CRISI
Crisi dell'anima
Crisi respiratoria
Crisi sociale
Libertà in crisi
Minacciata da restrizioni e divieti infiniti
Alcuni logici
Altri incomprensibili
Incoerenti.
Crisi politica
Inetti, incapaci , incompetenti
Mettono in ginocchio il loro Paese
Il mondo intero
E tutta la sua gente.
Crisi
Crisi di pianto
Crisi di luce
Buio crescente
E su questo velo di oscurità
Sento le mie forze cedere
Avverto la mia mano afflosciarsi appesantita e stanca
E la mia testa accasciarsi sulla tastiera
Crisi di speranza
Latitanza di sogni
E dentro questa sfera triste ed abusata
Mi rannicchio solitario
Cercando un angolo
Dove potermi spegnere per sempre
Senza che nessuno possa rianimare il mio cuore stanco
Andando in crisi per l'ultima volta
Una crisi cardiaca.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
Viviamo in una crisi senza uscita.
RispondiEliminaSereno giorno.
PER CAVALIERE: dobbiamo forse iniziare a pensare che quest'uscita o arriva o la dobbiamo creare noi realizzando un varco per poi essere liberi.
RispondiEliminaLa parola crisi ( dal greco "crino") è normalmente sentita, nella mentalità di oggi, in senso dubitoso e negativo, come se crisi e critica automaticamente coincidessero con negazione, per cui di fatto la critica è eletta a motivo scandalistico, a ricerca delle cose da accusare, delle realtà cui obiettare: è questo, evidentemente, un concetto miope di crisi, di critica. La critica invece è innanzitutto l'espressione della genialità umana che è in noi, una genialità tutta protesa a scoprire l'essere, a scoprire i valori.
RispondiElimina(Luigi Giussani)
PER. GUS: sì conosco questa distinzione ma ho sentito più forte il richiamo a questa entropia drammatica ed ancora inarrestabile al momento.
RispondiEliminaQuando ho sentito parlare di "crisi politica" mi son sentita salire il sangue al cervello.
RispondiEliminaMa dico io, come si fa a determinare una crisi politica da risolvere quando ci sono crisi mooolto più più gravi da curare?!?!
Poi tu hai tradotto in parole i miei pensieri che forse sono anche di tanti.
E sei riuscito a farlo così mirabilmente che non trovo parole adatte per congratularmi con te.
Grazie davvero Daniele.
Abbraccio forte.
Non capisco gli ultimi versi di questa dichiarazione di crisi, sono troppo privi di speranza. La maggior parte dell'umanità si è sempre adatta a tutto : alle guerre, alla tirannia, ai rastrellamenti con meta i lager. Le attuali restrizioni bisogna accettarle con filosofia perchè è una situazione che quanto prima verrà risolta.
RispondiEliminaCri
PER PIA: grazie a te di cuore per quel post che ha saputo ispirarmi.
RispondiEliminaPER CRISTIANA: l'uomo si adatta ai lager... non è esatto li ha subiti disperato cercando di sopravvivere, l'uomo si adatta, ed in questo caso condivido l'uso del verbo In questione, in relazione a cosa meno drammatiche. Le restrizioni si accettano se sono logiche, coerenti, vengono rispettate da tutti e non che ristoranti chiusi e chiese aperte come se i ristoranti fossero Satana e poi non è possibile vedere scienziati che un giorno dicono una cosa ed il giorno dopo l'esatto contrario. Ma non voglio riprendere l'argomento perchè sai bene come la penso e non voglio tediarti oltre ripetendo concetti che ho già espresso e che tu conosci
RispondiEliminaAggiungo solo che in questa poesia quello che cambia è che per una volta invece che un finale più combattivo mi sono lasciato prendere dallo sconforto e quindi questi versi hanno una conclusione più amara e drammatica.
