MANUELA
Cammina
Scalza
Lungo le povere e sporche strade di Caracas
Nei suoi occhi
Pallidi ricordi di un altro Venezuela
Quello di Simon Bolivar
E quei sei pazzi esiliati che cantavano di libertà per il Chile
E per tutto il Sudamerica.
Cammina senza meta
Manuela
Lungo polvere e fumo
In un Paese dalla bandiera scolorita
Violentata da effigi volgari
Affisse prepotentemente
Sui muri di uno Stato prigioniero.
Le lacrime di Manuela cantano la vita
Intonano sottovoce il sogno di Simon
Ballano al ritmo incessante
Di un desiderio di insurrezione.
Piedi feriti
Da schegge di vetro
E corpi abbandonati per le strade.
Adolescenza repressa
Si cresce in fretta dove non c'è libertà
Ci si spegne rapidamente dove gioia e canto non sono permessi.
Supermercati presi d'assalto
Proteste di disperazione e fame
Fanno da sfondo tetro e rassegnato
All' Helicoide.
Un giorno Manuela chiese a sua madre:
"Mamma cos'è l'Helicoide e chi c'è dentro?"
La risposta fu lapidaria ed impossibile per Manuela da dimenticare:
"E' dove vanno a morire i sognatori, è dove ancora c'è tuo padre, forse."
Da quel giorno non tornò più a casa
Da quel giorno scelse l'esilio dalla rassegnazione.
Manuela cavalca scalza
Le sue lacrime di rabbia e sofferenza
Condividendole insieme ad altri suoi compagni di lotta
Ed ogni giorno
All'imbrunire
Si dirige sola verso quell'incubo in muratura
Ingaggiando una feroce lotta di sguardi con l'Helicoide
E gridando a pieni polmoni il nome di suo padre.
Ogni sera quel nome echeggia
Nell'aria di Caracas
Con la speranza che il vento
Un vento di libertà
Le possa un giorno restituire
Il saluto di suo padre
E la voce di tutto un popolo finalmente libero.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
l'altra settimana cantavo ad alta voce "el pueblo unido" e mi domandavo che senso ancora avesse al giorno d'oggi in occidente quella canzone.
RispondiEliminabuon giorno
PER ANTONY: spero di averti dato una piccola risposta, almeno per quanto mi riguarda.
RispondiEliminaGrazie Daniele, mi hai commosso.
RispondiEliminaPER GIANNA: grazie a te, è un onore essere commentato da anime sensibili come la tua.
RispondiEliminaPenso che neanche un novello Bolivar riuscirebbe a riportare un po' di civiltà in quel disgraziato Paese.
RispondiEliminaCristiana
PER CRISTIANA: perché no? Il problema è che non c'è.
RispondiEliminaSe guardo in giro scorgo solo sogni frantumati...o che si stanno frantumando.. una cristalleria devastata.. dove ogni riflesso sta scomparendo...
RispondiEliminaPER FRANCO: lo so, ma i sogni non devono toglierceli mai.
RispondiElimina
RispondiEliminaSono i sogni in frantumi del recente passato, nuovi desaparecidos...
Moz-
PER MOZ; in frantumi perché manipolati da terzi che non volevano vederli realizzati.
RispondiEliminaLa mia poesia preferita è "Soldati" di Ungaretti.
RispondiEliminaTutti noi, prima o poi, ci siamo sentiti dei soldati.
Lo è Manuela, non per sua scelta.
Lo è suo padre.
Lo saranno i suoi figli.
Purtroppo, per sempre.
PER CLAUDIA: Manuela, dal mio punto di vista, non è un soldato, non nel senso specifico del termine, E' una civile che lotta per la libertà di suo padre e del suo popolo ed è una ragazza come tutte le altre.
RispondiEliminaGiustissimo. Mi sono espressa male. Intendevo che anche lei "sta come d'autunno sugli alberi le foglie", ovvero vive appesa ad un filo, pur senza averne alcuna responsabilità.
EliminaManuela è il simbolo di una libertà calpestata. Di una lotta che continua ad infiammarsi anche se ormai manca il carbone.
RispondiEliminaI sei pazzi esiliati... Inti Illimani, vero? e con loro tanti altri a portare in giro la voce di chi non poteva più parlare
PERE CLAUDIA: straordinario e toccante chiarimento!
