Riccardo Lanzafame è un tranquillo cittadino di Montescudo in provincia di Rimini.
Qualche anno fa apre un ristorante in città e grazie alla sua buona cucina ed alla sua cordialità e simpatia il locale va alla grande ed è sempre pieno. Di recente assume un aiutocuoco e da quel momento senza alcun apparente motivo data la bravura del neo assunto, il suo locale perde clienti fino ad essere perennemente vuoto. Riccardo non comprende il perché fino a quando non va su fb.
Inizia infatti a leggere feroci e volgari attacchi rivolti al suo aiutocuoco la cui unica colpa è di essere del Gambia quindi nero.
Riccardo scioccato ed indignato appende un foglio fuori dal suo locale dove invita chi è razzista a non varcare quella soglia. Il dramma assurdo è che lo hanno preso alla lettera e nessuno è andato più da lui.
Questa che vi ho raccontato è una storia vera e insieme a quanto accaduto in Nuova Zelanda ed a tanti altri casi ormai non più isolati, deve farci capire che il fenomeno del razzismo è giunto a livelli quasi di non ritorno e dobbiamo stigmatizzarlo con forza.
Dire no al razzismo non è solo segno di civiltà ma anche di dignità.
Ma che schifo di gente. Non conoscevo questa storia e mi ha lasciato davvero di stucco. Sono allibita!
RispondiEliminaPER LA DAMA BIANCA: eh già, e ce n'è molta purtroppo.
RispondiEliminaLa cosa mi lascia sorpreso perché Rimini è di fatto una città multirazziale e anche con una mentalità abbastanza aperta. É difficile da accettare che basta allontanarsi dal centro urbano, andare in una città della provincia e possa accadere una cosa del genere...
RispondiEliminaConosco un'altra versione di questa storia, che parla di un titolare indisponente che spesso ha visto il suo locale alla deriva, fino a studiare un'azione marketing da manuale.
RispondiEliminaIn ogni caso, un fondo di verità c'è e il pizzaiolo paga lo scotto di una società razzista e cattiva.
Diciamo che tutto é bene quel che finisce bene, nonostante io non condivida molti aspetti della vicenda. 😉
Questa sì che è gente malata !!! Lo trovo semplicemente assurdo che non si frequenti
RispondiEliminapiù un buon locale solo perchè c'è un cuoco nero...
Non ho FB ma darei delle rispostacce a questi deficienti che hanno postato cattiverie
su una persona solo perchè ha la pelle nera .
Abbiamo già problemi con l'inquinamento , e ora ci si mette anche il razzismo ???
Buona giornata Laura
PER ARIANO: è difficile da credere che ci sia questa forte recrudescenza razzista quando sembrava non esserci più questo aberrante fenomeno.
RispondiEliminaPER CLAUDIA: la notizia è vera l'ho verificata su più quotidiani on line e va detto che non è l'unico caso purtroppo.
RispondiEliminaPER LAURA: purtroppo questo odio è molto presente.
RispondiEliminaDire che noi italiani non siamo razzisti è una bestemmia: NON TUTTI lo sono ma i primi deficienti della nazione sono loro. Questa è una storia capitata a me quando ero studente del quarto anno nel periodo delle feste natalizie. Era il mio turno in sala operatoria come assistente, ma quasi tutti quelli che dovevano esserci avevano o un parente ammalato o uno moribondo.
RispondiEliminaIo ed un sardo rimanemmo di veglia con un medico specializzando in nefrologia "keniano", nero come un tizzone bruciato. Dicono a ragione che nessun africano sia più nero di un keniano, ed hanno ragione, ma sto ragazzo era una pepita d'oro. Educato, gentile, disponibile. Tu chiedevi e lui ti spiegava finché non avevi capito, sempre sorridente. Lo chiamavano tutti TIM, il cognome me lo sono dimenticato. Alle corte. Verso le tre di notte arriva un ambulanza con un ragazzo ed i suoi genitori. Aveva avuto un attacco di appendicite acuta, che, come in certi casi avviene non aveva dato fastidio pino all'ultimo. Poi dolori atroci improvvisi che lo facevano piegare in due. Tim lo visita, i genitori non lo avevano ancora visto, e pronuncia la sentenza: appendice quasi passata, cioè prosima a perforare il peritoneo e a provocare una peritonite acuta. Intervento immediato altrimenti la morte. A quei tempi arrivava penicillina da poco scoperta negli USA in quantità ridottissima, dovuta alla notoria astinenza dei primari ad accettarla per quello che era: una medicina salvavita. Agli ospedali riuniti universitari di Roma NON C'ERA. Solo a MIlano a Niguarda. Tim uscì per comunicare ai genitori il responso.
