IL DISTACCO
Il distacco è lento e strisciante
Come il verme solitario
Oppure è violento e sconsiderato
Come un taglio di machete sulla tua carne
O un bisturi che incide senza la precisione chirurgica
Che gli è proverbiale
E come Colombo
Unica nota lieta
Ho scoperto l'America
E con essa
Gli unici 777 statunitensi che mi piacciono
Ma null'altro illumina questa foschia estiva
Questa macaia asfissiante
Ed intanto in un preoccupante
E sonnacchioso torpore
Si sta iniziando a somministrare la terza dose
Ed abbassare i toni sul green pass:
Tattica per prendere la rincorsa
O sana considerazione di piantarla lì?
Spero vivamente che papà se la eviti
Che mia madre non se la faccia
Anche perchè lo ha detto tempo fa
Ha chiaramente spiegato
Lei elegante signora forbita
Dove se la possono infilare la terza dose...
E questo nostro affannoso, triste
Pesante e dispendioso
Percorso individuale
È una clessidra monca,
E non sai comprendere quasi mai quando
La sabbia avrà termine
A volte ti sembra infinita
Altre
Altre è semplicemente della sabbia su una clessidra
Non significa nulla.
Distacco al momento non definitivo
Decisione un po' razionalmente presa
Un po' forse subita.
O accettata con pallida rassegnazione...
Il distacco è un affronto osceno
Alla libertà di amare per sempre senza dolore
È un insulto volgare
Ed un'offesa insanabile
Al tempo che passa, muta
Emigra
Ma non invecchia nè si ammala mai.
E vorrei avere nel cuore
Due scarpette da ballo
E la leggerezza di un ballerino classico
O la suadente scioltezza
Di un ballerino di latino-americano
Sempre col sorriso sulle labbra
Anche se poi
Sia l'uno che l'altro sanno bene
Quanta fatica sta dietro a quel sorriso
Pià abbozzato nella danza classica
Più evidente e marcato in quella moderna
Il distacco
È un concetto che la nostra mente considera
Conosce
Ed a cui dovrebbe essere preparata
Solo che lo ignora
Ne rifugge
Il distacco temporaneo
È solo un triste e necessario assaggio
Di quello definitivo
È solo il primo passo
Verso una rabbiosa rassegnazione
Od una furiosa calma
Il distacco
È quel cordone ombelicale invisibile
Che lega assieme chi più ami
E ti lega a tutti loro quasi indissolubilmente
E quando un pezzo lo senti staccare
È un dolore lancinante a cui speri di sopravvivere
O forse, chissà,
Di non riuscirvi.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
Come sai, convivo col distacco da mio padre sin da quando avevo solo 24 anni.
RispondiEliminaÈ stata dura all'epoca, e lo è ancora oggi che ne sono passati dieci.
Non si è mai davvero pronti a perdere un genitore, sebbene i figli vivano sapendo che, presto o tardi, questo accadrà. Spero che il tuo nomento venga il più tardi possibile, sebbene io sia certa che ce la farai.
Ti abbraccio.
PER CLAUIDA: grazie lo spero anch'io
RispondiEliminaDaniele, un giorno tuo padre dovrà morire, ma non sarà per il vaccino. Nessuno potrà imporglielo.
RispondiEliminaPER GUS intanto sta così per la seconda dose e poi cmq questa volta spero che non la faccia ma sono preoccupato che ci possano essere forzature legislative,
RispondiEliminaBuongiorno carissimo Daniele.
RispondiEliminaHo letto questa come tutte le tue precedenti parole.
Purtroppo stiamo vivendo un periodo unico colmo di forti incertezze.
Non è facile se ci dobbiamo prendere cura anche dei nostri familiari altamente debilitati o sofferenti.
Posso dirti che sto vivendo un periodo simile al tuo.
È difficile se non sai come agire o cosa suggerire, in quanto a cure e ricoveri, ai tuoi cari.
Potresti sbagliare e sentirti in colpa, in una scelta sbagliata sempre suggerita, per tutta la vita.
Tu ne scrivi quasi come uno sfogo, come un voler metterci in guardia e sento che questo è tremendamente, maledettamente giusto.
Da parte mia posso dirti che non potremmo mai capire ciò che provi tu, e questo l'ho letto dai commenti di tutti che provano a donarti un conforto, come anche tu o chiunque altro non potrà capire ciò che provo io in ciò che accade nelle nostre vite con questo virus alle nostre porte.
Però leggo ciò che scrivi. È forte e vorrebbe risvegliare i dormienti di chi gestisce la nostra società e questo è qualcosa di meraviglioso che deve continuare.
Io mi ritrovo nei tuoi pensieri e nelle tue intime lotte e per questo ti ringrazio.
Non smettere mai. Ciao grandioso!
PER PIA: ti ringrazio per queste tue parole, la mia ansia è che da pochissimi giorni èper necessità purtroppo, in un'ottima struttura dove sembra essersi ambientato ma ho paura di dover fare anche il diavolo a 4 per non fargli fare la terza dose per esempio...
RispondiEliminaQuando si parla dei genitori si parla della propria vita, perché ognuno di noi esiste solo grazie ai propri genitori. Sappiamo che, purtroppo, il distacco prima o poi deve arrivare. Ti auguro che non sia ancora il momento, che ci sia ancora del tempo da vivere vicino a tuo padre e a tua madre, magari per vedere insieme la fine di questa situazione di emergenza mondiale.
RispondiEliminaIn effetti è un gran problema. Ho letto opinioni contrastanti in proposito.
RispondiEliminaDovranno agire con più attenzione valutando caso per caso. Per me è solo così che si potranno evitare possibili errori.
