Ammetto che tutti noi blogger ( o molti di noi) lo sosteniamo da tempo.
Ma fa molto piacere vedere che oggi, dove il dissenso vero è visto come appendice del terrore e dell'estremismo (quando, affermo io, anche non terrorismo) la giornalsta Nadia Urbinati su Repubblica cartacea di ieri lo ribadisce con forza.
Vi lascio il link al suo editoriale che merita veramente di essere letto. Una donna davvero in gamba!
Prima di lasciarvelo voglio però postare direttamente una parte, forse la più significativa, del suo articolo:
‹‹La società docile non è una società che ha rinunciato ai diritti o che non è più liberale. È invece una società nella quale la maggioranza è soddisfatta del proprio grado di libertà e dei propri diritti e trova fastidioso che ci siano minoranze non domate, non silenziose e omologate, che facciano richieste che non collimano con le proprie (come nel caso di una minoranza religiosa che chiede che il diritto di culto sia rispettato anche quando il culto è diverso da quello della maggioranza).
Società democratica docile, dunque, e per questo autoritaria e paternalista.....‹‹
E poi ancora scrive: ‹‹Sono ancora una volta i liberali che ci hanno fatto conoscere questo lato inquietante del potere moderno.
Un lato che si è mostrato quando il potere è riuscito ad avvalersi di strumenti nuovi; strumenti che si sono presto rivelati congeniali a un potere che si serve delle parole e delle opinioni per restare in sella, che può rinunciare alla violenza sui corpi perché si radica nell´anima dei suoi sudditi, se così si può dire.
Mentre gli antichi tiranni e monarchi assoluti usavano la tortura e le punizioni esemplari nelle pubbliche piazze, il moderno potere fondato sull´opinione non ha più bisogno di usare la violenza diretta (e se la usa, si guarda bene dal farlo in pubblico); usa invece una specie di addomesticamento che produce, come scriveva Mill, una forma di "passiva imbecillità". I cittadini docili assomigliano a una massa di spettatori: in silenzio ad ascoltare e, semmai, giudicare alla fine dello spettacolo con applausi o fischi.
La politica come spettacolo non assomiglia a un agone ma a una sala cinematografica. Il dissenso, la virtù forse più importante in una democrazia che si regge sull´opinione mediatica, è tacciato di generare destabilizzazione, offeso e denigrato. Il buon cittadino non dissente, ma segue, accetta e opera con solerte consenso. Una voce fuori del coro è castigata come fosse un´istigazione al terrore; un´opinione che contesta quella della maggioranza è additata come segno di disfattismo.
Questa Italia assomiglia a una grande caserma, docile, assuefatta, mansueta. Che si tratti di persone di destra o di sinistra la musica non sembra purtroppo cambiare: addomesticati a pensare in un modo che pare essere diventato naturale come l´aria che respiriamo, vogliamo che i sindaci si facciano caporali e accettiamo di buon grado che ci riempiano la vita quotidiana di divieti e consigli (sulle spiagge della riviera romagnola due volte al giorno da un altoparlante fastidioso le autorità ci fanno l´elenco di tutte le cose che non dobbiamo fare per il nostro bene e se "teniamo alla nostra salute").
Come bambini, siamo fatti oggetto della cura da parte di chi ci amministra, e come bambini ben addomesticati diventiamo così mansueti da non sentire più il peso del potere.
È come se dopo anni di allenamento televisivo siamo mutati nel temperamento e possiamo fare senza sforzo quello che in condizione di spontanea libertà sarebbe semplicemente un insopportabile giogo.
La cultura della docilità non pare risparmiare nessuno, nemmeno coloro che per ruolo istituzionale dovrebbero esercitare il dissenso. Commissioni bipartisan nascono ogni giorno; servono ad abituarci a pensare che l´opposizione deve saper essere funzionale alla maggioranza, diventare un´opposizione gradita alla maggioranza. Un´opposizione che semplicemente si oppone e critica e dissente pare un male da estirpare, il segno di una società non perfettamente docile. ‹‹
Mi rendo conto che ne ho potato quasi i due terzi ma leggetelo cmq dall'inizio.
http://www.partitodemocratico.it/gw/producer/dettaglio.aspx?ID_DOC=57476
Io vi lascio con questa poesia che avevo scritto qualche anno fa...
