sabato 23 agosto 2008

L'Angolo del Rockpoeta: "Tempus Fugit"

La notizia la conoscerete sicuramente. Si tratta della strage avvenuta a Kabul dove, anche se la coalizione smentisce, sembra abbiano davvero perso la vita 76 persone, di cui 50 erano bambini.

Stasera rileggevo una mia poesia scritta non per un fatto preciso ma sulla base di sensazioni epidermiche provate riflettendo sul tempo, commentando se non ricordo male un post di Giulia blogger di "Pensare in un'altra luce".

La rileggevo e nello stesso momento pensavo a questa tragedia. Quando si muore, tutti noi pensiamo che il Tempo si fermi, perchè la vita si è spenta, ha cessato di esistere e, pertanto, di "fagocitare" il Tempo.

In realtà, a mio avviso, quando si muore accade l'esatto contrario: il Tempo, che scandisce i momenti della vita, in quel preciso istante, ci abbandona, fugge via, allontanandosi per non tornare più.

Per quei bambini, per tutte le 76 vittime di quella strage e per tutte le vittime innocenti che le guerre causano.

Mi spiace, vorrei tanto potervi donare indietro il "vostro" Tempo...lo vorrei con tutto me stesso.


TEMPUS FUGIT

Tempo scivola via
Scorre lungo anse affannose
Templi abbandonati
Soli illuministici
E oscurantismo etico.

Tempo scorre velenoso
Corrodendo cervelli innocenti
Corrompendo pensieri d'amore

E passa attraverso lucide follie
Passa dentro antri senza futuro
Passa per non tornare più.

DANIELE VERZETTI, ROCKPOETA

43 commenti:

  1. Mi assoco. Anche io vorrei poter fare qualcosa

    RispondiElimina
  2. Anch'io ho sempre pensato che quando si muore il Tempo sparisca, e anche con effetto retroattivo (come se non avesse mai avuto una dimensione, o semplicemente un verso).
    E il passaggio "Soli illuministici / E oscurantismo etico" assume un gusto ancora più amaro, di questi tempi.

    Bel post, come sempre.

    RispondiElimina
  3. Cerco sempre di segnare il tempo che passa con i battiti del cuore, non con le lancette dell'orologio..

    RispondiElimina
  4. A me invece, capita di pensare alla morte come ad un libro che si chiude: un libro che resterà come ricordo ma sul quale più niente verra scritto. Purtroppo...non potendo donare indietro il tempo a quelle persone, l'unica cosa che possiamo fare è cercare di lottare per creare un mondo di pace.Visto la congiuntura internazionale sembra impossibile, ma è l'unico modo. Certo, difronte a queste stragi verrebbe da mettersi a piangere, ma purtroppo non serve a niente.
    Ricordo commosso per queste vittime, con la rabbia e determinazione di chi non vorrebbe più essere costretto a parlare di queste tragedie.
    Grazie per essere riuscito a commuovermi.
    Buon fine settimana Daniele,
    Marco

    RispondiElimina
  5. Respiro piano per non sciupare l'emozione che mi aleggia dentro e intorno.

    E ti abbraccio.

    RispondiElimina
  6. Belle parole e bei versi.
    E mi portano così anche a riflettere su questo aspetto del tempo rispetto alla morte. E' qualcosa che ho sempre collegato alla vita.
    Grazie per la visita. Karla.

    RispondiElimina
  7. Mi associo al commento di "Schiavi o liberi?"...

    RispondiElimina
  8. PER RENATA: Grazie per le tue parole e Benvenuta in questa piazza!

    PER KARLA: Ti ringrazio. Spero davvero che torni ancora in questa agorà.

    RispondiElimina
  9. Complimenti
    Come sempre efficace.
    Paolo concordo con te: la nostra vita e scandita dalle azioni, non dagli anni; dai pensiewri non dai respiri; dalle emozioni non da cifre su uno schermo. Dovremmo contare il tempo con i palpiti del nostro cuore.
    Anche gli altri commenti rispecchiano il mio punto di vista su questa tragedia.
    Mi chiedo: a chi interessa tutto questo? E' indifferenza?
    Si' perche ci rinserriamo nei nostri bunker ed quello che accade fuori non ci interessa.
    Si' perche' questi fatti avvengono lontano da noi, non ci toccano.
    No perche' ormai, purtroppo, ci siamo abituati a questi episodi. Quando accadono ci sembra normale che succedano.
    Buona fine settimana.
    Vale
    PL

    RispondiElimina
  10. Credo che la morte se naturale è giusta,e a me da un senso di pace e serenità.Sicuramente adesso in questi cosi detti "Tempi Moderni" si muore troppo e in tanti e troppo violentemente;troppe le guerre e non ci si rende conto che sono anche molto vicine a noi a me tutto questo mette una grande paura.

