IL NUOVO TITANIC
Il futuro a ritroso
È il nuovo volto di questo futuro
Come i gamberi arretra
Ed il passato torna di moda
Il passato ritorna ad essere futuro
Ed il presente diventa il momento preparatorio
Di questo vecchio cambiamento.
Noi siamo i nuovi poveri
Prima mediamente benestanti
Poi sempre più vessati
Ed infine atterrati sulla soglia di povertà
Ed ora dopo quest'ondata pandemica
Auspicheremmo volentieri
Di espatriare
Come i nostri antenati
E come loro emigrare
Verso nuovi lidi
E nuove fortune
Anche dovessimo viaggiare pure noi
In terza classe.
Ma la nostra terza classe è qui
Senza mai avanzare
Un viaggio in forma statica
Su un piedistallo di pannolenci
Che incolla i nostri piedi
Condannandoli ad un futuro immutabile
Oggi la pandemia non lascia scampo
Non fornisce possibilità di cambiamento
Non permette di raggiungere luoghi di speranza
Nazioni dove alimentare sogni di gloria
O semplicemente una vita meno disperata ed umiliante
Di quella vissuta qui.
Brande per la strada
Auto come abitazione
Questa è la nostra terza classe
Anzi quarta
Oppure ci sono i più fortunati
Quelli che hanno ancora un tetto sulla testa
Ma anche loro
Come noi
Cenano presso la Caritas "a menù fisso".
E dopo aver cenato
molti di noi si guardano negli occhi
Occhi lucidi e malinconici
E parlano delle loro speranze
Aprono il loro cuore ai loro vicini di tavolo
Raccontando i loro sogni.
E tutti noi sogniamo di andare via
Sogniamo il Titanic
Sì perfino quella nave di morte
Ed accetteremmo pure la terza classe
Perchè almeno loro sono deceduti portandosi dietro un sogno
Un sogno infranto
Ma, almeno, loro per un soffio di tempo hanno potuto sperare
Illudersi di poter avere un altro futuro.
Ma il nostroTitanic è ancorato in porto
E non partirà mai
Il nostro nuovo Titanic è adesso
È qui
È questo viaggio quotidiano
Abitazione - Caritas
Caritas - abitazione
Un viaggio senza speranza fin dall'inizio
E con un solo punto in comune con quel transatlantico:
Anche in questo viaggio
Si salpa sapendo che molti di noi
Sono destinati a morire
Sì, a morire
Senza aver potuto portare con sè
Nemmeno per un attimo, l'illusione di un sogno.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
I tuoi versi rivelano uno stato d'animo dove mi riconosco.
RispondiEliminaLa pandemia come futuro ci offre cinicamente il triste passato.
PER GUS: è un'ipotesi plausibile e purtroppo anche molto triste ed amara.
RispondiEliminaNon si prospetta un bel futuro, bisogna tornare a lottare.
RispondiEliminaSereno giorno.
Nemmeno la pandemia è riuscita a farmi venire il desiderio di lasciare la mia Italia, in particolare la Puglia.
RispondiEliminaCome dico sempre, il vero coraggio è restare e reinventarsi, sebbene sia difficilissimo, ma il mio dizionario non contempla la resa.
PER CAVALIERE: concordo.
RispondiEliminaPER CLAUDIA: non è una questione di resa ma di presa d'atto del fatto che qui non esiste futuro. Purtroppo questa pandemia ha reso per il momento difficile anche l'emigrazione verso altri lidi.
RispondiEliminaBellissimo il paralellismo con il Titanic.
RispondiEliminaSì perfino quella nave di morte
Ed accetteremmo pure la terza classe
Perchè almeno loro sono deceduti portandosi dietro un sogno
Un sogno infranto
Questi versi sono bellissimi..è vero, abbiamo perso la forza di sognare..lo dice uno che ha sempre tenuto i piedi per terra e guardato un po' con compassione chi sognava...ma la mia era invidia :)
PER RIKY: l'abbiamo persa perché sono riusciti a togliercela, ma noi dobbiamo essere forti e sapercela riprendere. Grazie per le tue bellissime parole sui miei versi.