Generation "Future"?
E camminano
indifferenti
ignavi
come tanti soldatini in fila
ordinati
impettiti.
E proseguono
imperterriti
la loro marcia
senza sapere perché
né in quale direzione.
Loro,
generazione di cellulari e videogames,
abbacinati dal nulla.
Lobotomia delle coscienze
la loro presuntà libertà
li rende schiavi.
Coscienze controllate
dai bisogni
controllate
dall'assurda necessità del superfluo.
Libertà Simulata.
Pochi hanno consapevolezza della realtà
Quasi nessuno vuole più lottare
Quasi nessuno vuole più lottare
Caro Giorgio,
se la tua generazione ha perso
quella di oggi
é nata morta.
DANIELE VERZETTI, ROCKPOETA
PS: Non riguarda direttamente il post ma questa è un'altra notizia che rafforza il mio già netto distacco da queste Olimpiadi....
Giudicate voi: http://www.repubblica.it/ultimora/olimpiadi2008/Bandiera-a-mezzasta-il-Cio-dice-no-alla-Spagna/articolo-dettaglio/3272910
Ciao Daniele,sei un grande sintetizzi molto bene nella tua poesia quella che è la nostra società attuale.Il nulla!!! eppura la nostra generazione ha lottato tanto per poi aver ottenuto maleducazione,arroganza,e mancanza di rispetto...il tutto adesso sfociato in proibizionismo x recuperare un pò di educazione e rispetto per quelli che ci stanno intorno. A presto :)))
RispondiEliminaNon credo che la società oggi sia più docile di ieri, tutt'altro. E' vero che il potere costituito tende sempre a controllare i sommovimenti sociali ed è ancora più vero che gli equilibri che ne conseguono si basano sui rapporti di forza instauratasi nella società. Quando non si verificano i cambiamenti attesi (almeno da chi li attende) significa, in una società abbastanza libera in cui possano manifestarsi sia pure in modo imperfetto le proprie esigenze e i propri bisogni, che quelle esigenze e quei bisogni non hanno conquistato una forza sufficiente. Cioè non hanno raggiunto un consenso adeguato, perché nelle società moderne è il consenso che genera forza. (Come è noto, non sempre il consenso si determina in maniera cristallina).
RispondiEliminaPER MIO CAPITANO: Forse hai ragione ma la percezione (parola tanto di moda oggi) è quella di una società docile quando non perfino consenziente e soddisfatta almeno nella maggioranza: maggioranza che, dal momento in cui le coscienze vengono abbacinate e modificate - anche se non geneticamente ancora sic -, produce un consenso, come anche tu hai scritto, non reale ma manipolato.
RispondiEliminaLa tua descrizione collima perfettamente con la realtà, ma temo che non sia ancora finita...
RispondiEliminaBuona Giorata
Maximilian
Difronte a questo tuo bellissimo post, ogni mio commento può risultare banale.
RispondiEliminaIo continuo a pensare che gente come noi più che un problema, sia la salvezza di questa società.
Grazie per questo tuo post e per la bellissima poesia.
Ciao
Marco.
Ciao,Daniele.Come ho già scritto ad Enzo,sul suo bellissimo blog,io non so quanto possa valere l'opinione di una che scrive quello che scrivo io:mi sembra di essere più un grillo parlante per me stessa...Leggerò sicuramente l'editoriale.
RispondiEliminaPosso dire una cosa piccola piccola?A proposito del Nulla?C'è gente che si preoccupa di condannare l'aborto...bah,la lupa dice che nessuno si preoccupa degli aborti di anime(e cervelli) che quotidianamente avvengono ogni volta che si accende la tv. :((
Da me ormai guardiamo solo i telegiornali,come lavaggio del cervello direi che bastano.
