Parliamo del fenomeno degli hikikomori
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
Benvenuti in questo blog, dove nel rispetto degli altri e delle loro idee, ci si confronta come se fossimo in una pubblica piazza su temi di attualità o si chiacchera di cose più leggere, come musica, cinema, libri, ed altro ancora. Daniele Verzetti Rockpoeta®.
Va detto che questa condizione di disagio esisteva già ben prima dell'avvento di intetnet e dei social network, quindi è errato attribuirla ad essi.
RispondiEliminaSecondo gli esperti, già vent'anni fa molti adolescenti si chiudevano nella propria stanza per paura del giudizio della società, di non essere abbastanza.
Forse parte tutto dalla famiglia. Ne parlavamo pochi giorni fa da me.
L'autostima è fondamentale e si costruisce sin da bambini, proprio grazie atteggiamento dei genitori.
Ecco, non vorrei attribuire a questi ogno responsabilità, ma purtroppo i tre quarti e mezzo dei disagi partono proprio dalla base...
Una situazione in costante aumento, le nuove tecnologie hanno portato benefici, ma anche tanti problemi.
RispondiEliminaSereno giorno.
La socializzazione si esprime nella vita reale contattano le persone. Lo stare fuori è la condizione indispensabile per conoscere e fare amicizie. Tutto il tempo che internet ( blog, social, informazioni) toglie alla vita reale può dar luogo alla sindrome di hikikomori.
RispondiEliminaIn Italia non ci sono ancora dati ufficiali, ma riteniamo verosimile una stima di almeno 100 mila casi.
leggasi contattando e non contattano.
RispondiEliminaE' comunque una vera e propria patologia...la persona che vive in isolamento in questo modo deve essere aiutata per forza...
RispondiEliminaAl di la de caso specifico che ha ragioni più antiche rispetto all'avvento dei social, è davvero tremendo che il mondo esterno faccia così paura.
RispondiEliminaPER CLAUDIA in questo caso credo che non sia sempre colpa dei genitori ed è una realtà inquietante e sempre più presente anche da noi.
RispondiEliminaPER CAVALIERE disamina ineccepibile
RispondiEliminaPER GUS ed il fenomeno è in aumento
RispondiEliminaPER RIKY hai detto bene, una patologia che è in aumento
RispondiEliminaPER VALERIA giustissimo
RispondiEliminaPER MARIELLA la vita reale fa paura da sempre ma queste tecnologie aiutano a sfuggire ad essa.
RispondiEliminaIl problema esiste ed è molto grave, c'è una serie animata giapponese che affronta con ironia ma anche con drammaticità questa incapacità di rimettere piede nel mondo esterno, si intitola "Welcome to the NHK". Sono dell'idea, parlando anche per esperienza personale, che certe situazioni nascono anche dal degrado della vita urbana. Questi ragazzi così impauriti dal mondo reale li farei vivere per qualche tempo in campagna, lavorare nei campi, passeggiare nei boschi. Penso che riscoprirebbero il piacere di vivere da un'altra angolazione.
RispondiEliminaMe ne ero occupata nel 2017, già allora si parlava di 40mila casi in Italia, stando alle stime di Hikikomori Italia, la prima associazione ad occuparsi del problema, i numeri erano sottostimati, 100mila i casi nella sola Italia.
RispondiEliminaC'è parecchio da riflettere su tutti i fronti.
PER ARIANO molto interessante la tua analisi e non sapevo di quella serie animata che mette ancora più in luce la serietà del problema. Quanto alla tua soluzione bisognerebbe sperimentarla per vedere se funzionerebbe
RispondiEliminaPER SANTA infatti penso anch'io che sia un problema assolutamente sottovalutato e sottostimato
RispondiEliminaCerto, anche noi possiamo dire che siamo felici poiché anche noi, un po', abbiamo il mondo in una stanza.
RispondiEliminaMa come sarebbe diventato il mondo senza l'internet, senza i social? tanti amici sarebbero continuato a essere ancora più amici e invece si sono persi... Tanti altre non sarebbero mai conosciuti...
Ciao, a presto.
PODI-.
PER PODI vero, infatti qui non è il mezzo ad essere oggetto di dibattito ma chi del medesimo ne fa un uso distorto fino a non voler più uscire dalla propria stanza e vivere da recluso
RispondiEliminaMa se ti tolgo il pc, la luce, la corrente, il tablet, internet e il cellulare?!
RispondiEliminaVai a dare due calci al pallone, deficiente.
(cruda analisi ma rende l'idea. La famiglia è sempre responsabile di derive estreme)
Non so se la sindrome Hikikomori faccia parte di quei disturbi legati alle varie forme di autismo.
RispondiEliminaMa l’isolamento voluto mi fa pensare a questo.
Certo se togli la fonte che contribuisce a incrementare l’isolamento devi sostituirla con qualcosa che aiuti ad uscirne da questa situazione.
Percorsi terapeutici ad esempio.
È un disturbi che può essere curato con i giusti mezzi e non penso basti solo un calcio ad un pallone.
Ottimi versi...ma questa l’avevi già pubblicata Daniele no?
Buone ferie
Forse sta diventando una realtà per tanti giovani questo modo di vivere. Hanno rapporti con gli altri ma da lontano, protetti da un PC che elimina i contatti reali, un mondo dove ci si può nascondere e fingere di essere ciò che non si è. Ma la vita va vissuta e affrontata, questa non è vita vera e mi spiace che tanti giovani si nasconda no dietro un PC e trovino amici e scambi di opinione in rete. Contano veramente i contatti umani, fare qualche cosa insieme agli altri, ridere , mangiare una pizza insieme.Certo nella vita reale ci sono anche problemi e non pochi ma si affrontano e si impara a crescere.MI è piaciuto molto il tuo modo di recitare questi versi e condivido tutto ciò che hai detto. Saluti .
RispondiEliminaPER FRANCO mon so è una malattia che ha origini più profonde ed interiori secondo me
RispondiEliminaPER MAX è una vera malattia e ci sono percosse terapeutici da seguire. L'avevo postata scritta questa volta ho voluto proporvela recitata
RispondiEliminaPER MIRTILLO condivido la tua disamina. Grazie per aver apprezzato la mia interpretazione
RispondiEliminaÈ triste pensare Che si possa avere una tale paura del mondo e del contatto con altri esseri umani, da preferire restare chiusi tra quattro pareti. I social network danno l'illusione di non essere soli e in un certo senso e in parte può essere vero, ma se diventano una dipendenza che ci aliena dalla realtà...
RispondiEliminaÈ un rischio sempre più diffuso, e non solo tra giovanissimi.
PER ANGELA vero anche il virus ha portato tensione e reclusione ma poi ora noi usciamo loro no.
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