lunedì 2 giugno 2008

LA "RECENSIONE" DEL ROCKPOETA: Un Russo a New York


Non abituatevi troppo lol. Non inizia una nuova rubrica, non sono solito recensire libri o cmq scriverne, ma questo libro letto tempo fa mi è tornato alla mente in questi giorni per la sua ancora incredibile e sconvolgente attualità.

Il libro è di Sergej Dovlatov e si intotola "La marcia dei solitari" ed è edito da Sellerio, Palermo, 2006, pp. 230, € 10,00

Sarcastico, graffiante, acuto osservatore della realtà ed uno spirito libero. Questo è Sergej Dovlatov (1941 – 1990).

E sono proprio queste peculiarità a manifestarsi con forza nel suo libro “La marcia del solitari”(Sellerio Editore) che racchiude alcuni fondi da lui pubblicati durante gli anni in cui ha scritto per “Il Nuovo Americano”, giornale da lui stesso fondato per gli ebreo-russi emigrati, come lui, negli Stati Uniti.

Ma questa raccolta non é solo questo. E’ di più. E’ la prova evidente di come il mondo nella sostanza non cambi e certe realtà siano dure a morire, anzi, si ripetano ciclicamente nel tempo con sorprendente regolarità.

Immigrazione, libertà di espressione, ipocrisia dell’animo umano, libera analisi politica, sono alcuni dei temi trattati da Dovlatov nei suoi editoriali.

Un nuovo Gogol per molti aspetti. Uno scrittore eclettico e stimolante. Un libro che proprio per i suoi contenuti, resta ancora oggi di stretta attualità.

Da un suo editoriale (pagg. 25-26) : «Nella mia Leningrado venivano pubblicati circa duecento giornali. Ad esempio c’era il giornale per “una cultura del commercio” oppure diciamo per “il gigante della carne”… C’era persino una pubblicazione che si chiamava “la voce del borsaiolo”…. In generale c’erano tanti giornali. Per tutti i gusti. E ci si poteva leggere ogni cosa possibile. Tutto tranne la verità.»

Ci si poteva leggere ogni cosa possibile, tutto tranne la verità… Va bene posso concedere che oggi da noi forse ci sia sicuramente una libertà maggiore di quella che esisteva nella sua Leningrado ma forse poi non tanto maggiore…

La censura, l’impostazione dei telegiornali ed il modo di montare i servizi, sono tutti strumenti che alla fine realizzano lo stesso scopo.

Inoltre anche noi oggi abbiamo tanti giornali, concentrati però nelle mani di pochi proprietari, e spesso anche poca verità…

Nulla è quindi cambiato nella sostanza, ma solo nel modo e nella forma grazie alla tecnologia che permette di mistificare la verità quando proprio non la si può occultare.

Dovlatov è anche un personaggio dalle molteplici sfaccettature, con i difetti ed i pregiudizi,a volte, di molti di noi. Al contempo, però, è anche una grande “penna” capace di vedere la realtà con stupefacente disincanto ma anche con mal celata speranza e voglia di cambiare il mondo.

Un evidente cinismo ed un pungente sarcasmo che nascondono in realtà la profonda amarezza di un uomo che sapeva analizzare la realtà e la vita con assoluta e chirurgica lucidità.

Una mente libera, scevra da cliché già precostituiti. Come si evince, a mio avviso, da quanto possiamo leggere a pag. 70 a proposito del “lettore tipo” del Nuovo Americano;

«Supponiamo che ci leggano solo le persone colte e raffinate. Come si spiega allora il successo sensazionale dei materiali sportivi?
Evidentemente non è affatto così semplice.
Evidentemente agli ebrei piacciono le poesie russe. E gli ortodossi sono preoccupati per le sorti di Israele. E gli ex cittadini sovietici sono profondamente interessati al cinema occidentale. E le tre emigrazioni hanno un sacco di problemi in comune. E tra loro ci sono più analogie che differenze…»

Evidentemente ogni individuo è semplicemente più sfaccettato e complesso di quanto a volte certe indagini di mercato vogliano farci credere.

Le parole di Dovlatov ci suonano purtroppo di stridente attualità. Con una differenza: oggi tendiamo ad assuefarci a modelli stereotipati senza più neanche fermarci a chiedere se siano reali, corrispondenti a ciò che vogliamo, giusti.

“La marcia dei solitari” è un libro che sinceramente si fa leggere molto rapidamente, e dal quale non possiamo che apprendere una unica lezione di fondo: la satira e l’ironia non devono essere censurate. La libertà di parola la si può e la si deve esercitare in ogni forma lecita possibile e la satira è una di queste.

