ITALIA MORENTE
Italia
Paese malato
Nazione morente.
Giunto al tuo capezzale
Ti guardo sul letto di morte
E sento un dolore lancinante
Attraversarmi l'anima.
La zona meridionale causa inesorabilmente
Una progressiva ed oramai quasi conclamata cecità,
Occhi morenti
Lacrimano sofferenze decennali.
Degrado e sprechi
Affaticano il fegato e l'intestino
Tangenti e Criminalità organizzata
Diffuse ovunque peraltro non solo al sud
Danneggiano gli arti inferiori paralizzando il Paese
E costringendolo su una sedia a rotelle.
La zona centrale
Soprattutto Roma
Causa forte affaticamento polmonare
Ed un cuore che è debole ma non si arrende
Anche grazie a certe regioni virtuose
Che danno ancora quel poco di forza vitale.
Il Nord
Luci ed ombre
I polmoni soffrono le polveri sottili
Che invadono l'aria che si respira
Le braccia sono ancora abbastanza attive ed operose
Ma anch'esse hanno iniziato ad indebolirsi
E anche gli altri organi interni non godono di ottima salute.
E poi il cervello
Quello è il dramma più grande
Encefalo sanissimo e pensante
Giusto per poterti rendere conto come ti stiamo uccidendo
Cervello funzionante proprio per avvertire il dolore provocato dai tuoi figli
Che se ne fregano di te come si disinteressano delle loro povere vite
Rinunciando a rivendicare diritti per te e per loro stessi.
E così ora sei lì
Su questo letto di ospedale
Per fortuna uno dei pochi che funziona
Agonizzante.
E mentre ti stai lentamente spegnendo
Con quel poco di voce flebile rimasta
Mi prendi la mano e mi dici:
"Per me oramai è finita
Ma tu provaci, prova a salvarli
Prova ad impedire almeno la loro rovina"
"Proverò" risposi,
"Ma non posso promettere niente
Puoi capirmi"
"Ok per me è sufficiente"
E regalandomi un ultimo sorriso bello come un raggio di sole
Si spense
Ponendo fine alle sue sofferenze
E lasciandoci orfani di una madre
Che tutti noi abbiamo contribuito ad uccidere.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
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PS: vi attendo lunedì numerosi per una poesia con un tema a sorpresa che vi stupirà!!!!
venerdì 31 gennaio 2020
mercoledì 29 gennaio 2020
L'Angolo del Rockpoeta®: "Los Estudiantes"
LOS ESTUDIANTES
È vero
Dovremmo essere a scuola
Ma oggi la nostra scuola è la piazza
Proprio per difendere il diritto all'istruzione.
Vogliamo vedere figli di operai
Studiare con la stessa possibilità di quelli dei ricchi
Vogliamo una selezione per merito e non per censo.
E vogliamo poter bere
Vogliamo che l'acqua non venga privatizzata
Vogliamo essere certi di poter aprire il rubinetto
E vedere scendere una cascata di vita
Senza rischiare volgari imposizioni neoliberiste
Senza assistere ad un progressivo innalzamento del livello di povertà
Tale da non poter più approvigionarsi
Tale da dover fare prestiti per pagarsi un bicchiere d'acqua.
E vogliamo poterci curare
Vogliamo farlo nel pubblico
Vogliamo tempi d'attesa più umani
E non dover subire il ricatto "Vuoi prima? Vieni privatamente"
E vogliamo che il diritto alla salute sia un diritto costituzionale
E vogliamo che quel diritto sia garantito e veramente esercitabile
E che un sorriso di un bimbo appena nato
Non venga spento crescendo.
Siamo los Estudiantes de Chile
Ma guardatevi dentro
E diteci quanto siamo così distanti
Quanto anche voi non state rischiando
Di perdere questi diritti
E quanto questi diritti non abbiano già iniziato a corroderveli.
Sanità, Acqua ed Istruzione
Sono anche il vostro tallone d'Achille
E poi aggiungiamo la corruzione
L'inefficienza, l'incompetenza
Ed una politica cieca quando non in malafede
Ed allora
Siamo davvero così diversi, così distanti?
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
È vero
Dovremmo essere a scuola
Ma oggi la nostra scuola è la piazza
Proprio per difendere il diritto all'istruzione.
Vogliamo vedere figli di operai
Studiare con la stessa possibilità di quelli dei ricchi
Vogliamo una selezione per merito e non per censo.
