mercoledì 30 dicembre 2020

L'Angolo del Rockpoeta®: " Piccolo Spazio Socialità"

 PICCOLO SPAZIO SOCIALITA' 

Urlo come Whitman
Yawp!
E come non soffoco le mie paure
I miei dubbi
Le mie ansie
Come non nascondo le mie denunce sociali
Così libero barbaricamente ma con coscienza
Il mio personalissimo YAWP di gioia

Sì, personalissimo, perchè 
Ognuno di noi ha il suo YAWP interiore
Ognuno di noi, sotto, sotto,
Sogna sempre un giorno 
Di poterlo esternare al mondo
Y A W P !!!

E poi
Piccolo spazio socialità
Dove far giungere quest'urlo di breve ma intensa gioia
E dopo questo momento
Rituffarmi, quasi in apnea, 
Dentro questa realtà drammatica 
Ma con una luce in più.

E sorrido nel vuoto
Coltivando la segreta speranza
Che presto tutti noi
Urleremo un collettivo YAWP
Col quale seppelliremo il coronavirus.

Per ora 
Nel mio piccolo
Vigilo che nessun diritto venga violato
E spero che queste poche righe
Se cadranno in mani di una persona sofferente
Possano alleviarne il dolore
E siano da auspicio per una guarigione perfetta.

YAWP!
E dopo questo urlo profondo e gaudente
Non possiamo non credere 
Che vinceremo anche questa guerra
E che torneremo ad abbracciarci
Che torneremo alla vita vera che questo virus
Sta provando a toglierci
Ha provato a sottrarci
E socializzeremo di nuovo come prima

E ti guardo negli occhi
Consapevole che supereremo tutto questo insieme
E sorrideremo quando tutto sarà finito
E metteremo la paura alle spalle
Non dimenticando mai quello che abbiamo vissuto
Affinchè non accada più. 

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

E con questa poesia più positiva provo a vedere il futuro in modo più ottimista, leggermente almeno. Auguro a tutti voi un 2021 completamente diverso da quest'anno che sta finendo sperando che determini il ritorno alla vita di sempre. Buon Anno a tutti voi ed a coloro che amate

Ci si rilegge il 6 gennaio 2021.

Daniele il Rockpoeta®

lunedì 28 dicembre 2020

L'Angolo del Rockpoeta®: "Noi Siamo I Tuoi Sogni"

 NOI SIAMO I TUOI SOGNI

Noi siamo i tuoi sogni
Siamo il tuo grimaldello sul mondo
Ti regaliamo esperienze di vita
Perché viaggiare è conoscere
Ed arricchire la propria anima. 

Economicamente provati dal covid
Nessuno ci ha aiutato 
Proprio come accade
In campo artistico,
Ma non si tratta di svago
Si tratta di nutrire la mente
Perché senza cibo per il cervello
Non potrete mai comprendere
La società in cui vivete
E sarete sempre alla mercè 
Di intrallazzatori della politica
E potenziali dittatori.

Turismo, teatro, cultura
Non fateveli sottrarre 
Difendete il diritto alla conoscenza
Perchè solo se si comprende un sopruso
Lo si può combattere

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

giovedì 24 dicembre 2020

L'angolo del Rockpoeta®:"Sereno Natale (agli arresti)"

NATALE AGLI ARRESTI 

Natale di tristezza
Di false promesse e di bugie
Natale di restrizioni 
Natale di costrizioni
Natale senza i tuoi
Natale in dittatura 
Natale di clausura
Per noi non per loro.

Auspico almeno che sia un Natale di ribellione 
Oggi nacque un rivoluzionario 
Impariamo anche noi ad essere liberi 

Sereno Natale a tutti voi ed ai vostri cari 
Di tutto cuore.

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
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PS: Ci si ritrova qui il 28 dicembre :-))) 

lunedì 21 dicembre 2020

L'Angolo del Rockpoeta®: "Una Maestra Speciale"

Ancora una volta Grazie Mariella che hai pubblicato un post su una figura bellissima di insegnante. QUI il post e qui sotto la mia poesia che racconta la sua storia stupenda. 

UNA MAESTRA SPECIALE

Mio primo giorno di lavoro
Arrivo davanti al civico dell'istituto
Alzo lo sguardo e sono per un attimo sorpresa
È un ospedale.

