venerdì 7 agosto 2020

L'Angolo del Rockpoeta®:"Il Mondo In Una Stanza" (VIDEO)

Parliamo del fenomeno degli hikikomori


DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

26 commenti:

  1. Va detto che questa condizione di disagio esisteva già ben prima dell'avvento di intetnet e dei social network, quindi è errato attribuirla ad essi.
    Secondo gli esperti, già vent'anni fa molti adolescenti si chiudevano nella propria stanza per paura del giudizio della società, di non essere abbastanza.
    Forse parte tutto dalla famiglia. Ne parlavamo pochi giorni fa da me.
    L'autostima è fondamentale e si costruisce sin da bambini, proprio grazie atteggiamento dei genitori.
    Ecco, non vorrei attribuire a questi ogno responsabilità, ma purtroppo i tre quarti e mezzo dei disagi partono proprio dalla base...

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  2. Una situazione in costante aumento, le nuove tecnologie hanno portato benefici, ma anche tanti problemi.
    Sereno giorno.

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  3. La socializzazione si esprime nella vita reale contattano le persone. Lo stare fuori è la condizione indispensabile per conoscere e fare amicizie. Tutto il tempo che internet ( blog, social, informazioni) toglie alla vita reale può dar luogo alla sindrome di hikikomori.
    In Italia non ci sono ancora dati ufficiali, ma riteniamo verosimile una stima di almeno 100 mila casi.

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  4. leggasi contattando e non contattano.

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  5. E' comunque una vera e propria patologia...la persona che vive in isolamento in questo modo deve essere aiutata per forza...

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  6. Al di la de caso specifico che ha ragioni più antiche rispetto all'avvento dei social, è davvero tremendo che il mondo esterno faccia così paura.

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  7. PER CLAUDIA in questo caso credo che non sia sempre colpa dei genitori ed è una realtà inquietante e sempre più presente anche da noi.

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  8. PER RIKY hai detto bene, una patologia che è in aumento

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  9. PER MARIELLA la vita reale fa paura da sempre ma queste tecnologie aiutano a sfuggire ad essa.

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  10. Il problema esiste ed è molto grave, c'è una serie animata giapponese che affronta con ironia ma anche con drammaticità questa incapacità di rimettere piede nel mondo esterno, si intitola "Welcome to the NHK". Sono dell'idea, parlando anche per esperienza personale, che certe situazioni nascono anche dal degrado della vita urbana. Questi ragazzi così impauriti dal mondo reale li farei vivere per qualche tempo in campagna, lavorare nei campi, passeggiare nei boschi. Penso che riscoprirebbero il piacere di vivere da un'altra angolazione.

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  11. Me ne ero occupata nel 2017, già allora si parlava di 40mila casi in Italia, stando alle stime di Hikikomori Italia, la prima associazione ad occuparsi del problema, i numeri erano sottostimati, 100mila i casi nella sola Italia.
    C'è parecchio da riflettere su tutti i fronti.

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  12. PER ARIANO molto interessante la tua analisi e non sapevo di quella serie animata che mette ancora più in luce la serietà del problema. Quanto alla tua soluzione bisognerebbe sperimentarla per vedere se funzionerebbe

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  13. PER SANTA infatti penso anch'io che sia un problema assolutamente sottovalutato e sottostimato

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  14. Certo, anche noi possiamo dire che siamo felici poiché anche noi, un po', abbiamo il mondo in una stanza.

    Ma come sarebbe diventato il mondo senza l'internet, senza i social? tanti amici sarebbero continuato a essere ancora più amici e invece si sono persi... Tanti altre non sarebbero mai conosciuti...

    Ciao, a presto.
    PODI-.

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  15. PER PODI vero, infatti qui non è il mezzo ad essere oggetto di dibattito ma chi del medesimo ne fa un uso distorto fino a non voler più uscire dalla propria stanza e vivere da recluso

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  16. Ma se ti tolgo il pc, la luce, la corrente, il tablet, internet e il cellulare?!
    Vai a dare due calci al pallone, deficiente.
    (cruda analisi ma rende l'idea. La famiglia è sempre responsabile di derive estreme)

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  17. Non so se la sindrome Hikikomori faccia parte di quei disturbi legati alle varie forme di autismo.
    Ma l’isolamento voluto mi fa pensare a questo.
    Certo se togli la fonte che contribuisce a incrementare l’isolamento devi sostituirla con qualcosa che aiuti ad uscirne da questa situazione.
    Percorsi terapeutici ad esempio.
    È un disturbi che può essere curato con i giusti mezzi e non penso basti solo un calcio ad un pallone.
    Ottimi versi...ma questa l’avevi già pubblicata Daniele no?
    Buone ferie

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  18. Forse sta diventando una realtà per tanti giovani questo modo di vivere. Hanno rapporti con gli altri ma da lontano, protetti da un PC che elimina i contatti reali, un mondo dove ci si può nascondere e fingere di essere ciò che non si è. Ma la vita va vissuta e affrontata, questa non è vita vera e mi spiace che tanti giovani si nasconda no dietro un PC e trovino amici e scambi di opinione in rete. Contano veramente i contatti umani, fare qualche cosa insieme agli altri, ridere , mangiare una pizza insieme.Certo nella vita reale ci sono anche problemi e non pochi ma si affrontano e si impara a crescere.MI è piaciuto molto il tuo modo di recitare questi versi e condivido tutto ciò che hai detto. Saluti .

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  19. PER FRANCO mon so è una malattia che ha origini più profonde ed interiori secondo me

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  20. PER MAX è una vera malattia e ci sono percosse terapeutici da seguire. L'avevo postata scritta questa volta ho voluto proporvela recitata

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  21. PER MIRTILLO condivido la tua disamina. Grazie per aver apprezzato la mia interpretazione

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  22. È triste pensare Che si possa avere una tale paura del mondo e del contatto con altri esseri umani, da preferire restare chiusi tra quattro pareti. I social network danno l'illusione di non essere soli e in un certo senso e in parte può essere vero, ma se diventano una dipendenza che ci aliena dalla realtà...
    È un rischio sempre più diffuso, e non solo tra giovanissimi.

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  23. PER ANGELA vero anche il virus ha portato tensione e reclusione ma poi ora noi usciamo loro no.

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