E vogliamo poter bere
Vogliamo che l'acqua non venga privatizzata
Vogliamo essere certi di poter aprire il rubinetto
E vedere scendere una cascata di vita
Senza rischiare volgari imposizioni neoliberiste
Senza assistere ad un progressivo innalzamento del livello di povertà
Tale da non poter più approvigionarsi
Tale da dover fare prestiti per pagarsi un bicchiere d'acqua.
E vogliamo poterci curare
Vogliamo farlo nel pubblico
Vogliamo tempi d'attesa più umani
E non dover subire il ricatto "Vuoi prima? Vieni privatamente"
E vogliamo che il diritto alla salute sia un diritto costituzionale
E vogliamo che quel diritto sia garantito e veramente esercitabile
E che un sorriso di un bimbo appena nato
Non venga spento crescendo.
Siamo los Estudiantes de Chile
Ma guardatevi dentro
E diteci quanto siamo così distanti
Quanto anche voi non state rischiando
Di perdere questi diritti
E quanto questi diritti non abbiano già iniziato a corroderveli.
Sanità, Acqua ed Istruzione
Sono anche il vostro tallone d'Achille
E poi aggiungiamo la corruzione
L'inefficienza, l'incompetenza
Ed una politica cieca quando non in malafede
Ed allora
Siamo davvero così diversi, così distanti?
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
lunedì 27 gennaio 2020
L'Angolo del Rockpoeta®: "La Corsa"
Oggi è la giornata della memoria e per ricordarla vi lascio questa mia poesia ispirata ad un fatto vero trattato da un film che ho visto di recente e dal titolo "Sobibor" .
LA CORSA
Un nuovo giorno da incubo
Ma resisto
Guardo l'orizzonte oltre quel filo spinato
Occhi fissi e bassi
Dritti ed inespressivi
Perchè non è saggio attirare l'attenzione
È meglio non farsi notare.
Ogmi mattina quel fumo
E quell'odore
Odore di persone che da quelle docce non tornano più indietro.
Lavoro duro
Ma quello sarebbe ancora il meno
Sono le torture e le aberrazioni che subiamo
Ed a cui assistiamo
Che ci scavano dentro un solco profondo
Di devastazione dell'anima
Oggi sembra accadere qualcosa di insolito e diverso
Una novità rispetto ai soliti ritmi aberranti del campo
Novità
A prima vista
Non certo positiva
Arrivano da noi Ufficiali tedeschi
Rumorosamente
Sguaiatamente
Accompagnati da ghigni malefici e risate volgari.
Ascolto tendendo l'orecchio
Capisco che questa sera faranno baldoria
Ed il campo si trasformerà in un resort al loro servizio
Per soddisfare ogni loro voglia e bravata.
È sera
Ovviamente noi siamo "invitati" ad assistere a questa festa
A queste risate bestiali ed urla nauseanti
Al loro progressivo ed incessante ubriacarsi
Assistiamo in ginocchio
Ma presto capiamo che saremo anche
Soggetti attivi della festa
Sempre in qualità di oggetti da usare
Per umiliarci e ferirci
"Vieni tu, tu, tu, tu ed anche tu"
Cinque di noi
Me compreso
Sono presi e portati sulla pedana della festa
E trasformati in cavalli da corsa
Con un carro da trascinare
Come dei cavalli che tirano una biga
Con sopra un tedesco.
Inizia la gara
Le frustate sui nostri corpi
Non si contano
E dobbiamo correre sermpre più forte
Perdere la gara non è consigliabile
Rallentare non è consigliabile
Cadere e perdere il passo non è saggio
La tua intera vita dipende da quella gara
Non te l'hanno detto
Ma tu lo sai
E corri, corri
Corri più forte che puoi
Intorno a quel cerchio che è la pista su cui si gareggia
Non ti hanno detto
Fermati
Cedi
E morirai
Ma tu lo sai che è così
Ed infatti
Uno di noi cade a terra
Una fragorosa frustata al costato per farlo rialzare
Lui ci prova ma inciampa nel tentativo e ricade
Altra sonora e devastante frustata
Lui ci ritenta ma è esausto
Stravolto
Ed allora pistola in mano
Un colpo netto e deciso
E Sam non è più con noi
Joseph è al limite
Le frustate unite al peso del suo carico
E alla sua esile figura, sono decisive
È il successivo:
Cade, si rialza, cade nuovamente
Pistola in mano
Il suono secco e tagliente della pallottola sparata a bruciapelo
Echeggia nell'aria
E Joseph stramazza a terra senza vita.
