Come ho scritto due giorni fa sul mio post precedente oggi appoggio l'iniziativa di Non una di meno sullo sciopero di tutte le donne. Donne fermatevi tutte e uomini siate solidali con loro, con le vostre compagne di vita!
Questa è una giornata dove ragioni per riflettere e discutere non mancano: dal femminicidio, alla violenza psicologica, violenza domestica, al mobbing, al fatto di essere sottopagate rispetto all'uomo, ecc….. Senza dimenticare le donne che sono spose bambine e donne che vivono in realtà sociali dove sono ancora considerate solo un oggetto.
Io nel mio piccolo affronterò il tema della violenza domestica con una poesia dai contenuti forti, vista dal lato dell'aguzzino nell'ipotesi che se per caso passasse da qui qualche maschio (non uomo) che si riconoscesse in questi versi che non fanno riferimento ad un soggetto in particolare ma a quella categoria specifica e schifosa, si vergogni nel leggerla e magari si fermi e cambi.
Perché per fermarli è il caso in primis di denunciarli ma anche, secondo me, di non stare in silenzio e togliere loro quella maschera di uomo per bene che magari invece ipocritamente indossano e mostrano quotidianamente all'interno della società civile, all'interno della cerchia sociale che frequentano. Voglio che con questa mia poesia si possano vedere allo specchio per capire che schifo di persone sono.
LA BELVA
Cade un piatto.
Ora sono stanco
Come si permette?
Sto sopportando anche troppo
La sua libertà eccessiva
Il suo spudorato atteggiamento sfrontato
Affrontarmi? Inaccettabile
Cade un bicchiere,
Un'altra stoviglia
Emette un suono assordante
Che offende le mie orecchie
Ferisce il mio amor proprio.
Mi giro la fisso per un istante con odio
E poi la rincorro
L'afferro ed inizio a picchiarla.
Ceffoni
Pugni e calci
Così capisce la lezione
E visto che deve comprenderla fino in fondo
La trascino in camera da letto e la prendo.
Ecco ora forse avrà compreso
E starà al suo posto come è giusto che sia
Come mia madre stava con mio padre.
Lei ora è terrorizzata
Piange
Minaccia di denunciarmi...
Ci provi
Sarà l'ultima cosa che riuscirà a fare.
Ma non accadrà
So come prenderla
E' una debole
Poi mi ha sposato
E l'amore matrimoniale è per sempre.
Ora sono più calmo
Sto meglio
Presto tutto tornerà alla normalità
E poi è stata colpa sua
D'ora in avanti starà più attenta
E si comporterà come dico io
Come deve.
E lo farà
Altrimenti…
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®:
Impeccabile, hai usato le giuste parole per parlare di un dramma autenticamente borghese: la belva è dentro.
RispondiEliminaPER ALLIGATORE: ti ringrazio per queste tue parole, ero in dubbio se postare o meno una poesia così forte ma poi ha prevalso in me la volontà di togliere quella maschera a questi esseri immondi.
RispondiEliminaDaniele, che pugno allo stomaco la tua poesia. Apprezzo le tue parole e aggiungo che conosco molto da vicino delle realtà sociali che si occupano di bimbi nati in realtà simili e di bimbe che necessitano di istruzione. La cultura è bagaglio fondamentale perché sempre più uomini prendano consapevolezza e si trasformino da maschi in Uomini. Un abbraccio e grazie💛
RispondiEliminaPER MARIELLA: concordo con te che la cultura sia al primo posto per cambiare la mentalità di una persona. Grazie per le tue parole, a presto :-)))
RispondiEliminaSono d'accordo con te che noi uomini si debba per primi fare qualcosa per fermare quelle "belve" che ci sono tra noi.Sono tante: quelle che azzannano e distruggone, quelle che tranciano le carni delle loro vittime senza volerle subito uccidere, ma volendole umiliare e farle soffrire nel corpo e nell'anima, e quelle che solo minacciano pronte ad assalire. Poi ci sono quelli che agiscono solo nel buio dell'anonimato, perché sono i più vilgiacchi di tutti.
RispondiEliminaLa poesia è come dice Mariella Esseci un pugno nello stomaco, per lei che è donna e per me, e per chi come me è un uomo che certe cose mai ha fatto e mai farebbe.