Entro dentro
Mi scuso del disturbo
Faccio presente che forse c'è un errore nell'indirizzo
Ma. mi sorridono e mi dicono: "Nessun errore, reparto leucemici, 
Abbiamo bisogno di lei, hanno bisogno di lei, di imparare e d'amore"

Entro
Una morsa al cuore 
La paura e la sofferenza si avvertono nell'aria
O forse sono solo io che provo queste emozioni
Loro in effetti sembrano così piccoli ma coraggiosi.

Passato il primo momento di impasse 
Mi dico che sono bambini come gli altri
Che hanno il diritto di imparare anche poche cose
Anche se il loro tempo per studiare fosse di giorni, mesi 
O solo alcuni anni
E che hanno il diritto di essere come gli altri bambini.

In 26 anni di lavoro 
Ho attraversato un percorso di vita indescrivibile
Ho imparato io dalla loro forza
Ho stretto i denti di fronte al dolore della sofferenza
Espresso non con strazio ma con solo un sorriso più triste
E con tanta loro dignità.

Una strada impervia
Fatta di nuovi alunni
E di defezioni definitive
Ogni volta sofferte come la prima volta
Ogni volta capaci di colmare in parte
Con il loro amore datomi in vita
Il dolore immenso sempre lancinante, sempre immutevole
Anche dopo tutti questi anni
Ma ho vissuto anche tanti momenti di gioia incredibile
Nell'essere riuscita a realizzare dei loro piccoli grandi sogni.

Ho iniziato un mattino di ventisei anni fa
E non ho mai voluto cambiare questa mia missione
Non ho mai voluto perdere questo privilegio regalatomi
Non ho mai voluto insegnare in una scuola "normale"
Il mio posto è qui con loro
Per poter dare tutto quello che è nelle mie possibilità
Donare loro normalità, conoscenza ed amore
Anche solo per provare indegnamente a colmare il gap immenso
Ed il debito d'amore che ho nei loro confronti
Loro che sanno donarmi sorrisi di luce
Quando io sono stanca.

Ventisei anni fa sono entrata in un mondo speciale
E non ne sono più voluta uscire

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
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PS: eccezionalmente ci ritroveremo qui non mercoledì 23 dicembre ma direttamente il 24 dicembre per gli auguri come sempre un po' particolari, insomma da Rockpoeta®...  

venerdì 18 dicembre 2020

L'Angolo del Rockpoeta®: "Falsi Predicatori"

 FALSI PREDICATORI

Predicatori dell'ultima ora
Predicatori dell'apocalisse
Predicatori cattolici e di confessioni più o meno conosciute
Proliferano come funghi
Anzi come e più del coronavirus
Per insegnarci come si deve vivere
Per catechizzarci sulla morale 
Affinché non si rischi di morire nel peccato. 

Sono svariati e variegati
Dai più cialtroni e per quasi nessuno credibili
A quelli più preparati e più subdoli
Quelli che fanno della loro falsa e simulata empatia
La loro peggiore arma per entrare in confidenza con voi

E poi acquisita la vostra fiducia
Due sono le ipotesi
Vogliono solo plagiarvi per prendervi più denaro possibile
Oppure sono solo invasati che vogliono davvero
Insegnarvi la vita da vivere per andare nel regno dei cieli
Sempre però di solito chiedendovi di alleggerirvi un po'
Di quella spazzatura terrena e dalle influenze sataniche
Che è il denaro o altri beni e ricchezze di cui disponete
Fosse anche il vostro piccolo gruzzoletto di risparmi di una vita
Ottenuti col sudore della vostra fronte per anni ed anni 
Lavorando duramente.

Invasati 
Predicano e predicono
Con gli occhi spiritati
E magari hanno anche il loro canale televisivo privato
E cercano con la loro abilità predatoria di convincere
E catturare le prede più facili
Quelle più bisognose di aiuto e di una figura forte 
Di riferimento
Che le protegga.

Predicatori da strapazzo
Preti che fanno a gara per raccogliere
Più pecore smarrite possibile
per guadagnarsi più che il regno dei cieli
Prestigio e magari carriera ecclesiastica sulla Terra.