Immagino avrete intuito
Che se vi sto raccontando questi fatti
Ho vinto io la corsa
E due sono stati i premi incredibili ricevuti:
La vita salvata
Ed il suono straziante e rimbombante dei colpi di pistola
Che hanno ucciso come bestie i miei compagni sconfitti
Senti di impazzire
Vorresti urlare
Dentro di te
Sei un turbine di terrore, rabbia e felicità per essere vivo
Ma devi controllarti
"Controllati Robert" ti dici
"Controllati, respira profondo
Ricorda occhi fissi e bassi
Occhi dritti ed inespressivi"
E torni alle baracche
In attesa che arrivi domani
Una nuova giornata da trascorrere all'inferno.
LA CORSA
Un nuovo giorno da incubo
Ma resisto
Guardo l'orizzonte oltre quel filo spinato
Occhi fissi e bassi
Dritti ed inespressivi
Perchè non è saggio attirare l'attenzione
È meglio non farsi notare.
Ogmi mattina quel fumo
E quell'odore
Odore di persone che da quelle docce non tornano più indietro.
Lavoro duro
Ma quello sarebbe ancora il meno
Sono le torture e le aberrazioni che subiamo
Ed a cui assistiamo
Che ci scavano dentro un solco profondo
Di devastazione dell'anima
Oggi sembra accadere qualcosa di insolito e diverso
Una novità rispetto ai soliti ritmi aberranti del campo
Novità
A prima vista
Non certo positiva
Arrivano da noi Ufficiali tedeschi
Rumorosamente
Sguaiatamente
Accompagnati da ghigni malefici e risate volgari.
Ascolto tendendo l'orecchio
Capisco che questa sera faranno baldoria
Ed il campo si trasformerà in un resort al loro servizio
Per soddisfare ogni loro voglia e bravata.
È sera
Ovviamente noi siamo "invitati" ad assistere a questa festa
A queste risate bestiali ed urla nauseanti
Al loro progressivo ed incessante ubriacarsi
Assistiamo in ginocchio
Ma presto capiamo che saremo anche
Soggetti attivi della festa
Sempre in qualità di oggetti da usare
Per umiliarci e ferirci
"Vieni tu, tu, tu, tu ed anche tu"
Cinque di noi
Me compreso
Sono presi e portati sulla pedana della festa
E trasformati in cavalli da corsa
Con un carro da trascinare
Come dei cavalli che tirano una biga
Con sopra un tedesco.
Inizia la gara
Le frustate sui nostri corpi
Non si contano
E dobbiamo correre sermpre più forte
Perdere la gara non è consigliabile
Rallentare non è consigliabile
Cadere e perdere il passo non è saggio
La tua intera vita dipende da quella gara
Non te l'hanno detto
Ma tu lo sai
E corri, corri
Corri più forte che puoi
Intorno a quel cerchio che è la pista su cui si gareggia
Non ti hanno detto
Fermati
Cedi
E morirai
Ma tu lo sai che è così
Ed infatti
Uno di noi cade a terra
Una fragorosa frustata al costato per farlo rialzare
Lui ci prova ma inciampa nel tentativo e ricade
Altra sonora e devastante frustata
Lui ci ritenta ma è esausto
Stravolto
Ed allora pistola in mano
Un colpo netto e deciso
E Sam non è più con noi
Joseph è al limite
Le frustate unite al peso del suo carico
E alla sua esile figura, sono decisive
È il successivo:
Cade, si rialza, cade nuovamente
Pistola in mano
Il suono secco e tagliente della pallottola sparata a bruciapelo
Echeggia nell'aria
E Joseph stramazza a terra senza vita.
Immagino avrete intuito
Che se vi sto raccontando questi fatti
Ho vinto io la corsa
E due sono stati i premi incredibili ricevuti:
La vita salvata
Ed il suono straziante e rimbombante dei colpi di pistola
Che hanno ucciso come bestie i miei compagni sconfitti
Senti di impazzire
Vorresti urlare
Dentro di te
Sei un turbine di terrore, rabbia e felicità per essere vivo
Ma devi controllarti
"Controllati Robert" ti dici
"Controllati, respira profondo
Ricorda occhi fissi e bassi
Occhi dritti ed inespressivi"
E torni alle baracche
In attesa che arrivi domani
Una nuova giornata da trascorrere all'inferno.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
venerdì 24 gennaio 2020
L'Angolo del Rockpoeta®: "Wake Up Italia!"
WAKE UP ITALIA!