    RispondiElimina
  11. Un mistero il tempo...

    felice di essere tornata a leggerti.
    a presto
    emily

    RispondiElimina
  12. penso che la morte non sia un traguardo,a volte si può morire lentamente ogni giorno,altre le emozioni sono talmente forti che ti fanno scoppiare il cuore,la vita è un pò anche la morte,un abbraccio al Poeta

    RispondiElimina
  13. Il ritmo del cuore che scandisce la vita non è sempre identico.
    Ci sono momenti che il ritmo si fa sincopato, ci pare che tutto funzioni come un giro di danza. L’incoscienza del movimento ci vela anche la musica. Sembra che, addirittura, si possa andare oltre quel ritmo e si è presi da un delirio di potenza, quasi a sentirci autonomi da qualsiasi costrizione della natura, padroni del nostro destino.
    Ci sono momenti invece che non stiamo più al passo, fatichiamo a muoverci, la musica ci precede, non riusciamo a starle dietro. Annaspiamo. Corriamo senza raggiungerla. Ci manca l’aria. Il ritmo ci sembra vorticoso e lontano dalle nostre possibilità e finiamo col guardare, invidiandoli, altri che danzano, che sembrano presi da quella incoscienza del movimento che anche noi avevamo assaggiato.
    Ci sono momenti alla fine che ci riconcigliamo col ritmo del cuore. Riprendiamo a sentirlo. Scopriamo di non averlo, per tanti anni, ascoltato. Ci stupisce che sia rimasto quel battito di sempre. Quel battito che, inconsapevolmente, avevamo assorbito nella pancia della mamma. Era lì. Non si era mai mosso. Continuava come un basso continuo a fare il suo lavoro. Misterioso.
    Solo il cuore dovrebbe scandire il ritmo della vita. Da quando inizia a battere e la vita comincia a quando smette e la vita se n’è andata.

    Poesia (?) del primo febbraio 2007

    RispondiElimina
  14. Grazie GUGLIELMO di questo tuo passaggi. Parole dense di verità e spesso difficili da ascoltare.

    Ciao
    Daniele

    RispondiElimina
  15. alla morte preferisco non pensarci, è un pensiero troppo difficile da accettare, soprattutto quando è prematura e ingiustificata come in una guerra. fa troppo male...
    la tua poesia mi ha fatto pensare ad un video molto bello: quello di "return to innocence" degli enigma. http://www.youtube.com/watch?v=-JpJjsHgYHA

    RispondiElimina
  16. Ma figurati.. non può che farmi piacere. Ti unisco anche io al mio blogroll.. e tornerò a trovarti. Ciao, Karla.

    RispondiElimina
  17. Sì mi hai onorato di questa poesia carissimo amico. Davvero non possono sempre morire vittime innocenti i bambini. Un abbraccio, Giulia

    RispondiElimina
  18. Ecco cos'é la guerra: scippa vite, anni vissuti per diventare uomini, donne, genitori.
    Come si fa a definire una simile cosa "umanitaria"?

    RispondiElimina
  19. Ciao daniele! Stragi,morti,guerre...sembra che in questo mondo,oggi,non ci sia altro.
    Il tuo modo di vedere non fa una grinza e lo esprimi molto bene anche in poesia.
    Il tempo fugge? E' vero! Ricordo le parole di una persona molto cara,che tempo fa mi disse: Il tempo va usato,e usato bene...pensaci!
    Ti auguro un buon fine settimana.

    RispondiElimina
  20. Mi associo al pensiero di schiavi o liberi. Un post che mi fa riflettere, complimenti Daniele !

    Eccellente la tua poesia.

    Buona domenica.

    RispondiElimina
  21. Per tragedie così il tempo diventa un concetto del tutto astratto. Non dovrebbe mai esserci un tempo per fatti di questo tipo.

    RispondiElimina
  22. OT: Scusa se mi permetto di commentare senza parlare dell'argomento del post. Volevo dirti , visto che te ne sei occupato pure tu, che la nave dei pacifisti è arrivata a Gaza con successo.E' veramente una bella notizia che bilancia l'amarezza del tuo post.
    Ciao un caro saluto e scusa ancora.
    Grazie.

    RispondiElimina
  23. Mia personale risposta a "Tempus Fugit"

    Non ho nessun colore mio. Nessun sapore.
    Ovunque è la mia patria, dentro e fuori questo vostro
    piccolo universo.
    Voi mi date una cittadinanza,
    un obiettivo…una giustificazione.
    Ma è una menzogna.
    Il mantello sotto cui nascondete le vostre ipocrisie e i vostri errori.
    Vi sopporto, nient’altro che questo.
    A volte il mantello si apre per un attimo…e le vostre bombe intelligenti diventano ciò che sono:
    un inutile massacro,
    le vostre guerre sante semplicemente crociate di sterminio.
    Io non torno, mai.
    Vi attraverso.
    Quando avete compreso sono già lontanissimo da voi…e non guardate mai il libro che vi lascio.
    Sciocchi: io non faccio prigionieri.