La madre del ragazzi, guardamdo Tim come se avesse visto un mostro, chiese chi lo doveva operare. Ti rispose di essere l'unico chirurgo. La madre urlava come una pazza che mai le mani di un negro avrebbero toccato suo figlio. Il padre rimase impietrito.
Tim disse a quella pazza urlatrice che senza operazione il figlio sarebbe morto in meno di tre ore. Allora Tim telefonò alla stazione dei carabinieri, che vennero subito, imposero ai genitori di lasciar fare quella che era un'operazione di estrema urgenza e Tim con noi due, io ed il sardo, come aiuti lo operò. Neanche mezzo centimetro sarebbe stato fottuto.
Invece le mani di uno sporco negro salvarono la vita del ragazzo.
I genitori nemmeno vollero salutare e ringraziare quel negro.
Se non è razzismo questo, non so come chiamarlo.
Unico modo per combatterlo è... diventare razzisti verso i razzisti, o -mi duole dirlo- che altrove si diventi razzisti verso gli italiani.
RispondiEliminaMoz-
Ho seguito questa vicenda in prima persona.
RispondiEliminaLe giuste doglianze (a mio modo di vedere) del titolare del ristorante nascono dal solito gruppo Facebook cittadino nel quale vengono postate foto di situazioni di degrado o fatte segnalazioni sulla varie criticità.
Il Lanzafame (con i suoi toni piuttosto battaglieri) ha invitato i cittadini a farsi più i fatti propri; se c'è dell'immondizia abbandonata, non serve fare una foto all'immondizia, quanto magari fare qualcosa in prima persona. Su questo ha pienamente la mia condivisione.
Nel rispondere a uno di commercianti attivi nel pontificare su quel gruppo, il Lanzafame ha sottolineato che non bisogna sempre parlare male del proprio paese, perché poi le attività economiche ne risentono: le persone da fuori vedono di un paese con mille problemi e non vengono in visita.
Il commerciante gli ha risposto insinuando che il ristorante del Lanzafame vada male per colpa della sua gestione. E nella mala gestio si faceva riferimento anche l'assunzione di un ragazzo di colore.
Il ristoratore lamenta che SOLO DOPO QUEL COMMENTO i cittadini di Montescudo Montecolombo abbiano iniziato a disertare la sua pizzeria, cessando gli ordini di pizza da asporto (E sono iniziati alcuni ordini di pizze non ritirate).
Io gli ho fatto notare che "forse la gente lo ha boicottato" per via delle sue opinioni espresse e lui ha ribadito che allora non doveva accadere dopo quel fatto, ma il boicottaggio sarebbe dovuto iniziare prima.
Poi che abbia fatto un po' di baccano, lanciando l'esca a noi giornalisti, è chiaro...
Ma è palese che il paese avesse in antipatia il Lanzafame e abbia messo una croce sopra sapendo che aveva assunto un ragazzo di colore.
Alcuni gli hanno fatto notare che bisognava assumere gli italiani, ma lui ha risposto anche su questo (me lo ha detto nell'intervista).
Altro elemento di conferma: una persona del suo paese si è offerto di fare il pizza express facendogli intendere che il problema non fosse la pizza, ma il fatto che ci fosse il ragazzo in cucina.
Infine da parte mia è stato evidenziato anche che alcuni compaesani abbiano fatto semplicemente riferimento alla gestione non inappuntabile del locale, chiamando in causa "cucine da incubo" e Cannavacciuolo...
@Ariano: ahhaah, si vede che non sei di Rimini!
A parte che Montescudo Monte Colombo è uno di tanti borghi dell'entroterra e come tutti i paeselli si porta dietro pregi e difetti delle piccole realtà, spesso una mentalità chiusa..ma anche a Rimini si registra un tasso di intollerenza che è molto molto elevato. Se ti facessi un giro sui gruppi Facebook saresti spaventato.
