domenica 6 settembre 2009

OPINIONE DEL ROCKPOETA: C'era un volta il Canada (Senza la Piccola Casetta...)

Non ho intenzione di occuparmi di sterili polemiche che vedo in rete: da Noemi al caso Boffo; su quest'ultimo osservo solo due cose a posteriori:

1) Che hanno fatto tanto rumore al punto che credo pochissimi sappiano veramente di che colpe si é macchiato e quindi da questo punto di vista abbiamo davvero assistito ad una gogna mediatica.

2) Vittima di una macchinazione o meno, Boffo cmq si é dimesso, il Cav. no.

Detto ciò, veniamo al tema del post di oggi che mi sta molto più a cuore di questo mio piccolo cappello introduttivo che avete appena letto.

C'era una volta il Canada (senza la piccola casetta...); un Paese che sapeva ospitare chi odiava la guerra.

Oggi, il rischio che non sia più così, nonostante il Premier Harper sembri essere invece di idee opposte per fortuna, é concreto.

Li chiamano War Resisters  (ossia obiettori), altri li definiscono disertori, in realtà sono solo soldati che si sono arruolati volontari per la guerra in Iraq ma poi, disgustati dalle continue violazioni dei diritti umani a cui assistevano nonché resisi conto delle fandogne raccontate da Bush sull'esistenza di armi chimiche di distruzione di massa, hanno deciso di disertare o cmq di non continuare più quella guerra rifugiandosi in Canada.

Ora c'é chi vuole rispedirli al mittente (USA) con il rischio di un processo per diserzione. E' vero che per un ragazzo a cui é successo questo "spiacevole incoveniente" é tutto sommato andata "bene" (pena di soli 15 mesi che sta scontando però in isolamento; insomma non é stato fucilato per es!) ma resta il fatto che un processo é sempre un'incognita e che sono persone che oramai hanno anche una vita in quei luoghi, soprattutto nella città di Toronto.

Esiste anche un libro di J.Key "Racconto di un disertore" in cui lo scrittore riporta le aberrazioni orribili a cui ha assistito in Iraq, tutte compiute da soldati USA.

Ci sono avvocati che lottano per farli restare in Canada. Giudici che si rifiutano di prendere in considerazione la causa perché, affermano, non si tratta di giudicare caso per caso ma é di fatto un'azione globale a carattere politico, e di politica estera per di più, e quindi non di loro competenza.

Io credo che alla fine prevarrà il buon senso (siamo in Canada non in Italia) ma certo questo reportage in due parti, trovato on line sul sito del Corriere della Sera, ha di fatto, forse, incrinato "un mito"....

Qui sotto il link alla prima parte:

http://www.corriere.it/esteri/09_agosto_30/mo_4d4a3a02-9539-11de-8421-00144f02aabc.shtml

E qui sotto invece la seconda parte:

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Per Votarmi Su OKNotizie: http://tinyurl.com/mn7du8

17 commenti:

  1. Notizia interessante e non appena avro' un attimo seguiro' il reportage da te indicato.
    L'altra sera, con mia moglie, abbiamo invece guiardato No Man's Land, sulla guerra in Bosnia: bellissimo!!!
    Saluti

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  2. situazione complicata. quando il buon senso si contrappone alla legge, è sempre difficile tentare di far conciliare le 2 cose senza essere lassisti ma senza dimenticarsi che si parla pur sempre di essere umani con ragione e sentimenti.
    speriamo che questi 2 paesi, cosiddetti civili e avanzati, riescano a trovare un degno compromesso che tenga conto anche di tutti quegli aspetti non rilevanti "per legge".

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  3. Carissimo, sono stata abituata, anche a costo di grandi dolori, ad assumermi la responsabilità degli errori fatti, sia errori di valutazione sia di principio, e di conseguenza sono predisposta ad affrontare le conseguenze del mio operato, quindi nel caso dei disertori ( perchè tali rimangono) sono per la "punizione" che ovviamente date le motivazioni che possono essere anche giustificabili mi auguro minima ( quindi magari si all'espulsione, minima pena e possibilità di rientro in Canada).
    Sono convinta che scappare non serve, semmai avere il coraggio di ammettere gli errori, denunciare quello che si è visto e sopportato sarebbe stato più giusto e utile.
    Certo non pretendo che tutti siano eroi ma nel momneto che una persona fa una scelta, qualunque scelta, deve essere pronto ad affrontare le conseguenze, senza aspettare l'aiuto dall'Alto.
    Sono sicura anche io che entrambi i paesi troveranno un accordo diplomatico che salvi la faccia ad entrambi; non so però che traccia emotiva potrà avere comunque questa vicenda, soggetta purtroppo a sfuttamento propagandistico che mi auguro non venga a galla.
    Un abbraccio.

