Parliamo di cinema, non per recensire un film ma per un fatto davvero folle che è successo in India.
Si tratta di "Padmavati" film tratto da un poema epico del XVI secolo. La storia narra di una regina indù (Rani Padmini, nota anche come Padmavati) che non volendo finire sconfitta nelle mani del sultano di Dehli, a seguito di un assedio del suo regno, decise nel 1303 di suicidarsi dandosi fuoco insieme a tutte le altre donne.
Già durante le riprese il film aveva subito dei rallentamenti a seguito di ripetuti atti di vandalismo sul set e già allora, come oggi, il regista del film Sanjay Leela Bhansali e l'attrice protagonista Deepika Padukone erano stati minacciati di morte.
Ieri la svolta: un sedicente gruppo che si fa chiamare "La Casta di Cavalieri" ha offerto 10.000 rupie a chi brucerà viva l'attrice ovviamente previo video che dimostri l'esecuzione (prova necessaria per poter avere la "ricompensa").
La cosa, se possibile, ancora più assurda è che questo film che doveva e dovrebbe uscire nelle sale indiane il primo dicembre è stato per ora sospeso e di fatto pertanto stoppata la sua distribuzione nei cinema indiani per quella data da parte dell'organo di censura preventiva indiano. Quindi invece che difendere questo film ed i suoi protagonisti (attrice e regista su tutti) di fatto la si è data vinta a chi ha visto probabilmente in quel film un eccesso di femminismo ed indipendenza della donna in un Paese dove le donne non hanno per niente vita facile, per usare un forte eufemismo.
Mi ha molto colpito questa notizia visto come l'India a livello cinematografico sia sorta "all'onore" delle cronache per certi suoi film ovviamente più leggeri, i cosiddetti film di Bollywood, ma anche per certi film d'autore. Ciononostante, e nonostante anche la situazione sociale in India, non avrei mai pensato che potesse accadere una reazione così feroce per un film come questo. Ora è chiaro che questa pellicola a prescindere dall'effettivo valore artistico, acquista un significato molto più importante e la sua distribuzione nelle sale indiane diventa una questione di principio e di libertà sia d'espressione che di denuncia di un maschilismo retrogrado che pervade un'India tutt'altro che magica e moderna.
Storie terribili di violenza alle donne hanno svelato un'immagine dell'India ben lontana da quella che immaginavano molti di noi. A parte che tutto il mondo forse è in preda a un declino morale.
RispondiEliminaPER SARA: è vero. E concordo con te, il mondo è davvero preda di "declino morale" di un crollo dell'etica e del rispetto delle persone.
RispondiEliminaAssurdo.
RispondiEliminaMi dispiace solo che non si tuteli in alcun modo quest'opera, lasciata in balia di questi tizi.
Ma quanto sarebbe bello un bel film d'azione dove questi Cavalieri vengono trucidati... davvero? XD
Moz-
PER MOZ: basterebbe rinchiuderli in una sala cinematografica costringendoli a vedere per 10 volte consecutive quel film, applaudendo a scena aperta al termine di ciascuna delle proiezioni previste; anche questa punizione non sarebbe male :-)))
RispondiEliminaAlla stupidità umana non c'è mai un limite.
RispondiEliminaSerena giornata.
PER CAVALIERE; questa è più che stupidità, è ignoranza legata a voglia di prevaricazione.
RispondiEliminaSo che in India la sotuazione di sottomissione coatta delle donne sia a livello musulmano dell'Arabia Saudita. Il governo indiano, maschilista in modo indecente, non vede di buon occhio, anzi non vede per niente, un tentativo di liberazione femminile da un giogo. Anzi che non abbiano aggiunto altre 10.000 rupie di premio mi stupisce e non poco.
RispondiEliminaFinché ci sarà una religione gretta come l'Islam e tradizioni medioevali come in India non ci sarà MAI emancipazione femminile nel mondo, e noi occidentali che la propugnamo saremmo gli infedeli, i paranoici.
Purtroppo ci sono sopra questo pianeta tre miliardi di gente di troppo.
PER VINCENZO: purtroppo è vero ci sono aree dove la donna è di fatto un oggetto a tutti gli effetti e questo è terrificante. In India da qualche anno ci sono gruppi di donne che ingaggiano lotte per maggiori diritti e rispetto, e qualche caso di giustizia esemplare si è visto ma sono casi rari purtroppo. Peraltro è vero che da noi le cose sono migliori ma anche nel nostro mondo la donna non è ancora uguale all'uomo anche se è certo che la condizione femminile qui è nettamente migliore rispetto a quei luoghi.
