POSSO VOLARE
Questa mattina
Al mio risveglio
Lo stesso viavai di sempre
Alcune facce
Sempre uguali
Sempre le stesse
Altre invece nuove
E solo il tempo dirà
Se occasionali
O se alcune si aggiungeranno
A quelle già fisse.
Poche ore fa
Un pazzo
Ma un pazzo buono
Una bella persona
Solo un po' particolare
Si ferma vicino a me
Mette 5 euro nel mio cappello
E mi chiede:
"Ma lei sogna
E cosa sogna?"
Una domanda
La cui risposta per molti
Potrebbe essere scontata
Ma vi garantisco
Che appena è giunta alle mie orecchie
Mi ha spiazzato
Sorpreso
Non ci ho mai riflettuto veramente
E forse
Cinicamente mi sarei potuto
Liberare di lui in un nano secondo
Rispondendogli "Ho poco da sognare
E comunque se sogno poi non ricordo nulla"
Ed invece non lo feci.
Smisi di interessarmi di ogni cosa che
Fosse intorno a me
Solo per poter rispondere bene a quella domanda.
Cosa sognavo?
Ad occhi aperti tante cose
Una piccola casa, a volte,
Trovare amici pochi ma fedelissimi
Ma lui mi ha chiesto un'altra cosa
Mi ha domandato cosa sogno mentre dormo
Quindi nei casi in cui non posso controllare ed indirizzare
La mia mente nel determinare cosa sognare.
Mi sono preso alcuni istanti
Per fare mente locale
E poter dare una risposta
Il più precisa e sincera possibile.
Ho chiuso gli occhi
E mi sono accorto di sognare
Un prato verde
Un sole sempiterno
Ed un telo su cui distendermi
Per godere perennemente di quei raggi.
Ho riaperto gli occhi
Per poi richiuderli ancora
E mi sono reso conto che
il mio secondo sogno è alquanto atipico e curioso.
Osservo le facce della gente
Le vedo tutte disegnate con smorfie inquietanti
Come una patina giallognola che si attacca al loro viso
È il volto dell'indifferenza
E sogno di poter cancellare quella patina
Vischiosa ed appicicaticcia
Con uno straccio magico
Trovato per caso dentro la mia roba.
È l''indifferenza della gente
Il vero male oscuro del nostro tempo.
Ed infine
Certe sere più rigide e solitarie
Faccio l'unico sogno
Forgiato in sinergia tra la mia parte conscia
E quella inconscia:
Esprimo di fatto
Un unico grande desiderio.
Avere il coraggio
Di raggiungere quel tetto
Spalancare le mie "ali"
Lanciarmi leggiadro come un gabbiano
Mentre penso: "Guardatemi, so anch'io volare"
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
L'indifferenza ferisce di più dell'odio, che almeno dà un volto al tuo nemico.
RispondiEliminaPER GUS l'indifferenza è peggio infatti essa è l'azzeramento di ogni emozione.
RispondiEliminaChiedere a qualcuno cosa sogna è intimo e delicato allo stesso tempo. Pretende di scavarti dentro mentre ti accarezza fuori. Io so cosa sogni Daniele, riesco a non chiedertelo perché te lo leggo già tra le righe, mi limito ad accarezzare i tuoi scritti, mollarti qualche scapaccione quando ti leggo particolarmente indisponente, ma conosco i tuoi sogni intimi, la bellezza che ne deriva, la spontaneità delle tue aspirazioni.
RispondiEliminaSpalanchi le ali ad ogni riga che ci regali, e spicchiamo il volo con te.
Una vita ai margini, Dio solo sa quanto possa essere dolorosa ed estraniante.
RispondiEliminaPERP FRANCO: vero è una domanda personalissima alla quale peraltro potrebbe per qualcuno essere perfino liberatorio rispondere. Grazie sei davvero unico,
RispondiEliminaPER LA DAMA BIANCA: concorde con te.
RispondiEliminaPer noi che in qualche modo siamo rimasti "in piedi", è difficile capire cosa possa far cadere una persona a vivere in mezzo alla strada. Sicuramente un disagio che va al di là dei problemi economici...
RispondiEliminaARIANO posso pensare che le ragioni siano molteplici e possano anche entrare in concorso tra loro
RispondiEliminaGrazie.
RispondiEliminaPoche parole Daniele, la tua è pura poesia che mi dona brividi di emozione mentre la leggo. Grazie di offrirci queste perle.
RispondiEliminaPER GIOVANNI prego per me e stato un piacere
RispondiEliminaPER FARFALLE LIBERE ti ringrazio sono onorato e commosso dalle tue parole
RispondiEliminaI tuoi versi trasmettono forti emozioni, non è facile vivere ai margini di una società cinica come questa.
RispondiEliminaHo smesso di sognare alcuni anni fa. Ad occhi aperti, s'intende.
RispondiEliminaDi notte, invece, sogno e poi dimentico.
Però, nonostante tutto, non vorrei mai provare il brivido del volo libero.
Anche perché sarebbe l'ultimo.
È veramente molto bello quello che hai scritto. Fa riflettere.
RispondiEliminaPER CAVALIERE: no è un'impresa durissima, grazie per le tue parole sui miei versi.
RispondiEliminaPER CLAUDIA: vero infatti il suo è l'ultimo...
