IL VOODOO DEL GRANDE BURATTINAIO
Uncini arpionano le
nostre anime
Spilloni infilzano le
nostre menti
E noi
Come pupazzi di pezza
Appesi al nulla
Attendiamo immobili la
nostra triste fine.
Morboso e
querulo rituale,
il Voodoo del Grande
Burattinaio
Ci punge mortalmente
Per schiacciarci
Ucciderci
Annichilirci.
Altruismo eroico,
Ti liberi
Puoi sfuggire al
crudele destino
Ma non ci abbandoni.
Scegli
di morire per salvare tutti noi
E ti sacrifichi
Per abbattere perverse
voglie di dominio
Riaccendere fiamme di
speranza
E respiri
blu cobalto
Raccogli da terra uno
spillone
Ed inizi a colpirti per
fermare il Grande Burattinaio
E continui a pungerti
Ancora
Ed ancora
Ed ancora...
E tutti noi
Ringraziamo te
Ed il tuo gesto di
coraggio e libertà
Piccolo pupazzo eroe,
Piegato sulle tue gambe
Con occhi ancora aperti
alla vita
Ed uno spillone colmo
d'amore nel petto.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA
PS: questa poesia è stata ispirata da questo video (da vedere a schermo intero)
PS: questa poesia è stata ispirata da questo video (da vedere a schermo intero)
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Questo post partecipa ad un gioco di scrittura a tema con parole fornite via via dai partecipanti. Questa volta le parole sono state scelte da ENZO RASI e sono le seguenti:
Voglie
Querula/o
Querula/o
Rituale
Morire
Morire
Blu cobalto
L'Elenco dei partecipanti lo trovate sul blog Verba Ludica (I Carbonari della Parola)
verrà pure il momento che lo spillone arriverà al cuore del Grande Burattinaio. AVE.
RispondiEliminaPER KREBEN: L'essenziale sarebbe liberarsi da quel giogo in qualche maniera.
RispondiEliminaMolto coinvolgente, alla fine vien voglia di crederci davvero, siamo un pò tutti dei piccoli "fachiri" con una certa misura di coraggio. Anche chi ha il ruolo di far accorgere il "candidato" alla possibilità della ribalta. E finalmente il rito si spezza...
RispondiEliminaRaymond le favole
PER RAY: ci si deve credere le cose possono cambiare.
RispondiEliminaEmozionante e coinvolgente il video. Non è la prima volta che qualcuno si immola per salvare tutti gli altri, ma certi burattinai sono veramente duri a morire.
RispondiEliminaPER KATHERINE: vero, durissimi, ma noi non dobbiamo demordere.
RispondiEliminanon attenderò immobile la mia fine. maledetti non mi avranno;-)
RispondiEliminaPER BARDANERI: infatti non ci avranno mai!!!
RispondiEliminaCredo ci sia arrivato da pochissimo un altro burattinaio pieno di chiacchiere. Speriamo nessuno si faccia male con gli "spilloni".
RispondiEliminaAl3ph
PER AL3PH: vero, un burattinaio apparentemente più giù giovane (tale solo anagraficamente) ma purtroppo sempre burattinaio resta e noi i suoi pupazzi...
RispondiEliminaVorrei esprimere un pensiero pessimista, ma forse neanche tanto. Mi fai riflettere sulla triste condizione umana. La morte del singolo per il bene della collettività è comunque un verdetto negativo sulla realtà che l'ha consentita. Difficilmente la società di fantocci si rivolterà grazie a quello "spillone colmo d'amore", visto che ha, da sempre, scelto di essere simulacro (di pezza) di se stessa nelle mani di stregoni-burattinai.
RispondiEliminaLe bambole di pezza-esseri umani sono atavicamente impigliate in una rete di sonno e vivono come un gregge avviato al macello, ottuse e indifferenti al pensiero fino al momento in cui il dolore le tocca personalmente. Toh, sono sveglio! si dicono nella tragedia. Troppo tardi, crepa!
L'eroe della tua poesia (e del video), altruismo a parte, si è finalmente straniato dalla schiera dei sonnambuli che credono di esser uomini e invece attendono, gemebondi, umili, schiavi, e soprattutto inconsapevoli, che un crudele burattinaio si compiaccia di far loro grazia.
Dette queste cose funeste, addolcisco il tiro riflettendo sul fatto che siamo tutti intimamente interconnessi, urrà; forse non cambieranno le società ma l'esempio di Chi Si Desta, sicuramente influenzerà altri, e anche se pochi il germe della speranza continuerà a fiorire.
Ultima cosa, probabilmente è una cazzata (si può dire?) ma mi viene in mente e la dico. Sempre per il discorso dell'interconessione, posso anche immaginare che la bambola di pezza "eroica" che ferma il Grande Burattinaio, sia il simulacro del male che si ribella a se stesso e che trova la redenzione nella morte. Magaaaari!!! :)
Vabbé, sono andata a ruota libera, e per chiudere: Complimenti a te.
Chiedo scusa per la lunghezza, mi sono data pure un taglio, ma... :)
RispondiEliminaPER ANT: Grazie per i complimenti. Tranquila, qui non esiste un limite prestabilito alla lunghezza dei commenti quindi no problem :-)))
RispondiEliminaTu parli di sonno e torpore sociale: condivido questa tua analisi ma aggiungerei anche viltà ed egoismo. dato che chi - non dico sta bene ma ancora non sta male come gli altri - cerca di difendere il proprio orticello, in realtà non capisce che solo con la compattezza e l'unità di tutti è possibile cambiare le cose.
Il dramma poi sfocia nel tragicomico, a mio avviso, quando il Grande Burattinaio non si impone a noi con la forza ma quando siamo addirittura noi stessi a nominarlo e/o considerarlo, incredibilmente, un Salvatore della Patria.
Infatti! Condivido pienamente la tua riflessione, tuttavia la coesione di cui parli è tristemente viva solo nel farsi rappresentare da burattinai travestiti da Salvatori. Con tanto di egoismi ed orticelli a corredo, se chi nomina il Burattinaio sceglie il proprio rappresentante, evidentemente è burattinaio egli stesso. E siamo sempre al problema delle masse. Se l'essere umano fosse stato (nella globalità) da sempre capace di usare la propria testa autonomamente, forse non avrebbe mai avuto bisogno di leader, di qualcuno che lo rappresentasse/manovrasse in quello strano consorzio chiamato società. O quantomeno avrebbe sempre scelto per il meglio. Nel bene e nel male (di chi le ha guidate), le masse hanno sempre avuto bisogno di stampelle a cui aggrapparsi perché incapaci di andare con le proprie gambe, pardon, testa. Si affidano accidiosamente a qualcuno, con il cervello e il cuore in modalità off. Fino allo scoppio di qualche rivoluzione, dove tutti si rianimano in un nuovo illuminismo della ragione. Oppure?
RispondiEliminaConfido nella Parola, non di falsi predicatori, né di maestri della verità e della via. Confido nella potenza della Parola che trasmetta il libero pensiero e confido che possa essere condivisa.
La vedo dura ma non un'utopia.