Eppure li vediamo
Convinti
Fieri
Decisi
Infervorati e quasi posseduti dalla santità.

Ma siete sicuri
Siete certi della loro sincerità e della loro coerenza?

Siete davvero convinti
Che quando non li vedete 
Quando non li osservate
Siano quello che mostrano?

E voi 
Imbonitori dell'anima, ditemi,
Quali sono realmente i vostri principi?

E soprattutto ne avete almeno uno
Uno soltanto di quelli che andate predicando
A cui credete e che seguite davvero
Quando nessuno vi guarda
Quando siete soli
E nessuno è nelle vostre vicinanze?
Quando l'unica anima con la quale fare i conti
È la vostra?

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

mercoledì 16 dicembre 2020

L'Angolo del Rockpoeta®: " Man Vs. Virus"

MAN VS. VIRUS

Sembrava fatta
Il Virus era steso sul ring
Agonizzante 
Ormai in ginocchio
Quando accadde l'incredibile
L'imponderabile, l'indicibile

Come in un match di Wrestling
Si trascina a bordo ring
Si dà il touch con il suo partner 
Oltre le corde
Tutto sotto i nostri occhi superbi
Colpevoli di averlo sottovalutato

Il partner di lotta entra sul ring
Sostituendo il malconcio coronavirus 
È un virus nuovo
Più riposato
Agguerrito
Incazzato
Rispetto al suo predecessore

E per la razza umana
Calò il sipario
Comparendo per noi inesorabile
Sullo schermo della vita, la parola: 
 FINE   

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

lunedì 14 dicembre 2020

L'Angolo del Rockpoeta®: "Mio Piccolo Orrore"

 MIO PICCOLO ORRORE

Mio piccolo Orrore
Mio delizioso piccolo Orrore
In grado incredibilmente di volare ma solo al contrario
E girare in tondo in senso antiorario

Figlio di polveri sottili ed altre sostanze chimiche
Respirate nel grembo materno
Recipiente naturale ed incolpevole
Dell'assorbimento di polveri sottili ed altri veleni
Veleni che hanno influito sul risultato del parto.

Mio Piccolo Orrore
Tesoro della mamma
Per quanto tempo potrò trattenerti?
Per quanto ancora riuscirò a convincerti
A desistere dal tuo piano?

Mio Piccolo Orrore
Ora parli e già capisci
Il piano è chiaro fin dal primo momento
Vendicarti di coloro che sono colpevoli del tuo aspetto
Della tua condizione

Rovinato fisicamente
Faccia sfigurata 
Corpo deturpato 
Ha avuto come contropartita alcune doti speciali
Potremmo chiamarle "Poteri"
Che lo aiuteranno, forse,
Se non desisterà dall'attacco suicida,
Per la sua missione di vendetta 
Ma anche per liberare tutti proprio tutti quanti noi
Da quest'aria marcia
Cancerogena
Insalubre

Mio Piccolo Orrore
Mio delizioso Piccolo Orrore
Ora sei consapevole di chi sei
E delle tue pesanti responsabilità;
Se accetterai il tuo destino e la ragione per cui sei nato
Sai che dovrai mettere a repentaglio la tua vita
Per liberare tutti noi da questo inquinamento
E dal nostro cervello malato che si ostina 
A ripetere sempre gli stessi sbagli.

Potresti anche rifiutare questa vita che non hai scelto
Dettata da un corpo che non vuoi e che detesti
E da poteri che non hai chiesto
Ma sai che avrai buttato via un'occasione irripetibile
Perchè sei conscio di essere il nostro Messia laico
Chiamato per salvare l'ambiente e la razza umana.

Mio Piccolo Orrore
Mio amorevole Piccolo Orrore
Giustiziere della notte
Novello supereroe
Abbi sempre cura di te.