Poi,come al solito,mi ritiro nella tana.Sono ribelle,non omologata,e ho messo nel mondo un figlio che è ancora peggio di me:una piccola vendetta lupesca. :)
Ti abbraccio.E ti seguo.
Ringraziandoti per i passaggi.
Ottima poesia, grande il riferimento a Giorgio Gaber.
RispondiEliminaSiamo tutti sub-paragrafi del Piano di Rinascita Democratica della P2.
Mi piace il tuo modo di essere politico e sociale. Elegante, raffinato, acuto.
Continua così!
C.
Riflessione interessante, quella dell'articolo da te riportato.
RispondiEliminaNon vorrei, ora, dare l'impressione di quello che abbia travisato completamente il senso di quell'articolo e dell'uso del termine "docile" (che in realtà, in funzione del discorso sostenuto, ha un significato più che appropriato).
Ma è con una certa ironia che mi viene da pensare quanto lontano dal concetto di "docilità" si configurino molti comportamenti aggressivi e sguaiati della maggioranza (politica) di questo paese, nonchè le reazioni incredule e preoccupate dell'opposizione.
Complimenti. Sempre efficace. ''miocapitano'' ha ragione, le societa' di ieri non erano meglio di quelle di oggi: rileggiamo Platone, Socrate, Tucidide ripensiamo a Aristide, Temistocle, Cicerone, non dimentichiamo il pensiero di Hobbes, Kant, Humboldt, Mill (citato anche da Nadia Urbinati)...
RispondiEliminaVale
PL1
PER MR. TAMBOURINE: Grazie per le tue parole. Cercherò di esserne sempre all'altezza!
RispondiEliminaPER GIANGIDOE: Hai fatto un parallelo davvero interessante e curioso. E' vero questo contrasto è evidente.
bell'articolo e bella poesia
RispondiEliminaun saluto fabrizio
Caro Daniele sempre riesci "a parer mio"ma vedo condiviso da molti, a combinare con un articolo interessante di Repubblica,una tua poesia e tutto questo fa di te un'artista.
RispondiEliminaUn abbraccio
Caro Daniele, grazie per i tuoi preziosi commenti. Mi fa piacere che siamo sensibili alle stesse analisi, a egual pensieri. La Urbinati daltronde non è una giornalista qualunque, anzi è prestata al giornalismo italiano, che ci guadagna. Nadia è una politologa, docente di Teoria politica alla Columbia University di New York ed ha scritto molti saggi importanti. Teniamola d'occhio!
RispondiElimina;-) duccio
PS ho in cantiere altri Contatori pronti per la pubblicazione!
"È invece una società nella quale la maggioranza è soddisfatta del proprio grado di libertà e dei propri diritti"
RispondiEliminaO più semplicemente, solo condizionata a pensare che sia effettivamente così...
Per il resto, non credo che questa generazione sia nata morta.
Penso invece che la nostra abbia contribuito a spegnerla, ma voglio sperare che sotto la cenere il fuoco ancora sia vivo...
Grazie Daniele perché non ti stanchi mai di risvegliare le nostre coscienze con articoli e le tue poesie che sintetizzano splendidamente la società attuale di cui siamo in parte responsabili.
RispondiEliminaTuttavia nelle attività di volontariato che ho svolto recentemente credimi ho conosciuto tanti giovani straordinari, perciò mi sento di essere un po' più ottimista di te: il mio unico figlio, non solo per merito mio è uno di questi e sono certa che la società che gli abbiamo preparato, sarà migliore grazie al loro impegno.
Grazie!!!!! Se El Giramundo non è stato chiuso, in un momento davvero dificilissimo, è perchè non sono mancate le immense testimonianze di affetto....
RispondiEliminadavvero grazie...
