lunedì 24 aprile 2023

L'Angolo del Rockpoeta®: "Resistenza È (Anche) Donna"

Domani è il 25 aprile ed io voglio parlarne così:


35.000 donne partigiane combattenti
20.000 le patriote con funzioni di supporto
4653 le donne arrestate, torturate e condannate dai tribunali fascisti
2756 le donne deportate nei lager nazisti
1700 le donne ferite
2900 le donne giustiziate o uccise in combattimento

Tutti questi dati sono ufficiali e stimati tristemente per difetto...


RESISTENZA È (ANCHE) DONNA

"Quando si tratta di noi donne
La memoria corta
Si fa quasi inesistente.

Eppure partigiane lo siamo state anche noi
E tante donne hanno aiutato la causa.

35.000 donne combattenti
20.000 donne di supporto
Oltre 4.000 arrestate, torturate e condannate
Da tribunali fascisti
E poi le deportazioni nei lager tedeschi
E questi sono una sola piccola parte 
Dei numeri di donne che hanno contribuito
A fare la Storia della liberazione di questo Paese.

Eppure sembra che anche la Resistenza 
Sia stata merito solo dei maschi
Ma non è così.

Abbiamo rischiato la vita
Abbiamo messo in gioco le nostre esistenze
E non l'abbiamo certo fatto per amore di un uomo
Ma per amore della libertà di tutti gli Italiani e le Italiane".

La Resistenza è stata fatta anche dalle donne
E non con numeri da comparse
E nemmeno con ruoli da comprimarie
Eppure 
Anche oggi 
Delle donne partigiane non si parla mai
E per quelle poche di cui si parla
Se ne offre frequentemente un'immagine quasi da sante
Come dire che
Erano poche le donne partigiane 
E quelle che hanno supportato la Resistenza
Perchè lottare per la libertà non era certo roba da femmine.

Ecco,
Forse oltre a non fare revisionismo storico
Negando l'importanza della Resistenza
Magari vediamo di non fare 
Revisionismo storico all'interno della stessa Resistenza
Ricordandoci più spesso
Che Donne e Uomini del nostro Paese
Hanno saputo liberarci

Sì, proprio tutti
Anche i maschilisti di oggi. 

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

27 commenti:

  1. Le donne non vengono mai nominate, sia di guerra che si parli, sia di scienza,... e, come ben dici tu, quando si fa è per un eroisme senza pari.

    podi-.

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  2. Buongiorno Daniele: Grazie per questo tributo poetico alle donne della Resistenza.

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  3. Probabilmente in un mondo di donne a decidere, non ci sarebbe stata Resistenza, perché sarebbe mancata anche la guerra..

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  4. PER CARLOS: non vengono nominate a causa di un maschilismo strisciante ed ancora presente nella società contemporanea, ma io non lo accetto e non resto in silenzio.

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  5. PER MARIA: tributo doveroso, è verità, ed è giusto che questa verità sia detta e fatta conoscere.

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  6. PER FRANCO: no, non penso, uomini e donne sono uguali, sanno cmq essere crudeli e feroci anche se magari con formule e modi differenti. Basta pensare per es. alla Thatcher, guerra delle Falkland o ad Ilse Koch solo per citare due esempi uno di una donna che ha scatenato una guerra, ma non è certo stata l'unica ed una che brrrrr.... La ragione per cui meno donne hanno scatenato guerre avendo il potere di farlo è perchè essendo sempre stato un mondo maschilista, era proprio, spesso, il potere a mancare alle donne non l'animus pugnandi o il desiderio di scatenare guerre.

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  7. X DANIELE

    Grazie per aver ricordato che nella Resistenza anche le donne sono state protagoniste
    Non si sottolinea mai abbastanza il ruolo che hanno avuto le donne nella Resistenza italiana. Sono state settantamila, forse molte di più. Eppure, il loro ricordo è entrato solo recentemente nella storia ufficiale.
    Molte di quelle che vi hanno partecipato non hanno chiesto un riconoscimento, perché sentivano di aver fatto solo il loro dovere.
    Alcune delle loro azioni di massa hanno ottenuto risultati importanti: si pensi alle donne che, nella Napoli occupata del settembre 1943, impediscono i rastrellamenti degli uomini, facendo letteralmente svuotare i camion tedeschi già pieni, e innescando la miccia dell’insurrezione cittadina.
    Nella maggior parte dei casi le partigiane hanno fatto le staffette: portavano cibo, armi, riviste, materiali di propaganda. Rischiavano la vita, torture e violenze sessuali. Non erano quasi mai armate, quindi non si potevano difendere. In molte, hanno avuto ruoli di protezione dei partigiani: li nascondevano, li curavano, portavano loro i viveri nei nascondigli, si preoccupavano della loro sopravvivenza. Altre, in numero minore, hanno partecipato direttamente alla lotta armata.
    Le donne che hanno ricevuto medaglie d’oro al valore per le loro azioni durante la resistenza sono state solo diciannove: Irma Bandiera, Ines Bedeschi, Gina Borellini, Livia Bianchi, Carla Capponi, Cecilia Deganutti, Paola Del Din, Anna Maria Enriquez, Gabriella Degli Esposti Reverberi, Norma Pratelli Parenti, Tina Lorenzoni, Ancilla Marighetto, Clorinda Menguzzato, Irma Marchiani, Rita Rosani, Modesta Rossi Polletti, Virginia Tonelli, Vera Vassalle, Iris Versari, Joyce Lussu.
    Molte di loro scrissero delle autobiografie, tra queste: Libere sempre di Marisa Ombra, Con cuore di donna di Carla Capponi, Portrait di Joyce Lussu, La ragazza di via Orazio di Marisa Musu, Autobiografia di Maria Teresa Regard.
    Nei libri di storia si accenna appena alla partecipazione delle donne alla Resistenza, sebbene il loro apporto sia stato determinante nell’organizzazione delle formazioni partigiane, entrando a far parte di diritto nella storia della Liberazione nazionale.
    Si occupavano della stampa e propaganda del pensiero d’opposizione al nazifascismo, attaccando manifesti o facendo volantinaggio, curando collegamenti, informazioni, trasportando e raccogliendo documenti, armi, munizioni, esplosivi, viveri, scarpe o attivando assistenza in ospedale, preparando documenti falsi, rifugi e sistemazioni per i partigiani.