E non è solo questione di razzismo: io ho avuto a che fare con i novax riminesi e ti assicuro che dietro la loro bella faccia schiumano una rabbia mai vista prima.
PER VINCENZO: un fatto ancora più assurdo quello che hai raccontato tu, perché addirittura due genitori erano disposti a vedere morire il loro figlio piuttosto che vederlo operare da un nero. Oggi però dovremmo essere riusciti ad andare oltre tutto questo, ed invece...
RispondiEliminaPurtroppo la mentalità esasperante del razzismo, è ancora molto diffusa, e finchè le anime non si libereranno dal quel senso atavico "di diversita'" del tutto inesistente, non si risolverà l'annoso problema.
RispondiEliminaBuona settimana e un sorriso,silvia
PER MOZ: isolarli è la soluzione solo che sembrano essere davvero molti.
RispondiEliminaPER RICCARDO: in primis benvenuto in questa agora. Venendo al tuo prezioso commento, deduco quindi ci fossero altre questioni prima ma cmq l'elemento scatenante è stato l'assunzione dell'aiutocuoco di colore. Riccardo, grazie infinite per questo tuo interessantissimo intervento che porta notizie di prima mano avendo tu intervistato il Lanzafame. Spero di ritrovarti ancora qui in questo spazio.
RispondiEliminaPER SILVIA: anche per te un caloroso benvenuto in questa agorà. Sono della tua stessa opinione e purtroppo la strada verso la risoluzione di questo problema sembra essere lunga.
RispondiEliminaCaro Daniele, non intendevo che la notizia è falsa, (nel caso, per rispetto ed amicizia, te lo avrei segnalato in privato), ma mi riferivo proprio alla condotta opinabile del Lanzafame che avevo letto ed ascoltato proprio nell'accurata intervista di Riccardo.
RispondiEliminaDunque, ritengo che non si tratti di una vittima innocente della cattiveria umana, bensì di una persona astuta che stia sfruttando la cassa di risonanza del fatto.
Ciò non toglie che in molti siano davvero razzisti e avrebbero disertato il suo locale anche se il proprietario fosse stato Padre Pio..
Spero di essere stata più chiara. A presto.
PER CLAUDIA: ho letto il commento di Riccardo e cmq fa male vedere che l'elemento scatenante per il non frequentare più quel locale non sia stata una delle questioni precedentemente scaturite ma proprio quella dell'assunzione dell'aiutocuoco di colore.
RispondiEliminaSei stata chiarissima e se io avessi preso un abbaglio era giusto dirmelo pure qui data la mia buonafede, non mi sarei offeso :-)))
Non è proprio nel mio stile. Sia perché detesto apparire maestrina e sia perché, a differenza d'altri, non godo degli errori dei miei amici.
RispondiEliminaQuindi, qualsiasi segnalazione da parte mia la riceverai sempre in privato. Lo stesso Riccardo (nonostante ci sia una profonda amicizia tra noi e una certa confidenza) può testimoniare che ogni volta che gli scappa un refuso, glielo scrivo su Whatsapp.
Ciò detto, credo che quello del cuoco di colore sia stato solo un pretesto per boicottare una persona sgradevole, ma che il ragazzo abbia pagato la "colpa" di lavorare nel posto sbagliato e di essere nato più colorato di altri.
Ecco, questo intendevo. Ma oggi mi sto incartando da sola. Sarà che sono ammalata, ma tu mi perdonerai.. 😉😘
PER CLAUDIA: ti sei spiegata perfettamente :-)))
RispondiEliminaLasciando stare il caso del ristoratore, negli ultimi tempi troppi episodi gravi di razzismo. In primis il problema è culturale, finché ci sarà gente che crede alle favole di qualche politico, il sistema non cambierà mai. Vogliono la guerra tra poveri, mentre ci sono persone che si arricchiscono sulle spalle della comunità.
RispondiEliminaSaluti a presto.
PER CAVALIERE: vero è un problema culturale ma in questo caso, secondo me, la guerra tra poveri non centra o meglio, secondo me molti soggetti che sono già razzisti nel loro essere, prendono questa tematica come pretesto.