Mio Piccolo Orrore
Salva il pianeta
Cancella questa infamia
E vendicati di chi è stato causa della tua sofferenza

Mio piccolo amore
Mio delizioso Piccolo Orrore
Ora è giunto il momento 
Un ultimo abbraccio
E ricorda, qui avrai sempre rifugio figlio mio
La tua mamma ti ama 

Piccolo Orrore
Un predestinato
La prova che la natura ha i suoi equilibri ed i suoi misteri
Inestricabili, imperscrutabili
Ed anche la prova inconfutabile che ciò che l'uomo ritiene perfetto
Non è detto che lo sia per la Natura
E viceversa

Mio Piccolo Orrore
Mio stupendo fiore di campo 
Il destino e la Natura
Ti hanno scelto per salvare questo pianeta 
Ed i suoi equlibri

Compito arduo
Non essere come gli altri ragazzi
Non avere una propria vita sociale
Proprio come i supereroi dei fumetti
Ed allora un ultimo abbraccio piccolo mio
E fai sempre attenzione 
Che salvare il pianeta non è cosa da poco.

E per favore
Cerca assolutamente di tornare.

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

domenica 13 dicembre 2020

FRANKEN MEME DI NOCTURNIA: LE MIE SCELTE

 Questa iniziativa oramai consolidata negli anni, nasce da Nick Parisi con il suo blog Nocturnia che molti di voi so che conoscono così come sapete anche di che iniziativa stiamo parlando (per quei pochissimi che ne fossero all'oscuro cliccate sulla frase all'inizio di questo post...). Nocturnia è un blog gestito da Nick con grande passione ed infinita competenza oltre che molta affabilità.  

Io di solito postavo le mie decisioni come ho fatto anche in questa circostanza, solo in un commento lasciato da lui. Questa volta ho deciso di fare pure il post, sia per riconoscenza verso Nick che ama anche ospitare artisti sia figurativi, che fotografi che..... poeti anzi Rockpoeti :-))), sia verso tutti quelli che in questi quattro anni compreso questo non hanno mancato mai di conferirmi almeno un "premio" venendo inserito in una delle categorie di blog che si amano ideate da Nick.  Ne approfitto per fare un super saluto a Nick e postare le mie scelte. Ho premiato molti blogger rispetto allo scorso anno, perché mai come in questa stagione la qualità, l'interesse e lo spessore emotivo dei vostri post sono stati incredibili e mi è sembrato giusto che fosse riconosciuto tutto questo. L'immagine del premio la trovate da lui o anche da me nella colonna di sinistra più in basso. Vorrei per correttezza e verità dire che l'elenco non è una classifica, quindi tutti coloro che sono stati scelti ed inseriti in una categoria sono alla pari anche perché possono avere caratteristiche del blog notevolmente differenti da rendere di fatto impossibile una preferenza.    

Si parte!


I MUST


MENZIONE D'ONORE


GLI HIGLANDERS


NEW ENTRY


MERITEVOLI DI EMERGERE


I DESAPARECIDOS 

1) IL BLOG DI SANTA SPANO'    lei ancora attiva su fb ma non più sul blog e mi mancano i suoi post intelligenti, ironici profondi.
2) IL BLOG DI VINCENZO IACOPONI LUI PURTROPPO MANCATO IL 24 SETTEMBRE 2019   un grande uomo ed un poeta straordinario.
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A domani con la programmazione ordinaria, e con un'altra mia poesia. Vi attendo!
Daniele il Rockpoeta®

venerdì 11 dicembre 2020

L'Angolo del Rockpoeta®: " Falso Controllo"

FALSO CONTROLLO   

Amo il modo in cui ti lasci inquinare
Amo il modo in cui ti lasci devastare
Amo il modo in cui ti lasci usare
Amo il modo in cui ti lasci guardare
Amo il modo in cui posso calpestarti
Navigarti e sorvolarti.

Io uomo
Amo te Terra mia
Con un amore morboso 
Possessivo
Assoluto.

Come una donna sottomessa
Tu non puoi reagire alle mie angherie
Devi sottostare ai miei maltrattamenti
E se ti sfregio le montagne 
Devi accettare
E se ti trivello il mare
Devi subire
E se scavo per trovare petrolio e minerali
Tu non puoi oppore resistenza

Io Maschio dominante
Amo te Donna Terra mia
Ti possiedo
Ti uso
E tu
Tu sorridimi almeno
Non fare sempre quella faccia imbronciata.

Oggi però non capisco
Le tue acque straripano
Il tuo suolo si ribella e trema
Le tue montagne scendono a valle
I tuoi ghiacciai si sciolgono irrimediabilmente
E l'umanità è in pericolo di estinzione. 

