LA SCALA
Ecco arrivare Giovanni
Ecco arrivare Giovanni dentro una cassa modesta
Lo vanno a seppellire i suoi amici e la sua famiglia
Lo vanno a seppellire insieme al gradino
Al gradino di quella scala vecchia e fatiscente
Che ha ceduto
Mentre Giovanni stava salendo
In cima al fienile.
La gente è in silenzio
Non la si sente emettere alcun suono
Ma gli occhi secernono rabbia
Rabbia e disprezzo per il padrone
Che quella scala
Una misera scala da pochi spiccioli
Non ha mai pensato di cambiarla.
Quel mattino Giovanni salì su quella scala
Salì su quella scala infida
Cadde e morì
Ecco arrivare Giovanni
Dentro una cassa modesta
Lo stanno portando a seppellire
I suoi amici e la sua famiglia
E lo seppelliscono insieme a quel gradino
Quel maledetto gradino
Che ha ceduto
Quel mattino Giovanni salì su quella scala
Salì su quella maledetta scala
Cadde e morì.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
La storia di Giovanni viene definita come *Morti bianche*, qualcosa che succede tutti i giorni e sembra che tutto questo sia normale. Si lavora senza il minimo di sicurezza, in nero e per quattro soldi e nessuno controlla.
RispondiEliminaLeggo il Corsera e trovo:
San Giuliano Milanese, Sara e Hanan lasciate morire agonizzanti nel campo di mais: gli amici sono fuggiti.
(Andrea Galli)
Una ragazza uccisa investita dal mezzo agricolo, l’altra sarebbe stata soffocata dalle esalazioni dei pesticidi: oggi l’autopsia. Il contadino si difende: non le ho viste.
Secondo i dati dell’Inail, tra gennaio e aprile di quest’anno, le denunce di infortunio sono state 171.870 (-0,3% rispetto allo stesso periodo del 2020), 306 delle quali però con esito mortale (+9,3%).
A fine anno, secondo le statistiche, i morti raggiungeranno 1,200 unità.
Grazie Daniele per la denuncia poetica - ostinata, tenace, toccante - della tragedia di chi muore sul posto di lavoro perchè l'imperativo categorico è il guadagno e non la salvaguardia delle condizioni di sicurezza dei lavoratori.
RispondiEliminaAncora una volta torni ad occuparti delle morti bianche sul lavoro, e fai benissimo.
RispondiEliminaPurtroppo tanti Giovanni perdono la vita ogni giorno. :(
PER GUS come dico sempre,io di bianco e candido in queste morti non ci vedo nulla.
RispondiEliminaPER MARiA concordo con il tuo pensiero e ti ringrazio di cuore per le stupende parole sui miei versi.
RispondiEliminaPER CLAUDIA troppi...
RispondiEliminaTi ringrazio anche io per le tue denunce, come sottolinea Maria, tenaci, costanti, toccanti. Si ricomincia a morire peggio di prima, anche per fame di pil. E' davvero orribile che possa continuare ad accadere senza che davvero si muova nulla a riguardo. Nulla.
RispondiEliminaPER FRANCO hai ragione fa male vedere quanta indifferenza alberghi nei cuori della gente.
RispondiEliminaX Daniele.
RispondiEliminaL'uso dell'aggettivo "bianco" allude all'assenza di una mano direttamente responsabile dell'incidente.
PER GUS vero ma non sai quanti però lo intendono in quest'ottica e cmq sono morti sul lavoro senza colpevoli. Io il bianco associato al male lo vedo un accostamento furbo
RispondiEliminaMolto bella e toccante !! Una morte sul lavoro, per l'incuria di chi doveva garantire una sicurezza che, in realtà, non c'era proprio. E quanti "Giovanni" ci sono stati, ci sono e ci saranno, prima che cambi qualche cosa ? Troppe persone hanno perso la vita sul lavoro, non è possibileche non ci sia sicurezza e che il posto di lavoro si trasformi in una trappola mortale. Saluti. Buona settimana.