RispondiEliminaSe ho capito bene, e non vorrei sbagliarmi, questa storia è stata raccontata sabato sera nel programma "Le Parole della Settimana" su rai3. Il titolare del ristorante ha difeso il suo aiuto cuoco, rifiutando le varie forme di razzismo, ha continuato a tenere il suo aiuto cuoco come lavorante, il ristorante ha ricevuto molta solidarietà e continua ad essere aperto (ho rivisto la puntata su rai play). Ma, ripeto, non vorrei sbagliare caso.
RispondiEliminaComunque sia, resta il problema che in soli due anni abbiamo assistito ad un peggioramento della situazione con tante storie di razzismo che non conoscevamo. Tempo fa avevo postato sul mio blog le parole del predicatore protestante Martin Niemoller che sotto il nazismo fece un sermone nella sua chiesa dicendo queste parole (utilizzate in seguito anche da B. Brecht):
«Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare»
Un salutone e alla prossima
Scusa, sono ancora io. E' chiaro che il pastore Martin Niemoller (morto nel 1984) fu arrestato dalle SS ma quel suo sermone è entrato nella storia.
RispondiEliminaPER ACCADEBIS: deve averne parlato anche Gramellini credo. Il problema del razzismo è che è potenzialmente dentro ognuno di noi e girarsi dall'altra parte rende ugualmente colpevoli e poi finisce proprio come il passo da te citato.
RispondiEliminaNon conoscevo la storia.
RispondiEliminaE ringrazio te e Riccardo per averci informato con così grande attenzione.
Non so se ieri sera hai ascoltato Laura Bordini nell'intervista a Che tempo che fa.
Ha detto che la cosa che le fa più orrore non è la paura, ma chi la fomenta. Come nel caso del razzismo. Che bisogna dire no all'odio e al razzismo, che sono come un virus.
Non dimentichiamo ciò che è stato e che potrebbe tornare.
Il nostro no deve arrivare forte e chiaro.
PER MARIELLA: No, non ho visto Fazio ieri sera. Cmq condivido le parole della Boldrini. Il razzismo è un virus che si sta troppo pericolosamente diffondendo.
RispondiEliminaIo dividerei il razzismo (disprezzo em intolleranza allo stato puro) dalla paura del diverso e dal timore per il posto di lavoro. Stefano Bartezzaghi scrive che Salvini ha reso il razzismo accettabile ed io gli dò pienamente ragione perchè alcune persone si sentono giustificate nei loro giudizi e trovano sponda ai loro sentimenti sentendoli normali se non sacrosanti.
RispondiEliminaE' urgente che chi non dà retta a certe sirene ed è in grado di ragionare non resti in silenzio.
Ciao.
PER SARI; credo anch'io che in qualche modo alcuni comportamenti stiano sdoganando ili razzismo e bisogna impedirlo.
RispondiEliminaVoglio credere anche io che il cuoco di colore sia solo la punta dell'iceberg di una situazione già critica in precedenza, constatate tutte le vicissitudini di cui narra Riccardo.. se a Roma boicottassero i ristoranti con cuochi di colore finiremmo tutti a Quattro salti in padella!! ahah
RispondiEliminaMi è capitato un sito che faceva debunkin' su questa notizia, peraltro senza aver approfondito per niente la questione (a parte che il titolare nel disclaimer diceva di non essere di estrema destra e di non aver nulla a che fare con un omonimo che scrive su riscatto nazionale; ma leggendo i suoi post si capisce benissimo che è uno del Movimento 5 stelle collocato molto a destra).
RispondiEliminaEgli, a sostegno della sua tesi, ha riportato solamente i commenti sulle pagine facebook locali di alcuni soggetti che conosco bene.
Una certa S.M. la conosco benissimo, è una che abbraccia posizioni molto vicine a forza nuova e casapound e che si è segnalata per commenti sgradevoli anche sulla pagina della mia testata (non per questa vicenda, ma diversi anni fa. Poi credo che sia stata bannata o si è semplicemente allontanata lei).
Ecco...
La notizia ha fatto saltare i nervi a molti e ha centrato il bersaglio, come volevasi dimostrare...
