lunedì 28 agosto 2023

L'Angolo del Rockpoeta®: "La Notte Del Terzo Millennio"


LA NOTTE DEL TERZO MILLENNIO

La notte era silenzio 
Quiete
Spunto per riordinare i pensieri 
O momento di abbandono
E da qualche parte nel mondo 
È ancora così. 

Poi esiste la notte del terzo millennio 

Essa è oscurità 
Violenza 
Frastuono 
E luce
Tanta luce 
Troppe luci. 

Luci di insegne accese h24
Luci di lampioni 
Luci di fabbriche  
Con sfiancanti turni di notte 
Luci che offuscano il cielo e le stelle 

Degrado
Avvolge la notte nelle grandi aree metropolitane 
Fino a soffocarle 

La notte del terzo millennio
È un abbaglio emotivo 
È solo una luce diversa del giorno 
È la tristezza di una stella cadente 
Che non sa che la sua morte
Non alimenta più i sogni di nessuno 
Perché nessuno può più vederla
Perché il buio della notte è solo un ricordo lontano 
E perché nessuno più alza gli occhi al cielo 
Nemmeno per intonare una preghiera.

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

12 commenti:

  1. In certi parchi il buio lo si cerca ancora perché è complice di stupri, violenza, spaccio, prostituzione. Certi spazi bui dovrebbero essere illuminati a giorno, oppure rasi al suolo, oppure convertiti in attività sacrosante. Ma chi potrebbe chiacchiera e basta. E sappiamo tutti di chi parlo.

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  2. PER FRANCO quel buio a cui alludi è sicuramente nefasto, è quello che nella mia poesia chiamo "oscurità".

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  3. X DANIELE

    *La notte del terzo millennio
    È un abbaglio emotivo
    È solo una luce diversa del giorno
    È la tristezza di una stella cadente
    Che non sa che la sua morte
    Non alimenta più i sogni di nessuno
    Perché nessuno può più vederla
    Perché il buio della notte è solo un ricordo lontano
    E perché nessuno più alza gli occhi al cielo
    Nemmeno per intonare una preghiera*


    Questo stralcio della tua poesia è fantastico.

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  4. Le tue parole sono superlative, nelle notti spesso si sognava e si guardava il cielo, adesso bisogna stare molto attenti a camminare per le strade di molte città.

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  5. "Nessuno più alza gli occhi al cielo". Con questa impeccabile constatazione concludi i tuoi bellissimi versi. Ed hai ragione: il cielo non viene più osservato a causa dell'inquinamento luminoso, che tu richiami nel quarto capoverso. Ma nel mondo di schiavi controllati dalle intelligenze artificiali, che sta via via prendendo forma, gli occhi sono incollati sul piccolo schermo di tablets, notebooks e cellulari. E oltre al cielo, non si guardano più neanche gli occhi della persona con cui si interagisce e che abbiamo di fronte a pochi centimetri.

    Buon inizio settimana,

    GR

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  6. È una delle tante maniere del consumismo capitalistico di fare credere alla gente (pardon, ai "consumatori") che non c'è limite: non c'è la notte, non c'è la vecchiaia, non c'è la malattia: anche in queste "aree" temporali o fisiche della vita puoi spendere, produrre, sprecare. Non più "cogito ergo sum" ma "spendo (anche di notte) quindi sto vivendo"...

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  7. Il porto di Genova la notte è illuminato con lampade a led e stento a vedere il faro della romantica lanterna. Nonostante vivo sulle alture, questo nuovo chiarore m'impedisce di ammirare le stelle. Sul grattacielo hanno messo uno schermo gigante e il suo chiarore raggiunge la mia stanza. La notte con il buio e il silenzio é solo un ricordo e il rimpianto infinito.

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