Poesia scritta nel 2005 per ricordare il barbaro assassinio di Marco Biagi ma questi versi possono e devono potersi dedicare a tutte le vittime di vili attentati: una di queste è stata uccisa dalla mafia il 30 agosto 1982: Vincenzo Spinelli.
ULTIMI SEI RINTOCCHI
Amaro rientro a casa
Sei colpi lo attendono
Sulla soglia del portone.
Gli ultimi sei rintocchi prima del buio.
Un ultimo istante
Per chiedere pietà
E per volgere un pensiero
Fulmineo
- come una visione –
ma intenso ed eterno
alla sua famiglia.
Per avere Paura
Non c’è più tempo
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
In quei momenti credo non si faccia in tempo ad avere paura. Guardi la morte in faccia e tristemente puoi solo farti accompagnare.
RispondiEliminaChe brutto modo di andarsene...
PER LA DAMA BIANCA: brutto ed ingiusto
RispondiEliminaInfatti mi sono sempre chiesto (e spero di non doverlo scoprire) cosa si prova in quell'ultimissimo attimo fulmineo. A chi vanno i tuoi pensieri.
RispondiEliminaMoz-
PEE MOZ: infatti, e devono essere istanti terribili e disperati.
RispondiEliminaProprio oggi ricorre l'uccisione del generale Dalla Chiesa.
RispondiEliminaA lui e a tutti giunga il tuo omaggio con questi versi densi di significato.
PER CLAUDIA: un'altra vittima di una mafia ancora radicata anche nella società civile e nello Stato.
RispondiEliminaSTRAORDINARIA.
RispondiEliminaHai colto l'attimo fuggente di Goethe, per meglio dire del Doktor Faust.
L'attimo che precede la fine della via e lo sguardo disperato a ciò che di più bello la vita ti ha dato: l'amore della tua famiglia.
Un ultimo pensiero, nemmeno il tempo per un lampo d'amore e poi tutto si spegne e sul nudo palcoscenico al centro del riflettore del proscenio rimani tu, immobile e muto, coi tuoi tormenti dentro il cuore ed il tuo ultimo dolore conficcato e pietrifiato dentro di te.
Un'immagine grandiosa.
PER VINCENZO: le tue parole sono luce per me. Ancora una volta cogli il respiro e l'essenza dei miei versi in modo sublime e sai emozionarmi profondamente con il tuo commento.
RispondiEliminadavvero intensa..
RispondiElimina'rintocchi'e'non c'è più tempo per avere paura'rendono brillantemente il confronto-scontro
con la morte..venuta a bussare per mano inappropriata..
e rimane nel silenzio..lo sgomento.
PER SE FOSSI FUOCO ARDEREI IL MONDO: grazie, anche il tuo commento è intenso.
RispondiEliminaLa poesia è stupenda! E le vittime ne saranno colpite come noi lettori.
RispondiEliminaHai bloccato con le parole un momento tragico e umano reso disumano da vili assassini. Scolpite come su marmo.
Cosa si può provare in quel momento? Non so... dicono che in un istante tutta la vita corra davanti agli occhi. O forse c'è quell'istante di stupore, di estraniamento che non ti prermette di capre subito cosa sta succedendo.
Versi molto intensi.
RispondiEliminaSereno pomeriggio.
PER PATRICIA: Patty grazie, la tua risposta è altrettanto toccante per me. Quelli sono momenti già drammatici di per sé, immaginiamo poi se scatenati da una minaccia e quindi da un atto di violenza.
RispondiEliminaPER CAVALIERE: grazie Vincenzo.
RispondiEliminaL'italia, caro Daniele, è un paese con più cimiteri che ragione ... Biagi, come molti ... troppi prima di lui, sono solo il risultato della stupidità umana e di quanto l'uomo, sia solo un serpente che nell'ombra scruta e miete vittime. L'80% ... sono serpenti a sonaglie, i restanti sono cavie.
RispondiEliminaPER STELLA: purtroppo l'uomo è in maggioranza cattivo ed ignorante.
RispondiEliminaRicordo Dino Buzzatti, nel desserto dei tartari, il protagonista malato, in letto, il mondo circostante va diventando più stretto, la realtà più lontana smette di esistere, i suoni sono lontani, i sensi si circoscrivono unicamente a quello vicino e ogni volta il mondo è più ridotto...
RispondiEliminapodi-.
PER PODI profondo riferimento complimenti. Nel caso invece di morte violenta tutto è drammaticamente più velocizzato
RispondiEliminala solitudine dei condannati a morte è sempre la stessa
RispondiEliminae non potremo mai immaginarla nella sua crudezza
ma possiamo ricordare una per una tutte le vittime dell'odio
PER SABINA: giusto, poi nel caso di vittime di attentati la cosa è ancora più terrificante perché non te l'aspetti neanche.
RispondiEliminaIo vado controcorrente. Cosa passerà nella mente di chi uccide in quegli attimi, più ancora di chi muore.
RispondiEliminaPER FRANCO: ti rispondo subito:: nulla o sadico entusiasmo. La poesia che hai letto nacque osservando un servizio in tv dove si riascoltava la drammatica e feroce morte di Biagi in Tribunale. Durante quelle parole lo sguardo degli assassini era freddo, impassibile, severo. Nessun sentimento di dispiacere o pentimento li ha sfiorati. in quegli attimi a questa gente non passa nulla se non forse l'adrenalina che facilita loro nell'essere rapidi, spietati ed efficaci. Nulla più.
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