RispondiEliminaPER PATRICIA: Yes proprio agli Inti facevo riferimento :-))) IL carbone dobbiamo essere noi che non accettiamo il silenzio su certe realtà.
RispondiEliminaManuela che resiste e che lotta affinché i suoi sogni non vengano nuovamente disillusi, Manuela che non vuole lasciare morire anche l'ultimo brandello di speranza, Manuela è una voce, mille voci che chiedono pace, giustizia e libertà.
RispondiEliminaE chissà quante Manuela ci sono al mondo, ancora adesso...
RispondiEliminaBella poesia!
PER AMANDA: giusto e noi non dobbiamo deluderle ma allearci a tutte loro.
RispondiEliminaPER FRANCESCA: tante, e dobbiamo proteggerle, sostenerle.
RispondiEliminaTanti sogni frantumati, ma non bisogna perdere la forza e la speranza di cambiare questo mondo.
RispondiEliminaSaluti a presto.
PER CAVALIERE: dobbiamo crederci tutti, "together we stand divided we fall"
RispondiEliminaManuela, una ragazza che, con i suoi sogni e le sue speranze, rappresenta tante giovani donne di questo paese martoriato. E' particolarmente toccante questa tua poesia. Un saluto.
RispondiEliminaPER MIRTILLO: vero, concordo con la tua analisi. Grazie per le tue bellissime parole sulla mia poesia.
RispondiEliminaLe Manuela sono anche dove non ce lo aspettiamo.
RispondiEliminaPER MARIELLA; sono tante e ovunque
RispondiEliminaUn popolo finalmente libero sarebbe una cosa straordinaria. Credo che oggi nessun popolo possa dirsi libero del tutto, davvero, anche dove sembra che la situazione sia migliore.
RispondiEliminaNei paesi in cui poi lo sbando, l'oppressione e i diritti calpestati sono proprio sotto gli occhi di tutti in modo anche violento, è chiaro che ci sono più Manuela che quotidianamente lottano. E i tuoi versi sono toccanti, Daniele, perchè leggendoli sembra di vederle e di conoscere la loro sofferenza e la loro forza indomita.
Questo è un canto libero per il Venezuela martoriato.
RispondiEliminaIl più bel complimento che mi sento di farti è "che sembra scritto da un poeta venezuelano dalla tristezza che si sente nel singhozzo che canti".
Poesia specialissima, diversa dal solito.
Grazie, Daniele: le ingiustizie vanno perennemente denunciate. E tu sei capace di coniugare denuncia e poesia.
RispondiEliminaPER MARIS: sono toccato e commosso anch'io dalle tue parole e dal tuo pensiero che condivido in pieno. Grazie davvero per le tue parole bellissime sui miei versi.
RispondiEliminaPER VINCENZO: ho alcune poesie che parlano di guerre dimenticate e situazioni di popoli non considerati e sottomessi (vedi quella sui mapuche o sul tibet) Vero è che questa poesia ha un taglio diverso ed hai ragione il tuo è il più bel complimento che potessi farmi. Grazie sei un grande.
RispondiEliminaPER MARIA: Grazie di cuore, sono felice di riuscire in questo intento.
RispondiEliminaE' molto bella.
RispondiEliminaCommovente, direi.
PER LA DAMA BIANCA: ti ringrazio di cuore!
RispondiEliminaManuela, non torna più a casa perchè la casa è il tangibile confronto con un duro pragmatismo; contro questo si spezzano le ossa dei sogni ... Manuela vuole ancora sognare, in lei c'è dolore, ma dallo stesso trae la forza per continuare a camminare sulla strada dai vetri rotti; non la vedo come una triste rassegnazione ma come la malinconia sulla quale scende il tramonto e poi, il silenzio.
RispondiEliminaPER STELLA: infatti non c'è resa nella disperata lotta di Manuela, né rassegnazione altrimenti non sarebbe andata via da casa.
RispondiEliminaDai frantumi nasce sempre qualcosa di muovo. Dal letame nascono fiori e diamanti.
RispondiEliminaNon bisogna mai perdere la speranza.
PER ANNA: giusto, e Manuela nella poesia per ora questa speranza la tiene ancora.
RispondiEliminaComplimenti ... che bella poesia. Direi "toccante" ma anche molto di piu!
RispondiEliminaPER MARCAVAL Grazie sono veramente commosso dal tuo commento!
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