E paralizzato dalla paura
Non so capire
Se ti stai ribellando
O senza capirlo
Ti ho semplicemente uccisa

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

mercoledì 9 dicembre 2020

L'angolo del Rockpoeta®: "Gabbie Colorate"

GABBIE COLORATE

Gabbie colorate
Il covid imperversa sui media

Tentativi puerili e maldestri
Per celare chi invece
Sfrutta questa malattia
Per lucrarci.

Medici eroi
Infangati da primari furbi
E colleghi vili che subiscono il ricatto

Malati affetti da altre patologie
Deceduti per quelle e non per il covid
Ma stranamente dichiarati ugualmente positivi
E quindi trattati come tali.

Entrare in ospedale
Come entrare in un gulag
Non vedendo più nessun congiunto

Vederli entrare in ospedale
Non avendo quasi più notizie
Come con i desaparecidos in Chile
E poi autopsia
Ed il sospetto che il referto dica "no covid."

Ma voi non li vedrete piu
Non li vestirete
Non li saluterete
Sono le regole.

E tutto questo
Report docet
Per 2000 euro al giorno
E la vostra anima venduta per 30 denari
Infanga medici eroici
Che non meritano colleghi schifosi
Come voi.

E poi arriva il governo
Con le regioni trasformate
In oscene gabbie colorate
A dirmi chi posso vedere
Nelle feste natalizie
E se lo posso vedere
Anche se è zona gialla sia la mia
Che la regione eventuale dei miei.

Una sola parola per questa banda di pazzi
E liberticidi: fottetevi

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

lunedì 7 dicembre 2020

L'Angolo del Rockpoeta®: "Sopra Ogni Cosa"


Ho scelto la lotta armata
Ero uno dei membri più importanti dei Tupamaros 
Insieme al mio amico Rosencof
Ed altri ancora.

Già prima del 1973 
La dittatura era praticamente instaurata
Poi nel giugno di quello stesso anno il golpe militare
Ed il regime che prima con Areco era presente 
Ma non dichiaratamente riconosciuto
Tolse quella viscida maschera di simulata democrazia 
Dal suo volto
E si palesò in tutta la sua evidenza
Con un nuovo dittatore.

Io fui nuovamente arrestato
Come tanti altri miei compagni
E scontai 12 anni di torture e paura
Prima della liberazione
Per la nascita di un processo democratico nel mio Paese.

Ma era ancora poco
Ed allora alcuni anni dopo
Formammo un partito 
E dopo una costante crescita
Vincemmo le elezioni del 2004
E fu la definitiva consacrazione
Di una vera Democrazia in Uruguay.

Scusatemi
Scusate la mia foga
Perdonate l'ansia di raccontarvi la mia storia
Io sono José Alberto Mujica Cordano detto Pepe Mujica
Ma non sono qui per parlarvi del mio presente
O del mio passato recente da Presidente del mio Paese
Sono qui perchè nessuno dimentichi 
La paura di morire
La sofferenza delle torture
La crudeltà e la ferocia che può raggiungere l'essere umano
L'importanza della forza di volontà 
E della voglia di sopravvivere.

Sono qui
Per dirvi di lottare sempre per la democrazia
Di non dimenticare mai 
Anche nei momenti più bui
Perchè siete lì
Perchè vi trovate nell'oscurità 
Di una cella stretta, sporca ed angusta
E sono qui per dirvi 
Di ricordare sempre i vostri affetti più cari,
Da dove venite
Come vi chiamate
Cosa facevate
Chi in sostanza siete 
E tornerete ad essere.

Sono qui per chiedere
A ciascuno di voi
A tutti i popoli del mondo
Di saper resistere e di continuare a lottare 
Adesso se necessario oppure in futuro
Se mai un giorno ce ne fosse di nuovo bisogno.

L'Uruguay è la mia terra
Ma analoghe storie di orrore e repressione
Si sono vissute in Cile
Ed in molte parti del Sudamerica.

Sono José Alberto Mujica Cordano detto Pepe
Ed il mio unico merito è amare la libertà e la vita
Sopra ogni cosa. 