Aver creato un "caso" per i blogger è sempre un grande onore, specie quando blog e giornali convivono in sinergia e non guardandosi in cagnesco....
Passando alle vicende tristissime...c'è un passo tremendo che descrive la dittatur pericolosa e subdola del sorriso e delle barzellette...
"Mentre gli antichi tiranni e monarchi assoluti usavano la tortura e le punizioni esemplari nelle pubbliche piazze, il moderno potere fondato sull´opinione non ha più bisogno di usare la violenza diretta (e se la usa, si guarda bene dal farlo in pubblico); usa invece una specie di addomesticamento che produce, come scriveva Mill, una forma di "passiva imbecillità".
Poesia azzeccata, per il lutto, credo che i Cinesi abbiano ben capito cosa può essere tollerato e cosa no dall'occidente, ed in questo caso, "the show must go on"
RispondiEliminaAnch'io ho provato un pò di sollievo stamane a leggere questo pezzo, finalmente anche sociologi e giornalisti si accorgono che non sono "provocazioni" bensì verità, quelle che urliamo da anni!
RispondiEliminaHello Rockpoeta...explendida tua poesia!...grazia...futuro!...Marinetti?!...Maiakovski!?...Pasolini!?..."eu te amo, perdoa-me, eu te amo."...!?...e para ti..."y sueño con gran pasión...que vives para mí como yo vivo niña...por ti..."...baci y viva la poesia!
RispondiEliminae la nave va...
Sei sempre incisivo con i tuoi versi molto rappresentativi della nostra società.Complimenti!
RispondiEliminaFins la propera vegada. *-*
Direi che la foto scattata in quell'editoriale sia tanto terribile quanto vera. Si guarda con disgusto alle minoranze che chiedono i propri diritti, perchè la maggioranza li ha già, non deve far fronte ogni giorno alla disperazione di chi si sente perennemente rifiutato, fuori posto, una pietra nella scarpa.
RispondiEliminaSulle olimpiadi, rimango sempre della stessa idea. Dei giochi politici speculativi (non l'ultimo la falsa notizia, smentita dallo stesso Dalai Lama, dell'uccisione di 140 tibetani da parte dell'esercito cinese) a me non importa nulla. A me interessa lo sport, gli atleti che hanno faticato una vita per essere lì, e che spesso gli si chiede di essere investiti di una responsabilità sociale che non hanno mai chiesto, nè è giusto addossargliela, della gente che va ad assistere alla competizione per raccogliere lo spirito olimpico, non mi importa neppure dello scarso tatto del CIO nel negare il lutto alla Spagna, ma lo sport non ha nulla a che fare con queste cose, e io continuerò a guardarle.
Caro Daniele,che dire?Hai centrato il bersaglio o nocciolo...la maggioranza della popolazione vive in questa enorme incubatrice...stile matrix...ho letto oggi che il pil italiano è praticamente allo zero...ma fin quando ci saranno persone come Te e tutti gli altri blogger non dormiranno sogni tranquilli...Noi abbiamo un cuore,un'anima che ci collega allo Spirito,viviamo come in un gigantesco cavallo di Troia...dobbiamo continuare a pensare,parlare con la nostra testa...Hasta la victoria,siempre!
RispondiEliminaE concedimi,amico mio:Forza Vecchio Grifone,anche se l'orgoglio e le gesta dei vari De Prà,Abbadie li hanno ormai fagocitati...-2 days
Sempre incisivi i tuoi versi!
RispondiEliminaMi rifiuto di far parte di questa soldataglia e spero che ""francamente" abbia ragione e il fuoco covi sotto la cenere.
A volte penso che il boss di mediaset,assieme alle onde televisive,abbia trovato il modo di immettere nelle case che seguono le sue reti,dei gas soporiferi.
Ciao e a presto!
Cristiana
Condivido,senza aggiungere altro la tua sintesi Daniele.
RispondiEliminaPurtroppo anche Dalai Lama, un giorno denuncia..poi la paura o altro lo costringono credo a smentire......
