ERESIA MULTICOLOR
Eresia multicolor
Paradossale senso di rinascita
Davanti alle porte dell'inferno
Procedo a passo d'uomo
Su un cavalcavia spezzato
Non comprendendo che non ho le ali per attraversarlo
Dimenticando volutamente che l'impero dell'uomo è crollato
Procedo
Tra calcinacci ricoperti di sangue
E colori sgargianti di un cielo sorridente
Perchè nessuno ci rimpiange.
Il Covid ci aveva inaspriti
Prosciugati
Ulteriormente inariditi;
Guerra civile tra nuove dittature post - pandemiche
E noi poveracci che tenevamo tra le mani
Come arma
Solo la nostra disperazione e la fame.
Ma anche la disperazione può fare male
La guerra fratricida ha determinato
L'unico risultato al quale i più deboli
Potevano ambire
E che potevano apirare ad ottenere: il nulla di fatto
L'esito riportato è stato in sostanza
Un reciproco cancellarsi
E prima di spegnermi anch'io
In un sonno eterno immeritato
Ho visto la patina grigia
Quella cappa scura sopra le nostre teste
Svanire
Ed ho capito in quel preciso istante
Che non eravamo noi ad inquinare la terra
Ma eravamo proprio noi stessi inquinamento
Eravamo noi,
Così marci dentro,
La fonte della malattia che affliggeva il pianeta
Eravamo noi
A soffocare quella sua magica eresia multicolor
La zoonosi, ovvero il salto di specie dagli animali all’uomo che si manifesta in situazioni di stretta prossimità con gli animali e scarse condizioni igienico-sanitarie. La domesticazione di piante e animali si sviluppò quando, dopo l’ultima glaciazione (12-10.000 anni fa), l’uomo passò da piccoli gruppi di cacciatori-raccoglitori ad agricoltori stanziali. Questo cambiamento di abitudini favorì il passaggio di virus e batteri all’uomo, il cui sistema immunitario si trovò ad affrontare questi parassiti patogeni per la prima volta, a differenza degli animali che da millenni avevano imparato a convivervi grazie a un lento meccanismo di coevoluzione e selezione che ne aveva mitigato la virulenza e patogenicità.
RispondiEliminaLe industria hanno pensato ad alterare la composizione dell'atmosfera causando l'effetto serra.
Quello che scrivi è scientificamente provato.
PER GUS: il fatto che sia scientificamente provato è ancora più devastante perché lascia davvero poco spazio alla speranza di riuscire ad invertire la tendenza più che evidente della nostra prossima estinzione come genere umano.
RispondiEliminaPer invertire la tendenza tutta l'umanità dovrà prendere atto che l'uomo sta sbagliando.
RispondiEliminaCi vorrà molto tempo, ma la scienza riuscirà a imporre un cambiamento di vita e l'uomo, pena la scomparsa, dovrà adattarsi a un nuovo modo di vivere. La ricchezza dovrà essere distribuita equamente in tutto in tutti i luoghi di questo mondo.
PER GUS: la strada che indichi è quella giusta, il mio profondo timore è che per comprenderlo, l'umanità intera necessiti di un tempo troppo lungo rispetto a quello che le rimane concretamente per evitare di scomparire.
RispondiElimina"Ed ho capito in quel preciso istante
RispondiEliminaChe non eravamo noi ad inquinare la terra
Ma eravamo proprio noi stessi inquinamento".
La tua poesia poteva anche iniziare e concludersi con questi tre versi che dicono semplicemente tutto. :(
PER CLAUDIA: temo la sia la triste verità purtroppo.
RispondiEliminaGià decine di anni fa', mio marito soleva dire " l'uomo è il cancro della terra".
RispondiEliminaCri
PER CRISTIANA: temo avesse ragione.
RispondiEliminaL'uomo è l'unico essere vivente del pianeta capace di modificare l'ambiente su larga scala. Almeno lo facesse in modo utile...
RispondiEliminaPER ARIANO invece lo ha fatto in modo prepotente e senza ritegno
RispondiEliminaE se magari non fosse un male?
RispondiEliminaChi è marcio dentro, arrabbiato e cattivo, specie con se stesso, esce allo scoperto e muore.
Resterà solo la gente solare e pulita :)
Moz-
PER MOZ bisogna vedere se il pianeta nel ribellarsi fa il tuo distinguo oppure fa di tutte le erbe un fascio
RispondiEliminaUna poesia che fa riflettere molto come una vignetta che ho visto ieri: tanti alberi con lo striscione "Forza Covid", una provocazione ma molto esplicita!
RispondiEliminaPER MARCAVAL: esplicita e forte.
RispondiEliminaLa tua poesia è una crudele constatazione.
RispondiEliminaPER,MARIELLA temo di ai
RispondiEliminaQuattro anni dal terremoto di Norcia. Stanno ancora nei prefabbricati.
RispondiEliminaEresia monocolor.
PER FRANCO: perfetto., non avrei potuto esprimere meglio questo tuo pensiero.
RispondiEliminaAccipicchia se non è vero, Daniele: il marcio è nell'uomo (con il suo sentirsi un dio, padrone di tutto..., ma un padrone senza coscienza e sensibilità), siamo noi la rovina di noi stessi e dell'ambiente...!
RispondiEliminail covid - per citare qualcosa che stiamo ancora affrontando - ha solo rivelato in modo palese ciò che siamo, con le nostre incapacità, fragilità...
PER ANGELA infatti siamo non la vera rovina del pianeta
RispondiEliminaVersi che fanno tanto riflettere, che ho avuto l'onore di ospitarli anche nel mio blog.
RispondiEliminaSaluti a presto.
PER CAVALIERE io ho avuto l'onore di essere ospitato sul tuo blog. Grazie
RispondiEliminaAtroce realtà!
RispondiEliminaPER PATRICIA: Vero
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