Taluni soggetti si aspettano che il razzismo sia andare in giro per la città con la maglietta con scritto "n***i di m***a".
Siccome nessuno lo fa, il razzismo non esiste.
E' chiaro che il proprietario ci ha marciato sopra alla vicenda e che il ragazzo di colore è stato il pretesto, magari, per alcuni suoi concittadini per smettere di ordinare le pizz (come appunto rilevava Franco).
Solito discorso: se uno mi viene a dire che io sono un falso milanista e in realtà sono juventino, non ho bisogno di gridarlo ai quattro venti che non è vero...
Poi che argomentazione è "ah ma il locale aveva problemi anche prima", non ci andava molta gente.
RispondiEliminaIl titolare si è lamentato sostanzialmente del crollo degli ordini di pizza da asporto.
Da "tot" ordini a zero.
E sono iniziati anche i finti ordini (questi ovviamente potrebbero essere la vera bufala) di gente che chiama, ordina pizza e non la ritira.
Il ristoratore su questo ha detto che farà azioni legali verso quei numeri di telefono.
PER FRANCO: fosse anche come dici tu resta gravissimo il fatto che l'elemento scatenante del boicottaggio è stata quell'assunzione.
RispondiEliminaPER RICCARDO: "Taluni soggetti si aspettano che il razzismo sia andare in giro per la città con la maglietta con scritto "n***i di m***a". Siccome nessuno lo fa, il razzismo non esiste".
RispondiEliminaGiusto, hai centrato il punto. Quello della maglietta è il razzismo becero ma più visibile e riscontrabile, mentre quello più pericoloso è quello nascosto, subdolo e che si insinua nella società attraverso motivazioni ipocrite e bugiarde che tentano di fare presa sugli ignoranti. E ribadisco, fosse anche vero che c'erano questioni antecedenti a questa assunzione, rimane il fatto che il boicottaggio è scattato solo dopo che quel ragazzo è stato preso a lavorare nel locale di Lanzafame.
Ciao Daniele, stiamo dentro una società che si è incattivita e abbruttita all'inverosimile, è avvilente.
RispondiEliminaTi auguro una buona giornata.
PER SCIARADA: concordo con te, purtroppo è così.
RispondiEliminaHo letto il post, ed anche alcuni commenti, compreso quello di Riccardo che chiarisce alcuni punti. Probabilmente il ristoratore godeva già di antipatia ed il suo "assunto" ha finito per pagarne lo scotto. E' inoltre più che evidente che viviamo in un'epoca molto fragile in cui il razzismo ha ripreso fortemente piede trasformandosi in una "guerra tra poveri"... Mi riferisco ad esempio a chi ha accusato il proprietario della pizzeria di non aver preso magari un ragazzo a spasso del posto. Ci si accanisce col "diverso" ma non si comprende che qui c'è una gestione sbagliata dall'alto: invece di cooperare uniti per il benessere generale, si spara sulla croce rossa, si perde di dignità e di valori. Fa molta tristezza tutto questo... Non so come finirà.
RispondiEliminaPER IRENE: in realtà il ristoratore ha dichiarato che nessuno Italiano ha voluto quel posto e purtroppo ogni pretesto sembra valido per scatenare il proprio odio. Fa molata tristezza tutto questo, hai proprio ragione.
RispondiEliminaA quanto pare, si direbbe che sia una bufala.
RispondiEliminaPER DUMDUMDERUM; bufala no perché il pizzaiolo ha rilasciato interviste in merito e quindi la notizia è certa, vero è che potrebbe aver ingigantito la cosa e questo è possibile o perfino avere mentito. Certo esistevano motivi di contrasto già prima ma sembra che la causa scatenante per boicottarlo sia stata quella dell'assunzione.
RispondiEliminaL'articolo di Butac presenta alcuni passaggi comunque discutibili.
RispondiElimina"in Emilia Romagna è pieno di locali con pizzaioli stranieri, come è possibile un caso così estremo di razzismo?"
Cosa ci azzecca la regione Emilia Romagna con un paesello come Montescudo Monte Colombo?
Leggo questo commento: "Anche a me la storia lasciava molto perplesso ed ero convinto che fosse quanto meno esagerata: mi sembrava impossibile che in una città come Rimini, di tradizione progressista e con molti lavoratori stranieri, fossero tutti razzisti".
