martedì 17 luglio 2007

L'EDITORIA OGGI: Liberalizzazione o lento fagocitare?

Io per primo sono per la libertà di poter scegliere tutto e ovunque, ma a volte quando questa libertà mi sembra una "pretesto" per fagocitare i più piccoli allora mi "ribello".

Ecco perché pubblico spontaneamente e per mia assoluta libera scelta questa lettera aperta di Andrea Giannasi di Prospettiva Editrice. Credo che l'editoria sia in grave crisi. Si pensa che in Italia ci siano tante case editrici ma non é così. Quando una casa editrice é letteralmente di proprietà di un gruppo più grande che, oltre ad essa ne comprende altre, beh,a mio sommesso avviso non abbiamo tante case editrici, ma un proprietario unico che ne raggruppa parecchie.

Se poi aggiungiamo la distribuzione che é sempre più nelle loro mani nonché anche altri "vantaggi" (giornali di proprietà, televisioni, ecc..), mi sembra chiaro che per i più "piccoli" sia sempre più dura.

Lungi da me da demonizzare i grandi editori, ma credo anche che fagocitare il mercato non significhi vera scelta per i consumatori. E, se questo discorso vale per ogni prodotto, immaginiamoci per i libri, che sono frutto del libero pensare (a almeno dovrebbero esserlo, se escludiamo le barzellette di Totti o i vagiti erotici di Melissa P.)...

Vi lascio a questa lettera. Sta a voi dire la vostra. Come sempre qui in questa Agorà, la libertà di espressione esiste.

Daniele Verzetti, Rockpoeta.

-------------------------------------

Lettera aperta a tutti gli operatori del settore librario

La fine del sogno. Editori, scrittori e librai di fronte a chiare responsabilità
di Andrea Giannasi

La situazione del mondo del libro silenziosamente si sta trasformando da grave in tragica. Il paziente sistema editoriale ormai è afflitto da un male incurabile e chi si siede al capezzale o si trasforma in luminare della medicina, nasconde secondi fini chiari ed evidenti.

Sull’ultimo numero del mensile Bookshop sono stati pubblicati gli atti del convegno Ali sui libri in edicola e l’incontro sulle librerie indipendenti svoltisi all'ultima Fiera del libro di Torino.
Tutti i relatori hanno posto l’accento sul mercato che non cresce e sulle mille difficoltà ma si è parlato poco (e in maniera assai dimessa) dei due veri mali: gli sconti che possono essere applicati ai libri e la possibilità di giungere a vendere novità librarie nelle edicole.
Pochi relatori hanno messo il dito nella piaga e pochissimi hanno ricostruito il possibile scenario futuro. Ormai pochi grandi gruppi editoriali sono in possesso di case editrici, distributori, catene di librerie e di organi di informazione. E se a questi viene permesso di applicare forti sconti sui libri che vendono nelle proprie librerie (e che appartengono al gruppo) e se questi stessi arriveranno a vendere le novità librarie nelle edicole, ebbene il primo risultato sarebbe quello di veder chiudere tutte le librerie indipendenti italiane e di seguito i distributori (che navigano fuori dai grandi gruppi) e così a scendere far serrare le porte alle piccole e medie case editrici.
E scomparirebbero definitivamente le già limitate possibilità di trovare sugli scaffali libri di autori emergenti.

E' opportuno dunque oggi più che mai  tutelare e proteggere le librerie indipendenti per non rischiare di avere solo una scelta limitata di titoli o di incontrare commessi svogliati (controfigure assai sbiadite dei veri librai del passato).
Questo perchè se dovessero chiudere il sistema editoriale italiano sarà destinato a proporre solo libri degli scrittori che vendono (e tra questi calciatori, velice e cantanti) e non ci sarà più ricerca o scommessa.

La prospettiva futura dunque vede la fine delle librerie indipendenti e di fatto la fine anche degli editori piccoli e medi indipendenti. Il mercato si stringe e chi non possiede le chiavi di tutta la filiera rischia di rimanere escluso dal meccanismo.

