Dire qualcosa di sinistra si può ancora se si parla di diritti civili (come se i diritti civili fossero solo monopolio della sinistra e non di ogni essere umano) ma anche qui se per esempio tocchiamo il tema dell'eutanasia già nel PD qualcuno storce il naso. Io poi non ho mai amato pensare di dire qualcosa di sinistra, io ragiono con la mia testa e dico, scrivo e parlo di sociale senza colorazioni di alcun tipo nella mia mente.
Ed allora forse è più facile dire qualcosa di sociale che prescinda dai partiti ora esistenti per questo io non mi occupo delle beghe politiche che toccano il Paese e che mi lasciano del tutto indifferente. Ho trattato della legittima difesa senza tirarmi indietro dal dire la mia opinione e di tematiche importanti legate al Paese, ma mai delle liti di bottega che le accompagnavano, non è mio costume.
Sono sinceramente più sconcertato dalle formiche nei reparti di Sanità a Napoli in un ospedale cittadino, o scioccato da come ancora nessuno applichi leggi sul femminicidio come si deve. Ecco, il mio blog è sempre stato di denuncia sociale prescindendo da un orientamento politico preciso e soprattutto ascoltando chiunque pronunciasse idee che condividevo (ricordo anni fa diedi perfino ragione su un punto - uno ed uno solo eh - a Tremonti e Berlusconi!). Per es. se domattina la Santanchè si svegliasse parlando a favore dell'eutanasia non è che non la condividerei solo perché per il resto ha sempre detto delle assurdità aprendo bocca in passato. Nessun pregiudizio, mai, ma profonda capacità di giudizio ed analisi sì per capire anche se ci si può fidare della fonte che pronuncia certi principi.
Credo che oggi più che mai il sociale si faccia denunciando quello che non va come sempre è stato e agendo per cercare di risolvere i problemi esistenti come tanti fanno. Poi speriamo che chi ci governa sappia trovare soluzioni a più ampio respiro. Noi intanto scriviamo di quello che non va, di quello che sporca il Paese e che lo offende. Per esempio non sarà un tema che scalda i salotti buoni della politica, ma di anoressia si muore ancora ma nessuno più ne parla e giovani muoiono avvolti in un profondo disagio. Magari alcuni diranno e chi se ne frega, ci sono problemi più grossi. Vero (ma anche no) ma i temi a cui sicuramente si potrebbe alludere sono super trattati, vedasi disoccupazione e reddito di cittadinanza, con chi dice che quella misura sarà un disastro e chi invece pensa che potrebbe essere utile (non la panacea di tutti i mali) a risolvere in parte il problema. Oramai il reddito di cittadinanza c'è anche se forse un po' più ridotto e raffazzonato rispetto alle prospettive iniziali e vedremo se farà altri danni oppure no e continuare ad ascoltare sterili tavole rotonde simili a lotte tra gladiatori urlanti di idea avversa dentro al Colosseo è per me oramai nauseante. Invece di migliorare la vita di chi muore ad un angolo delle strada o di anoressia non è così importante. E qui entrano come sempre in gioco i media che decidono per primi cosa fa più audience e di cosa parlare (vedi Gruber ad otto e mezzo per es.) Ecco qui in queste mie pagine questo non è mai accaduto e non accadrà mai piaccia o non piaccia.
E non ho citato a caso l'anoressia, presto ne parlerò magari a mio modo in versi ma lo farò perché ho letto sia un post di recente da Claudia Turchiarulo che un rapporto molto preoccupante al riguardo e sono i giovani, il nostro futuro che muore, lo stesso futuro travolto in una discoteca o che si rovina tornando a drogarsi con sostanze (eroina) che si pensavano oramai superate e del tutto abbandonate.
E questo post non è uno sfogo ma solo un pensiero a voce alta su quello che vedo in giro leggendo e vedendo giornali e canali dei soliti media, tg compresi. Ecco prendiamo spunto da una Gabanelli e da un Iacona, loro fanno denuncia vera, quella di cui abbiamo davvero bisogno.
Io, però, voglio conoscere la volta in cui ti sei schierato col Berlusca. Dai, dai.
RispondiEliminaE comunque no.. La sinistra non esiste da un secolo, sebbene molti continuino a crederci.
Non sarà mica come Dio? 😜
Così bisognerebbe fare, niente pregiudizi nessun orientamento politico "a prescindere", bisogna ragionare con la propria testa e secondo i propri valori, sperando che questi ultimi siano per tutti quelli giusti, di apertura verso gli altri e non verso l'egoismo ed i soldi!