Ricordiamocelo.

41 commenti:

  1. ho la sensazione che quest'estate, incotrerò questo libro, quando la calura estiva di un afoso pomeriggio impedirà qualsiasi azione, se non quella lenta...dello sfogliare pagine..che tra l'altro producono una lieve brezza rinfrescante sul viso...e sulla mente!

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  2. ciao daniele... posso dire che la censura in un certo senso esiste anche oggi. Non come ai tempi di Lenin ma esiste. Certe cose te le confezionano ad arte per presentartele nei telegionarli, in modo che tu possa vederli sotto la loro ottica.
    Una volta, qualcuno mi disse che per sapere la notizia vera avresti dovuto leggere tutti i quotidiani e seguire tutti i telegiornali. Poi avresti pututo farti un idea. Credo che non sia errato come concetto.
    Riguardo ai blog invece penso che non ci sia censura, qui si dice e scrive ciò che si pensa davvero.
    Ciao da angela

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  3. In relatà caro Danile oggi abbiamo molti strumenti per scavare dentro le notizie, vero che la censura esiste ancora. Ma delle volte siamo noi stessi che per non rompere i nostri equilibri, i nostri privilegi(rispetto ad esempio al terzo mondo), preferiamo non sapere.

    ottima recensione del libro, quasi quasi mi hai convinto a comprarlo! ;)

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  4. Posso aggiungerlo alla lista dei libri che mi porterò al mare.
    Però però...noi abbiamo la libertà di avere un'opinione, e di esprimerla, anche se impopolare.
    La satira? Giustissima, purchè non sia smaccatamente mendace: in quel caso è solo menzogna travestita.

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  5. Nessuna indagine di mercato nè analisi a scopo pubblicitario sarà mai in grado di ricostruire veramente l'essenza umana, possono sforzarsi quanto vogliono ma non saranno mai in grado di riprodurre una copia degna dell'originale ;)

    Ciao Daniele :*

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  6. Buongiorno Daniele, questo libro deve essere molto interessante e soprattutto attuale... i corsi e i ricorsi... lo leggerò volentieri...
    grazie per la tua poesia, vorrei chiederti se ne posso fare un post...
    un bacio
    Claudia

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  7. grazie del consiglio!

    un abbraccio ;)

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  8. Ciao Daniele, grazie per il tuo commento da me ... c'è un seguito se vuoi passare.

    per quanto riguarda l'argomento della censura è, purtroppo, attualissimo ma sottoscrivo le parole dell'Incarcerato ... per quanto riguarda la nostra realtà ... chi non sa in molti casi non vuol sapere e conoscere!

    un abbraccio Ale

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  9. Ricordiamocelo e, soprattutto, vigiliamo.

    Buon 2 giugno, buona festa della Repubblica o almeno di quel che ne resta...

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  10. Ciao daniele, sembra un libro molto interessante che leggerei tutto in un fiato. e Visto che sono la migliore cliente della Sellerio, se non altro per tutti i libri che leggo di Camilleri, penso che acquisterò questo libro, tanto per non smentire questo status:-P

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  11. ciao.... un saluto dopo una lunga assenza ..... bacio!!

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  12. Ciao Daniele... sono passata solo per un salutino... ;)

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  13. Letto quando il mio spazio non mi passava ancora nell'anticamera del cervello... E' vero, è un libro che si legge come un bicchier d'acqua, spero che tutti quelli che si sono ripromessi di portarselo dietro durante le vacanze lo facciano, non sarà "il" libro delle proprie ferie però merita veramente di essere acquistato o preso nella biblioteca (a volte sembra che nessuno ne ricordi più l'esistenza) più vicina!

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  14. Bene, anch'io sto facendo la lista deelle letture estive e ne terrò conto; a proposito poi di verità e informazione, sono sempre più dell'idea che di "narrazioni" si tratta, che abbisognano di puntuali "contronarrazioni" - quel che una volta si chiamava un po' enfaticamente "controinformazione", cosa che il mondo dei blog può senz'altro fare

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  15. Che bello!Da leggere assolutamente.
    Ciao
    Mk

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  16. Seguirò il consiglio..
    grazie Rockpoeta :-)
    buona settimana

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  17. Mi sono detto, forza, fai una capationa da Daniele.
    Ho fatto bene.
    Bella lettura i ruoi altimi 5/6 post.

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  18. BENTORNATO BRUNO!!!!!!!!!!!!!!!

    Grazie, hai sempre parole d'elogio e molto belle per me.