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  4. PER LUCE:non condivido; La loro scelta é stata fuorviata da menzogne e quindi falsata. Trovo quindi giusto fare un'altra scelta.

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  5. Io ho festeggiato quando hanno abolito la leva obbligatoria in Italia. Mi sono scampato un'inutile esperienza.

    Non sono fatto per le gerarchie.

    Sono contro la guerra, ora e sempre

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  6. Le violazioni dei diritti umani nelle zone di guerra, e di preciso in Iraq, offendono la dignità umana sotto ogni prospettiva.A cominciare dalle ragioni che hanno indotto alla guerra, ragioni che sono solo una pila di menzogne (come tutti sappiamo).

    In genere credo che di ogni scelta dobbiamo poi accettare le conseguenze.Tuttavia "andare in guerra" per molti dei soldati americani non è affatto stata una scelta, bensì un'imposizione dettata dalla mancanza di disponibilità economiche.
    Basta ricordare che in molti vennero e vengono arruolati nei quartieri poveri e presi per disperazione.
    Non essendo vincolati da nessun patto di onore, credo siano liberissimi di cambiare idea (se così si può dire) in qualunque momento e senza dover incorrere in conseguenza alcuna.
    Oltre il fatto che, benchè convinti delle nobili ragioni introdotte da Bush, ci si possa ricredere nel constatare che tanto nobili poi non sono!

    Le guerre in se, per quanto mi riguarda, disegnano l'apice della stupidità umana!
    Se poi sono dettate dall'interesse economico ed i "governanti" non hanno neppure il coraggio di schierarsi in prima fila...andiamo a peggiorare ulteriormente.
    Almeno nell'antichità questo non accadeva.La parola "onore" aveva un significato.

    Forse sono stata un po' contorta.

    Buona giornata Daniele!

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  7. da quando è iniziata la guerra in Irak mi sono sempre chiesta dove fossero finiti gli americani, quelli veri, quelli con ideali forti pronti a lasciare tutto per non dover sottostare a regole a cui non credono, o per non far parte di una vera e propria congiura, spero che facciano più rumore possibile!!!

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  8. La guerra è una grossa fonte di introiti per certa industria. Di fronte al profitto, il diritto ad essere se stessi viene cancellato.

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  9. Molto interessante: le grandi contraddizioni dell'America che si ritrova a fare i conti gli esiti della sua politica internazionale - politica anch'essa contraddittoria in quanto guidata a salvaguardare gli interessi di pochi -
    Chi si ricorda che lo stesso Bin Laden prima di essere il nemico numero uno era lasciato libero di scorazzare ed armare i suoi seguaci in altre guerre?
    Qualche americano di tanto in tanto si concede il lusso di pensare con la propria testa: la reazione governativa è l'indicazione del grado di libertà raggiunto da quello stato.

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  10. Sulla prima parte del tuo post concordo con il n.2).

    Sui disertori/obiettori di coscienza americani, pur essendo d'accordo sulle ragioni che li hanno portati a queste decisioni e sul perché abbiano intrapreso la via dell'arruolamento, penso tuttavia che ognuno sia responsabile delle proprie azioni e che, quindi, debba subirne le conseguenze.
    Però, se fossi un canadese, sarei favorevole a trattenerli in Canada.

    Saluti e ben ritrovato dopo le vacanze!

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  11. Al punto due io avrei una mia teoria che ho pubblicato poco fa.

    La notizia sui disertori è da seguire nella sua evoluzione. Grazie per averla segnalata.

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  12. Non è codardia quella dei disertori! Mi unisco al loro pensiero, ossia... "meglio innocente dietro le sbarre che in terra straniera ad uccidere innocenti ".