RispondiEliminaPER VALERIA: è una scelta difficile, sofferta, da valutare e ci vuole coraggio per realizzarla, ma puoi vederti costretto a porla in essere. Auguro a questa tua coppia di amici tutto il bene possibile.
RispondiEliminaDesiderare il Titanic è un po’ come desiderare il suicidio?
RispondiEliminaNon mi ritrovo in questi tuoi versi...sarà perché da me la ripresa c’è stata e la vedo in maniera tangibile...pure con tutte le incoscienze che ha portato.
Io non ho perso la speranza ne per me ne per gli altri.
Poi vorrei chiedere a Gus di che ha paura..sinceramente non riesco a capire il suo stato d’animo.
Se ha paura per lui o per quello che lo circonda?
Ciao
PER MAX: il concetto è che vorrebbero andare via visto che di fatto quella non è vita e sono così disperati dall'agognare perfino il Titanic perchè morire avendo avuto un sogno è meglio che morire ugualmente per fame e povertà senza neanche aver nutrito un sogno piccolino. Il commento di Gus fa riferimento alla paura di una crisi drammatica ed una situazione di povertà assoluta. Da te hai avuto la ripresa ma da altre parti non è per niente così e posso dirti di conoscere molte persone che la Cassa Integrazione la stanno ancora aspettando adesso da marzo.
RispondiEliminaMax, paura che il passato possa diventare futuro significa morte del desiderio e quindi dell'uomo.
RispondiEliminaQuando si perde la speranza si perde tutto. Quando si passa dallo star bene allo star meno bene (o direttamente male) è ancora più traumatico.
RispondiEliminaPER ARIANO: sei stato perfetto.
RispondiEliminaTutto il mondo è paese, non credo in un luogo dove si possa andare a cercare fortuna.
RispondiEliminaBisogna cercare di far funzionare questo, di mondo.
PER LA DAMA BIANCA a volte non dipende da te farlo funzionare
RispondiEliminaLa tua lirica comunica molta tristezza. Ma, ahimè, non è tristezza gratuita o infondata...
RispondiElimina"Ma la nostra terza classe è qui
Senza mai avanzare
Un viaggio in forma statica
Su un piedistallo di pannolenci
Che incolla i nostri piedi
Condannandoli ad un futuro immutabile"
Trovo molto plastica quest'immagine ... E credo che sia una poesia perfetta per essere recitata.
Buona serata.
PER MARIA in effetti ho provato e recitata è molto intensa. Grazie per i tuoi commenti sempre profondi
RispondiEliminaOggi la povertà avanza inesorabile, ma sono fiducioso noi italiani siamo bravi e intraprendenti e avvieremo presto il secondo miracolo economico e il nostro Titanic sarà lo stivale.
RispondiEliminaCome sempre un'ottima poesia piena di crude realtà.
Ciao fulvio
Ma non possiamo andare da nessuna parte.
RispondiEliminaBisogna combattere, affinché il futuro non diventi deserto.
PER FULVIO io ho fiducia negli italiani ma non in chi ci governa e senza un esecutivo che dà una mano gli italiani da soli non possono farcela
RispondiEliminaPER MARIELLA il problema è che ora con la pandemia non sai nemmeno dove emigrare
RispondiEliminaSi sta peggio altrove, per ora. Noi ne usciremo fuori. Perché non ci ha ucciso nessuno - e non voglio mancare di rispetto ai tantissimi morti -
RispondiEliminaSai perché ne usciremo fuori? Perché non vedo ravvedimento, non scorgo pentimento, o prese di posizione.
Si ricomincia a galleggiare. Al mare tutti appiccicati, nei bus vicini vicini, non ci ha insegnato nulla questa pandemia.
Per questo ne usciremo fuori.
E quelli in Caritas sono gli stessi di prima.
Tutto sommato la vedo peggio ancora di te...
PER FRANCO purtroppo l'ISTAT mi pare abbia confermato che molte famiglie che prima cela facevano ora sono alla Caritas. Capisco il tuo ragionamento ma credo che se recupereremo il modo di vivere precedente alla pandemia, purtroppo anche le pessime abitudini questononsaràabbastanzaper ripartire con le attività economiche senza un aiuto concreto
RispondiElimina,