Ispirata anch'essa da Marcaval alias Marco Cavallini, la foto è postata sotto la poesia. Grazie Marco per avermi concesso di postarla e per l'ispirazione che mi hai suscitato.
IL CANGURO
È un canguro
Ma non salta
È come un canguro
Ma ti avvicini e noti profonde differenze
È una copia del canguro vero
È stato costruito
È meccanico
Ma nonostante ciò
Non salta.
Espressione vitrea ed immobile
Non può emulare
L'espressività della vita
Nello sguardo di un canguro in carne ed ossa.
È un canguro
Ma non può riprodursi
Per farlo dipende dall'uomo
Che realizzi in serie
Volendolo
Altri esemplari analoghi
Anzi perfettamente identici
Al prototipo originale.
È un canguro
Ma non "parla"
Non emette alcun suono
È un canguro
Ma non salta
E non muove alcun muscolo
Ed anche se potesse farlo
Sarebbe un movimento innaturale
Meccanico appunto.
È un canguro
Ma non piange
Al contrario dell'originale
Minacciato dal fuoco che divampa
E che aggredisce il suo habitat
È un canguro
Ma non vive
È nato per mano dell'uomo
Ed è come un esemplare morto
Inespressivo
È un canguro
Un canguro meccanico
Prototipo inquietante di un prossimo futuro.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
Qualche robot meno meccanico e più realistico già esiste in effetti. Questo mi spaventa non poco.
RispondiEliminaComunque è bellissima la tua poesia oltre che leggermente inquietante.
Bella la foto del canguro, mi sapresti dire chi è l'artista? Ma forse bisogna chiedere a Marco. 😉
Un forte abbraccio, ciao.
PER PIA: il fotografo è lui, chi invece abbia realizzato l'opera non lo so, forse Marco lo sa.
RispondiEliminaHai colto nel segno, ci sono già robot anche umani e molto meno meccanici che iniziano a far capolino in questa società. Niente contro le macchine, trovo inquietante che abbiano fattezze, modo di parlare e movimenti che replicano in tutto e per tutto l'essere umano.
Anch'io trovo inquietante che i robot abbiano fattezze umane e/o animali.
RispondiEliminaSono a favore del progresso nel momento in cui questi dispositivi servono, ad esempio, per aiutare persone invalide e comunque con deficit del movimento, ma diversamente li trovo un'inutile e pericolosa esagerazione.
Il mondo finirà per essere popolato prevalentemente da macchine.
O forse è già così, perché ciascuno di noi lo è.
Di buono c'è che i canguri non si ammalano.
RispondiEliminaDel resto l'uomo ha distrutto dio in nome della tecnologia e quindi che diventi un robot senza cuore.
PER CLAUDIA: la penso come te, ben venga l'uso di macchine per aiutare le persone ma questi inquietanti fac-simile di esseri viventi mi fanno venire i brividi. Noi più che macchine siamo oggetti spenti ed obsoleti, rassegnati e molto più spesso arroganti ed ignoranti. Insomma il perfetto prototipo della razza pronta all'estinzione.
RispondiEliminaPER GUS: diciamo che abbiamo distrutto la nostra umanità, permetti questa variazione sul tema.
RispondiEliminaDaniele, ho scritto dio in minuscolo perché noi viviamo nel Mistero.
RispondiEliminaPER GUS: pensa te, io lo scrivo cmq sempre maiuscolo ed ho pensato che fosse un errore di battitura, cmq resta di fondo il fatto che l'uomo si è perso da tempo e forse non ha più tempo per raddrizzare la situazione e tornare in carreggiata.
RispondiEliminaLe distruzione della natura e la perdita di ecosistemi e razze animali di sicuro non può essere "compensata" in nessun modo. Neppure un'altra Cappella Sistina potrebbe compensare la scomparsa di una razza animale.
RispondiEliminaPER ARIANO: concordo in pieno!
RispondiEliminaPER VALERIA: non lo so è un 'opera d'arte moderna una installazione, bisognerebbe conoscere l'artista per sapere il messaggio che voleva dare.
RispondiEliminaBeh, direi che finché si tratta di una scultura si può anche ammirare, e bravo l'autore che ha fatto questa creazione. Ma se in futuro faranno cose del genere a livello meccanico o elettronico e li vedremo in giro ci sarà da stare in guardia...
RispondiEliminaUn salutone e bel post
O probabilmente del futuro che non è stato... forse ugualmente inquietante, chissà^^
RispondiEliminaMoz-
PER ACCADEBIS vero tra l'altro l'autore ci sta facendo riflettere su un tema molto serio
RispondiEliminaPER MOZ mplto interessante la tua chiave di lettura
RispondiEliminaSe continuiamo di questo passo, molto specie si estingueranno nei prossimi vent'anni.
RispondiEliminaSaluti a presto.
Mi vengono i brividi...
RispondiEliminaPER CAVALIERE: concordo
RispondiEliminaPER NICK anche a me
RispondiEliminaE' sempre un onore essere accostato a belle poesie. Per la cronaca, l'ho fotografato ma non ha fatto un effetto positivo nemmeno su di me.
RispondiEliminaPER MARCAVAL vero è inquietante.
RispondiEliminaVersi suggestivi che mettono in guardia sulla fredda - e forse sinistra - meccanizzazione e robotizzazione dell'universo... Grazie.
RispondiEliminaÈ un'opera d'arte. Spesso l'arte contemporanea lascia addosso un senso d'inquietudine.
RispondiEliminaProbabilmente non vivremo neanche l'epopea dei terminator.. ci estingueremo prima mentre le nostre creature meccaniche arrugginiranno negli hangar..
RispondiEliminaPessimista? Si.
PER MARIA grazie di cuore
RispondiEliminaPER MARIELLA vero condivido il tuo pensiero
RispondiEliminaPER FRANCO pessimismo condiviso purtroppo come ben sai.
RispondiEliminaCiao DAni, ti dirò che foto e poesia sono stupende come sempre ma la scultura o l'automa mi inquieta. Non mi piace assolutamente dal lato estetico ma mi inquieta da quello umano.
RispondiEliminaNon saranno mica prove per ridurre noi, i noi del domani, in automi?
PATRICIA: credo che potremmo ipotizzare che l'artista abbia voluto proprio farci riflettere su questo rischio.
RispondiEliminaSembra un opera ispirata all’artista svedese Stalenhag dove
RispondiEliminascenari fantascientifici convivono con ambientazioni rurali e urbane dei giorni nostri o come dice Moz hanno convissuto pure nel nostro passato.
Il canguro , l’uomo il risultato non cambia...potremo addirittura essere sostituiti da macchine..già in certi ambienti di lavoro la cosa è reale.
Speriamo che l’uomo non perda mai la sua identità.
La sua umanità.
Complimenti per la poesia.
PER MAX grande disamina che condivido. L'uomo non deve perdere la sua identità e soprattutto non deve cambiarla diventando lui stesso macchina nell'animo
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