CLOWN
Ci volete "social addicted"
Come clown ammaestrati a sensibilizzarvi
Ma non troppo
Senza un reale impegno a cambiare
Perchè cambiare comporta sudore della fronte
E mani piagate dalla sofferenza.
Flauti andini di resistenza non sono più cool
Riempirsi le dita di "mi piace" su profili di vip
Più o meno attenti al sociale
Vi pulisce la coscienza
Ammanetta la nostra rabbia
Atrofizza cuori consunti dalla lotta.
Egoismo reale
Mimetizzato
Tra frasche di reale intolleranza
Sorrisi di facciata
Mostrano costose dentiere senz'anima
E denaro ostentato come volgare prova di forza.
Ed oramai
Scardinata anche la soglia della decenza e della pudicizia
Resta soltanto la voce solitaria di una violetta
Urlare ad un infinito spento
Come uno schermo nero senza vita.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
non so se la conosci, ma dovresti ascoltare "Non me Ne frega niente" di Levante, calza (secondo me) a pennello con le tue parole!
RispondiEliminaPER FEDERICA: conosco Levante forse anche quel brano.
RispondiEliminaLa vera vita è fuori dai social, ma anche quelli rispecchiano la situazione attuale.
RispondiEliminaSereno giorno.
Ma infatti è proprio l'evoluzione dei flauti andini. Pagliacci prima, pagliacci oggi... col social in più :)
RispondiEliminaMoz-
PER CAVALIERE:certo perché a scriverci siamo noi e quindi rispecchia l'ipocrisia, la falsità, il volersi mostrare più belli di quelli che si è oppure feroci detrattori ed haters per sfogare frustrazioni delle vita reale.
RispondiEliminaPER MOZ: vero, ora con i social però esiste un'amplificazione enorme di questi comportamenti ed una penosa condivisione degli stessi.
RispondiEliminaI social fanno ormai parte della realtà. Bisognerebbe sapersi non far risucchiare.
RispondiEliminaPER LA DAMA BIANCA: è l'utilizzo sbagliato e bulimico che se ne fa ad essere il problema.
RispondiEliminaIo credo che, come in tutte le cose, ci vuole la giusta misura. I social , in sè, non sono certo da demonizzare. E'l'uso sbagliato che se ne fa quello che non va. Chi posta cose assurde, stupidaggini, o peggio ancora per ricevere qualche "mi piace" in più e tutti coloro che mettono "mi piace" a cose di cui uno dovrebbe solo vergognarsi di averle pubblicate. Ecco , è questo che non va . E,purtroppo, questi comportamenti si diffondono a macchia d'olio, conta solo l'apparire, non quello che si è veramente. Un saluto.
RispondiEliminaPER MIRTILLO: è proprio questo il problema, oggi la maggioranza usa i social network proprio nel modo da te riportato oltre ad aggiungersi coloro che non sanno far altro che polemizzare con astio solo per sfogare le loro frustrazioni.
RispondiEliminaSTavo per scrivere ciò che avete scritto prima Mirtillo e poi tu. M avete preeduto :)
RispondiEliminaNotevole la tua poesia.
Facebook a parte, perché quello è un mondo a sé che non rispetta niente e nessuno, i social ci sono ma l'uso smodato che se ne fa sta creando un'alienazione infinita.
RispondiEliminaBella poesia!
Il tutto, come sempre, si riduce all'uso controproducente che se ne fa verso gli altri e verso se stessi; Le tue parole rappresentano palesemente la cruda verità a cui stiamo andando incontro. Buona serata.
RispondiEliminaPER PATRICIA: grazie di cuore Patty.
RispondiEliminaPER ANKE; concordo purtroppo su facebook e concordo anche sull'alienazione che si sta creando per un eccesso uso dei social in generale.
RispondiEliminaPER STELLA: concordo con il tuo commento e ti ringrazio per le tue belle profonde parole sui miei versi.