Sodalizio civile e di lotta
Immersione nella realtà cruda e drammatica
Comprendere come è necessario riconquistare le piazze
Affogare questo spleen
Mescolato con ignavia ed egoismo
Capire che l'Italia è come il Chile
Come molti Paesi di certe aree povere del mondo
È cioè vicina al baratro.
Sonnolenza cubitale di tutti voi Italiani
È necessaria forse una sovvenzione di neuroni per destarvi?
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
mercoledì 22 gennaio 2020
L'Angolo del Rockpoeta®: "Typical Day"
TYPICAL DAY
Alza il coperchio
Fruga all'interno
Molti sacchetti oggi
Oggi forse avrà un raccolto buono.
Una volta
Lì dentro c'era anche il suo di sacchetto
Oggi non più
O meglio c'è ma contiene davvero solo scarti
Non maglioni vecchi
Pezzi di pollo ancora mangiabili
Ed ogni cosa ancora utile.
Raccolto buono oggi
Torna da sua moglie
Lei ancora un lavoretto come badante part-time ce l'ha
Ma 600 euro al mese in nero non bastano:
Tra affitto a 400 euro e le bollettte
Per mangiare bisogna arrangiarsi.
Lui un tempo lavorava
E guadagnava discretamente
Poi la crisi
L'azienda che chiude
Prima cassa integrazione
Poi il nulla
Neanche prepensionamento
Nulla.
Lei lo aiuta
Gli sta accanto
Lo ama e lo stima
Lui è pazzo di lei
Vorrebbe portarla via da quell'incubo
Ed ha paura
Paura che un giorno Laura si stanchi
Crolli
Possa abbandonarlo.
Lui spesso lo pensa
Perchè lui abbandonerebbe se stesso
Lui si disprezza e non si stima
Si sente un perdente
Anche se non ha colpe
Anche se ha cercato disperatamente lavoro
Ed ancora lo cerca
Ma a cinquant'anni è dura
A quell'età difficilmente si trova qualcosa
A quell'età è più facile che non si trovi nulla.
Per stasera si è rimediato
Domani si vedrà
Un bacio a sua moglie
I due sguardi che si incrociano
Gli occhi umidi di lui
Quelli profondi di lei
E quella promessa d'amore indelebile
È notte
E per poche ore
Gianni può sognare una vita diversa
Quella vita che facevano fino a pochi anni fa
Quella vita che si augura un giorno
In qualche modo
Possa donarle ancora
Nuovamente
E questa volta per sempre.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
Alza il coperchio
Fruga all'interno
Molti sacchetti oggi
Oggi forse avrà un raccolto buono.
Una volta
Lì dentro c'era anche il suo di sacchetto
Oggi non più
O meglio c'è ma contiene davvero solo scarti
Non maglioni vecchi
Pezzi di pollo ancora mangiabili
Ed ogni cosa ancora utile.
Raccolto buono oggi
Torna da sua moglie
Lei ancora un lavoretto come badante part-time ce l'ha
Ma 600 euro al mese in nero non bastano:
Tra affitto a 400 euro e le bollettte
Per mangiare bisogna arrangiarsi.
Lui un tempo lavorava
E guadagnava discretamente
Poi la crisi
L'azienda che chiude
Prima cassa integrazione
Poi il nulla
Neanche prepensionamento
Nulla.
Lei lo aiuta
Gli sta accanto
Lo ama e lo stima
Lui è pazzo di lei
Vorrebbe portarla via da quell'incubo
Ed ha paura
Paura che un giorno Laura si stanchi
Crolli
Possa abbandonarlo.
Lui spesso lo pensa
Perchè lui abbandonerebbe se stesso
Lui si disprezza e non si stima
Si sente un perdente
Anche se non ha colpe
Anche se ha cercato disperatamente lavoro
Ed ancora lo cerca
Ma a cinquant'anni è dura
A quell'età difficilmente si trova qualcosa
A quell'età è più facile che non si trovi nulla.
Per stasera si è rimediato
Domani si vedrà
Un bacio a sua moglie
I due sguardi che si incrociano
Gli occhi umidi di lui
Quelli profondi di lei
E quella promessa d'amore indelebile
È notte
E per poche ore
Gianni può sognare una vita diversa
Quella vita che facevano fino a pochi anni fa
Quella vita che si augura un giorno
In qualche modo
Possa donarle ancora
Nuovamente
E questa volta per sempre.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
lunedì 20 gennaio 2020
L'Angolo del Rockpoeta®: "El Pueblo Y La Estrella"
EL PUEBLO Y LA ESTRELLA
Il popolo è in marcia
Scende in piazza
Lo puoi torturare
Uccidere
Rincorrere
Lo puoi spaventare
Lo puoi rallentare
Ma non lo puoi fermare
Il popolo è in marcia
Per i suoi diritti
Portando a braccetto con sè
La propria dignità
E la voglia feroce di libertà.