RispondiEliminaPER MIRTILLO non posso che darti ragione
RispondiEliminaCerti settori come quello agricolo sono tra i più a rischio, anche perché è un settore ridotto allo stremo dai prezzi stracciati imposti dai grossisti. A volte a lasciarci la pelle sono gli stessi "imprenditori" agricoli più piccoli che lavorano con mezzi ormai in pessime condizioni.
RispondiEliminaPER ARIANO: Hao ragione, il regime è solio usare mezzucci come questo.
RispondiEliminaGrazie Daniele che affronti queste tematiche importanti. Le numerose morti bianche spezzano il cuore. Quanta ingiustizia in questo paese. Ogni volta non si risolve mai niente.
RispondiEliminaPER FARFALLE LIBERE: grazie per le tue parole
RispondiEliminaParli della morte di Giovanni Biondo, lo scorso gennaio? Cadde da una scala da otto metri di altezza mentre potava un albero,
RispondiEliminaCiò mi porta in mente quando sono stato a Viareggio, lì c'è una statua in memoria de Matteo Valenti, un giovane operaio morto per forti ustioni ai pochi giorni di iniziare a lavorare in una fabbrica. Ma la giornata prima, a Carrara, c'ebbe un altro incidente che uccise un altro giovane operaio, schiacciato da un blocco di marmo. Aveva un contratto di 6 giorni...
podi-.
PER CARLOS: anche lui, di fatto parlo di tutti coloro che sono morti ingiustamente, e che sono morti che erano evitabili. È bastato un gradino, un pezzo di ingranaggio vedibile ad occhio nudo e facilmente sostituibile con un pizzico dibuona volontà.
RispondiEliminaLa poesia è straziante. Come ognuna di quelle che dedichi a chi perde la vita mentre svolge il suo lavoro. In Italia la situazione diventa ogni giorno più preoccupante ed è così semplice voltare pagina il giorno dopo, fino alla prossima morte. Bravo tu che tieni sempre alta l'attenzione.
RispondiEliminaNon bisogna mai tacere davanti a queste morti.
RispondiEliminaSereno giorno.
PER MARIELLA: grazie per le tue parole, hai ragione io non riesco ad accettare questa indignazione - spot conclusasi la quale subentra l'indifferenza più totale.
RispondiEliminaPER CAVALIERE: giusto, mai tacere ma anzi levare alta tutti insieme la nostra voce!!!
RispondiEliminaGiovanni, Francesco, Giulia, le morti sul lavoro sono una terribile piaga che il Governo e la politica finge di non vedere tanto i morti non votano.
RispondiEliminaScriveva il grande Faber De Andre:lo Stato si indigna si sdegna poi lancia la spugna....
Ciao fulvio
PER FULVIO lo sai che adesso mi pare che lo Stato non faccia più neanche lo sforzo di indignarsi ed ancor meno di sdegnarsi.
RispondiEliminale tue parole mi hanno portato su quella scala, insieme a giovanni. Che sofferenza queste morti ingiustamente ignorate, di persone che accettano di lavorare anche correndo rischi perché magari, in quel momento, quel lavoro è l'unica àncora cui aggrapparsi per sopravvivere, per portare il pane a casa. E fa rabbia pensare che c'è chi marcia sui bisogni della povera gente, che si trova a morire per il lavoro, che è chiamato diritto inalienabile ma che ancora troppo poco e tanto male viene garantito e tutelato...
RispondiEliminaPER ANGELA hai sempre parole importanti e profonde quando commenti i miei versi, grazie. Peccato che recensisci libri e non blog.... 😁
RispondiEliminaUna morte naturale è sempre dolorosa per qualcuno, una morte sul lavoro è una tragedia che dovrebbe coinvolgere e far indignare tutto il paese. Buona serata.
RispondiEliminaPER VIVI concordo in pieno
RispondiEliminaIn un paese civile, per lo meno ritenuto civile, morire di lavoro è osceno.
RispondiEliminaE ancor più osceni sono quei "grandi" imprenditori che sanno solo pensare alle loro tasche e se ne fregano della sicurezza più elementare
Viva i grandi (im)prenditori italiani!
Come vedi ho messo im tra parentesi perchè sono solo capaci a prendere sovvenzioni e basta
PER PATRICIA: concordo con ogni tua parola!
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