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

venerdì 4 dicembre 2020

L'Angolo del Rockpoeta®: "Il Muro Della Vergogna"

Anche questa poesia nasce da un, come li chiama Riccardo, "cross-posting". La "colpa" (merito in realtà) è di Angela e del suo blog Chicchi di Pensieri in quanto è nato tutto da un suo post di qualche tempo fa del 16 novembre per l'esattezza, nel quale recensiva libri che trattavano di questo tema di cui oggi tratterò ossia del triste caso delle "Comfort Women" Qui da Angela per leggere il suo post del 16 novembre, qui sotto la mia poesia dalla quale cmq si evince molto bene di cosa si trattava.  È una poesia nata più tardi perché non conoscevo questi fatti ed ho voluto dopo la lettura del post di Angela, documentarmi di più e capire di più immergendomi nella vita di molte di loro. Vi lascio alla poesia.

IL MURO DELLA VERGOGNA

Mi chiamo Atzuko
Al tempo dei fatti 
E della storia che vi racconterò
Era passato appena da poco il giorno
Del mio quattordicesimo compleanno

Mi chiamo Atzuko
Ma probabilmente se vi dico
Che sono stata per anni 
Fino alla conclusione del secondo conflitto mondiale
una "Comfort Woman"
Forse qulcuno di voi
Avrà già mosso il capo in segno d'intesa
Un cenno per confermare di aver capito.

Rapita nel 1942
Da un villaggio giapponese
Sono stata costretta a fare da schiava sessuale
Ai militari nipponici

Di fatto ero una proprietà del governo o dell'esercito forse
Nella realtà dei fatti ci chiamavano
"Donne di conforto"
Una definizione che ho sempre trovato
Di una terrificante e nauseante ironia.

Non ero sola dentro quell'inferno
Con me c'erano anche coreane, cinesi, taiwanesi
Un piccolo "esercito del piacere" 
Il loro ovviamente.

Eravamo come oggetti
Loro giocattoli da usare per 
Scaricare la tensione della guerra

Ed ora che tutto è finito
Sono decenni che lottiamo
Tutte quante di quelle di noi 
Che sono sopravvissute
Affinchè sia raccontata e riconosciuta
Questa orribile realtà.

E quelle di noi che non sono morte
O di stenti o suicide
Per la vergogna e l'isolamento sociale
A cui tutte noi siamo soggette
Lottano ancora

E più lottiamo più ci scontriamo
Contro un muro di omertà 
Nonchè disgusto misto ad odio nei nostri confronti
Perchè il dover riconoscere veramente 
L'orrore e la vergogna di quanto commesso
Da questa nazione contro povere ragazze innocenti
Di vari Stati compreso quello giapponese
È difficile per un popolo orgoglioso
Terrorizzato dal concetto di "Disonore"
Ed al contempo anche un po' ipocrita come il nostro

E poi 
Dover fare tutto questo 
Non in modo blando e con lievi accenni
Con delle scuse appena abbozzate 
Ma seriamente
Riconoscendo in primis in modo netto e nitido
Quest'onta che infanga tutto il Giappone,
Chiedendo inoltre scusa e
Risarcendo anche le ragazze ancora in vita
O fossero oramai morte
I familiari ancora vivi delle stesse,
Risulta ancora oggi
Quasi del tutto impossibile.

Eppure oramai questo fatto è Storia
Gli abusi che abbiamo subito sono realtà documentata
I suicidi di molte di noi per la vergogna ed il dolore
Sono anch'essi molti e dimostrati
Ma nonostante questo
La società giapponese 
Per non fare i conti con un senso di colpa nazionale
E col disonore per l'accaduto
Vuol far finta di niente
E mette la polvere sotto il tappeto
Un tappeto grande
Dove tutte noi 
Metaforicamente stipate lì sotto
Soffochiamo lentamente
Per un senso di sempre maggiore impotenza
E di sempre maggiore convinzione che 
Questo muro della vergogna non si abbatterà mai

Sono Atzuko
Ho 92 anni
Non mi sto arrendendo
Ma l'età si sente
Qualche problema di salute ce l'ho
E non ho più le forze fisiche e mentali
Intese come determinazione feroce
Che avevo un tempo.

