mercoledì 11 novembre 2020

L'Angolo del Rockpoeta®: "La Zona Bianca"

LA ZONA BIANCA

È successo
Sembrava fantascienza
Ed invece è la realtà.

Prima zone rosse
Arancioni, gialle
Divisioni per diffusione del virus
Difficoltà di ricezione delle strutture sanitarie
E tanti altri parametri più o meno criptici.

Oggi tutto è diverso
Paradossalmente più facile
Ma profondamente più sconsolante.

Oggi il mondo è tutto zona rossa
Ovunque la circolazione è libera
Intanto non esiste difesa da lui
Quindi chi vuole si muove, lavora, rischia.

Oggi il mondo è quasi tutto zona rossa
In realtà esiste un luogo 
Una piccola porzione di terra
Una striscia lunga e sottile
Che per ragioni mai comprese
Non ha più contagi da un paio d'anni.

Prima il tentativo fallito di studiare gli abitanti
Poi  i primi contagi di ritorno
E la decisione forte e decisa delle autorità locali:
"Fuori tutti i forestieri
Quest'oasi felice si chiude al mondo
Saremo "Zona Bianca" e nessuno più entrerà qui
Fino a quando anche il resto del mondo
Non avrà debellato il virus"

Quello che non fu detto 
Ma era facilmente intuibile
È che il divieto era in entrambi i sensi
Quindi divieto assoluto di uscire dall'oasi protetta
Dalla gabbia dorata
Salvo mettere in conto di non rientrarvi mai più.

Affetti divisi
Scelta penosa
Uniti nell'ampia, estesa e libera zona rossa
O separati per sempre

E gli abitanti di quella Zona Bianca
Come tanti panda in cattività
Rassegnati a vivere sani ma prigionieri
Senza poter uscire da quella striscia di terra
Senza più poter visitare il mondo
Con militari schierati ed armati fino ai denti 
A proteggere le frontiere
Con la paura di attacchi e tentativi di forzare i confini
Con la paura che dopo tanta prigionia 
Ci fosse anche la beffa di ripiombare nel baratro della malattia.

Anno 2049
Sono ancora Zona Bianca
Popolazione soprattutto anziana
Giovani pochi
Molti preferiscono perfino andarsene 
E sfidare la sorte del virus ma vivere 
E farsi una vita a rischio ma pur sempre una vita
Rifiutando le sbarre di una cattività sicura ma infelice.

2049 
Ancora Zona Bianca
Oramai sono quasi 30 anni che non si muore più di covid
Qui la percentuale più alta di morte sono i suicidi.

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

31 commenti:

  1. Bellissima questa tua riflessione in versi.
    Durante la prima ondata di covid nel mio territorio c'è stata una zona bianca.
    Zero contagi, confini praticamente chiusi. Oggi ci sono 4 casi attivi, tutti in una famiglia, e il quinto caso, una povera donna di 82 anni, ha perso la vita per il covid.
    Alla fine il virus arriva onvunque

    RispondiElimina
  2. Nel mondo del calcio esiste una zona bianca. Lo stesso fenomeno riguarda i protagonisti di un torneo di tennis. Generalmente e calciatori e i tennisti vivono in alberghi. Ognuno una stanza e si parlano solo in casi eccezionali. Anche nei tornei di tennis i partecipanti vivono in una "bolla". Si esce solo per gli incontri e appena finiti tornano in albergo.
    E' una realtà provvisoria. In assenza di tornei ognuno vive come vuole, sempre rispettando le regole di restrizione imposte nel vari Paesi del mondo.
    Daniele, la tua bolla che chiami "zona bianca" è per tutta la vita. Attualmente non esiste.
    La poesia riguarda un futuro distopico a causa dell'infelicità delle persone per una vita asociale che spesso si conclude con suicidi di massa.
    Io spero che la poesia non si trasformi in una realtà allucinante. Storicamente le pandemie durano solo due anni. Poi finiscono e con il tempo la gente le dimentica.
    In questo periodo dominato da un virus famelico gli ammalati riempiono gli ospedali bloccando controlli e interventi per quelle persone che non hanno il covid. Tutto rimandato almeno di un anno. Mammografie, esami malati di cuore, prostata ingrossata, cataratta.
    Non è giusto e l'impegno prioritario è bloccare il Covid con restrizioni e vaccinazioni di massa.

