Questa "poesia - dialogo" tra padre e figlio mi è stata ispirata da questo post sul blog di Cavaliere Oscuro. il titolo è volutamente una citazione del celeberrimo brano di Lennon il cui testo ancora oggi è di grande forza ed attualità.
WORKING CLASS HERO
Non meno duro, differente.
Turni insostenibili
Sicurezza sul lavoro inesistente
Ma erano altri tempi.
Potevi lottare
Innalzare voci e pensieri
Levare mani al cielo.
E riempivi le piazze
Credendoci
Ottenendo
Poco, forse,
Ma ottenendo.
Sai
Oggi per noi giovani è diverso
Siamo una classe operaia 2.0
Anzi forse non esiste neanche più questo termine
E quindi neanche il concetto di operaio.
Lavoriamo sui computer
A testa bassa
In completa solitudine
E feroce concorrenza.
Oggi le lotte le lasciamo agli altri
A chi ancora ci crede
E non vede l'illusione di quello che avete creduto di ottenere.
Figlio
Non sono d'accordo
Voi non siete schiavi moderni per assenza di diritti
Ma per una loro costante sottrazione
E per una vostra incapacità di difenderli.
Forse hai ragione,
Ma intanto io e Silvia non possiamo sposarci
Avere una famiglia
E questo nonostante tu mi abbia fatto laureare
Con sacrifici economici che ben conosco.
Ed allora siamo due falliti
Io forse pa' più di te perché non so neanche dove lottare
Cosa combattere
E con quale grimaldello fare breccia
In questa società di anime superficiali.
Sono un perfetto ingranaggio
Di questa macchina diabolica
E non so come diventare granello di sabbia
Non so se basterà riuscire a diventarlo
Se altri mi seguiranno, mi seguirebbero.
Oggi molti di noi non sono altro che una moltitudine frustrata
Con occhi bassi su display luminosi e tristi
All'affannosa ricerca dell'oblio
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
Sono davvero Super Presa Daniele ho un mese di Settembre davvero pieno (soprattutto fuori dal web)
RispondiEliminaSono di corsa - un saluto buon venerdì e migliore Fine Settimana in arrivo
PER ARWEN ELFA Buon fine mese ☺
RispondiEliminaOggi il sistema va destabilizzato dall'interno, ma serve essere individui e individuali, non omologati.
RispondiEliminaNon è più tempo delle piazze (ora sono le destre a scendere in piazza!) ma dell'affermazione del sé col proprio lavoro-ingranaggio, per corrodere lo stesso e affermarsi su di esso.
Vince chi sciopera con fantasia.
Moz-
PER MOZ; essere individui come affermi giustamente tu, non può non partire da una affermazione di se stessi secondo regole diverse da quelle che vogliono gli altri e quindi automaticamente perdi il lavoro. Se tu sei sottopagato per quanto faccia bene li tuo lavoro, io continuerò a sottopagarti beandomi del fatto che nonostante un salario o stipendio miseri tu ti impegni nell'illusoria speranza che io ti premi oltre quello che ti verso. Non penso che la piazza sia desueta, non se la si occupa in un modo 2.0 ossia senza bandiere politiche, con contenuti, dibattiti, artisti, insomma proprio con la fantasia che tu proponi. Affermare se stessi nel "lavoro - ingranaggio" è impossibile in quanto non te ne viene data l'occasione. Se succede non è più "un lavoro - ingranaggio" ma un lavoro vero (che puoi trovare forse un filo più facilmente all'estero) dove il merito è riconosciuto e premiato.
RispondiEliminaHai descritto il mondo di oggi, soprattutto quello del lavoro a meraviglia!
RispondiEliminaOpen space sovente ma in perfetta solitudine. Io io io... soltanto più io esiste. Anche perchè se esistesse ancora il noi forse non si sarebbe giunti a questo punto.
Quello che i nostri genitori avevano guadagnato lottando e scioperando oggi è andato perso. Ancora oggi la sicurezza sul lavoro sovente è un optional lasciato ad altri imprenditori. Una paga giusta in base all'orario idem.
La classe imprenditoriale (o prendi-toriale sarebbe ancora meglio) pensa solo al suo guadagno e degli altri se ne frega. Portano il lavoro all'estero perchè costa meno.... gli straordinari sono obbligatori ma non vanno segnati.... cercano apprendisti con esperienza (e che sia un controsenso non lo vogliono capire).... oppure scrivono "cercasi estetica NON grassa, come se quello del peso fosse una discriminante. Visto in città eh.... non me lo sono inventato io questa ultima frase
PER PATRICIA: straordinario commento, hai perfettamente fotografato la realtà di oggi. Grazie a te per le belle parole sulla mia poesia.
RispondiEliminaIo sono un turnista di quelli che lavorano anche nei festivi e la notte. Nei tuoi versi hai descritto molto bene la situazione lavorativa italiana. In questi anni, hanno tolto tanti diritti, ma nessuno ha lottato per difenderli. Voglio ricordare che molti sono morti negli scioperi, per avere quelle poche tutele che garantivano un po' di protezione per i lavoratori.
RispondiEliminaSaluti a presto.
PER CAVALIERE: grazie per aver postato qui la tua testimonianza e le tue parole in quanto molto pregnanti e che spero siano lette da tanti. Diritti tolti che ora non sappiamo se riusciremo mai a riconquistare.
