Commentando la crisi ed il degrado della scuola pubblica in relazione all'evento realmente accaduto e di cui ho scritto in "Assurda Realtà" il 18 gennaio, rispondendo a Giorgio del blog Easily Change osservai che si poteva non essere così distanti, più per disperazione in questo secondo caso, da ipotizzare seriamente quanto scrivo in questa poesia.... Cosa? Leggetela per saperlo😊
DRAMMA IN ATTO UNICO
Gino
Un 19 gennaio di 2 anni fa
Fa richiesta per una risonanza.
Al fegato ed al pancreas
Gino due anni fa aveva 38 anni.
Gino è fiducioso
Aveva già una volta avuto a che fare
Con la sanità pubblica
Anche se indirettamente.
Sua sorella, Barbara,
58 anni
Protesi all'anca
Nulla di grave
Ma Primario e reparto
Da standing ovation
E senza andare privatamente.
Gino non è ricco
E nemmeno i suoi familiari
Gino non può andare privatamente
E pensa che due anni sono tanti
Ma è giovane e forse
Quel gonfiore addominale
Non è poi nulla di serio
E comunque lui può solo attendere.
Oggi Gino di anni ne ha 40
E dopo due anni d'attesa
Vede confermato
Quanto larvatamente prospettatogli
Dal suo medico curante:
Tumore al fegato
Trapianto unica alternativa
E con la massima priorità.
Messa così
Mette già paura
Ma Gino avrebbe una speranza
Anche concreta.
Ma
Sono passati due anni
E quei 24 mesi scandiscono
Una impietosa differenza
Se Gino avesse potuto
Fare quell'esame subito
Si poteva sicuramente
Evitare il trapianto
E agire chirurgicamente
Asportando quel pezzetto di fegato malato
Per poi monitorare negli anni
Ciclicamente la situazione.
Ma due anni fa
Gli dissero che i tempi nel pubblico
Erano quelli
Che nulla lasciava presagire una reale urgenza
E pertanto doveva attendere il suo turno
Oppure c'era sempre l'opzione del privato.
Tornò con la richiesta urgente
Scritta dal suo medico di base
Per l'esame.
Ma oramai i tempi erano gli stessi
Gli dissero
Nel senso che
Nonostante la richiesta urgente
Del suo medico curante
Per via del Covid
E delle tante altre urgenze accumulatesi
La sua "urgenza" era meno pressante
Di altre che lo precedevano
Quindi due anni con l'urgenza
Due anni e quattro mesi senza
A Gino sembrò un'autentica presa in giro.
Ora Gino è in corsa contro il tempo
E nonostante la sua grave situazione
Non è più al primo posto in lista d'attesa
È slittato al secondo
E lui sa che tra 4 mesi
Anche il trapianto
Potrebbe risultare inutile
Se peggiora.
Due mesi e mezzo
Ed il primo in classifica
Ha il suo organo per il trapianto
Da quel giorno
Ne passano altri 30
Ma la fatidica chiamata non arriva.
15 giorni prima della fine
Lui non può più attendere
Ed agisce.
Esce di casa
Giaccone dalle ampie tasche
Si dirige prima al CUP
Dove gli avevano di fatto
Negato l'urgenza
Giunge sul luogo
Caso vuole che incontri
Lo stesso uomo di quella volta
Lo fissa negli occhi
Lo sguardo di Gino parla da solo
Poi parte un colpo di pistola
Ed il primo della sua lista è stato sistemato
Ma la sua lista d'attesa non è finita
Raggiunge l'ospedale
Perché anche qui ha dei conti da regolare.
Il primo della lista per il trapianto
Infatti
Non era un bambino
O cmq un soggetto che clinicamente
Avesse il diritto di passargli avanti
Era solo un ricco sessantenne
Munifico donatore e sovvenzionatore di quell'ospedale
Nonché grande amico e giocatore di golf del Direttore della Struttura,
Che non avrebbe avuto il diritto di scavalcare Gino
Entra dal pronto soccorso
Nessuno si accorge di lui
E secondo un suo criterio di giustizia
Senza fare "favoritismi"
Va perfettamente in ordine di "merito"
Prima fulmina il Direttore
Poi il Primario del reparto
E tutta la sua equipe
E poi mette una taglia on line
Su chi gli aveva rubato il suo fegato
Spiegando dove trovarlo e perfino quando.
Gino sa che qualcuno lo vendicherà.
Infine arriva all'ultimo della sua lista
Spara
E si uccide.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
Che tristezza, oltre la rabbia impotente.
RispondiEliminaBravo Daniele ............... bisogna leggerla, per capire in che sistema viviamo.
Tristissima vicenda,ma per esperienza recente tante cose vanno per il verso giusto nei nostri ospedali o almeno nel mio...
RispondiEliminaPER SINO ALLA FINE ti ringrazio di cuore per questo tuo commento
RispondiEliminaPER BLOGREDIRE i problemi di lista d'attesa lunga sono credo presenti ovunque poi ci sono ospedali validi ed altri no, e all'interno di uno stesso ospedale reparti di eccellenza ed altri no.
RispondiEliminaL'altro giorno leggevo dell'Istituto di Oncologia di Bari dove la PET te la devi andare a fare a pagamento (1200/1500 euro) anche se sei uno 048 avente diritto. Pesi e misure, fortune o sfortune, anche solo in base a dove sei nato, dove risiedi.
