venerdì 28 ottobre 2022

L'Angolo del Rockpoeta®: "Seggiolini"

Ancora una volta Grazie a Marco Cavallini alias Marcaval per l'ispirazione che una sua foto, che per  sua gentile concessione trovate pubblicata alla fine della mia lirica, ha nuovamente suscitato in me portandomi a scrivere questa poesia:  

SEGGIOLINI

Abbandonate
Realizzate anni prima con amore
Ed accurata improvvisazione
Abbiamo fatto divertire tanti bambini 
Ma anche qualcuno più grandicello...

Noi siamo sempre state qui
Proprio dove ci potete osservare adesso
Solo che l'erba era più curata
Pochi metri più in là c'era una villa
Ed una famiglia con due fratellini.

Poi i bambini crescono
I gusti cambiano
Le esigenze di famiglia mutano
E così hanno abbandonato tutto
Anche noi.

E quando hanno venduto 
Non eravamo nel lotto delle cose desiderate

Oggi le altalene sembra siano démodé
Anche se poi quando ne trovate una
La tentazione di salirci sopra l'avete ancora

Oggi le altalene sono sostituite
Da giochi elettronici
Che saranno più fighi di noi
Ma sottraggono al piacere dell'aria aperta
E cancellano la socializzazione.

Certo oggi esistono altri tipi di altalene
Ma non sono come noi
E non le puoi "cavalcare" 
Ma le subisci 
E sono altalene invisibili
Senza seggiolino
Senza possibilità di scendere quando vuoi
Senza poter nemmeno decidere di non salirci.

Sono le altalene dei mercati
Delle tensioni di guerra
Sono le impennate dei prezzi
Che però quando salgono 
Non rispettano le leggi di gravità come noi
E quindi non scendono tornando dove erano prima
Ma restano ancorate al nuovo picco raggiunto
Picco pronto a fare da nuova base
Per un nuovo drammatico rilancio.

Siamo due altalene
Non possiamo donare ricchezza
Nè fare miracoli di alcun genere
Ma se per caso ci incontrate da qualche parte
Fateci felici
Montate sui nostri seggiolini per pochi minuti
Per tornare a sorridere insieme 
Voi e noi
Come era una volta
Quando ancora si era umani.

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®


"ALTALENE"

Foto di Marco Cavallini

22 commenti:

  1. Ero un bambino, tre quattro anni, e il mio babbo mi dice "scende, andiamo a casa" e io che e io che esguisco l'ordine senza dubitare un attimo, salto dal seggiolino, mi giro e l'altalena colpisce fortemente la mia fronte...

    Pronto socorso,...
    Nonostante ciò, ricordo con una certa dolcezza le altalene.

    podi-.

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  2. Siamo in balia di decisioni altrui. Però ora con diecimila euro in tasca, posso comprarmi la mia agognata altalena da piazzare in giardino (che ancora non ho, il giardino dico, ma al prossimo aumento di contante lo compro..)

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  3. Quelle dei prezzi non sono altalene ma solo ascese continue. Mentre gli stipendi non vengono minimamente intaccati. Tranne qualche contentino qua e là per i fessi che s'illudono.
    Comunque che nostalgia le nostre altalene. Ricordo che se ci salivamo su non si voleva più scendere e non ti dico le file per farci un giro che durava ore...
    Ciao Daniele, buona giornata!

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  4. PER FRANCO 10.000 forse no, ma 5.000 sì visto che se si hanno poche ma sostenute spese il problema di un limite di utilizzo mensile per limiti bassi si può porre eccome

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  5. PER PIA grazie per aver condiviso con noi i tuoi ricordi molto dolci

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  6. Nel parco dell'Acquasola, che tu ben conosci, c'erano le altalene sulle quali ho trascorso tante ore felici. La cosa umana di esse, era che doveva spingerti qualcuno per iniziare il divertimento. Papà. mamma o un amichetto, con i quali si stabiliva una certa empatia. I tuoi versi carichi di nostalgia, mi fanno pensare a questo gioco, oggi sostituito dalla tecnologia e trasformato in modernariato. Ma la gioia trascorsa sulle altalene non mi abbandonerà mai!

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  7. Daniele, ho provato un grande stupore per la tua capacità di tradurre in versi l'emozione provata osservando l'immagine di un'altalena. La lirica contiene le tue commoventi riflessioni sul nostro vivere influenzato negativamente da una società indifferente che non sa commuoversi.

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  8. PER GIO' ah se conosco bene quella tua nostalgia e al contempo concordo con le tue considerazioni. Conosco bene anche il parco che tu citi.

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  9. PER GUS infatti è cosi hai fatto centro. La tua sensibilità è senza pari.

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  10. Bellissime le metafore che si susseguono in questa poesia. Hai trattato più temi in poche righe, enorme bravura la tua. Che possiamo dire, le altalene dei bambini mancano tanto, quelle che ci permettevano di volare con la fantasia se pur ancorati a terra, queste invece sconcertanti e vacue dei nostri giorni difficili, ci fanno piombare un un baratro.

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  11. PER CATERINA: La tua capacità di sintesi poetica dei miei versi mi piace tantissimo!!!

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  12. Una poesia dallo stile molto crepuscolare (riferito al movimento poetico ovviamente).

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  13. Bellissima, Daniele.
    Hai ragione: sono cambiate (in peggio) tutte le altalene, sia quelle su cui salivo io quando ero piccolo che quelle riconducibili alle inesorabili leggi dei mercati.

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  14. un'immagine e dei versi malinconici, di una malinconia che induce alla riflessione: le altalene ci rammentano quei giochi d'infanzia semplici ma genuini, che incrementavano la socialità, la condivisione, il divertimento sano..., cosa che invece - in una società e in un tempo ultratecnologici - stiamo perdendo; per non parlare di quelle pericolose "altalene" invisibili da te giustamente menzionate...

    < Per tornare a sorridere insieme
    (...) Quando ancora si era umani. >

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  15. Questa lirica conferma che la tua vena crepuscolare è forse ancora più tocccante delle tue denunce graffianti. I versi finali poi, quando le altalene 'personificate' ci invitano a "a sorridere insieme Voi e noi Come era una volta Quando ancora si era umani" inteneriscono, commuovono e ci spingono a non arrenderci al disumano... Grazie, Daniele.

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  16. PER MARIA: vero, sto aggiungendo alle mie liriche sociali più dure anche queste a loro modo sempre di denuncia ma più malinconiche o crepuscolari come le hai definite tu.

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  17. E' sempre sorprendente leggere cosa hai creato guardando una mia semplice fotografia. Grande!!

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  18. PER MARCAVAL: diciamo, "guardando una tua sublime fotografia".

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