Il popolo è in marcia
E non potrete impedirlo;
Ad una ad una
Conquisteremo le nostre piazze
Rivendicando diritti e parità
Conquisteremo le strade
Per poi ottenere la nostra libertà.
Il popolo siamo noi
Noi facciamo la Storia
Anzi
Noi siamo già Storia
E non potete arrestare la marcia della Storia
Dovete rassegnarvi
È solo questione di tempo
E nuovi venti di pace e libertà
Spireranno sulla nostra patria
Y la estrella sobre la nuestra bandera
Brillará más que nunca
Porque esa estrella es el pueblo
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
Il popolo è in marcia
Scende in piazza
Lo puoi torturare
Uccidere
Rincorrere
Lo puoi spaventare
Lo puoi rallentare
Ma non lo puoi fermare
Il popolo è in marcia
Per i suoi diritti
Portando a braccetto con sè
La propria dignità
E la voglia feroce di libertà.
Il popolo è in marcia
E non potrete impedirlo;
Ad una ad una
Conquisteremo le nostre piazze
Rivendicando diritti e parità
Conquisteremo le strade
Per poi ottenere la nostra libertà.
Il popolo siamo noi
Noi facciamo la Storia
Anzi
Noi siamo già Storia
E non potete arrestare la marcia della Storia
Dovete rassegnarvi
È solo questione di tempo
E nuovi venti di pace e libertà
Spireranno sulla nostra patria
Y la estrella sobre la nuestra bandera
Brillará más que nunca
Porque esa estrella es el pueblo
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
venerdì 17 gennaio 2020
L'Angolo del Rockpoeta®: "Giallo, Azzurro E Verde"
GIALLO, AZZURRO E VERDE
Giallo azzurro e verde i colori della libertà
Immagini colorate riflettono la nuova vita che verrà
Bianco e blu la rivolta avvenuta e che sempre rimarrà
I colori di una dittatura passata e che non tornerà
Dentro a questa terra
Dentro a questo sogno
Lotto ogni giorno
Lotto e non arretro di un passo.
La sincerità delle mie piazze, colme di dignità
La maestosità di una Storia nuova che da oggi si scriverà
Una nuova strada che il popolo da solo percorrerà
Una nuova speranza, che pena più non proverà
Dentro a questa terra
Dentro a questo sogno
Lotto ogni giorno
Lotto e non indietreggio per niente
Ponti che nessuno mai più abbatterà
Ferro nella pelle
E sangue nelle vene
Sapranno spezzare le vili catene.
Dentro a questa terra
Dentro a questo sogno
Lotto ogni giorno
Lotto e non arretro di un passo.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
Giallo azzurro e verde i colori della libertà
Immagini colorate riflettono la nuova vita che verrà
Bianco e blu la rivolta avvenuta e che sempre rimarrà
I colori di una dittatura passata e che non tornerà
Dentro a questa terra
Dentro a questo sogno
Lotto ogni giorno
Lotto e non arretro di un passo.
La sincerità delle mie piazze, colme di dignità
La maestosità di una Storia nuova che da oggi si scriverà
Una nuova strada che il popolo da solo percorrerà
Una nuova speranza, che pena più non proverà
Dentro a questa terra
Dentro a questo sogno
Lotto ogni giorno
Lotto e non indietreggio per niente
Ponti che nessuno mai più abbatterà
Ferro nella pelle
E sangue nelle vene
Sapranno spezzare le vili catene.
Dentro a questa terra
Dentro a questo sogno
Lotto ogni giorno
Lotto e non arretro di un passo.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
mercoledì 15 gennaio 2020
L'Angolo del Rockpoeta®: "Isabel"
ISABEL
Isabel
18 anni
E la tua vita non è mai stata un sogno
Orfanotrofio
Case famiglia
Adozioni sbagliate
Ed ora
Ora che sei da sola
E che da sola andrai per la tua strada
Nulla ti spaventa
Nulla può più toccarti o ferirti.
Tu sai bene cosa farai
"Mai più pesce piccolo
Ma squalo
Io dominerò questa infame catena alimentare dell'umanità
E mi prenderò ciò che mi appartiene."
Isabel
Occhi verdi e borsetta nuova
"Come l'hai avuta?