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  13. La guerra è la cosa più stupida che un uomo possa fare.

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  14. Mio caro Daniele,
    due disordinate riflessioni sull'onda della "memoria storica", spero a beneficio e non a noia, dei tuoi giovani lettori.
    Appartengo ad una generazione della quale molti miei amici maschi, per convinzione e coerenza, scelsero di optare per l'obiezione di coscienza al servizio militare. pagandone personalmente le conseguenze.
    Ciò portò, nel tempo, prima a riconoscere l'obiezione di coscienza (in questo caso in un senso più lato di pacifismo) e poi ad istituzionalizzare il cosidetto "servizio civile" (che nel tempo ha assunto poi valori diversi...).

    La Storia più recente ha poi trasformato lo strumento della nostra "difesa/offesa" dello Stato, da un esercito di cittadini maschi obbligati (salvo i riformati per inidoneità) al dovere civico dell'addestramento alle armi per "difendere" il suolo patrio ed i suoi confini, ad un "centro per l'impiego" su base volontaria e di "pari opportunità", a forma contrattualmente privatistica...rischi inclusi: dalle contaminazioni dell'uranio impoverito (Kossovo), nel migliore dei casi, fino alla morte (Afganistan, Iraq...) dove le "forze di pace" sono arrivate!...Ma questi sono i rischi, ben pagati, del mestiere.

    Ora negli USA questa privatizzazione è avvenuta prima... e non a caso ispanici e neri sono la percentuale più alta della "carne da macello" arruolata a "stipendio certo finché sono vivi" per portare la democrazia nel mondo...
    Ho sempre sostenuto che gli statunitensi sono un "popolo giovane" (mi riferisco alla loro Storia)e soprattutto senza aver vissuto l'esperienza di guerre d'impatto interno della portata di quelle vissute in Europa (Vecchio continente)..nazismo e fascismo inclusi...
    Quindi ben venga questa sana e consapevole "giovane" obiezione di coscienza!! che risvegli altre coscienze, confidando che il Canada, anche in questa occasione, sappia dimostrare di essere la "Piccola Casetta"!!!...
    Scusami per il commento abbondante.
    Ti abbraccio
    ¡Hasta Siempre!

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  15. Non condanno i soldati americani: la guerra è un affare sporco, un affare che vede triturati tanti giovani innocenti come carne da macello.
    Per l'affaire Boffo, pur non apprezzando affatto questo genere di campagne mediatiche a tiri incrociati, non posso fare a meno di considerare che certi cosiddetti moralisti sono più sporchi di coloro che vorrebbero moralizzare, poichè si nascondono dietro una facciata di integrità cui sono estranei.
    Le dimissioni erano il minimo.

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  16. Il mio pensiero è che ogni uomo sia libero di scegliere in ogni occasione della sua vita. Trovo dittatoriale ed inaccettabile l'obbligo per i militari di non avere la facoltà di ritirarsi da una guerra che nulla c'entra con la difesa della propria Patria.
    Spero che prevalga la ragione nelle istituzioni canadesi e non accettino di rimpatriare quei poveri ragazzi per farli processare. 15-anni di isolamento è come ucciderli, vergognoso visto che tutte le macchinazioni di George Bush, nel volere questa guerra, sono ormai palesi e dimostrate a tutti e per altro , se non erro, si sta indagando sull'ex Presidente USA , sospettato d'avere egli stesso voluto il crollo delle Torri Gemelle.
    Il Canada ha dalla sua l'avvalersi di poter trattenere gli ex-militari fino a quando non sarà fatta luce sul caso Twin-Towers.

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  17. Secondo me l'errore di fondo di questi ragazzi è pensare che possa esistere una guerra giusta, e soprattutto il non aver valutato che avrebbero visto cose orribili. La propaganda che hanno fatto in america ha sicuramente contribuito ad alimentare idee sbagliate, ad ogni modo credo che tornare sui propi passi e cambiare idea sia giusto, forse non corretto nei confronti dei compagni d'armi, ma non sono nessuno per giudicare. Fossi il Canada accoglierei sta gente, fossi l'America, terrei conto che alcuni soldati potrebbero cambiare idea e vorrebbero tornare a casa, farei di conseguenza una legge a riguardo.
    Ciao Daniele :)

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