Io nelle crisi trovo le idee e gli stimoli migliori... :)
RispondiEliminaMoz-
PER MOZ: anch'io, e trovo anche la forza di lottare ma il punto è che vorrei vivere la vita di prima e basterebbe poco, basterebbe per esempio non vedere che nessuno ha la minima idea o cmq non sa darci una data di fine pandemia, (o ce la danno ma ognuno diversa) ed ancora un briciolo di coerenza nel prendere certe decisioni e sai a cosa alludo :-))) La mia preoccupazione maggiore sta nel fatto che vorrei essere certo che tutto questo finisca presto senza vedere gente sul lastrico più di quella che già avremo, e la possibilità di tornare a vivere le emozioni che avevo prima. Tutto lì, forse è anche una forte mancanza di fiducia non solo verso Speranza ed i suoi accoliti ma anche verso certe realtà che vedo anche all'estero sia pure in forma molto più blanda che da noi, del resto Speranza è solo tutto nostro :-)))
RispondiEliminaSai bene cosa intendo con 'adattarsi a tutto', sopravvivere nonostante tutto. Difatti, io chiudere tutto, tranne le fabbriche e i posti di lavoro. Mi spiace per i ristoratori e tanti altri, ma penso che lo Stato aiuterà queste categorie. I cinema e o teatri non rappresentano beni necessari.
RispondiEliminaCri
PER CRISTIANA: io dissento, ora basta chiusure in cambio di un continuo brulicare di incertezze e forse malafede. È ora che arrivino i fatti. Un mese di lockdown totale? ok ad una condizione ferrea: un mese e raggiungimento di almeno il 50% dei vaccinati e potendo scegliere i vaccini. Se questo risultato dopo il mese fallisce, ritorno totale alla normalità pre - covid:quindi tutto aperto 🙂 stadi, cinema, teatri e ristoranti e negozi, mostre e musei con due sole accortezze: la prima, mascherina obbligatoria (allo stadio a teatro al cinema saresti vicino ad altri quindi no distanziamento fisico ma mascherina yes) ed invece, la seconda, distanziamento tra i tavoli per i ristoranti. Non ci sto a fare ulteriori sacrifici in cambio di promesse vane che nessuno poi ha mai mantenuto leggasi per esempio chiudiamo a Dicembre per salvare il Natale. Le bugie e le cazzate da parte di questi soloni ora stanno a zero. Ovviamente se si tornasse alla situazione pre-covid con obbligo di mascherina allora qui sì che sarei favorevole a multe anche più alte per chi disubbidisce dato che un minimo di sicurezza ci vorrebbe ed inoltre in cambio di quel piccolo sacrificio temporaneo potresti fare tutto e quindi sarebbe una bella cosa. Anzi stabilirei l'obbligo di FFP2, FFP3 o Chirurgiche e non quelle mascherine di stoffa che secondo me non servono a nulla.
RispondiEliminaO prima si arriva ad una data certa di fine pandemia, a dare una luce che non si rimangiano più oppure di sacrifici in cambio di promesse fino ad ora mai mantenute non ci sto più. E quanto allo Stato che aiuta.... per ora i fatti stanno dimostrando il contrario.
In Israele hanno risolto, come in Cina o in Corea. E sai bene come.
RispondiEliminaCosa avresti scritto abitante di quei paesi? Ah giusto.. nulla. Non avresti potuto scrivere.
Con questo non voglio dire che vorrei vivere là. Voglio dire cha la nostra situazione non è disperata rispetto a solo pochi mesi fa. I vaccini stanno arrivando. E funzionano.
PER FRANCO: io sono preoccupato dal fatto che non vedo la luce in fondo al tunnel perchè molti sono incompetenti perchè si dice una cosa ed il giorno dopo il suo contrario. In Israele si è vaccinato in massa mi pare senza obbligo salvo che per alcune categorie e l'unico problema che potrei avere in quel Paese per scrivere, lingua a parte. :-))), sarebbe solo forse se scrivessi post pro Palestinesi ma altrimenti Israele con tutti i difetti del caso non mi sembra la Cina. Vero le cose sarebbero diverse in Cina ma io scriverei lo stesso solo dopo dovreste portarmi i fiori su una lapide ma d'altronde solo così mi si può fermare perchè cmq userei la rete magari spostandomi altrove. Cmq anche in Israele hanno ancora qualche problema. io quello che voglio sottolineare è che sarebbe ora di non continuare a dire un giorno che la variante inglese è coperta dal vaccino Pfizer ed il giorno dopo negarlo un giorno dare zona gialla e quello dopo arancione. Forse ripeto avrei bisogno di avere fiducia in chi sta organizzando questa controffensiva verso il virus ed invece non ce l'ho.