Sulla capacità che hai di scrivere poesie che graffiano ed incidono nel profondo non mi dilungo, sai come la penso. Qui ti dico che hai raggiunto lo scopo di far alzare il pelo sulla schiena di quegli uomini sani, che amano le donne.
Cosa sia successo con gli altri non so. Spero che qualcuno capisca ed abbia orrore di se stesso.
PER VINCENZO: ci sono purtroppo più categorie di esseri maschi vili ed immondi, categorie che tu hai ben riportato nel tuo commento. Io spero sempre con le mie poesie di toccare le corde giuste delle persone perché qualcosa, anche piccola, cambi.
RispondiEliminaGrazie come sempre per le tue parole sulle mie poesie, parole che per me hanno grande importanza
Ottimi versi: crudi ma come purtroppo, è un dramma come questo!
RispondiEliminaNon sarebbe male anche come canzone: sia dal punto di vista artistico, che da quello di una sua maggior diffusione.
Nonchè da quello della sensibilizzazione che va sempre fatta, attorno a questo schifo...
Molti di noi uomini se la cavano dicendo: chi picchia, uccide o tortura (anche psicologicamente) le donne, è solo un "pazzo".
Tropppo comodo. E', invece, uno che pensa d'aver diritto di comportarsi così.
E non lo ha. Assolutamente.
Ps.: inavvertitamente ho concellato un tuo commento sul mio ultimo post, ti prego di scusarmi! Potresti rimandermelo... quello o magari uno simile?
PER RICCARDO: giusto, troppo comodo nascondersi sotto l'alibi che sia un pazzo, non è vero! Come scrivi tu, è uno che pensa d'aver il diritto di agire in tal senso. Ed invece quel diritto NON LO HA!
RispondiEliminaPS: torno e vedo, io i commenti li scrivo di getto e sul momento non li preparo ma vedo se lo ricordo :-)))
Bella poesia, parole forti, ma che raccontano situazioni sin troppo reali, purtroppo... La violenza degli uomini (di alcuni uomini, per fortuna!) nei confronti delle donne è impotenza, incapacità di rapporto. Però dipende anche da noi... nemmeno il vezzo dell'uguaglianza risponde alle nostre esigenze, non è concessione gentile, ma diritto... e su questo siamo tutti d'accordo pare.
RispondiEliminaLe donne devono accettare sè stesse e non permettere! Anche nella tua poesia c'è l'accenno alla debolezza. Nessuna debolezza, non dobbiamo permetterlo. Come ho detto anche altrove, abbiamo il potere di scegliere, usiamolo.
RispondiEliminaPER ROSA BRUNO hai ragione concordo con te sulla tipologia di "uomini" che compiono certi atti. Ed hai ancora ragione, la debolezza mai anche se la paura, a volte situazioni genitoriali assenti ed altre situazioni concrete non aiutano ma non per questo quelle donne devono subire anzi vanno aiutate e protette. Ci vuole tanto coraggio e dobbiamo essere tutti noi nel piccolo a darlo ed a fare sentire queste donne non più sole. Sono contento che la poesia ti abbia colpito, grazie per le tue parole.
Versi sublimi, argomento a parte.
RispondiEliminaSai cosa mi spaventa di più? La maschera dietro cui si nascondono alcuni, fino a quando non si manifesta la belva, purtroppo troppo tardi.
Cri
PER CRISTIANA 2011: "Versi sublimi" Sono onoratissimo per queste tue parole. Vero. all'inizio puoi stentare a riconoscerli ma già dopo un po' e prima che sia troppo tardi, le avvisaglie ci sono, soltanto che a volte l'amore non le fa vedere.
RispondiEliminaIo non aggiungo nulla se non che ti mando un grande abbraccio. Sai già come la penso su questo argomento ... Buon 8 marzo a tutti e tutte.
RispondiEliminaPER ANNA: grazie del saluto e del passaggio. Buon otto marzo anche a te
RispondiEliminaI versi della tua poesia per il mio vissuto sono come il sale versato su ferite che non si rimargineranno mai. Per vent'anni della mia vita ho vissuto nel terrore puro accanto a un uomo che della violenza aveva fatto la prova del suo "amore".