RispondiEliminaChe contraddizioni ha quel paese: scuole e aziende di alta tecnologia e tradizioni medievali ancora presenti..
RispondiEliminaAvevo letto qualcosa a riguardo e ti ringrazio per i dettagli.
RispondiEliminaConcordo con Sara, ritengo che stiamo vivendo un periodo di oscurantismo totale per quel che riguarda la condizione delle donne.
E questo, a partire dai paesi islamici, si sta propagando come un vento malefico ovunque nel mondo.
PER FPERALE; in primis benvenuto in questa agorà! Hai ragione, è un Paese pieno di contraddizioni e sono proprio quelle su cui tu hai giustamente puntato l'indice.
RispondiEliminaPER MARIELLA: concordo con te, siamo in un periodo di forte oscurantismo dettato anche da ignoranza, assenza di cultura, frustrazione sociale e superficialità.
RispondiEliminaAlla fine queste donne volevano essere libere di decidere il loro destino ma era, comunque, un destino tremendo quello di morire per non cadere in mano ai nemici !
RispondiEliminaLa donna sarà sempre una vittima, guarda anche in Italia quanti femminicidi e siamo in un paese civile !!
Forse la cultura islamica che vuole la donna sottomessa è alla base di tutti i crimini..
un saluto
PER MIRTILLO: non so quanto la cultura islamica influenzi quella occidentale. Prima degli anni settanta c'era ancora il delitto d'onore, non esisteva l'aborto, neanche il divorzio, la donna era di fatto sottomessa al marito anche economicamente e non esisteva l'influenza dell'Islam. Ora scatta in certi maschi bastardi l'odio per una donna che decide è più libera e vuole esserlo sempre di più. Poi è c chiaro che la cultura islamica è una "cultura" che schiavizza la donna, ma non credo che i femminicidi di un ex italiano siano influenzati dall'Islam, bensì dal non accettare la fine di una storia e la libertà della donna nelle sue scelte.
RispondiEliminaPurtroppo anche in India le donne sono vittime di abusi e violenze continue.
RispondiEliminaChe siano islamici o induisti, gli uomini perpetrano le peggiori oscenità verso il mondo femminile (basta ricordare che le bambine vengono ancora vendute a vecchi maiali che se le sposano).
Speriamo che il film riesca a vanire fuori, sarebbe una bella vittoria.
Un abbraccio.
PER FRANCESCA: spero anch'io che il film trovi un'adeguata distribuzione non solo nazionale ma, a questo punto, mondiale.
RispondiEliminaUn abbraccio.
Non sapevo di questa tristissima e squallida vicenda: grazie per la condivisione. Mi auguro anch'io che il film possa essere visto, in India e fuori dall'India.
RispondiEliminaAl ventunesimo secolo il medioevo più bieco fa un baffo. Siamo precipitati in fondo ad un abisso di ignoranza pazzesca. O forse qualcuno non ne è mai uscito.
RispondiEliminaVergognati umanità!
PER MARIA Mi unisco al tuo auspicio perché sarebbe importante che questo film avesse una vasta eco internazionale
RispondiEliminaPER PATRICIA: peggio del medioevo a quel tempo almeno esistevano gli amanuensi che salvano la cultura passata per i posteri nella speranza di un futuro migliore. Oggi non ci sono neanche figure come quelle e solo l'ignoranza sembra essere ciò che tramandaremo ali nostri figli e nipoti.
RispondiEliminaUn incredibile paura dell'emancipazione delle donne! non ho parole. Barbari, misogini e pazzi. Eppure nati da una donna, che forse non ha saputo guidarli. Buona serata Daniele, sempre molto interessanti i tuoi articoli!
RispondiEliminaPER ROSANNA concordo con il tuo pensiero. Grazie per le tue parole, sono molto onorato.
RispondiEliminaHo letto il tuo articolo ed i commenti, ma prima di rispondere ho preferito documentarmi. L'India è un paese difficilissimo da capire ma per quanto io stesso non sia certo d'accordo con quest'ultima follia che hai segnalato, va comunque spiegata o almeno bisogna provarci. Si sta parlando di un film su una donna considerata mitica da molti fondamentalisti indu e pare che la trama del film non la rappresenti nel modo che vorrebbero loro. Detto ciò si può affrontare l'argomento degli estremismi religiosi che si fondano spesso su di una clamorosa ignoranza cadendo nella violenza più insensata.
RispondiEliminaPER MARCAVAL sui fondamentalismi sai bene quanto sia contrario. Detto questo a prescindere da come il film abbia parlato di quella figura non giustifica certo le minacce ricevute da regista e attrice
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