RispondiEliminaIstintivamente mi sono sempre tenuta fuori dai social network. Non li demonizzo, ma mi rendo conto che troppo spesso ci si lascia travolgere e tutto diviene quasi una finzione scenica, un teatrino che aliena in un certo senso dalla realtà e tende a standardizzare tutto e tutti.
RispondiEliminaTu, con i tuoi versi e le tue metafore bellissime, mi lasci sempre con un'emozione dentro a fine post.
Buona serata, Daniele.
PER MARIS: sono emozionato dalle tue parole, per me arrivere al cuore di voi tutti è importante. Concordo con la tua analisi relativa al mondo social, analisi che trae origine da un'umanità più superficiale e frustrata e che quindi usa i social come valvola di sfogo e/o d'evasione
RispondiEliminaDaniele, attraverso le parole delle tue poesie, trovi sempre la chiave giusta per arrivare a noi, per farci riflettere.
RispondiEliminaHo perso un po' di tuoi post, spero di recuperarli.
Intanto, per quel riguarda i social, io li vivo, credo, nel modo giusto.
Escludendo FB che non mi piace, utilizzo twitter per informarmi, Instagram per divertirmi e vedere bei posti, i blog per approfondire.
Ma senza alcun tipo di dipendenza.
Quello che mi intristisce e vedere tutta la massa attorno a me, che vive e che respira di social.
Ormai si comincia da bambini e questo mi fa paura.
Mi fa paura che le persone non si rendano conto che seguire l'onda senza utilizzare il cervello, significa perdersi.
Un abbraccio.
PER MARIELLA: in primis ti ringrazio di cuore per le tue bellissime parole sui miei versi. Concordo con te sull'analisi che hai fatto. Ed è vero, quello che più preoccupa è che anche i bimbi di età prescolare sono già connessi. Molta gente è eternamente connessa al virtuale sconnettendosi di fatto con il cervello dalla vita e dalle emozioni del reale.
RispondiEliminaMetti sempre magistralmente il coltello nella piaga.
RispondiEliminaHo notato con immenso piacere che le mie nipoti ( 18 e 20 anni ) hanno definitivamente abbandonato i social, come molti loro amici, ma ai livelli più bassi di cultura ci vanno giù forte.
C'è da sperare che un giorno li osteggino come hanno fatto con le sigarette, ma intanto…
Cri
PER CRISTIANA: vedere intanto piccole ma significative inversioni di tendenza mi rincuora e mi dà speranza
RispondiEliminaRiguardo facebook sai benissimo qual è la mia opinione.
RispondiEliminaRiguardo internet e i social in generale, dico che è l'uso che se ne fa a fare la differenza.
Saremmo ridicoli a dire che la nostra società può fare a meno di questi strumenti, perché non è vero, e tanto meno blaterare di livelli culturali: l'uso sbagliato della rete non dipende dal titolo di studio, come qualcuno prima di me ha sostenuto.
Affermarlo è classista.
Perché invece non educhiamo le persone ad un giusto uso della rete e dei social, dando magari noi per primi il buon esempio?
Un abbraccio e complimenti per il post.
PER FRANCESCA: conosco la tua posizione su fb estremamente negativa. Vero, i social dipende come li si usa ma alcuni di essi sono proprio tesi alla superficialità. La cultura nel senso di nozione no, ma la sensibilità fa la differenza. Concordo sull'educare ad un uso intelligente dei social, ma il problema è trovare i prof per insegnare questa materia…
RispondiEliminaContraccambio di cuore l'abbraccio e ti ringrazio per i complimenti.
Tutto dipende dall'uso. Se i social stravolgono la vita reale, non è positivo. Se utilizzato con criterio è un modo di comunicare come tanti altri in rete.
RispondiEliminaPER TIZIANA: concordo, ma il problema nasce proprio dall'uso smodato e sbagliato che oggi la maggior parte della gente fa dei social e da come questo rimbambisce il popolo.
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