RispondiEliminaComunque Daniele, se vuoi passare da me c'è un piccolo premio per te :) in ogni caso un abbraccio :)
PER CLAUDIA: non la ricordo più erano anni fa e cmq è testimoniata qui sul blog perché era in un post qui pubblicato in quell'anno. Molte cose non esistono più da tanto purtroppo non solo la sinistra anche il buon senso e la civiltà
RispondiEliminaPER PAOLA: parole sante le tue e che condivido in pieno. Grazie per il premio vengo a ritirarlo subito!
RispondiEliminaMi verrebbe su che dire qualcosa di sinistra significa parlare decrepito.
RispondiEliminaCosa direbbe la sinistra oggi?
Accogliere a braccia aperte TUTTI. Idiotisch. Senza senso, illudendosi di aver detto qualcosa di sinistra, mentre invece sarebbe solo qualcosa di SINISTRO.
Parità sociale dei diritti umani.
Ma se sono calpestati per primo nel paesi governati dal comunismo?
Allora?
Strafottersene e tirare dritto.
Oppure no: dire che l'ultimo decreto di Salvini sulla sicurezza è una gran boiata, sarebbe di sinistra? Allora l'ho detta, e badate che io ammiro Salvini per certe scelte, ma stavolta piscia fuori dal vaso.
PER VINCENZO: il punto in questione è,secondo me, che quello che conta + dire e fare qualcosa di sociale, senza ammantarlo di alcuna bandiera.
RispondiEliminaTanto la sinistra non esiste più. Mi sembra davvero morta e sepolta.
RispondiEliminaPER LA DAMA BIANCA: sono le idee sociali che sopravvivono, quelle di equità e giustizia il resto è fuffa.
RispondiEliminafare, passami la banalità, è comunque meglio che dire. e sì, certamente vero che la sinistra non dica più nulla di sinistra da tempo immemore. ma sinistra e destra, oriente e occidente, giusto e sbagliato, si stanno sovrapponendo sempre di più. qui occorre che ognuno usi il proprio cervello, ché quello dei dirigenti del paese sembra davvero essere annacquato.
RispondiEliminaI primi due partiti citati sono ben lontani da una vera sinistra, qualcosa di nuovo si sta costruendo, ma ci vuole una vera unità per creare un buon movimento.
RispondiEliminaSereno pomeriggio.
In Italia il pensiero politico è stato trasormato in tifo: si guarda da che parte sta chi dice o fa una cosa. Mentre per me (e per che te che lo dimostri sempre) è importante affrontare i problemi e come li si affronta non in che partito si sta.
RispondiEliminapoi con quello che ha combinato il Pd in questi anni (difficile definirlo di sinistra!) molti intellettuali si sono defilati e stanno zitti su molti argomenti importanti pur di non essere confusi con questi pseudo rappresentanti della sinistra italiana.
PER DIGITO: Come mi ha risposto qualcuno che ben conosci :-))), sei lontano anni luce da dire banalità, Digito. Questa giustapposizione è secondo me pericolosa perché poi si fanno di tutte le erbe un fascio e sembra che tutti dicano la stessa cosa, che poi forse è anche vero purtroppo.
RispondiEliminaPER CAVALIERE: ed allora, attendiamo tempi migliori.
RispondiEliminaPER MARCAVAL: condivido infatti anch'io il tuo pensiero, dovrebbe contare affrontare i problemi e come si decide di affrontarli, ma oggi prevale la politica da stadio...
RispondiEliminaPer dire cose di sinistra bisognerebbe prima di tutto sapere cosa è la sinistra. Poi che esistesse.
RispondiEliminaI nostri cosiddetti sinistrorsi non sanno far altro che in... scusa! stavo dicendo una volgarità! Non fanno altro che darsi botte metaforiche tra di loro e farsi lo sgambetto.
Solo quando troveranno un punto in comune forse e dico forse riusciranno a fare qualcosa di buono per l'Italia. Prima..... pollice verso
PER PATRICIA: giusta osservazione, sapere cos'è la sinistra o forse sapere se quelli che tanto si definiscono tali davvero la vogliono una sinistra.
RispondiEliminaBella la tua chiosa: se davvero la voglioo una sinistra".
RispondiEliminaNon so risponderti sai... però mi hai fatto sorgere un dubbio terribile. La vorranno?
