sinistra centro son tutti uguali.
Passami il termine ma di noi se ne fottono alla grande. Fanno promesse che presto dimenticano. Tanto loro mangiano sempre sono gli altri a tirar la cinghia
Il problema, ahimé, è sempre di chi resta.
RispondiEliminaEd io non voglio proprio pensare alle vedove, agli orfani, e a tutti coloro che dovranno convivere con il vuoto nel cuore e nell'anima, non solo nel portafoglio.
Lo Stato è assente, è vero, ma la vita dovrebbe valere di più.
PER PATRICIA Non posso che concordare con la tua accorata disamina purtroppo.
RispondiEliminaUna triste realtà!
RispondiEliminaSaluti a presto.
PER CLAUDIA capisco e posso condividere la tua visione ma a volte il dolore supera ogni ragionamento. Non solo lo Stato è assente ma spesso anche la comunità non si interessa a loro e non li aiuta.
RispondiEliminaPER CAVALIERE: triste e di cui di si parla poco.
RispondiEliminaTi giuro Daniele che io ogni tanto quando sono a letto mi metto a pensare a coma possa sentirsi un papà/una mamma di famiglia che non riesce ad arrivare a fine mese. Mi immagino al peso sul cuore, al pugno nello stomaco all'idea che i conti non riescono a quadrare neanche per fare la spesa.
RispondiEliminaCi penso perché mio padre ha mantenuto 5 figlie da solo (perché mamma ha lavorato per tanti anni però sempre nell'azienda di famiglia, quindi i soldi quelli erano/sono) e mi chiedo se anche lui può essersi mai chiesto "come farò questo mese?", se anche lui può aver perso il sonno notti e notti cercando qualche soluzione improvvisa.
Spero che tutti quelli che si trovano o si troveranno in queste situazioni non si arrendano a pensare che la soluzione migliore sia lasciare un addio dentro un foglietto di carta...
PER PAOLA mi unisco al tuo augurio ti ringrazio per questa tua testimonianza e ti dico che tu in padre non avrà mai avuto problemi come questi perché erano altri tempi e tutto era diverso e meno precario.
RispondiEliminaÈ sicuramente un guaio, un problema che davvero si fa finta di non vedere: perdere il lavoro quando avevi già ingranato, quando avevi messo su famiglia, acceso un mutuo.
RispondiEliminaEh lo so, forse è peggio che no averlo mai avuto, un lavoro.
Moz-
E' una poesia davvero attuale, purtroppo mi ricorda tante situazioni che in questi anni sto vedendo e vivendo da vicino. Credimi hai veramente reso giustizia (almeno dal punto di vista letterario) a tanta gente!
RispondiEliminaPER MOZ: in effetti perdere tutto è peggio forse che non averlo mai avuto.
RispondiEliminaPER NICK: ti ringrazio sono commosso dal tuo commento.
RispondiEliminaA volte si dice che gli migranti vengono a Europa dovuto a - tra moltissime altre ragioni - avere un'immagine distorta della realtà europea attraverso i media (qui siamo tutti ricchissimi). Ma siamo noi i primi infinocchiati dagli stessi media.
RispondiEliminapodi-.
Un dramma comune a tante persone. Grazie per la tua sensibilità
RispondiEliminaPER PODI nel nostro caso il problema è la realtà sociale in cui viviamo più che i media.
RispondiEliminaPER MARCAVAL grazie a te di cuore per le tue parole
RispondiEliminae si va avanti. perché essere uomini (padri, mariti, compagni) è un lavoro che non basta sputarsi sulle mani. ci vuole coraggio e ci vuole paura. ci vogliono spalle forti e polmoni grandi. ma si va avanti
RispondiEliminaPER DIGITO Capisco il tuo pensiero ma a volte si può cedere.
RispondiEliminaCerto che avere dei suicidi dovuti all'impossibilità di andare avanti fa venire i brividi nella schiena. Esistono e i nostri responsabili politici fanno finta di noon accorgersene. Non è normale che nel XXI secolo succedano queste cose e che non si faccia niente per correre ai ripari. Trattandosi di una problematica mondiale (non solo in Italia od in Francia si verificano questi fatti) bidognerebbe affrontare il problema mondialmente. Non è facile, comunque. Buona domenica.
RispondiEliminaPER ELIO: complimenti per la tua lucidità emotiva nell'esporre il tuo commento. Quando passi da queste parti nobiliti sempre questa agorà.
RispondiEliminaCiao .
RispondiEliminaSe cedi al suicidio sei malato.
La depressione ha già preso il sopravvento e sfiora la malattia mentale.
Non credo che una mente lucida decida di porre fine alla sua vita....anche perché sarebbe una vigliaccheria nei confronti di te stesso e verso chi resta.
Se hai famiglia da mantenere poi...proprio non capisco.
Le cause che portano al suicidio sono tante tra le quali anche quella della tua bella poesia purtroppo.
Perdere il lavoro è un dramma ...speriamo nel futuro che le cose possano andar meglio per tutti.
Che il lavoro non sia più un problema e che i nostri politici riescano a trovare una soluzione al più presto.
Son curioso di leggere il tuo post sul reddito di cittadinanza.
Buona domenica
Ciao Daniele,
RispondiEliminaquello che volevo dire è che i media anche a noi nascondono una parte importante della realtà e sicuramente siamo noi i colpevoli poiché non ci piace sentirla.
podi-.
PER MAX: ti ringrazio infinitamente per le belle parole che hai avuto per i miei versi, mi permetto umilmente di dissentire invece sulla tua prima parte del commento. Vedersi ed essere senza via d'uscita può davvero essere devastante e portare a decisioni estreme.
RispondiEliminaPER PODI: ho compreso il senso del tuo commento, grazie.
RispondiEliminaQuesta è la peggiore tra le solitudini. Quanti casi, quanta gente che se ne va via così, perché non ce la fa più...
RispondiEliminaPER LA DAMA BIANCA: Purtroppo hai proprio ragione.
RispondiEliminaPerdona se in questi giorni ti ho trascurato.
RispondiEliminaSi arriva al suicido per disperazione, come dici bene tu, nella poesia estremamente cruda cha hai scritto.
È non si può giudicare in alcun modo un gesto definitivo come questo. Si può solo cercare di comprenderlo se si riesce.
Un abbraccio.
PER MARIELLA:concordo in pieno con il tuo commento.
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