    RispondiElimina
  3. PER ROKY vero arriva ovunque e la mia riflessione era proprio basata sul fatto che in prigione come reclusi sembrano essere quelli in zona rossa ma paradossalmente un avanzare del virus quasi totale porterebbe al paradosso opposto.

    RispondiElimina
  4. PER GUS vero è una lirica dal futuro distopico ma è stato un pensiero inquietante che mo ha attraversato la mente e che forse col vaccino pfizer all'orizzonte potrebbe essere scongiurato ed allontanato

    RispondiElimina
  5. Io ti adoro, Daniele, ti stimo per il tuo impegno sociale, ma a volte mi fai cascare le braccia. La realtà è questa e se vogliamo uscirne bisogna assoggettarsi chè, in fondo , la libertà e un'altra cosa.
    Cri

    RispondiElimina
  6. PER CRISTIANA: hai interpretato erroneamente in questo caso i miei versi. Questa poesia nasce dalla paura che si resti tutti prigionieri e reclusi per sempre non trovando una soluzione a questa pandemia. Come dice Gus è. una lirica dal futuro distopico o forse essa stessa distopica, tutto qui. L'affetto e la stima sono sempre assolutamente reciproca Cristiana.

    RispondiElimina
  7. Speriamo di uscirne presto fuori, ma ci vuole l'impegno di tutti.
    Sereno giorno.

    RispondiElimina
  8. PER CAVALIERE: giusto, e speriamo di essere vicini alla luce in fondo del tunnel

    RispondiElimina
  9. La zona bianca è ciascuno di noi.
    Ma un animale sociale come l'essere umano non può sopravvivere in solitudine, c'è differenza tra chi ha una famiglia e chi vive solo tra quattro mura, e ha tra l'altro la consapevolezza che non può allontanarsi per raggiungere qualcuno fuori dal proprio Comune.
    Un conto è vivere con una famiglia in una città, un altro è vivere soli in un paesino dove c'è il mortorio anche in tempi di pace... Di questo non si è tenuto conto, e ancora una volta gli onesti pagano per la strafottenza dei "dritti", dei furbi, dei menefreghisti... e dei politici incompetenti che fanno chiudere tutto tranne gli allevamenti dove il virus ha modo di mutare e rendere inutile il vaccino.

    RispondiElimina
  10. PER GUS: il punto è che la colpa non è solo dei furbetti ma anche nel. manico in chi cioè ci ha governati ed ha governato e sta ancora governando questa pandemia molto male.

    RispondiElimina
  11. Mi hai fatto venire in mente il proemio del Decameron in cui uno dei tre uomini, di fronte alla prospettiva di trascorrere dieci giorni in campagna nel bel mezzo del nulla, risponde che allora preferisce restare a Firenze e rischiare di prendere la peste. Poi ovviamente cambierà idea, ma il senso del suo dubbio iniziale è chiarissimo.

    RispondiElimina
  12. La zona bianca verrà anche in Italia, e giallo, verde, rosso, arancione e blu lasceranno finalmente spazio all'equilibrio della serenità.

    Intanto, bardati in mascherine altrettanto colorate, non ci resta che attendere. Purtroppo.
    Burattini nelle mani di qualcuno che non sa più come manovrare i fili, ma non conosce nemmeno l'umiltà.