Dobbiamo tutti insieme sostenere le librerie indipendenti iniziando con l'acquistare libri solo in questi punti.
Ma non solo.

Chiediamo a gran voce una politica seria e concreta (sia culturale che economica) destinata alla LETTURA e che veda coinvolti da una parte gli enti (Comuni, Province, Regioni) e dall'altra i librai e gli editori.
Chiediamo di creare nelle scuole l'assegno letterario (regalare ad ogni studente italiano un buono da spendere nelle librerie indipendenti italiane).
La nostra è una piccola idea (destinata anche a guastarsi e variare col tempo), ma è un'idea e in questo momento è l'unica che c'è.

Al lavoro.

Andrea Giannasi
(Direttore Prospektiva)

Aderire è un obbligo per non rassegnarci a dover subire sempre il corso degli eventi. Oggi possiamo ancora fare qualcosa. E lo possiamo fare tutti insieme. Ma dobbiamo farlo TUTTI insieme.

10 commenti:

  1. Purtroppo l'Italia è il Paese dei pochi. Mi spiego meglio: siamo il paese dove c'è l?ordine deiGiornalisti e non tutti possono entrarvi, siamo il paese dve la politca è una Casta, siamo il Paese dove I Baroni universitari pilotano i concorsi e fanno avviare alla carriere universitaria parenti e amici, siamo il Paese in cui solo RAI e Mediaset possono trasmettere tranquillamente sul territorio nazionale, siamo il Paese dove pochi gruppi imprenditoriali hanno in mano tutto il mercato dell'informazione (giornali e TV).
    Mi fermo qua, ma la lista potrebbe continuare all'infinito. Lo stesso discorso vale per l'editoria: ci soo pochi gruppi che fanno da padrone tarpando le ali alle piccole case editrici.
    Le liberalizzazioni dovrebbero pore fine ad alcne di queste situazone dei "pochi", ma il sistema oligarchico è talmente radicato che finiscono per penalizzarle ancora di più.

    Un salutone!!!

    RispondiElimina
  2. Bravi Daniele e Salpetti è proprio così.
    Anzi peggio direi perchè questi grandi editori che pubblicano alla fine? Le barzellette di totti.

    RispondiElimina
  3. Oggi anche Hemingway (se fosse italiano) avrebbe difficoltà. L'editoria tende alla massificazione,come la tv. Quelle italiane più degli altri paesi.

    RispondiElimina
  4. Ogni tanto tanto faccio un giro in libreria. Avete notato che gran parte della produzione editoriale delle major editoriali consistono in traduzione di autori stranieri? Non hanno coraggio. Totti per l'appunto a parte.

    RispondiElimina
  5. Grazie per i vostri interventi.

    Aggiungo che Andrea Giannasi mi ha fatto sapere che chiunque volesse postare quella mail integralmente su altri blog per diffondere e far conoscere questa realtà può tranquillamente farlo.

    Più si fa tam tam più si può agire in qualche modo.

    RispondiElimina
  6. Lo farò senz'altro. Pieno appoggio a piccoli editori LIBERI.

    RispondiElimina
  7. e la vendita tramite internet? dipende anche quella dalla grande distribuzione? può essere il futuro?

    RispondiElimina
  8. E' una possibilità ma non può essere l'unica via e soprattutto é ancora una strada poco battuta. E poi ancora, dove lo metti il fascino di entrare in una libreria e "toccare" il libro?

    RispondiElimina
  9. A proposito dei commessi sbiaditi, l'altro giorno ho visto toccare il fondo.
    Arrivo alla cassa libro-munita, allungo il denaro necessario, ritiro la busta con il mio articolo e aspetto un po' lo scontrino. Vedendo che non arriva e in busta non c'è domando:-lo scontrino?-
    La risposta del commesso è stata:-non serve è come in edicola-
    Certo perché a suo avviso era la prima volta che entravo in una libreria...ma dove siamo arrivati?

    RispondiElimina

Prima di commentare leggete la privacy policy in homepage in alto nella colonna di sinistra