RispondiEliminaPER FRANCO è tutto vero quello che dici ed è anche disgustoso
RispondiEliminaX FRANCO
RispondiEliminaLa sanità va avanti con la corruzione dei medici. O paghi, o sei morto. Lo sanno tutti.
In dieci anni di emodialisi accanto a mia moglie ho visto cose incredibili. Per due volte ho chiamato la Polizia perché il medico di turno non si trovava.
PER GUS sono allibito e furioso nel leggere cosa haibscritto per FRANCO. La tua denuncia dimostra come la realtà sia più assurda di ogni fantasia.
RispondiEliminaMi domando?
RispondiEliminaPerchè ogni tasto di qualsiasi sistema ..... sa di marcio qui in italia?
E' questo marciume ...... paga Gino o chi è nelle stesse condizioni di Gino.
E' un fatto risaputo, ribadito sino alla nausea ....... e non cambia nulla, e forse nulla cambierà ancora per molto tempo.
X DANIELE
RispondiEliminaCiao Daniele.
Tanto per chiarire, ancora assonnato, ho inviato i commenti a Franco, mentre dovevi essere tu il destinatario.
PER ALITO DI VENTO a volte penso che sia una prerogativa tutta italiana:italia paese di sole pasta pizza e marciume sociale...
RispondiEliminaPER GUS no problem intanto ti avevo risposto ugualmente 🙂
RispondiEliminaPurtroppo le liste d'attesa si allungano.
RispondiEliminaE la vita si accorcia
PER PATRICIA: già nel pubblico è così
RispondiEliminaPurtroppo la sanità è sempre più a pezzi in questo paese. La pandemia avrebbe dovuto insegnarci l'importanza fondamentale della sanità pubblica e invece come al solito non è cambiato niente. Non impariamo mai.
RispondiEliminaPER CATERINA: noi, noi gente comune non impariamo mai, non capiamo che se non chiediamo ,esigiamo, sanità, giustizia e vera libertà, chi è in alto non si curerà certo di rispettare questi nostri diritti, perché siamo noi a non imparare mai loro, loro imparano benissimo ed anzi ogni volta alzano l'asticella del nostro grado di sopportazione per vedere fino a dove possono spingersi e noi, noi non impariamo mai a dire basta per davvero e con uniforme compattezza e decisione.
RispondiEliminaA volte verrebbe da seguire la rabbia, in stile mass-shooting all'americana, ma in realtà non risolve neppure quello, in America ci sta un caso al giorno eppure ciò che non funziona continua a non funzionare.
RispondiEliminaCertamente la sanità pubblica italiana ha dei tempi spesso troppo lunghi, è una vergogna che non si riesce a correggere.
PER ARIANO: non è la soluzione ma è rabbia è disperazione.e queste onde enormi non le puoi fermare se ti avviluppano in un modo così forte. La soluzione non c'è fino a quando come ho risposto a Caterina, noi non impariamo mai la lezione ossia che solo una massa compatta almeno per la stragrande maggioranza può mettendosi di traverso avere delle chance di cambiare questo pericoloso senso unico senza via d'uscita se non un muro di cemento.
RispondiEliminaPurtroppo la malasanità esiste ed è molto diffusa. In questi mesi che mio genero si deve sottoporre alla chemioterapia, per sconfiggere un linfoma, posso essere testimone di una situazione diversa. All'Ist dell'ospedale di San Martino di Genova, i dottori, gli infermieri e tutte le persone che collaborano per il buon funzionamento del reparto, sono tutti professionali e pronti ad aiutare i pazienti in tutti i modi. Pensa che mercoledì all'accettazione si sono presentate una marea di gente, eppure tutto si è svolto perfettamente. Mia sorella è una strumentista di sala operatoria e ama il suo lavoro in modo viscerale. Chi lavora per la Sanità pubblica non può pensare solo a sbarcare il lunario ma deve svolgere quotidianamente la propria missione con passione. Purtroppo scandali come quello che hai descritto nella tua poesia sono presenti e non dovrebbero accadere... MAI! Ciao, buona giornata.
RispondiEliminaPER MARATONETA GIO': vero, non sei la prima persona che parla bene di San Martino e nella fattispecie di questo reparto nonché di altri come ad esempio ortopedia. Grazie per questa testimonianza, è così raro avere casi di buona sanità che quando ci sono credo sia giusto, quasi obbligatoriamente doveroso, dirlo per dare merito a queste persone che uniscono professionalità e gentilezza per aiutare ad alleviare la sofferenza dei pazienti, donando loro anche quel sorriso che poi è semplicemente, un straordinario momento di umanità del quale nessuno essere umano può farne a meno soprattutto in momenti difficili della sua vita, e la malattia è uno di quei momenti. Un plauso ed un saluto a tua sorella ed a tutti coloro che sono nella sanità pubblica una meravigliosa ed umana eccezione rispetto alla realtà più tristemente nota.
RispondiEliminaLe liste d'attesa sono veramente lunghe, in primis fuori i privati dalle strutture pubbliche, più fondi agli ospedali pubblici, basta con i tagli alla sanità.
RispondiEliminaPER CAVALIERE la tua cura per la sanità pubblica è perfetta, basterebbe che ci fosse la volontà di applicarla da parte di chi è al governo
RispondiElimina