RispondiEliminaBella la tua poesia verità double face. Hanno ragione entrambi, padre e figlio, e dovrai sentire cosa dirà il nipote a nonno e padre una volta arrivato con una laurea a fare pizze a Londra o a Parigi per sbarcare il lunrio decentemente. In aprile, quando sono andato a Parigi ho fatto visita ad una ragazza dolcissima e carinissima del paese di mia moglie, che quasi ho visto nascere. Aiutata economicamente solo in parte dai genitori lei ha sempre studiato all'estero -Parigi, poi Londra- si è presa la sua nella laurea in architettura, si è stabilita a Paris in uno studio importante di architetti col suo fidanzato. Ad un certo punto, quando ha capito che malgrado il suo dottorato non avrebbe mai concluso nulla, se ne è andata a lavorare da un ristoratore parigino. Ha lasciato il fidanzatino troppo insicuro, si è messa col suo datore di lavoro, che le ha aperto un locale dove cucina lei tutta roba italiana che sta avendo un grande successo. La ragazza adesso si sente appagata e non rimpiange le colonne doriche e le moderne strutture architettoniche.
RispondiEliminaEcco un esempio di quel che sarà il futuro di tanti dei nostri figli. Ma va benissimo così.
Ho consigliato ai miei due nipoti di aprire un agriturismo, che mi sembra vadano proprio bene dappertutto, se sai cucinare e farci un po' coi clienti.
Vedi quanto sia attuale la tua poesia postata oggi,
Complimenti, Daniele: questo è il mio commento come sempre altamente positivo.
Descrizione perfetta della situazione, bravo Daniele. Condivido il commento di Patricia Moll. Di mio ci aggiungo solo, citando un po'il lavoro di mio figlio che (ovviamente) è emigrato e torna solo per le vacanze: "In Germania è tutta un'altra musica".
RispondiEliminaPER VINCENZO: ci vuole molto coraggio a ripartire da capo e magari rinunciare ai propri sogni. IL consiglio dato ai tuoi nipoti è giusto, ma è al contempo triste che non si possano inseguire invece magari le proprie vocazioni ed aspirazioni. Ti ringrazio, le tue parole ed i tuoi commenti non sono mai banali ma spesso profondi ed amaramente veri.
RispondiEliminaPER RIYUEREN: Vero, lo sostiene anche Vincenzo Iacoponi ma anche in Europa la crisi sta arrivando a farsi sentire in maniera forte.
RispondiEliminaBella poesia e bella descrizione dell'attuale situazione .... aggiungici solo che chi solitario cerca di fare rispettare i diritti passa per lavativo. E la crisi di cui si parla più che ecomica è morale e sociale.
RispondiEliminaPER MARCAVAL aggiunta registrata lol e pienamente condivisa.
RispondiEliminaDa anni il mondo del lavoro non fa che regredire. L’obiettivo che le classi padronali perseguono è riportare indietro d’un secolo i diritti dei lavoratori, spacciando per progresso un ritorno a livelli di sfruttamento premoderni assimilabili allo schiavismo. Non c'è più niente dei diritti per i quali ci si è battuti con tanto impegno, ma soprattutto non c'è più il rispetto per la dignità del lavoratore: mansioni, retribuzioni, integrità fisica e mentale del lavoratore, natura e durata del rapporto lavorativo sono a totale discrezione dei pescecani del capitalismo che finanziano i governi. Proseguendo su questa linea temporale e politica le cose possono solo peggiorare. Per raddrizzare la rotta dovremmo tornare a quando si era capaci di lottare tutti insieme per cambiare davvero le cose, ai giorni in cui tutte le conquiste sociali adesso sotto attacco sono state compiute. Dovremmo tornare sui nostri passi e prendere la strada giusta. Solo da lì potremo ritornare al futuro, quello autentico. Chi oggi ci trascina ancora avanti sulla strada sbagliata non ci porta nel futuro.
RispondiEliminaTriste, amaro e significativo il tuo "dialogo". Cogli sempre nel segno, complimenti.
PER GIANNA; in primis grazie di cuore per le tue parole sulla mia poesia. Venendo al tuo commento credo anch'io che si debba tornare a lottare per non perdere diritti essenziali per i lavoratori come la sicurezza sul lavoro per esempio, una maggiore stabilità e tanto altro che tu nel tuo commento hai perfettamente riportato. Hai ragione, è presente anche a mio avviso la volontà di far regredire il mondo del lavoro ai tempi quasi ottocenteschi.
RispondiEliminaUn grande post Daniele.
RispondiEliminaNon ho molto da aggiungere se non quello che ho sentito con le mie orecchie qualche giorno fa in ufficio.
Il mio capo (radical chic di sinistra con conti e case all'estero e tutto preso a risparmiare pure la carta igienica da noi, figurati il resto) ad uno degli studenti 17enni che arrivano da noi per quegli stage gestiti dalle scuole superiori della Lombardia,
Dato che il ragazzo non pareva troppo interessato al nostro lavoro ( e ti credo lavorare nel mondo del fiscale è davvero alienante) gli ha detto:
- cosa pensi di fare dopo la maturità? se vai avanti così potrai fare "solo" l'operaio.
È TUTTO.
PER MARIELLA: testimonianza che conferma la sconvolgente situazione del mondo d'oggi. Grazie di cuore per i complimenti sulla mia poesia
RispondiEliminaScusa Daniele, ho scritto da cani.
EliminaPER MARIELLA: tranquilla, ho letto tutto senza problemi ed anzi il tuo commento è stato molto interessante.
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