RispondiEliminaPER MR. LOTO: ti ringrazio e benvenuto in questa agorà
RispondiEliminaBuonasera Daniele.
RispondiEliminaHo la strana sensazione (e m'infastidisce alquanto a dirla tutta) che questa tua poesia non è stata capita fino in fondo, che la si sia letta con leggerezza e in questo mi ci metto anch'io. Volevo riuscirla a comprendere nella sua interezza ed invece non ci sono riuscita perché non posso proprio farlo.
Quando mi soffermo su queste persone provo un senso d'impotenza fortissima. Non conosciamo la loro vita, la profondità del loro dolore silenzioso e la profondità delle loro motivazione in quella scelta di vita e questo che ho sempre pensato l'ho ritrovato nelle tue parole.
Quest'uomo da te descritto riceve una domanda che lui elabora con grande intelligenza nella sua mente. Dal profondo ragionamento viene fuori una semplice terribile risposta che per lui è bellissima, liberatoria e definitiva.
L'angoscia, nel leggerla, per me è fortissima. Mi fa piangere, mi fa urlare non farlo! Mi fa arrendere al suo sogno perché così può finalmente sorridere, essere felice, anche se lui non sarà più tra noi. 😓😔😔😔
Trovare un modo perché il suo sogno cambi, è questa la grande impresa.
Perché possa provare l'ebbrezza del volo ma in questa esistenza, nella realtà di una certezza di realizzazione di vita anche per lui/lei.
Bravi coloro che ci provano ad aiutarli. Angeli di questo nostro difficile mondo. Ciao.
PER PIA: forse quello che è sfuggito in parte è che il finale è drammatico lui si getta nel vuoto agitando le braccia come fossero ali ma ovviamente morirà. Quindi tutte le tue sensazioni sono assolutamente significative e ti hanno fatto cogliere il senso più drammatico di questi versi.
RispondiEliminala capacità di sognare è preziosa, tanto più quanto la realtà è tanto grama di soddisfazioni, gioie...
RispondiEliminaE quant'è vera la frase sull'indifferenza quale male del nostro tempo! è il più diffuso, ahimè.
Ognuno lo combatte come può, non perdendo mai di vista la necessità di costruire relazioni umane sincere, autentiche.
Ha ragione Pia. Ho colto il sogno, il volo liberatorio, ma non lo schianto inevitabile. Mi sono fermato al sogno, perché sono fervido sognatore, non penso mai al male, al peggio. Difetto di fabbrica. Ma non mi cambio, neanche un po'.
RispondiEliminaPER ANGELA l'indifferenza la si debella col cuore.
RispondiEliminaPER FRANCO apprezzo tantissimo quel tuo difetto di fabbrica
RispondiEliminaFranco grazie ma tu sei strasensibilissimo, quindi lungi da me il volerti rimproverare qualcosa. Intendevo in generale oltre che qui da Daniele. Spesso non si legge con attenzione e commentiamo o diamo opinioni in maniera superficiale. Questo capita anche a me eh! E mi infastidisce se mi accade prendendomela con me stessa, pensa tu.
RispondiEliminaHo dimenticato anche di ringraziare il signor Giovanni che ha ispirato la poesia al nostro Daniele. Complimenti anche a lui.
Abbraccio a tutti e buon fine settimana. Smaaack!
Non so cosa aggiungere Daniele. Se non ci libereremo di quell'indifferenza non ci sarà futuro per noi.
RispondiEliminaUn abbraccio amico mio, grazie.
Una volta nella mia piccola città di provincia non si vedevano mai i clochard, adesso sì. Ma è nelle grandi città che se ne vedono ad ogni angolo: uomini, donne, giovani, anziani, con il cane, senza cane...Sono tantissimi. Possiamo lasciare qualche moneta nel loro cappello, ma non riusciremo mai a salvarli, tantomeno tutti. Quelli che mi colpiscono di più sono i giovani: ragazzi e ragazze che potrebbero avere 20 anni, 25...Possibile che non abbiano una famiglia, dei parenti, degli amici che possano aiutarli, offrire loro un lavoro? E' angosciante per me, che sono anche madre, vedere quei ragazzi simili a mio figlio seduti su quel materasso liso con lo sguardo spento e il contenitore di monetine davanti. Possibile che la loro madre permetta una situazione simile? Che non vada a cercarli? Io farei qualsiasi cosa per mio figlio e per impedirgli di finire sul marciapiede ad elemosinare. Cosa sognano i clochard? Sicuramente una vita migliore e che non li costringa a pensare di volare sfracellandosi al suolo. Ma si è saputo anche che, spesso, i clochard rifiutano l'aiuto di chi vorrebbe portarli via dalla strada. Rifiutano di andare a dormire nei dormitori pubblici, per esempio, tanto che qualcuno, d'inverno, finisce congelato sulla strada. Chissà quante storie si nascondono nell'anima e nel passato di queste persone! Difficile per noi immaginare.
RispondiEliminaPER MARIELLA vero è l'unica soluzione per una vera salvezza dell'umanità
RispondiEliminaPER KATHERINE i clochard giovani sitratta un fenomeno inquietante che da me non vedo ancora ma che è sintomo di una crisi crescente
RispondiEliminaPER VALERIA: la tua testimonianza è drammatica e rafforza purtroppo i pensiero di quanto oggi l'indifferenza sia un male esteso della nostra società
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