Ciao,
aria
caro e garbato blogger, qua non si tratta più di essere docili o meno. l'uomo, di suo, docile può pure non esserlo. è che qua siamo (io per primo) ammaestrati ad un senso della "norma", del "rispetto" e del "divieto", di una "cultura popolare". noi si vive di un'epoca in cui, se hai una malattia che hanno in pochi, sei condannato a morte anche se una cura è attuabille. e, allora, immagina un uomo condannato non già dalla medicina, ma dall'economia. farmaco poco diffuso, uguale a farmaco che non rende, quindi farmaco non interessante. quando si muore di economia, c'è qualcosa che non va. viviamo di ballo sociale (eh, questa è di Fossati). Viviamo in un concetto di democrazia che nulla ha che vedere con la "ragione". Alla guida ci va chi ha la maggioranza, non la ragione. E non per forza millanta persone che urlano "no" hanno ragione di farlo. Viviamo così lontani dal concetto di vita che, lottare o non lottare, non assume nessuna importanza. Il cervello del mondo si sta lentamente girando. E non è e non sarà mai una "semplice" lotta ad impedirne la morte.
RispondiEliminaAh, non è disfattismo. Si chiama realismo, si chiama.
ti abbraccio forte
PER DIGITO: disamina lucida ma anche molto amara.
RispondiElimina"quando si muore di economia, c'è qualcosa che non va."
Sposo questa tua affermazione
Ricambio sinceramente il tuo abbraccio
Daniele
Se Pasolini (la cui lucida lezione non va mai dimenticata) diceva già quarant'anni fa che la Televisione sarebbe stata il nuovo Fascismo, un motivo ci sarà.
RispondiEliminaOra, al di là del fatto che l'imbecille sottomissione personale non ha colore politico (e lo dice bene la giornalista), resta il fatto che l'anestesia è di lunga durata. Lo vedo ogni giorno con i miei occhi, nei miei concittadini: assolutamente privi di luce negli occhi.
Questa cosa mi spaventa davvero.
Un abbraccio
Walter (in realtà Daniele, detto "Macca")
PER WALTER/MACCA:Concordo con te che questa assopirsi delle menti è ormai un processo avviatosi molto tempo fa.
RispondiEliminaIl fermarlo diventa un must. Il come riuscirci è la difficoltà più grande. Il riuscirci, la nostra vera sfida.
Ciao Walter alias "Daniele detto Macca", alllora hai due blog!
Ciao
Daniele il Rockpoeta
Sarebbe bello riuscire a fondare questa società democratica docile. Purtroppo temo che il nostro paese non sia ancora pronto. Ma non bisogna perdere la speranza.
RispondiEliminaUn saluto, caro Daniele. Da domani sono in ferie, però al mio rientro forse organizzeremo un altro incontro fra blogger. Spero che sarai dei nostri. Un abbraccio.
Sono daccordo con FRANCA e LUIGINA, non dobbiamo pensare che i giovani non ci siano, o che non abbiano coscenza ed iniziative, ma ascoltarli di più e cercare di lasciargli più speranze.
RispondiEliminaNoi siamo cresciuti in un mondo dove si poteva sperare per il meglio, più lavoro, meno guerre, meno inquinamento, più giustizia sociale, più libertà. Oggi ciò che ci circonda è una società a partecipazione limitata, a tempo determinato, precaria, senza mobilità sociale, se esci dai ranghi, se non consumi ciò che deve esere consumato, il nulla!
;-) duccio
Letto mai "Processo agli imbecilli" di Jean Marie Benoist? Una ventina di anni e forse più, questo signore diceva le stesse cose...ciao un abbraccio giò
RispondiEliminaDaniele,sempre interessanti i post che proponi,coadiuvati da poesie ad hoc !