RispondiEliminaNon auguro a nessuno la crisi cardiaca della chiusa.
RispondiEliminaReagire deve essere un must, e non un'ipotesi.
Ora e sempre.
PER CLAUDIA: lo so è un finale amaro, concordo con te si deve provare ancora a reagire.
RispondiEliminaIstinto di sopravvivenza..l'uomo come ogni altro animale ce l'ha..e voglio fortemente credere che anche stavolta tutte le sfaccettature della "crisi" vengano abbattute..anche la "crisi cardiaca"
RispondiEliminaBuona serata Daniele
PER NESS1: lo spero anch'io.
RispondiEliminaÉ il momento di farsi forza, perché il "dopo" è sempre comunque difficile e servirà animo.
RispondiEliminaPer dire: quando finì la guerra tutti erano entusiasti, però poi, negli anni successivi, i disagi non erano mica finiti. Molta gente continuò a soffrire la fame, a morire per mancanza di medicinali, a non avere una casa. Però il fatto che la guerra fosse finita era un punto di partenza. Ora abbiamo il vaccino, è un punto di partenza. Però bisognerà ancora stringere i denti per qualche mese.
PER ARIANO: speriamo davvero che nonostante le difficoltà si riesca ad uscirne nonostante Speranza ed i suoi accoliti È lui che mi preoccupa, lui, i suoi collaboratori ed anche certi altri virologi.
RispondiEliminaNella crisi c'è sempre chi si arrende e chi lotta.
RispondiEliminaC'è sempre di cede le armi rassegnato e chi invece carica a testa bassa.
Questa crisi però è eterna, sì/no, no/sì, nì/forse..
Siamo arrivati al punto in cui pur lottando abbiamo perso la speranza. Quel faro che pareva illuminarci la strada (metaforico, non politico) si sta spegnengo e noi andiamo alla deriva come naufraghi.
Ce la faremo perchè l'uomo trova sempre una via d'uscita, però non so quando
PER PATRICIA: il problema grosso secondo me è che dobbiamo sapere quando altrimenti rischiamo di andare a bagno economicamente e psicologicamente.
RispondiEliminaSono in crisi anch'io !! Non ne posso più !! Vorrei tornare ad essere quella che ero e a fare quello che facevo e invece mi sto anche lasciando prendere da paure e pigrizia. Pensavo che le cose sarebbero andate, presto , meglio e, invece, siamo ancora nel buio e nell'incertezza. Abbiamo il vaccino ma le vaccinazioni vanno a rilento e son saltate fuori le varianti !!! Ma ce la faremo !! Saluti cari.
RispondiEliminaPER MIRTILLO non ci impediranno di tornare alla vita di prima!
RispondiEliminaIl post di mia sorella Pia è davvero speciale, come lei.
RispondiEliminaOgnuno di noi ha dato un significato alla parola "crisi" pescando dal suo sentire. Come hai fatto tu con la tua poesia che avevo già letto da lei. Ma il finale mi aveva disturbato. Come anche oggi rileggendola.
PER MARIELLA: lo so è un finale più drammatico. Vero il post di Pia aveva dato il La a tante interpretazioni della parola "crisi"-
RispondiEliminaPER VALERIA vero si sta tenendo duro ma è difficile. Grazie per le tue bellissime parole
RispondiEliminaCiao Daniele...quello che mi preoccupa di più è sto maledetto virus che cambia continuamente e sembra proprio che l'unica soluzione sia il vaccino. Ma quando riusciremo a vaccinarci tutti? I politici vanno e vengono e fanno tutti un gran danno, ma questo virus rimane e noi non abbiamo abbastanza armi per combattere e per vincerlo. Oltretutto e non è poco, c'è tanta gente sull'orlo della disperazione per la mancanza di lavoro, vuoi per la chiusura forzata e vuoi per l'inefficienza di certi personaggi al potere, con tutto quello che ne consegue. Ti lascio un saluto e un sorriso di cuore.
RispondiEliminaPER VIVI io credo che sulle varianti si stia facendo molto terrorismo soprattutto da parte certi virologi troppo innamorati dei media e della popolarità raggiunta. Penso ne usciremo più duro l'aspetto economico
RispondiEliminaE' difficile alzare le ali in questi tempi di crisi...Forza...
RispondiEliminaPER MARIA: ci proviamo.
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