RispondiEliminaHo trovato la forza di andarmene e chiedere aiuto prima che il suo "amore" potesse mettere fine alla mia vita, ma ancora oggi vivo nella paura, non riesco e non riuscirò mai più a fidarmi di un uomo.
Ofelia!
PER OFELIA: la tua testimonianza è preziosa perché può dare coraggio a tante altre donne. Sei passata dall'inferno e ne sei uscita. E' un processo lungo ma spero che forse un giorno quella fiducia riuscirai a ritrovarla. Ma la cosa più importante è che ti sei riappropriata della tua vita e sei sfuggita al peggio. Sono fiero di te ed onorato che tu sia qui in questo umile spazio per condividere una dolorosa parte del tuo vissuto.
RispondiEliminaGrazie Ofelia
Daniele
I tuoi versi devono far riflettere, purtroppo la nostra società è piena di belve e molte volte si arriva troppo tardi. In primis deve cadere questo muro di omertà, molte volte presente tra le mure domestiche, una bestia difficilmente cambia e quindi bisogna chiedere aiuto prima possibile.
RispondiEliminaSaluti a presto.
PER CAVALIERE OSCURO DEL WEB: grazie, è quello che spero. Per abbattere questo muro d'omertà bisogna anche che la donna si senta sicura che una volta che sfugge dalle grinfie del suo aguzzino, ci sia una rete che la protegga: la giustizia, le persone vicino a lei, lo Stato.
RispondiEliminaOra io so che ci sono moltissime associazioni locali antiviolenza che fanno una fatica immane a sopravvivere e rischiano la chiusura per mancanza di denaro. Se questo è il sostegno che si vuole dare alla donna da parte anche degli Enti locali che per anni aiutavano queste associazioni ed ora per i vari tagli le abbandonano a loro stesse, non siamo messi bene. Però nonostante tutto è importante rompere il muro d'omertà e la donna deve denunciare e sfuggire al suo persecutore per evitare poi che accada il peggio.
Grande Daniele! Hai dipinto la situazione a meraviglia anche se le tinte sono fosche.ùSai.. una volta, all'epoca dei miei nonni, soprattutto nelle campagne piemontesi ma credo non soltanto lì, un uomo che non picchiasse la moglie non era considerato un uomo. Non c'era nemmeno bisogno di un motivo. Andava bene tutto. Anche solo i cosiddetti che giravano per altro.
RispondiEliminaOra però nel ventunesimo secolo non dovrebbe più essere così. Anzi... unuomo che picchia una donna non può e non deve essere considerato uomo ma bestia.+Ci sono mille modi di farsi le proprie ragioni anche senza alzare le mani o infierire psicologicamnete.
Il problema grande è che troppe volte la donna ha paura di quello che potrebbe succedere se denunciasse tanto quanto ha paura del marito violento. Non tutte hanno la forza e il coraggio di Ofelia e sono felice che lei lo abbia trovato! Poi, sì.. c'è anche l'amore della donna... c'è anche il fatto che magari non lavora e non ha un suo reddito... ci sono i figli...
C'è però anche un sistema che non le difende qunado denunciano. Che non le protegge quando denunciano.
Allontanare il violento da casa? Ma signori giudici siete sicuri che basti? Quello le aspetta da un'altra parte e le massacra lo stesso. Mai visto amore criminale in tivù?
Anche perchè non basta la violenza. Quella è a oarte oscura di tutti ma in tanti la teniamo a bada. Se loro non ci riescono ci sono problemi molto più seri che andrebbero studiati e risolti. Anche col manicomio se serve
PER PATRICIA MOLL: hai chiarito molto bene le difficoltà che trova una donna che cerca e vuole avere il coraggio di sfuggire al suo aguzzino. Ed è proprio su questi fronti che va fatto di più. Hai ragione allontanarlo da casa quando ti aspetta al lavoro o ti spia e ti aspetta altrove, serve ma solo in parte. Senza contare aspetti gravissimi ed inviabili come la violenza psicologica che mina la sicurezza della donna che ne è vittima. Senza contare, come dicevo rispondendo al Cavaliere Oscuro del Web, di come molti centri antiviolenza sono alla canna del gas e non ricevono più aiuti dagli Enti locali e spesso rischiano perfino la chiusura.