    RispondiElimina
  13. PER ARIANO: il punto è proprio la prospettiva temporale nel Decameron erano solo dieci giorni e soprattutto il termine temporale era ben delineato. Come dicevo cmq il punto è dato da un lato dalla prospettiva temporale ma non solo infatti nei miei versi l'elemento principale è il capovolgimento della situazione: non più tante zone sane e poche malate ma tutto il mondo malato tranne uno spicchio ed allora paradossalmente i prigionieri ed i reclusi non sono più quelli infettati ma i sani.

    RispondiElimina
  14. PER CLAUDIA: speriamo che tutto il pianeta torni presto zona bianca, zona libera, zona di tutti. Ah ah io non metto mascherine colorate solo FFP2 di colore bianco. Credo sia un modo, anche, per ricordarmi sempre che la mascherina è e dovrà essere un momento passeggero per poi tornare a mostrare i nostri visi e respirare in piena libertà.

    RispondiElimina
  15. Straziante.
    Io da una zona bianca del genere uscirei. E vada come deve andare. Non si può vivere bene sotto una campana di vetro.

    RispondiElimina
  16. PER LA DAMA BIANCA: penso lo farei anch'io soprattutto se i miei affetti fossero dall'altra parte del "muro".

    RispondiElimina
  17. A volte penso che la situazione che stiamo vivendo sia, come dire, solo l'inizio. Mettiamo che la scienza riesca a trovare un vaccino, o un antidoto, e sembra che siano riusciti nell'intento. Ma...e la prossima pandemia? Chi può escludere che non ci sia una seconda pandemia con altre dinamiche? Intendo dire che ormai il rapporto fra noi umani e la natura è al centro delle questioni e non mi sembra che vengano prese in considerazione.

    Ricordo di averne parlato anche sul tuo blog: il rapporto fra noi e la natura che ci circonda è qualcosa su cui c'è molto da fare, e ancora si è fatto poco o niente. Le situazioni contingenti ci spingono sempre ad inseguire l'emergenza e sono convinto che molte cose possiamo farle noi in prima persona. Tutti dobbiamo prendere coscienza che gli equilibri sono stati sconvolti in vari modi e con vari sistemi. Ma tendo ad essere fiducioso: riusciremo a tirarcene fuori, il guaio è che c'è "un prezzo" da pagare e spesso lo pagano i più deboli, gli indifesi o gli anziani. Perché ormai possiamo dire che il covid 19 ha cancellato una generazione di anziani.

    Sempre interessanti i tuoi post.
    Un salutone e alla prossima

    RispondiElimina
  18. PER ACCADEBIS: lieto di ritrovarti qui in primis. Vero la tua osservazione oltre che pertinente è inquietante. Diciamo che ci auguriamo che non ci siano più per qualche decennio altre pandemie altrimenti sarebbe la fine del genere umano.

    RispondiElimina
  19. Non so quanto sia saggio voler vivere ma male, sfidando il virus... Non so se lo farei, perché non sarebbe comunque vita libera.
    E allora preferirei la prudenza, dentro la mia zona bianca, anche se non posso uscire... tanto, meglio di una vita a rischio e non vissuta al 100%, meglio una gabbia dorata :)
    Che poi, oh, non saà certo fino all'anno distopicamente citato da te^^

    Moz-

    RispondiElimina
  20. PER MOZ: vedi è proprio quello il punto. il tempo. Se hai un tempo ragionevolmente certo e ragionevolmente accettabile come durata i sacrifici li fai, se invece la durata è incerta e potrebbe essere lunga come quasi una vita, e quindi ti perderesti delle esperienze, ti perderesti il vivere, non so cosa sceglieresti. Io per stare con 20.000 persone chiuso senza sbocchi sentimentali, lavorativi, senza poter soddisfare la curiosità di vedere il mondo, ecco io non ci starei, a meno che. e qui torniamo al discorso del tempo. il periodo temporale di sofferenza non fosse certo e ragionevolmente accettabile.