Ah certo!
Rimini progressista!
Ma fatevi un giro su certi gruppi Facebook di Rimini...A volte sembra di essere nel medioevo.
E' così difficile capire che possano esserci degli individui che non vedano di buon occhio un ragazzo di colore che lavora?
Le reazioni sguaiate di chi ha detto "non sono razzista" sono la prova che evidentemente la lingua batte dove il dente duole.
L'informazione locale, della quale sono orgoglioso rappresentante, ha dinamiche ben diverse dall'informazione nazionale. Chi lavora sul territorio conosce bene molte dinamiche, molti meccanismi. E nel contempo non è un giornalismo di inchiesta per una serie di motivi.
Un ristoratore di un paesino mette un cartello "Razzista qui non entri", è una cosa da ignorare?
Certo che no!
Avevo 15 minuti di audio, ridotto a sei.
La mia idea me la sono fatta, eccome.
Di sicuro non mi sono fatto l'idea che Montescudo Monte Colombo sia un paesino razzista.
Ma ho il sentore e il sospetto che come molti altri paesi sia un paese chiuso nella mentalità.
Il paese si è sentito offeso?
Bene, che scrivano un comunicato con la loro versione o mandino un rappresentante per una contro intervista. Come ha fatto il sindaco d'altra parte.
La morale della storia è sempre la stessa.
Il colpevole è sempre il giornalista per i click bla bla bla bla.
Ah a proposito, dal Resto del Carlino (Rimini).
Non è la prima volta che accadono episodi simili. Iole Sabatini è la referente locale della Caritas. «Ho visto anch’io quel post e le parole offensive che conteneva. Non posso dire se sia solo per questo motivo se il ristoratore lavora meno, ma posso dire che il ragazzo è carino e gentile e in passato ho vissuto qualcosa di simile. Un paio di anni fa per Carnevale ho organizzato un carro con ragazzi migranti e non a tutti la cosa è piaciuta. Per fortuna non tutte le persone sono così»
Su questo nessuno ha detto niente...
PER RICCARDO: infatti anch'io non penso sia una bufala, al massimo potrebbe aver ingigantito la cosa ma la tua intervista e qui la tua replica sembrano escludere anche questa ipotesi.
RispondiEliminaHo letto tutti i commenti anche se ad un certo punto ho fatto un po' di confusione. Comunque quello che mi viene da dire è una cosa sola: la gente è pazza; a meno che non si tratti di una persona davvero spregevole o con cui ho qualcosa di personale in sospeso, io la pizza (ammesso sia buona ovviamente) continuo a prenderla là. Poi va beh fare finti ordini per dispetto manco alle elementari, dai...
RispondiEliminaPER PAOLA: è una società malata.
RispondiEliminaSiamo agli sgoccioli del buonsenso, della civiltà. Stiamo andando alla deriva verso un abisso ignobile.
RispondiEliminaOspedale civile di Asti, reparto oculistica. Attendevamo la visita pre intervento di cataratta per mia mamma. Parlando è venuto fuori che il primo intervento era stato praticato da un dottore iraniano. Intervento riuscito ottimamente alla visita l'hp trovato anche molto gentile e preparato e disponibile.
Salta su un tizio "ah, no, eh! quello le mani addosso a me non le mette.Non ci si provi!"
Anno 2018 d.C.
Lasciamo perdere! Per fortuna ci hanno subito chiamate per la visita.... grrrrr
Sono rimasta abbastanza sorpresa da questa storia perchè non credevo che il fenomeno del razzismo fosse così radicato. Sembra un odio contro chi è povero e diversoe non è un buon segno quando l'odio vince. Saluti.
RispondiEliminaPER PATRICIA: stessa reazione ed analogo episodio raccontato da Vincenzo, solo che il suo era un aneddoto di anni fa, il tuo è di qualche giorno fa…no comment
RispondiEliminaPER MIRTILLO: e purtroppo sembra proprio che l'odio stia vincendo.
RispondiEliminaChe tristezza leggere queste storie ... Speriamo che la gente rinsavisca prima che sia troppo tardi. Buona serata.
RispondiEliminaPER MARIA: concordo con te e mi unisco alla tua speranza.
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