RispondiEliminaIncisivo con continuità, è questa la tua dote più grande. Ho letto tutto l’articolo su Repubblica ed è stato un grande godimento: sai che il cartaceo ha un grande fascino su di me. Alla fine mi è rimasta in bocca la sensazione che la Urbinati avesse ancora altre cose da dire…per esempio che il primun movens di questo tipo di “docilità” è sempre la distrazione, un rimandare la mente ad esami di riparazione che non giungono mai. La docilità è vestita da politically correct come la sfilata in passerella di una ferocia dissimulata dall’alta moda. Daniele, che devo dirti? Io mi sento responsabile di questa mala sanità sociale e le continue passerelle ( di vari colori) mi danno la nausea. Forse scrivo e commento nel tentativo di purificarmi da una colpa che sento grave e mia: che poi la nuova generazione sia nata morta non lo credo o, comunque, non lo so con certezza. La mia sicuramente ha perso anche se Gaber lo dice talmente bene da purificarci tutti, ma lui era un grande artista.
RispondiEliminaCaro ENZO, sulla Urbinati abbiamo avuto la stessa sensazione.
RispondiEliminaAnch'io preferisco leggere dal "cartaceo" anche se amo la rete per la sua facile fruibilità e per la possibilità di reperire informazioni ed opinioni molto rapidamente e con spazi ancora di libertà pura forse.
Non credo che ti debba sentire responsabile.
Penso a tantentopoli ed a come tutti credevamo che ci sarebbe davvero stata una nuova era.
Ma tutti noi avremmo dovuto tenere gli occhi aperti e ricordarci che senza la dovuta attenzione quelle "rivoluzioni" portano solo a nuovi potenti dalla "faccia pulita" a prendere il posto di quelli precedenti.
La Storia ce lo insegna, noi tutti non lo impariamo mai.
Un abbraccio sincero ed un grazie immenso per le tue parole sempre belle su di me.
Ciao
Daniele
Mente lucida,non assopita,televisione spenta....un abbraccio!
RispondiEliminaLaura
.. un passaggio veloce per ringraziarti di esser passato a farmi visita...
RispondiEliminaMi è piaciuta un sacco la poesia!
Daniele,
RispondiEliminaleggo sempre i tuoi post, non ne perdo uno. Ma mi è diffiicle commentare , ché tu sei sempre così esauruente ed esaustivo.
I versi mi hanno colpita particolarmente perchè esprimono a pieno quello che provai andando negli Stati Uniti più di quindici anni fa e tutte le volte che ci sono tornata, a seguire.
La rincorsa all'inutile che appare indispensabile. Il materiale che sostituisce le menti e fa sfuggire di mano la realtà.La docilità dovuta neanche alla rasseganzione,che già preupporrebbe un'elaborazione personale, ma alla mancanza di opinione individuale.Il pensiero unico è pericolosissimo.
Noi, come nazione, siamo su quella strada.
Un abbraccio.
PER ANNA: mica male la tua riflessione per una che non sa come commentare LOL!
RispondiEliminaL'articolo di Nadia Urbinati ha qualcosa di orwelliano, quasi profeticamente orwelliano...
RispondiEliminaI tuoi versi sono, come sempre, graffianti e significativi.
Un abbraccio
annarita
Un articolo che - non c'è che dire - offre numerosi spunti. non vorrei peccare di presunzione ma credo che noi bloggers, tanto bistrattati dai media, siamo mediamente al di sopra di un popolo che esercita la docile democrazia. non importa che le nostre convinzioni siano giuste o sbagliate, è importante che siamo qui a discuterne invece di stare incollati alla tv a vedere il reality di turno.
RispondiEliminasul potere dei sindaci ho risposto alle tue giuste osservazioni.
forse il problema non è che i sindaci facciano gli sceriffi quanto che, con la nostra inciviltà, facciamo in modo di averne bisogno...in questo sono molto d'accordo con il commento di cieloblu.
Quanto alle olimpiadi: sono olimpiadi senza anima e senza cuore, tolto quello degli atleti. del resto, un lutto al braccio, importantissimo per chi lo dovrebbe portare, agli altri non costa nulla.