Sono Atzuko
Ed anch'io faccio i conti 
Con il mio senso di disonore
E cioè quello di morire molto probabilmente
Senza aver avuto giustizia
E soprattutto 
Senza aver potuto vedere riabilitati
Il mio nome e la mia reputazione
Nonchè il nome e la reputazione di tutte 
Le altre ragazze.

E questo muro della vergogna
Infanga ancora oggi il mio popolo,
E non capiscono
Che continuare ostinatamente
A non volerlo abbattere
È fonte
Questo sì
Di un loro profondo disonore attuale
In quanto la loro omertà
Li rende complici.

Sono Atzuko
Vi lascio queste mie parole
Nella speranza che leggendole
Possiate conoscere la verità su questo orrore
Ancora oggi ricoperto di ovatta
Ancora oggi avvolto da un silenzio colpevole.

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

mercoledì 2 dicembre 2020

L'Angolo del Rockpoeta®: " La Stanza"

LA STANZA

Gira la stanza
Ruota su se stessa
Mentre io resto immobile.

Non è la mia testa a girare
Non è il mio cervello a perdere colpi
E non ho capogiri o sensazioni di svenimento
E per i più maligni
Sono sobrio.

La stanza gira
Si scompone
Le pareti sorridono aprendosi ed allargandosi
Senza sosta
E la stanza mi invita ad attraversarle
Mi vuole presentare il loro Re.

Fischiettando insieme al vento
Mi incammino lungo un crinale sconosciuto
Mentre la neve e l'aria continuano
Con i loro suoni così diversi
A mettermi in imbarazzo e ad intimorirmi. 

Gli oggetti placano la loro sete di movimento
I miei piedi si fanno più pesanti
Ma un arcobaleno illumina la scena
E so che me l'hai prestato tu
Tu che sei tutti i colori della mia vita.

Sembra tutto così apparentemente incomprensibile
Ma basta allargare la macchina da presa
Ed ecco che la stanza che gira è il nostro pianeta ribelle
E noi siamo quelli che, nella migliore delle ipotesi,
Riusciremo solo a rallentare l'inesesorbile 
A meno che non afferreremo il nostro personale arcobaleno
E proveremo a cambiare l'ordine delle cose
La nostra realtà.

La stanza si popola sempre di più
E si è come in trappola
Ed ecco che percepisci il disegno assoluto del Re:
Ridurre consistentemente il genere umano.

D'altronde nonostante la nostra acuta e brillante intelligenza
E la nostra cultura 
Non saremmo in grado di reggere l'urto 
Di un clima cambiato
Di una realtà che sta per superare ogni fantasia che qualcuno 
Possa avere mai avuto
E di una inguaribile natura umana votata all'autodistruzione.

Siamo tante facce di uno stesso cubo
Solo che è quello di Rubik
Dove anarchia e babele regnano sovrane
Ed anche se un lato o più si ricomponesse
Avremmo ancora una faccia
Seguita da un'altra singola faccia
E da un'altra ancora
E così via 
E ciascuna con colorazioni multiple,
Non sembra esserci verso di ricostituire ordine e disciplina. 

Ma le cose cambiarono di colpo
Quando arrivò chi comprese il meccanismo
E quelle facce caotiche presero senso ed ordine
Ma effetto collaterale di quella ricostruzione 
Fu l'aver replicato il nostro genoma. 

Noi sul momento non capimmo
Le conseguenze gravissime di quella ricostruzione:
Fu una notte memorabile
E noi tutti iniziammo a sperare,
Si poteva uccidere il Re
Si poteva fermare l'inesorabile consunzione della nostra Stanza
Ed il suo inesorabile sfruttamento
Nonchè fermare la nostra rotta in picchiata verso la fine
Solo che ci rendemmo conto dopo pochissimo
Che spesso
Non ci sono veri cambiamenti 
E ben presto il Salvatore della Patria
Si erse ad Imperatore Unico della Stanza
Con telecamere ovunque e coprifuoco.

E chi veniva pescato oltre le 22 fuori
Era prelevato a forza, pestato e portato via

E la stanza tornò a girare come prima 
Come se niente fosse successo
Scandendo ad ogni giro completo
Il suo countdown verso l'estinzione:
La nostra ovviamente. 

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®