    RispondiElimina
  24. Nella società preindustriale il tempo era ciclico e la vita si svolgeva in comunità. La morte aveva una sua liturgia, una ineluttabilità accettabile perchè ricorreva ciclicamente. Nella società post sociale, come recentemente definita da alcuni, il tempo non ritorna, è lineare, ma si frammenta continuamente, e viviamo isolati. Ora che sconfiggiamo il cancro, che allunghiamo la vita e mascheriamo l'avvicinarsi della morte con il lifting, la morte fa più paura e non sappiamo dove metterla. Le vite spezzate dalle guerre sono la tragedia della tragedia, rimaniamo impotenti ad osservare. Tanto a noi non accade!
    Caro Daniele, ti segnalo un mio raccontino che raggiungi dal mio nome qui sopra.
    ;-) duccio

    RispondiElimina
  25. Il tempo scappa con la morte, o meglio si congela. Resta il momento, solo quello.
    Bellissimo post.
    s.

    RispondiElimina
  26. Il tempo scappa con la morte, o meglio si congela. Resta il momento, solo quello.
    Bellissimo post.
    s.

    RispondiElimina
  27. Daniele, grazie per aver ricordato i morti, i bimbi poi...mi si accusa di tristezza per questo...ma loro non sanno quanto cielo leggo dentro gli occhi spenti degli innocenti!
    bacio

    RispondiElimina
  28. Buongiorno Daniele... il tempo è il nostro Killer... ma a me piace pensare alla vita come Evoluzione, dove la morte è l'inizio di qualcos'altro.

    RispondiElimina
  29. Questo è il prodotto della cultura occidentale...quando uccidono loro persone innocenti o invadano stati un tempo sovrani non è reato. No, perchè loro se lo fanno è solo e sempre a fin di bene, per il bene dell'umanità, per sconfiggere il male. Certo, sono più che convinto che la Nato non sia composta da una banda di criminali. Ma che scherziamo? Loro sono i carnefici e tutti gli altri aspettano che arrivi la morte...

    RispondiElimina
  30. Ciao a presto!fai il bravo
    Grifoni Ovunque!

    RispondiElimina
  31. E poi parliamo di fuoco amico, di missione di pace... Eh? :-(

    RispondiElimina
  32. PER ENZO RASI: Stupenda, da brividi! Grazie per avermi onorato di questa tua perla.

    PER SAGAMI: Onorato di riceverti in questa agorà. Torna presto.

    Daniele

    RispondiElimina
  33. il tempo... già. è l'unico a non avere coscienza del tempo che passa. noi dietro, affannati, ad un concetto che, magari, neppure esiste.

    un abbraccio

    RispondiElimina
  34. Che brividi nel leggere questi tuoi versi.
    ...quante cose devo fare prima che venga domani...
    A presto!

    RispondiElimina
  35. bel tema, con la morte il tempo, nel mio immaginario, rimane immutabile nel suo scorrere, siamo noi a cambiare...

    RispondiElimina
  36. Bellissima!
    Anch'io non avevo speranze fino a che non ho trovato tra i blogger ..una luce.
    Un raggio di luce che mi ha rasserenata!
    Ho cercato di trattenerlo.
    Un abbraccio!

    RispondiElimina
  37. ...è bellissimo sapere che esiste!

    RispondiElimina
  38. Il tempo è eterno.Siamo noi,a fuggire(da noi stessi)pensando in realtà di doverlo rincorrere.Noi,che non siamo eterni:e non ritorneremo,una volta partiti.
    Bel post,Daniele.
    Ma chi dovrebbe leggerlo...non lo leggerà:è troppo intento ad inseguire simulacri di vita.E se questo costa in vite umane,ed innocenti,a lui non importa.
    Un abbraccio.E grazie di essere passato.

    RispondiElimina
  39. Purtroppo contro l'imprevedibilità degli eventi c'è poco o nulla da fare. Si può, appunto, solo ricordare anche se sembra non sia nulla è già qualcosa!

    RispondiElimina
  40. Mi piace il tempo "scorre"... quando modifica pensieri ed emozioni e "passa" quando attraversa follie e se non ha futuro...
    C'è una sottile sfumatura tra scorrere e passare... ed quella
    sfumatura può fare la differenza di un uomo...
    Fly

    RispondiElimina

Prima di commentare leggete la privacy policy in homepage in alto nella colonna di sinistra