LA REDUCE
Ti ho persa in Iraq una prima volta
Senza una gamba tornasti
Senza una gamba e senza te stessa.
I ricordi di una guerra non si cancellano
I ricordi di una guerra ti perseguitano
I ricordi di una guerra ti cambiano.
Ti ho persa in Iraq una prima volta
Ti ho persa oggi nuovamente e per sempre
Per colpa ancora di quella maledetta guerra
Per colpa di quei ricordi che non hai più sopportato
E di cui solo saltuariamente mi hai accennato.
E della nostra sudicia bandiera a stelle e strisce
Ben risposta nelle mie mani
Della tua medaglia insanguinata
E del loro freddo saluto militare
Non mi importa nulla
Perchè è te che ho scelto
Non la bandiera
È te che ho perso
E verso te soltanto avevo dei doveri
E verso te soltanto provo amore e devozione
Ti ho persa in Iraq una prima volta
Oggi ti ho persa definitivamente
E con te
Perdo anche il rispetto per il mio Paese
Se mai ho sentito dentro di me veramente tale rispetto
Ti ho persa in Iraq una prima volta
La seconda oggi
Preso in giro da un rituale di Stato pagano e pomposo
Che ti ha premiato solo per essere morta
Che ti celebra solo adesso che non sei più un problema
Solo adesso che il tuo contratto è finito
Per manifesta cessazione dei tuoi doveri
Per evidente impossibilità sopravvenuta ad eseguirli.
Solo adesso che non servi più a nessuno dei loro scopi.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
Capisco i tuoi sentimenti ma la Patria dobbiamo pure amarla.
RispondiEliminaPER GUS: l'amore deve essere ricambiato e non a senso unico però.
RispondiEliminaCertamente gli stati dittatoriali non danno amore ai cittadini e anche in democrazia non c'è amore per i poveri.
RispondiEliminaPER GUS non solo spesso al ritorno dalle missioni sono abbandonati a loro stessi soprattutto negli USA
RispondiEliminaFacile tessere le lodi dei soldati caduti. Ma a che prezzo indossano quella divisa?
RispondiEliminaE cosa rimane dopo di loro?
Il nulla cosmico.
Certo è facile lodare e premiare chi è caduto ma chi è caduto non c'è più e cosa se ne fa di onori e gloria , se ha perso la vita ? Ottima e sentita poesia su uno dei tanti drammi dei nostri tempi. Complimenti e saluti.
RispondiEliminaPER CLAUDIA: nulla rimane quando muoiono se non una sterile pantomima e peggio è quando rientrano vivi.
RispondiEliminaPER MIRTILLO: grazie, i tuoi commenti sono sempre molto toccanti e colgono sempre nel segno.
RispondiEliminaAmara poesia. Lucida e drammatica metafora della nostra quotidianità. Grazie Daniele
RispondiEliminaPER MARIELLA grazie a te per queste tue parole che toccano l'anima.
RispondiEliminaD'altra parte non fare nulla per loro sarebbe ancora peggio. Si tratta comunque di persone che hanno perso la vita in un'azione militare che talvolta è colpa del proprio paese e di assurde politiche aggressive, ma altre volte è stata causata da paesi terzi e dalla necessità di fermare proprio le aggressioni altrui. Pensa all'intervento americano in Europa durante Seconda Guerra Mondiale: avrebbero potuto dire "Vabbé, firmiamo un accordo di non-aggressione con Hitler, mettiamo nero su bianco che non può toccare l'Inghilterra nostra alleata e il suo impero coloniale, lasciamolo a scannarsi con l'Unione Sovietica che tanto è un nemico anche nostro, e per gli altri paesi invasi chi se ne frega!" Invece sono intervenuti militarmente, per fortuna di tutti noi. I loro soldati morti in Europa per fermare il nazismo non sono, loro malgrado (sicuramente avrebbero preferito starsene comodi a casa loro), degli eroi da commemorare?
RispondiEliminaPER ARIANO nella mia poesia la reduce non muore però in guerra ma si suicida dopo che era tornata da un po' per non essere riuscita a superare l'orrore di quanto visto in Iraq e senza che nessuno si sia degnato di aiutarla. Io non sto criticando in questa poesia se ina determinata missione militare sia giusta o sbagliata ma l'abbandono dei reduci senza che li sostengano psicologicamente
RispondiEliminaSo di molti militari che tornano dalle missioni cambiati, sconvolti profondamente.
RispondiEliminaNon dev'esser piacevole stare in certe zone, imbracciare il mitra, vedere certe cose.
PER LA DAMA BIANCA intatti è sicuramente una sofferenza che ti scava dentro etichette segna.
RispondiEliminaPurtroppo la guerra è anche questo.
RispondiEliminaStruggenti versi che arrivano dritti al cuore e fa male la consapevolezza di non poter far niente , di sentirsi impotenti.
Profonda tristezza per tutti quei dimenticati usati finché conveniva e poi abbandonati a se stessi.
Complimenti per la poesia.
Ciao Daniele
Le guerre hanno portato solo dolore e vittime, nessun vincitore e tutti sconfitti.
RispondiEliminaSaluti a presto.
Allora sì, adesso il senso mi è chiaro. D'altronde, tanto più è giusto rendere rispetto ai morti, tanto più ha senso aiutare quelli che sono ancora vivi e che hanno il diritto di tornare alla normalità.
RispondiEliminaPER MAX la riconoscenza per chi ha sacrificato se stesso ed i suoi affetti per la propria nazione dovrebbe essere concessa anche ai vivi invece di tributare loro un solenne ed ipocrita grazie solo dopo morti
RispondiEliminaPER CAVALIERE ed i reduci sono tra questi
RispondiEliminaPER ARIANO condivido il tuo pensiero in toto
RispondiEliminaPer me la guerra è la cosa più deprecabile che esista. Bisognerebbe eliminarla dalla faccia della terra. Purtroppo gli uomini usano altri uomini per i loro sporchi fini. Non credo che esista una guerra giusta
RispondiEliminaPER PAOLA D credo anch'io che non esista
RispondiEliminaToccano profondamente queste tue parole.
RispondiEliminaQui la bandiera è a stelle e strisce ma potrebbe anche essere un tricolore.E' stato un tricolore. Nassiriya tanto per dirne una.
Ma gli eroi morti a cosa servono se non a far spettacolo con le alte uniformi e le parole d'obbligo?
Però se pensi ai reduci di guerra americani, tornati su una sedia a rotelle, con traumi post guerra, post violenza, post morte.... tu pensa che peso erano e sono per lo stato americano. I morti in fondo costano meno.
Che schifo!
PER PATRICIA vero potrebbe esserci anche un tricolore ma negli USA questo problema è più forte e drammatico
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