    Daniele

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  19. Grazie per il tuo passaggio ti ho linkato anch'io.
    Un saluto.

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  20. Per me è una novità
    grazie per il suggerimento, marina

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  21. Te lo dice un recensionista...

    Ottimo... ;)
    Leggerò questo libro e magatri ne farò anche io una recensione per il giornale... :)

    Ciao Rock, sempre interessante leggerti

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  22. CIRO: GRAZIE!!!!!! Detto da uno del settore poi...WOW!

    Citando la Consoli "confuso e felice" :-)))

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  23. Eccellente recensione del libro daniele e, per il resto ,mi associo a incarcerato.
    Buon lavoro!

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  24. Di nulla, cmq ptesti anche tu proporti per un giornale...

    Io l'ho fatto per portare la voce del web su carta, pertchè è ancora la cosa più letta.

    Ho intrecciato le due cose, per forutna il mio giornale è indipendente e mi permette di mandare qualche educato vaffa a kiunkue... ;)
    Ciao Rcok

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  25. CIRO: Mi piacerebbe ma vedo due limiti:

    1) io scrivo liberamente e non so quanto di quello che posto qui.... (ci siamo capiti no lol)

    2) Non sono giornalista nè pubblicista quindi non so come si farebbe..

    Suggerimenti?

    PS: scrivimi magari per mail se ti va :-)))

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  26. però....mica male come recensione!
    ;)

    ciao caro!!

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  27. interessantissimo!!!!!E temo che come Italiani potremmo immedesimarci parecchio!!!!!
    grazie per "il mitico trio"!!!!!
    :-)))))
    El Giramundo riprenderà presto a girare bene.....
    :-)
    ciao
    Lorenzo

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  28. E' probabile che diventi la mia prossima lettura.
    Un abbraccio:-)

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  29. Lo leggerò.Grazie per averlo presentato, non lo conoscevo, era sfuggito alla mia furia di lettrice insaziabile.

    Un sorriso e un caro saluto.

    Cris

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  30. So che Dovlatov venne licenziato dalla stampa leningrandese per indisciplina. In cosa consisteva questa indisciplina?
    Forse il suo umorismo lo rendeva poco affidabile per la stampa di regime, ma aveva anche rapporti con scrittori dissidenti ed emigrati, in più era mezzo armeno e mezzo ebreo. E quelli erano anni di assoluta ottusità politica, seppur non certo pericolosa come ai tempi di Stalin. Come se non bastasse beveva. Dovlatov lo spiega bene: un "difetto" te lo perdonavano, magari persino due, ma tre erano proprio troppi... Se eri ebreo e non eri iscritto al partito, beh, almeno non dovevi bere....
    Ciao Daniele...la storia continua...

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  31. Caro Daniele grazie per la segnalazione del libro...non mancherò di leggerlo!

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  32. Caro Daniele,la tua squisita recensione mi ha talmente colpita,che lo leggerò.
    Sono del parere anch'io,come molti tuoi amici lettori,che la satira nn andrebbe mai censurata,nn parliamo della libertà di stampa,forse si salva qulche opinionista serio,ma la maggior parte segue il correntone in voga.
    E' sempre bello leggere i tuoi post,te lo dico sinceramente caro ROCKPOETA :-)

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  33. ok mio caro mi hai decisamente invogliata a leggerlo.

    Credo che xò la censura abbia oggi una potente alleata nell'ottundimento generale che fa si che sia difficile alzarsi dal torpore x chiedere altro....
    ops nn appena chiedere...ma scoprire altro!

    un bacio!

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  34. Ciao DESA!

    Concordo con te, oggi questo appiattimento mentale favorisce il disinteresse e quindi la censura è ancora più facile da realizzare purtroppo...

    Un bacio anche a te :-)))
    Daniele

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  35. hai stimolato la mia curiosita', del resto il tema non fa restare indifferenti
    Un caro saluto
    Dona

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  36. Ciao DONA Bentornata :-)))

    Vedrai, lo troverai interessante.

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  37. Anche a me sta piacendo moltissimo questo libro - non l'ho ancora finito di leggere perché lo assaporo nei momenti di relax, poi ha di bello che si può lasciare lì un po' essendo composto da brevi articoli. Sono d'accordo su tutto ciò che ne dici; a me, poi, piace molto quando parla della "pericolosità degli stupidi", del potere dei mediocri e del modo in cui sua figlia lo "ridimensiona" rispetto al suo essere srcittore (ma, per lei, solo un papà un po' strano): Poi mi piace molto la sua ironia, mai troppo amara secondo me. Grazie per aver(mi) ricordato questo brl libro.

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