LA ROBA D'ALTRI
Io non desidero la roba d'altri
Io non desidero niente.
In questo modo sono un perfetto cristiano
Perchè avendo " Niente" non desiderando "niente"
Nè altro da altre persone, non posso peccare
Almeno limitatamente a questo comandamento.
Sì, perché,
Magari su altri sono meno ligio
Ad esempio sul "Santificare le feste"
Anche perchè se voglio far mangiare
Mia moglie ed i miei due figli
Io, spesso, in quei giorni devo lavorare...
Io non desidero la roba d'altri
Io vorrei avere della roba per me
E per la mia famiglia
Non è che pretenda
Proprio quello che ha il mio vicino di casa
Ma magari un qualcosa di simile sì
Non voglio quei vestiti firmati
O quei jeans all'ultimo grido
Ma vorrei che mia moglie ed i miei figli
Avessero almeno dei vestiti decenti
Qualcosa di più alla moda
Non per forza Armani, Versace o CK
Ma nemmeno i pantaloni dell'Oviesse di due anni fa
È una questione di dignità
Non di sfarzosa eleganza.
Io non desidero la roba d'altri
Io non mi sento come Mazzarò
Anche perchè non possiedo nulla
Ed il confronto con lui è improbo
Anzi, improprio ed impossibile.
Io desidero
Un tenore di vita tranquillo
Senza la preoccupazione costante
Di poter finire in mezzo alla strada
Ma Dio può stare sereno
Perfino in quell'eventualità
Non desidererò la roba d'altri:
Farò la mia lista,
Stilerò una serie di beni di cui necessitiamo
E non desidererò di avere roba altrui
Non desidererò più di avere alcunché
Ma prenderò quello che mi spetta
Quello che serve per la mia famiglia
E lo farò a qualunque costo e con ogni mezzo
E se qualcuno dovesse mettersi sul mio passaggio
Lo ucciderei senza pietà
E poi andrei a confessarmi dal nostro prete
Sapendo di aver peccato
Ma avendo la consapevolezza
Che ha peccato anche quel commesso
A cui ho dovuto sparare
Non è colpa mia
Se voleva impedirmi di prendere la mia roba
Non è colpa mia
Se lui desiderava le mie cose
Se lui desiderava la roba d'altri
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
X DANIELE
RispondiEliminaDice il decimo comandamento: "Non desiderare la casa del tuo prossimo... né il suo schiavo, né la sua schiava, né il suo bue, né il suo asino, né alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo" (Libro dell'Esodo 20,17).
«Il decimo comandamento proibisce l’avidità e il desiderio di appropriarsi senza misura dei beni terreni; vieta la cupidigia sregolata, generata dalla smodata brama delle ricchezze e del potere in esse insito. Proibisce anche il desiderio di commettere un’ingiustizia, con la quale si danneggerebbe il prossimo nei suoi beni temporali»
Il decimo Comandamento non proibisce di anelare al miglioramento del nostro stato, di acquisire prosperità e di godere del benessere. Tutto ciò, infatti, è considerato nella Bibbia una benedizione di Dio.
Nei Vangeli e in san Paolo i richiami al distacco dal denaro e dal potere sono molti ed evidenti. Ricordiamo: «Badate di tenervi lontano da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende dai suoi beni», a cui segue la parabola dell’uomo ricco che non sa dove riporre i suoi raccolti (Lc 12,15-21). «Non accumulate per voi tesori sulla terra, dove tarlo e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano; accumulate invece per voi tesori in cielo, dove né tarlo né ruggine consumano, e dove ladri non scassinano e non rubano» (Mt 6,19) «L’avidità del denaro, infatti, è la radice di tutti i mali – dice san Paolo –; presi da questo desiderio, alcuni hanno deviato dalla fede e si sono procurati molti tormenti» (1Tm 6,10). La conclusione: «Là dov’è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore» (Mt 6,21) e, infine: «Quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita?» (Mt 16,26).
PER GUS è proprio sulla base di queste tue parole e di questa tua disamina che di fatto è nata sul tuo blog questa mia poesia. FI fatto il personaggio della mia lirica non brama le cose degli altri, non brama una ricchezza ed uno sfarzo indecenti viole dolo che la sua famiglia possa andare per le strade vestite decorosamente e per paradosso per non peccare su questo comandamento pecca su uno molto più grave per assoluta disperazione.
RispondiEliminaX DANIELE
RispondiEliminaQuando Dio ha scritto le tavole dei comandamenti, dato che il suo linguaggio non era l'italiano, *roba d'altri* è una traduzione che può creare ambiguità.
Meglio affidarsi alla preghiera che ci ha insegnato Gesù.
*dacci oggi il nostro pane quotidiano*, e il pane significa poter vivere con dignità e avendo lavoro, rispetto e giustizia.
Non sono i beni materiali che fanno la felicità.
RispondiEliminaPER GUS Infatti il mio personaggio non vuole vestiti firmati e sfarzo ma il minimo sindacale per vivere dignitosamente
RispondiEliminaMas o inferno está cheio de pessoas com boas intenções...
RispondiEliminaEm qualquer caso, para sermos felizes temos de estar satisfeitos com o que temos e como somos.
Um poema que nos dá que pensar.
Gostei muito, o teu poema é magnífico.
Boa semana, caro amigo Daniele.
Um abraço.
PER JAIME Complimenti, comprendi sempre il nucleo vitale e pulsante della mia poesia hai sempre parole bellissime per me e ti ringrazio.
RispondiEliminaBellissimi versi, Daniele! Rischia purtroppo di dilagare UN atteggiamento sociale consistente nel non accontentarsi. Cosa bruttissima quella di dare per scontato il fatto di poter mantenere un tenore di vita dignitoso. Bisogna invece anche accontentarsi.
RispondiEliminaUn caro saluto,
G
PER GIORGIO ed invece vediamo sempre più persone che vogliono avere sempre di più anchea discapito degli altri
RispondiEliminaMi associo,bei versi,secondo la mia umile opinione quasi tutte le persone di questo dannato mondo dovrebbero poter vivere con dignità,ma non sarà mai così purtroppo,troppe persone si credono più furbe delle altre.
RispondiEliminaCiao
L'indice di criminalità è sempre proporzionale all'indice di povertà. Vivere nella miseria materiale può causare anche la "miseria morale", che ovviamente non è comunque giustificabile, però va tenuta presente. Le politiche per favorire l'occupazione devono essere strettamente connesse a una retribuzione equa che permetta di vivere decentemente, non di sopravvivere ai limiti della sussistenza.
RispondiEliminaPER BLOGREDIRE verissimo ed aggiungo che tante persone sono determinate a sfruttare il prossimo ritenendosi più furbe perché lo fanno e perché non sentono vergogna e nemmeno un ripugnante disgusto nel farlo.
RispondiEliminaPER ARIANO Ragionamento che non fa una piega e che condivido
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