"Vuoi davvero saperlo" Ti risponde
Ed un sorriso malizioso e disincantato spiega tutto.
Isabel
Infanzia sottratta
Adolescenza annientata
Sei cresciuta troppo in fretta
Sei cresciuta nel modo sbagliato
Sei cresciuta pensando che il mondo sia solo una guerra
Dove ogni giorno ci si divora famelici
Dove non c'è spazio per la solidarietà
E dove per te non può esistere la possibilità di sognare
Quella possibilità che hanno le tue coetanee
Quella possibilità che
In verità
Ti hanno rubato.
Isabel
Sguardo amaro
Duro
Sguardo di chi non è nata nei luoghi "giusti"
Di chi non ha avuto la fortuna
Di ricevere ogni sera il bacio della buonanotte.
Isabel ora lavora
Fa carriera
Ma non si dimentica mai da dove viene
Cosa ha subito
E mantiene la fame del predatore
E scala quella catena con ogni mezzo
In ogni modo,
La scala per arrivare in cima e restarci.
Freddezza nei suoi occhi
Spregiudicatezza
E fame di arrivare,
I tratti somatici della sua anima.
Nessuno spazio per un sorriso
Per i sentimenti
Nessuno spazio per nulla che non sia
Esclusivamente
Il suo pensiero fisso
L'obiettivo da centrare:
Essere l'anello dominante della catena
Isabel ci riesce
Ora è temuta
È ricca
È spietata
È sola.
Isabel
You win
But your life has never been a dream
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
Isabel
18 anni
E la tua vita non è mai stata un sogno
Orfanotrofio
Case famiglia
Adozioni sbagliate
Ed ora
Ora che sei da sola
E che da sola andrai per la tua strada
Nulla ti spaventa
Nulla può più toccarti o ferirti.
Tu sai bene cosa farai
"Mai più pesce piccolo
Ma squalo
Io dominerò questa infame catena alimentare dell'umanità
E mi prenderò ciò che mi appartiene."
Isabel
Occhi verdi e borsetta nuova
"Come l'hai avuta?
"Vuoi davvero saperlo" Ti risponde
Ed un sorriso malizioso e disincantato spiega tutto.
Isabel
Infanzia sottratta
Adolescenza annientata
Sei cresciuta troppo in fretta
Sei cresciuta nel modo sbagliato
Sei cresciuta pensando che il mondo sia solo una guerra
Dove ogni giorno ci si divora famelici
Dove non c'è spazio per la solidarietà
E dove per te non può esistere la possibilità di sognare
Quella possibilità che hanno le tue coetanee
Quella possibilità che
In verità
Ti hanno rubato.
Isabel
Sguardo amaro
Duro
Sguardo di chi non è nata nei luoghi "giusti"
Di chi non ha avuto la fortuna
Di ricevere ogni sera il bacio della buonanotte.
Isabel ora lavora
Fa carriera
Ma non si dimentica mai da dove viene
Cosa ha subito
E mantiene la fame del predatore
E scala quella catena con ogni mezzo
In ogni modo,
La scala per arrivare in cima e restarci.
Freddezza nei suoi occhi
Spregiudicatezza
E fame di arrivare,
I tratti somatici della sua anima.
Nessuno spazio per un sorriso
Per i sentimenti
Nessuno spazio per nulla che non sia
Esclusivamente
Il suo pensiero fisso
L'obiettivo da centrare:
Essere l'anello dominante della catena
Isabel ci riesce
Ora è temuta
È ricca
È spietata
È sola.
Isabel
You win
But your life has never been a dream
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
lunedì 13 gennaio 2020
L'Angolo del Rockpoeta®: "La Bara Di Cartone"
LA BARA DI CARTONE
Bussiamo alla tua porta
Nel cuore della notte
Non apri subito
La abbattiamo
E siamo dentro
È come un blitz
Blitz contro povera gente
Inerme
Innocente
Ma a noi piace così
Noi entriamo e giù a manganellare
Non vi diamo neanche il tempo di spiegare
Parlare
Perchè intanto a noi non frega niente
Noi sappiamo bene che siete famiglie innocenti
Manifestanti pacifici
Ma a noi piace così
Quel sottile piacere sadico nell'infliggervi dolore
Nel vedere ed ascoltare la vostra paura
La vostra sofferenza.
Che ci sia un coprifuoco
La legge marziale
Una zona rossa da difendere
O solo una manifestazione fastidiosa
Di sfigati in cassa integrazione
Noi appena ne abbiamo l'occasione
Se solo ce ne viene data la possibilità
Picchiamo
E picchiamo
I più deboli ovviamente.