    RispondiElimina
  21. Non so Daniele.
    Se scegliessi di non far parte della zona bianca, nella mia libertà contraessi il virus mortale e soffrissi fino a morire o, seppur sopravvivessi, soffrissi per le conseguenze dovute al virus, a che mi servirebbe la tanto desiderata libertà?
    E neanche vivrei serenamente nella zona pura perché non sarei comunque libera di scegliere.
    La mia vera libertà sarebbe scegliere la vita. Per mia scelta chiudermi in casa, uscire solo se necessario, evitare contatti sbagliati, usare mascherina e disinfettanti vari. La scelta è mia, consapevole, non mi sentirei segregata ma quasi sicura di salvaguardare la vita mia e di tutti. Una scelta indipendente, autonoma, che non potrà mai procurarmi sofferenza interiore.
    Ecco questo è il mio modo di affrontare questa ennesima difficoltà, forse più dura e pericolosa ma neanche l'ultima. Tutto dipende dalla forza che abbiamo, interiore e di pensiero. Libera infine di scegliere.
    Mi piace molto ciò che hai scritto Daniele, hai usato la fantasia e l'immaginazione per creare un nuovo mondo, vorrei potesse essere reale ma scontrandoci con la realtà potrebbe, il sogno, svanire in un secondo.
    Bacio, ciao.

    RispondiElimina
  22. Tragica la tua poesia, le tue parole.
    E' come dire vivere da malati per morire sani.
    Triste realtà.
    Ma nessuno può impedirci la vita, a nostro rischio e pericolo, col buonsenso e il giudizio di persona coerente e corretta.

    RispondiElimina
  23. PER PIA: Io non lo so ripeto se avessi anche affetti ed interessi dall'altro lato, io penso che non resterei. Nella zona bianca non avresti bisogno di nulla In quella rossa di mascherina ovviamente proprio come adesso solo che non essendoci modo di curarsi o vaccinarsi si andrebbe avanti con la propria vita, chi lo vuole. Di fatto ti comporteresti proprio come fai adesso. Unica differenza che se eri in zona bianca. potevi essere certa, anche se poi nel futuro di certo non c'è mai nulla, di non ammalarti mentre se restavi in zona rossa potevi fare tutto ma rischiando. Spero come ho già detto anche prima in altri commenti che non si arrivi mai a tanto e forse non succederà.

    RispondiElimina
  24. PER PATRICIA: giusto, vivere come malati per morire sani hai detto bene. E concordo con te, nell'ipotesi distopica da me presentata, io forse sceglierei la zona rossa ma la libertà.

    RispondiElimina
  25. Un bellissimo pensiero il tuo che fotografa la paura della paura che molti provano.
    Anche io evadere.
    Ciao fulvio

    RispondiElimina
  26. PER FULVIO: grazie del tuo profondo intervento. Speriamo che questa mia fotografia non venga scattata mai.

    RispondiElimina
  27. Io rischierei Daniele, rischierei, non vorrei mai chiudermi in una gabbia. Soprattutto non sapendo con precisione quanto tempo mi toccherebbe restare rinchiusa.
    Si lotta. Basta. Non c'è altro da aggiungere.

    RispondiElimina
  28. La fai un po' tragica ma la situazione è giustamente melodrammatica.
    Io tenderei alla sdrammatizzazione, ancor prima di fasciarmi la testa.. tra ventinove anni vivremo (pardon..vivrete.. io troppo vecchio.. ) ma non sarà più Amazon l'azienda più ricca, ma Pfizer.. ;)

    RispondiElimina
  29. PER FRANCO: vivremo ci sarai anche tu. :-))) Più che tragica, preoccupante o meglio inquietante.

    RispondiElimina
  30. PER VALERIA: esatto hai centrato il problema, sarebbero quelli sani ad essere i reclusi e non il contrario.

    RispondiElimina

Prima di commentare leggete la privacy policy in homepage in alto nella colonna di sinistra