Speriamo agiscano in modo più ponderato. 🙄
PER ARIANO: grazie per le tue parole profonde e di speranza Voglio anch'io essere ottimista in fondo alcune cose sono tali da essere ottimisti, il suo appetito per esempio, lo stato fisico accettabile, ecc..... Speriamo allora che possa durare ancora molto visto che i presupposti ci potrebbero essere.
RispondiEliminaPER PIA: piuttosto lo faccio uscire dalla struttura
RispondiElimina"E vorrei avere nel cuore
RispondiEliminaDue scarpette da ballo
E la leggerezza di un ballerino classico
O la suadente scioltezza
Di un ballerino di latino-americano
Sempre col sorriso sulle labbra"
Questi sono versi meravigliosi. Complimenti Daniele per la vividezza con la quale trasmetti anche le sue giuste preoccupazioni.
Ho sempre vissuto ogni distacco con angoscia. Spesso non bastano anni per superarlo. Dicono che il tempo cura ogni cosa, ma le cicatrici restano e, quando le guardi, il dolore si fa sentire di nuovo.
RispondiEliminaPER LA DAMA BIANCA: ti ringrazio so che la tua natura e la tua sensibilità sono tali da poter avvertire l'importanza dia quei versi.
RispondiEliminaPER FABIO: il rimarginarsi della ferita è un qualcosa di totalemente soggettivo purtroppo non se ne può dare una valutazione, come si dce oggi, tecnico-scientifica.
RispondiEliminaHo vissuto il distacco di mio padre, dopo anni di malattia, con un sentimento di perdita immenso che si è un po' attenuato solo dopo tanto tempo. Capisco le tue attuali preoccupazioni in un momento decisamente troppo strano.
RispondiEliminaPER MARCAVAL: Infatti, anchei il covid è un problema.
RispondiEliminaPurtroppo il distacco fa parte della vita ed è una delle cose più difficili da accettare. La mente lo comprende ma il cuore no. Il distacco dai genitori è tra quelli più brutti. Il distacco non coincide solo con la morte fisica, ma anche con tanti tipi di morti spirituali, scenari familiari che non si ripropongono più. Mi dispiace Daniele, sono forti i tuoi versi, ti mando un grande abbraccio, ti sono vicina anche se solo virtualmente, ma Ti auguro sempre ogni bene e un augurio di miglioramento per il tuo papà.
RispondiEliminaPER FARFALLE LIBERE: miglioramento definitivo impossibile Alzheimer, che ancora tenga duro invece e non peggiori ancora lo spero.
RispondiEliminaIl distacco dai nostri genitori è tremendo e te lo posso confermare io che li ho persi entrambi. Non ci si abitua mai a questo distacco e l'idea di non essere mai più figlio è insopportabile. Il tempo cura, ma non cancella le cicatrici, purtroppo devi fartene una ragione. Prima o poi, se avrai il destino di invecchiare, dovrai passare al momento del distacco. Mia madre ha avuto per dieci anni l'Alzheimer ed è stato ancora più terribile averla accanto eppure sentirla tanto lontana. Non mi riconosceva, addirittura mi malediceva perché pensava che volessi portarle via il marito, che invece aveva bisogno di cure per difficoltà respiratorie. Mio padre si struggeva perché ci vedeva soffrire entrambe, ed a mia volta mi struggevo per lui perché non sapevo come consolarlo. Mio padre mi ha lasciata 11 anni fa, mia madre sette, ma in realtà mia madre mi aveva lasciata molto prima di mio padre e, perdendo lui, ho sentito di averli persi entrambi. Non c'erano i problemi per il vaccino a quei tempi, ma esistevano comunque scelte dolorose e momenti di pura disperazione. Mio padre mi rimproverò aspramente, pochi giorni prima di andarsene. Disse che dovevo farmene una ragione, che non avrei potuto farlo guarire e che la sua fine era un fatto inevitabile. Dovevo lasciarlo andare e continuare a vivere. Dovevo ancora essere felice e pensare alla mia vita, così come lui aveva vissuto la sua. E' il destino dell'uomo. Ti auguro di riuscire a far migliorare il tuo papà e di averlo accanto ancora per molto tempo. Un abbraccio.
RispondiEliminaPER KATHERINE: grazie per il tuo intervento e la tua testimonianza. Spero che papà duri ancora molto ma onestamente l'amarezza legata al perchè e a causa di cosa è peggiorato non placa la mia rabbia.
RispondiEliminaIl pensiero di separarci da chi amiamo ci fa soffrire, tanto più quando questo accade ne siamo stravolti.
RispondiEliminaTi auguro tanta forza, fisica e non solo, per prenderti cura dei tuoi come vorresti ❤
PER ANGELA: purtroppo da pochi giorni è in un'ottima struttura vicino a me perchè non era più possibile gestirlo in casa e questo mi uccide. Di forza magari ora non solo fisica ne ho bisogno tanta. Grazie
RispondiEliminaCome puoi ben immaginare mi ritrovo nelle parole di mia sorella.
RispondiEliminaDi quel distacco di cui parli, ho un vero terrore ed è una delle mie peggiori paure. Non lo accetto, non ne ho la forza al momento. E non so bene cosa accadrà quando si trasformerà in realtà.
Spero di riuscire ad andare avanti. E a te auguro di poter condividere ancora tanti giorni di tenerezza e amore assieme a tuo padre e a tua madre. E di affrontare il futuro con tutto il coraggio e la forza che ti occorrerà.
PER MARIELLA grazie sei un'amica ti abbraccio.
RispondiEliminaIL distacco è difficile ed è pur sempre doloroso di qualsiasi natura sia :-))
RispondiEliminaPER CARMNE: lo so, e temo prima o poi quello definitivo.
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