O è più comodo riempirsi la bocca con la parola stessa e le tasche come hanno sempre fatto tutti?
Io trovo giusto il tuo comportamento. Secondo me bisognerebbe denunciare ciò che non va, andando oltre qualsiasi orientamento politico. Denunciare, parlare per trovare una soluzione valida. saluti.
RispondiEliminaPER PATRICIA: è la madre di tutte le domande...
RispondiEliminaPER MIRTILLO: ti ringrazio, sono felice che anche tu apprezzi la mia linea editoriale che poi è anche quella personale e di vita.
RispondiElimina"l'unica piccola sinistra è un'ala del movimento cinquestelle, piaccia o no", In queste tue parole la sintesi del dramma della sinistra italiana.
RispondiEliminaCiao la sinistra quella di Berlinguer non esiste più.
RispondiEliminaSarà perché non c’è piu nemmeno quella classe operaia che la alimentava.
Oramai si è imborghesita.
E i nuovi operai non sono più quelli di una volta.
I concetti stessi di sinistra sono cambiati.
Oramai non si riesce più a distinguere con chiarezza uno schieramento.
È tutto contaminato , si predica bene e si razzola peggio!
Non c’è più un’identità precisa.
Fa comodo stare nel mezzo.
O meglio non schierarsi.
Che confusione...
PER PINO: Non so se è un dramma è peraltro una constatazione amara del panorama nostrano.
RispondiEliminaPER MAX: Oggi Berlinguer parlerebbe in modo nuovo di sinistra: non più sinistra operaia, o almeno non solo, ma anche precariato, lotta al dislocamento all'estero di imprese collocate da tempo in Italia, ecc...
RispondiEliminaTu dici sempre quello che pensi.
RispondiEliminaMagari non si è sempre d'accordo con te ( e ci mancherebbe) ma qui ci si può sempre confrontare con correttezza e civiltà.
Cosa non usuale.
Io vorrei che si mettessero da parte tutte le bandiere, qui in Italia, in Europa e nel mondo.
E si provasse davvero a cambiarlo questo mondo.
Ma sai, sono una sognatrice.
Ciao Daniele: su alcune considerazioni, non sono d'accordo, ma mi trovi concorde al plauso per Riccardo Iacona e la Gabanelli. Buon 2019!
RispondiEliminaPER MARiELLA: bello essere sognatori, è una porta aperta sulla speranza e sul futuro.
RispondiEliminaPER MARIA; Rispetto la tua opinione anche se mi sarebbe piaciuto sapere cosa non condividi per confrontarci.
RispondiEliminaPer essere di sinistra bisogna volere un cambio di sistema, PD, LEU, M5 STELLE non lo vogliono, e probabilmente anche tu non lo vuoi. Vuoi dei miglioramenti, qualche diritto, ma rimanendo però all'interno di questo recinto. Legittimo, ma per me è poco, io voglio un cambio di sistema (in parole povere, uscire dal capitalismo che depreda uomo, menti, ambiente), per questo io non ho nessuna esitazione a dirmi di sinistra. Non mi interessa il teatrino della politica, ma le cose concrete, poi quando c'è da votare voto, fino a quando ci sarà qualcosa o qualcuno in linea con le mie idee.
RispondiEliminaPER ALLIGATORE: se per cambiare sistema intendi passare al marxismo allora sì non sono di quell'idea, ma cambiare sistema non significa per forza ingabbiarsi in un altro stantio ma crearne uno nuovo basato su equità, giustizia e diritti civili.
RispondiEliminaNon lo so...con i se e i ma non si va da nessuna parte.
RispondiEliminaBerlinguer ha segnato un epoca dove aveva ancora senso parlare di sinistra perchè esisteva.
I tempi son cambiati ...problemi nuovi e la convinzione che nessuno che sta a l potere abbia voglia di trovarci una soluzione.
Da D'Alema in poi non cè stata piu' la sinistra....però dai sto andando fuori tema.
concordo con la risposta che hai dato al coccodrillo ;)Ci sarebbe bisogno di un sistema come quello che hai descritto , ma ho paura sia solo utopia.
Buona giornata Daniele
Da donna di sinistra, giovane militante, con un passato sciocchino da centri sociali e impegno politico giovanile, non trovo più valori in grado di rassicurarmi nella nostra politica.