RispondiEliminaEcco perché questa giornata deve essere un'ulteriore e non sola occasione per riflettere su questi temi e magari imbastire progetti per migliorare quello che ancora non va.
Sicuramente è un'argomento che necessita sensibilizzazione e che non deve essere relegato ad una giornata l'anno
RispondiEliminaIn ogni caso il problema è molto difficile da risolvere - le donne spesso hanno così tante cose da fare - anche in famiglia che alcune di esse non potrebbero nemmeno scioperare - nel senso di non fare nulla di quanto di solito fanno ogni giorno
Il problema peggiore non è nemmeno quello in casa o quello lavorativo, che sono tuttavia problemi esistenti ma quello che molte donne subiscono violenze indicibili senza denunciare per paura di non si sa bene che cosa, di quello che pensano gli altri, di quello che dice un partner che non merita nulla ?
Si è un porblema difficile in ogni sua parte
PER ARWEN ELFA: il coraggio di uscire allo scoperto è essenziale per la donna. Intorno a lei deve esserci un sistema di aiuto a partire dai familiari alle associazioni che la possono aiutare.
RispondiEliminaForse oggi nel caso di violenza subita, c'è maggiore sensibilizzazione verso la donna vittima dello stupro. Certo che cmq passare dal processo non è mai facile e proprio per quello non essere sola in quel percorso è fondamentale.
Lo sciopero che tra l'altro è partito da una associazione USA e recepito in oltre 40 Paesi nel mondo, ha cmq un valore anche simbolico e aver scioperato o meno se però questa iniziativa è servita far riflettere di più e parlare meno di festini in discoteca è già un grande successo.
Ho i brividi...brividi di rabbia e di dolore! Certe situazioni sono difficili da dimostrare purtroppo...e spesso chi dovrebbe aiutare...lo fa solo sulla carta! Sono d'accordo con voi, un tessuto sociale diverso presuppone cultura diversa, è possibile! Si può fare, secondo me!
RispondiEliminaPER GABRIELLA DELL'ARIA: strada impervia ma si può fare e si deve fare.
RispondiEliminaPerfetto, Daniele. Ci siamo capiti.
RispondiEliminaLa cultura di cui parla Gabriella Dell'Aria giustamente va ampliata ma non solo nella gente comune perchè denunci, testimoni eccetera. Anche in quella parte delle istituzioni che dovrebbe ricevere la denuncia e attivarsi e non chiederti ma tu che gli hai fatto?
Non colpevolizzo tutto un gruppo di persone ma solo alcune persone di quel gruppo, sia chiaro. Dovrebbero però rendersi conto prima di porre quella domanda che per nessun motivo si deve picchiare o sottoporre a vessazioni psicologiche una persona. Nessuna!
Proprio ieri ho potuto ascoltare l'intervento di Michela Murgia in Quante storie su un articolo pubblicato dalla Gazzetta dello Sport. In questo articolo/intervista a dei giocatori condannati per stupro, la Murgia ha messo in evidenza come, in tutta una serie di passaggi, il giornalista ha tentato di minimizzare lo stupro, vittimizzando non la reale vittima, ma i colpevoli, usando termini del tipo "serata bollente" ecc.
RispondiEliminaEcco, questo è il contesto socio-culturale in cui ci muoviamo. A volte avrei voglia che le situazioni si ribaltassero, uno scambio di ruoli, forse allora e solo allora ci si può realmente rendere conto di cosa si è costretti a vivere e subire.
Occorre che le teste cambino e l'educazione di genere, la cultura diventa a questo punto l'unico strumento, perché le leggi aiutano, ma non curano... E i tuoi versi sono lamette affilate.
PER PATRICIA MOLL: perfetto!
RispondiEliminaper SANTA S: hai ragione, lo sostengo anch'io, le leggi aiutano ma serve un cambio di mentalità e deve partire dalle scuole dai genitori coi figli, dal basso insomma, fin dai primi anni di vita altrimenti poi è troppo tardi. Ci vuole tempo ma la strada è quella e va intrapresa il più presto possibile.