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  8. PER GUS: grazie, un contributo importante il tuo, un commento che invito tutti a leggere e che rende giustizia a tante donne che hanno lottato e contribuito a liberarci proprio come hanno fatto gli uomini.

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  9. Le donne hanno FATTO la resistenza ma il giorno della liberazione gli uomini decisero che non era conveniente sfilare con loro per le vie della città. Le partigiane si ribellarono con tutte le loro forze. Sfilarono e gli uomini dimostrarono per l'ennesima volta di non capire niente dell'animo e della forza delle donne!

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  10. PER MARATONETA GIO': concordo con te, l'hanno fatta eccome e quanto accaduto fu l'ennesima dimostrazione dell'ottusità maschile

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  11. X ANGELA

    Sotto questo aspetto anche i partigiani dovevano crescere e liberarsi del concetto dell'uomo-guerriero.

    Nel 1965, in occasione del ventesimo Anniversario della Liberazione, usciva il documentario. *Le donne nella Resistenza* della regista carpigiana Liliana Cavani che, per la prima volta, dava voce alla presenza femminile nella Resistenza italiana. Progressivamente, a partire dal trentennale della Liberazione (1975), il cosiddetto fenomeno della “Resistenza taciuta” – cioè quel silenzio prolungato sul ruolo rivestito da migliaia di donne ignorate dalla storiografia – poteva dirsi superato. Il risultato fu il proliferare di testimonianze, storie di donne più o meno giovani, di ogni fascia sociale, professione e provenienza, antifasciste per scelta personale, retaggio familiare o necessità, che a un certo punto abbracciarono la lotta antifascista e partigiana.

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  12. Senza la Donna7Messaggera e non solo, i Partigiani non potevano fare nessuna resistenza.La Donna era in Perno di quella storia.

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  13. Hai ragione. È un lato della Resistenza che viene trattato in modo marginale quando così non dovrebbe essere. I numeri parlano chiaro eppure pochi sottolineano sufficientemente questa grande partecipazione delle donne. Se il fascismo è stato sconfitto in quel frangente e abbiamo un Costituzione democratica è merito, in gran parte, anche loro . Grandi sua tu che il nostro caro Cavaliere.

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  14. È anche vero che il minore spazio dato alle donne nelle commemorazioni riguarda soprattutto una certa area politica che non è attratta dalla festa della liberazione in senso generale... Altre parti politiche hanno un approccio più ampio, non minimizzano il ruolo femminile.

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  15. PER ARIANO Io vedo cmq che anche ai giorni nostri la resistenza viene celebrata al maschile.

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  16. Le donne sempre barbaramente cancellate dalla storia. Anche quando quella è una storia di giustizia e libertà. Se ne parla troppo poco anche nelle scuole. Il maschilismo regna imperante. Grazie di aver commemorato le partigiane. Grazie d' essere sempre da esempio, Daniele.

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  17. As mulheres nem sempre ocupam o lugar que merecem na História.
    Porque há muito machismo (ainda) entre os historiadores.
    Excelente poema, gostei de ler.
    Boa semana, Daniele.
    Um abraço.

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  18. PER CATERINA grazie per queste tue parole che mi emozionano tantissimo. Spero di riuscire sempre ad essere all'altezza del tuo straordinario commento.

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  19. Anteponi alla tua bellissima poesia dei dati numerici molto interessanti, i quali andrebbero giustamente menzionati in piú occasioni. Purtroppo anche i dati inerenti le migliaia di donne che subirono violenze, da parte delle truppe nord africane e su ordine del generale francese che guidò lo sfondamento della linea Gustav nel 1945, non vengono mai messi in risalto. Ci sono popolazioni in molti comuni nel centro Italia, come Cassino, Esperia, Ausonia, etc. che il 25 aprile non sentono di dover festeggiare nessuna liberazione.

    Un caro saluto

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  20. PER GIORGIO purtroppo le mele marce sono ovunque anche tra i partigiani, basta ricordare certe vendette post belliche. Questa realtà che tu riporti è gravissima ed orribile ed ammetto che non la conoscevo. Resta il fatto che la libertà è un qualcosa di imprescindibile, la libertà è molto più dinun valore è un elemento essenziale fi vita come l'aria che respiriamo e l'acqua che beviamo. Quella dei francesi non fu liberazione ma una barbara invasione

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  21. Bravo Amigu de Zena, bello questo post e mi congratulo con te e con Cavaliere Oscuro (sono andato anche nel suo blog). Vi ringrazio perché ho preso spunto da voi per il mio post di oggi sul 25 aprile.

    A margine del commento volevo dirti che di recente sono tornato a Genova per rinnovare la carta di identità. Sono andato al Municipio di Molassana e sono rimasto esterrefatto...wow! È da anni che non passavo più in quei quartieri e mi sono sembrati molto diversi, cambiati radicalmente e potrei dire in peggio in alcuni casi per come hanno costruito.

    Un salutone e alla prossima

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  22. PER DECLIVIODOMANI grazie per i complimenti,io e Cavaliere ti ringraziamo.

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