LA NOTTE DEL TERZO MILLENNIO
La notte era silenzio
Quiete
Spunto per riordinare i pensieri
O momento di abbandono
E da qualche parte nel mondo
È ancora così.
Poi esiste la notte del terzo millennio
Essa è oscurità
Violenza
Frastuono
E luce
Tanta luce
Troppe luci.
Luci di insegne accese h24
Luci di lampioni
Luci di fabbriche
Con sfiancanti turni di notte
Luci che offuscano il cielo e le stelle
Degrado
Avvolge la notte nelle grandi aree metropolitane
Fino a soffocarle
La notte del terzo millennio
È un abbaglio emotivo
È solo una luce diversa del giorno
È la tristezza di una stella cadente
Che non sa che la sua morte
Non alimenta più i sogni di nessuno
Perché nessuno può più vederla
Perché il buio della notte è solo un ricordo lontano
E perché nessuno più alza gli occhi al cielo
Nemmeno per intonare una preghiera.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
In certi parchi il buio lo si cerca ancora perché è complice di stupri, violenza, spaccio, prostituzione. Certi spazi bui dovrebbero essere illuminati a giorno, oppure rasi al suolo, oppure convertiti in attività sacrosante. Ma chi potrebbe chiacchiera e basta. E sappiamo tutti di chi parlo.
RispondiEliminaPER FRANCO quel buio a cui alludi è sicuramente nefasto, è quello che nella mia poesia chiamo "oscurità".
RispondiEliminaX DANIELE
RispondiElimina*La notte del terzo millennio
È un abbaglio emotivo
È solo una luce diversa del giorno
È la tristezza di una stella cadente
Che non sa che la sua morte
Non alimenta più i sogni di nessuno
Perché nessuno può più vederla
Perché il buio della notte è solo un ricordo lontano
E perché nessuno più alza gli occhi al cielo
Nemmeno per intonare una preghiera*
Questo stralcio della tua poesia è fantastico.
Le tue parole sono superlative, nelle notti spesso si sognava e si guardava il cielo, adesso bisogna stare molto attenti a camminare per le strade di molte città.
RispondiEliminaPER GUS grazie sono commosso
RispondiEliminaPER CAVALIERE hai assolutamente ragione
RispondiElimina"Nessuno più alza gli occhi al cielo". Con questa impeccabile constatazione concludi i tuoi bellissimi versi. Ed hai ragione: il cielo non viene più osservato a causa dell'inquinamento luminoso, che tu richiami nel quarto capoverso. Ma nel mondo di schiavi controllati dalle intelligenze artificiali, che sta via via prendendo forma, gli occhi sono incollati sul piccolo schermo di tablets, notebooks e cellulari. E oltre al cielo, non si guardano più neanche gli occhi della persona con cui si interagisce e che abbiamo di fronte a pochi centimetri.
RispondiEliminaBuon inizio settimana,
GR
PER GIORGIO: esatto, sei stato impeccabile.
RispondiEliminaÈ una delle tante maniere del consumismo capitalistico di fare credere alla gente (pardon, ai "consumatori") che non c'è limite: non c'è la notte, non c'è la vecchiaia, non c'è la malattia: anche in queste "aree" temporali o fisiche della vita puoi spendere, produrre, sprecare. Non più "cogito ergo sum" ma "spendo (anche di notte) quindi sto vivendo"...
RispondiEliminaPER ARIANO triste ma profonda verità
RispondiEliminaIl porto di Genova la notte è illuminato con lampade a led e stento a vedere il faro della romantica lanterna. Nonostante vivo sulle alture, questo nuovo chiarore m'impedisce di ammirare le stelle. Sul grattacielo hanno messo uno schermo gigante e il suo chiarore raggiunge la mia stanza. La notte con il buio e il silenzio é solo un ricordo e il rimpianto infinito.
RispondiEliminaPER MARATONETA GIO tutto vero
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