E poi vi portiamo in caserma
E lì siete nel nostro regno
Da lì se vogliamo non uscite più sulle vostre gambe
Da lì uscirete malconci se siete fortunati.
Voi con le mani nude alzate
Voi con i tamburi
Voi al massimo con qualche patetico bastone di legno
Noi con blindati
Tute antisommossa
Manganelli
Idranti
Lacrimogeni
Armi da fuoco
Noi lì per schiacciarvi come vermi.
È un tranquillo giorno di sole
Noi manifestiamo pacificamente
Uno di loro è irrequieto
Loro si schierano per non farci passare
Noi non avanziamo oltre
Non ci avviciniamo minacciosi
Ma li fischiamo
Li contestiamo
E partono cori contro di loro
Ma all'irrequieto saltano i nervi
Spara un lacrimogeno ad altezza d'uomo
E poi un colpo di pistola
Manuel cade a terra
Prima colpito agli occhi dal lacrimogeno
E poi raggiunto al petto dal colpo di pistola
E muore.
E le risate dei suoi commilitoni
La colonna sonora di questa tragedia.
È il calcio d'inizio per l'inferno
Cariche
Rabbia
Violenza
Botte
Il bilancio è drammatico:
1 morto
80 feriti di cui alcuni gravissimi
E molti fermi.
Il giorno dopo
Un piccolo drappello di amici
Porta Manuel a casa
Dentro una bara di cartone.
Fate spazio per favore
Abbiate rispetto e pietà
Arriva il morto nella bara di cartone
Un drappello di amici lo porta al cimitero
Un drappello di amici lo porta al cimitero
Arriva il morto nella bara di cartone.
Bussiamo alla tua porta
Nel cuore della notte
Non apri subito
La abbattiamo
E siamo dentro
È come un blitz
Blitz contro povera gente
Inerme
Innocente
Ma a noi piace così
Noi entriamo e giù a manganellare
Non vi diamo neanche il tempo di spiegare
Parlare
Perchè intanto a noi non frega niente
Noi sappiamo bene che siete famiglie innocenti
Manifestanti pacifici
Ma a noi piace così
Quel sottile piacere sadico nell'infliggervi dolore
Nel vedere ed ascoltare la vostra paura
La vostra sofferenza.
Che ci sia un coprifuoco
La legge marziale
Una zona rossa da difendere
O solo una manifestazione fastidiosa
Di sfigati in cassa integrazione
Noi appena ne abbiamo l'occasione
Se solo ce ne viene data la possibilità
Picchiamo
E picchiamo
I più deboli ovviamente.
E poi vi portiamo in caserma
E lì siete nel nostro regno
Da lì se vogliamo non uscite più sulle vostre gambe
Da lì uscirete malconci se siete fortunati.
Voi con le mani nude alzate
Voi con i tamburi
Voi al massimo con qualche patetico bastone di legno
Noi con blindati
Tute antisommossa
Manganelli
Idranti
Lacrimogeni
Armi da fuoco
Noi lì per schiacciarvi come vermi.
È un tranquillo giorno di sole
Noi manifestiamo pacificamente
Uno di loro è irrequieto
Loro si schierano per non farci passare
Noi non avanziamo oltre
Non ci avviciniamo minacciosi
Ma li fischiamo
Li contestiamo
E partono cori contro di loro
Ma all'irrequieto saltano i nervi
Spara un lacrimogeno ad altezza d'uomo
E poi un colpo di pistola
Manuel cade a terra
Prima colpito agli occhi dal lacrimogeno
E poi raggiunto al petto dal colpo di pistola
E muore.
E le risate dei suoi commilitoni
La colonna sonora di questa tragedia.
È il calcio d'inizio per l'inferno
Cariche
Rabbia
Violenza
Botte
Il bilancio è drammatico:
1 morto
80 feriti di cui alcuni gravissimi
E molti fermi.
Il giorno dopo
Un piccolo drappello di amici
Porta Manuel a casa
Dentro una bara di cartone.
Fate spazio per favore
Abbiate rispetto e pietà
Arriva il morto nella bara di cartone
Un drappello di amici lo porta al cimitero
Un drappello di amici lo porta al cimitero
Arriva il morto nella bara di cartone.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
venerdì 10 gennaio 2020
L'Angolo del Rockpoeta®: " Nausea Tricolore"
NAUSEA TRICOLORE
Banalità mediatica
E sconfortanti volgarità politiche
Mi soffocano
Come una mano stretta con feroce accanimento
Attorno al mio collo
Per strangolare il mio senso critico.