RispondiEliminaNel mio minuscolo, ho scelto di fare, che a me da ex espatriata, è sembrata la cosa più logica davanti allo sfacelo prima umano che politico del nostro paese.
secondo coscienza, faccio quello che ritengo più opportuno per la mia società e la realtà che vivo (drammatica qui in Sicilia)
Ronde notturne per i senzatetto, ore in mensa alla caritas e accoglienza al porto per i migranti.
Posso farlo perché ho perso il lavoro a febbraio e ho potuto usare questo tempo.
Dovrebbe essere il governo del mio paese a fare, ma se così non è, che si fa?
Ci si smuove il culo e si cambia un piccolo passo alla volta.
PER MAX: hai ragione, con i "se" ed i "ma" non si va da nessuna parte. Vero oggi i tempi e le problematiche sono diverse per questo io ipotizzavo un Berlinguer che avrebbe saputo cogliere quelle tematiche e farle proprie. Forse il Mio sistema è utopico ma bisogna lottare per tendervi.
RispondiEliminaBuona Giornata Max
PER NINA: grandiosa, sei un esempio da seguire!
RispondiEliminaGiustizia sociale, diritti per tutti, libertà è marxismo (quello vero, purtroppo mai realizzato in terra), e quanto a Berlinguer credo che lo si citi spesso senza conoscerlo. C'è stato un Berlinguer del compromesso storico e della morigeratezza, e quello a me non è mai piaciuto. Poi c'è stato quello dell'eurocomunismo, dell'alternativa di sinistra, della fuoriuscita dalla NATO, del no al nucleare e della constatazione che si era esaurita la spinta propulsiva della Rivoluzione d'Ottobre, e questo, in toto, mi è piaciuto, anche se arrivato in ritardo. Credo insomma si debba legare uguaglianza e libertà, e questo è sinistra, dalla Rivoluzione francese in poi, indipendentemente dai nomi dei partiti e dai segretari di questi. Non dirsi di sinistra, per avere mani libere e intercettare voti da ambo le parti, è una strategia politica, ma di respiro corto (mi riferisco a partiti politici e/o movimenti, non a persone, ovvio) e prima o poi la si paga.
RispondiEliminaPER ALLIGATORE: marxismo è comunismo e non sono mai stato comunista,non in quella accezione. La libertà non ha un solo colore e tutti i movimenti e partiti democratici hanno il diritto di fare politiche sociali senza essere o dichiararsi di sinistra. Possono affrancarsi dalla distinzione destra/sinistra o dichiararsi socialisti o di sinistra liberale, le parole poi stanno a zero sono i fatti che fanno un partito un partito sociale o se vuoi definirlo tale di "sinistra". Su Berlinguer prendo atto della tua analisi molto oggettiva e coerente.
RispondiEliminaCiao Daniele. Visto il tuo aperto e garbato "mi sarebbe piaciuto sapere cosa non condividi per confrontarci" cerco di esprimere brevemente cosa non mi convince in ciò che scrivi. In sintesi, non credo che possa esistere una 'sinistra sociale' efficace e feconda se non esiste una radicata visione d'insieme, dello stesso segno, anche in campo antropologico, in politica estera, in tutta la politica interna e così via. Un intervento sociale di sinistra quindi, a mio sommesso avviso, non può essere improvvisato e avulso da una posizione di pensiero 'forte' che supporti e spieghi quella politica. Altrimenti, rischia di essere spazzato via all'avvento delle prime contraddizioni ... In fondo, anche il primo Mussolini aveva una posizione 'di sinistra sociale', che, essendo però inserita in una visione del mondo di destra, virò poi in un certo modo ... Scusa il riferimento storico datato ed estremo, ma era per cercare di spiegarmi. Grazie del tuo desiderio di confronto. Saluti cordiali.
RispondiEliminaPER MARIA; In primis grazie per aver accettato il mio invito. Concordo con te una visione di sinistra lo dovrebbe essere a 360° e peraltro oggi PD ed altri partiti di sedicente sinistra questa visione non l'hanno secondo me. Tengo a precisare che non alludevo certo alla sinistra sociale di Mussoliniana memoria ma so che lo sai anche tu questo :-))).
RispondiEliminaDi fatto tu rivendichi una necessaria filosofia di sinistra che si infonda dentro al o ai partiti futuri che si vogliano ammantare di questa idea e parte di valori. Comprendo io però penso che questa filosofia deve essere oggi rivisitata e non lasciata ancorata a valori passati che non si possano ricollocare nella realtà storica e sociologica e politico-sociale di oggi. Il tutto senza stravolgerla o modificarla per fini propri e di potere.