Retorica spicciola
Parole senza idee nè coraggio
Falsità e mediocrità,
Questo sono i nostri politici
Questo, purtroppo, è anche lo specchio del popolo nostrano.
Italiani,
Io non vi stimo
Io non vi amo
Siete un popolo di debosciati
Siete esistenze vuote e patetiche
E più vi osservo
Più sale in me
Debordante
Una forte ed amara nausea tricolore.
E se salvo alcuni di voi
È anche perchè spero
Che un giorno
Se anche non saprete o potrete ribellarvi
Abbandonerete al proprio destino
Questo luogo fatiscente
Questo popolo ignorante.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
Banalità mediatica
E sconfortanti volgarità politiche
Mi soffocano
Come una mano stretta con feroce accanimento
Attorno al mio collo
Per strangolare il mio senso critico.
Retorica spicciola
Parole senza idee nè coraggio
Falsità e mediocrità,
Questo sono i nostri politici
Questo, purtroppo, è anche lo specchio del popolo nostrano.
Italiani,
Io non vi stimo
Io non vi amo
Siete un popolo di debosciati
Siete esistenze vuote e patetiche
E più vi osservo
Più sale in me
Debordante
Una forte ed amara nausea tricolore.
E se salvo alcuni di voi
È anche perchè spero
Che un giorno
Se anche non saprete o potrete ribellarvi
Abbandonerete al proprio destino
Questo luogo fatiscente
Questo popolo ignorante.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
mercoledì 8 gennaio 2020
L'Angolo del Rockpoeta®: "L'Angelo Dalle Ali Spezzate"
L'ANGELO DALLE ALI SPEZZATE
Sono l'angelo maledetto
L'Angelo dalle ali spezzate
Voi mi chiamate in vari modi
Satana
Demonio
Diavolo
Lucifero
Ma io adesso credo
Di non meritare più questi vostri appellativi.
Ora mi rendo conto di cosa ho fatto
Ora capisco cosa ho contribuito a creare
Ora vedo con i miei occhi cosa siete diventati.
Gli allievi hanno superato il maestro
Tu uomo hai raggiunto livelli di ferocia e perversione
A me sconosciuti
E che riescono a sconvolgermi e turbarmi.
Ed allora io
Lucifero
Vi imploro
Chiedete perdono per i vostri peccati
Chiedete perdono al Signore
Fermate questo scempio.
Dies irae, dies illa,
Solvet saeclum in favilla (1)
Chiedete perdono
Adesso
Subito!
Quanto a me Signore
Ho sbagliato
Ho gravemente peccato
Ma ti prego
Ti prego
Voca me
Voca me cum benedictis (2)
Non mi riconosco più in tutto questo orrore
Sono stato cacciato via dal tuo regno per superbia
Sono un angelo maledetto
Ma ti imploro prostrandomi davanti a te Signore
Voca me
Voca me
Voca me cum benedictis
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
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Nota 1:"Giorno d'ira, quel giorno
distruggerà il mondo in faville"
Nota 2 "chiamami tra i benedetti"
Sono l'angelo maledetto
L'Angelo dalle ali spezzate
Voi mi chiamate in vari modi
Satana
Demonio
Diavolo
Lucifero
Ma io adesso credo
Di non meritare più questi vostri appellativi.
Ora mi rendo conto di cosa ho fatto
Ora capisco cosa ho contribuito a creare
Ora vedo con i miei occhi cosa siete diventati.
Gli allievi hanno superato il maestro
Tu uomo hai raggiunto livelli di ferocia e perversione
A me sconosciuti
E che riescono a sconvolgermi e turbarmi.
Ed allora io
Lucifero
Vi imploro
Chiedete perdono per i vostri peccati
Chiedete perdono al Signore
Fermate questo scempio.
Dies irae, dies illa,
Solvet saeclum in favilla (1)
Chiedete perdono
Adesso
Subito!
Quanto a me Signore
Ho sbagliato
Ho gravemente peccato
Ma ti prego
Ti prego
Voca me
Voca me cum benedictis (2)
Non mi riconosco più in tutto questo orrore
Sono stato cacciato via dal tuo regno per superbia
Sono un angelo maledetto
Ma ti imploro prostrandomi davanti a te Signore
Voca me
Voca me
Voca me cum benedictis
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
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Nota 1:"Giorno d'ira, quel giorno
distruggerà il mondo in faville"
Nota 2 "chiamami tra i benedetti"