THE BRICK
Poggia il primo mattone
Poggiane un secondo
Lascia uno spioncino
Per sparare al tuo vicino
Aggiungine ancora un altro
Senza aver paura
E fortifichiamo
Bene queste mura.
Poggia, poggia
L'ennesimo mattone
Mattone di morte e separazione.
Bravo figlio mio
Che hai compreso la lezione
Il pericolo è alle porte
E' devastazione.
Poggia, poggia
L'ennesimo mattone
Mattone profondo di separazione.
E con questi "dotti" insegnamenti,
Cresciamo i nostri figli
Ansiosi e dipendenti.
Civiltà ed amore solidale
Due termini ormai desueti
Vuoti ed inusuali
Per una società di odio
E di disprezzo del diverso
Popolata da pecoroni all'apparenza
Mansueti
Pecoroni quiescenti
Che all'occorrenza
Al suono di una parola
Del loro Pastore Supremo
Si trasformano in belve feroci
Azzannando il loro prossimo
Lasciandolo esanime sul terreno
Poggia, Poggia
Il primo mattone
Poggia anche il secondo
Fai molta attenzione
Poggia, Poggia
L'ennesimo mattone
Mattone di morte e separazione.
La cultura della paura! :-)
RispondiEliminaPER MARCAVAL: hai detto bene!
RispondiEliminaMe la sono letta da solo, poi ti ho ascoltato. Beh eravamo sulla stessa tonalità ed anche io poggiavo forte la voce scandendo quel tuo "poggia poggia".
RispondiEliminaIo non capisco chi costruisce muri, barriere con filo spinato per fermare una massa di bambini, di vecchi, di donne, di mezzo sciancati dai chilometri macinati nel fango, nella neve, nella disperazione. Ma c'è chi ci fa il suo bel guadagno, come quelli -ormai si è capito- che lucrano sulla massa di africani giovani e quasi tutti uomini che valgono 38 euro a testa al giorno, e non solo, che possono essere sfruttati per lavori in nero ad un quarto o un quinto della paga normale, lavori che nessun italiano farebbe a quel prezzo.
Filastrocca dici? Sarà pur vero, ma incisiva e cattiva al punto giusto. Siamo noi uomini di cultura che dobbiamo prendere questo toro per le corna, che dobbiamo esporci con l'esempio della parola, visto che in questa nostra Italia nessuno fa niente per il prossimo e tutti pensano al proprio tornaconto. Ricorda quel sublime "io sol combatterò, procomberò sol io"
del Leopardi per scuotere, lui malaticcio e storpio, l'animo di chi indolentemente allora come oggi, lasciava che l'acqua passasse corrodendo i ponti senza fare nulla.
Ben vengano le tue filastrocche con o senza rima ma col cuore gonfio d'amore.
PER VINCENZO: i muri non sono e non saranno mai la soluzione ed è vergognoso vedere chi specula sui loro arrivi. E' vero spetta ai veri uomini di cultura cercare di abbattere questi muri e questa indifferenza.
RispondiEliminaTi ringrazio, sono contento che tu abbia trovato forte questa poesia, come tu sai la mia recitazione sia pure potente ed intensa non ha mai questo tipo di ritmo e quindi ero un po' preoccupato sul risultato finale.
Cresciamo i nostri figli... ansioni e DEMENTI!
RispondiEliminaDa come la leggevi sembrava davvero una cosa musicabile e rock!
Il problema comunque non sono i muri, sono gli invasori...
-zoM
PER MOZ ALIAS ZOM: grazie per i complimenti in effetti un'idea di musicarla esiste con percussioni.
RispondiEliminaCiao Daniele!
RispondiEliminaScusa il ritardo, sono una studentessa e maggio è per me un periodo suicida :-(
Detto questo, bellissima poesia che mi fa venire voglia di sentire i Pink Floyd!
Alla prossima!
I muri DAniele, servono per costruire case. Quelli di Berlino o al confine con il Messico o nel cuore dell'Europa sono oscenità. Costruiti con mattoni di puzzano di razzismo ed egoismo.
RispondiEliminaComplimenti!!!!!
PER SUGAR FREE: benvenuta in questa agorà. In bocca al lupo (Crepi) per i tuoi esami e grazie per le tue parolei. Far venire voglia di ascoltare i Pink Floyd lo considero un grande complimento che mi onora
RispondiEliminaPER PATRICIA MOLL: non posso che concordare con te, il tuo pensiero è anche il mio. Grazie per i complimenti!!!!
RispondiEliminaNo assoluto ai muri, soprattutto quelli mentali.
RispondiEliminaSaluti a presto.
Tono giusto per parole graffianti e poitenti
RispondiEliminaUna filastrocca che dovrebbe entrare nelle scuole elementari e spiegata per filo e per segno come un mantra perchè per un domani migliore si può sperare solo nei bambini.
Cri
PER CRISTIANA: Grazie sono commosso non potevi scrivere parole più belle e concordo la cultura del rispetto va insegnata fin da piccoli
RispondiEliminaPER CAVALIERE: Concordo con te i muri mentali sono i peggiori
RispondiEliminaOriginale e incisiva poesia che colpisce come un dardo. Siamo responsabili dell'indifferenza che sta dilagando nelle menti dei nostri figli...recitazione molto apprezzata!
RispondiEliminaPER ROSANNA: concordo con te, l'indifferenza che sta dilagando tra i giovani è anche e soprattutto colpa nostra. Grazie per le tue parole di apprezzamento sulla mia poesia!
RispondiEliminaVik un giorno scrisse "restiamo umani" . Oggi io scriverei "ritorniamo umani"
RispondiEliminaSul muro di Berlino:
"“Il tuo Cristo è ebreo.
La tua democrazia greca.
Il tuo caffè brasiliano.
La tua vacanza turca.
I tuoi numeri arabi.
Il tuo alfabeto latino.
Solo il tuo vicino è straniero”.
I muri sono nella nostra mente e qui è difficile abbatterli
https://farfallaleggera07082014.wordpress.com/2015/10/23/straniero/
Buon fine settimana a te
PER FARFALLA LEGGERA: belle le parole di Vik. Lo ricordiamo tutti con affetto.
RispondiEliminaE' una poesia molto forte e molto ben recitata. Un modo per riflettere perchè non serve a niente costruire muri, che siano essi di pietra o muri solo mentali.
RispondiEliminaIl problema c'è e va affrontato e
Non mi va bene il pc, scusa, non mi fa scrivere. Dicevo che il problema c'è e va affrontato ma non si può risolvere costruendo un bel muro di separazione. E' un problema complesso che non so neanche io come si può risolvere o, almeno, cercare di mitigare. Forse serve abituare ad un'altra mentalità che non sia di rifiuto ma di integrazione. Un saluto
RispondiEliminaPER MIRTILLO: ti ringrazio sono onorato dalle tue parole sulla mia poesia| Forse sì, è necessario trovare un equilibrio in tutto questo ma non è con i muri e reagendo come ultras che si risolve il tutto.
RispondiEliminaIo ho paura per questi muri che insegniamo e che auspichiamo.. leggo anche blog di amici che comprendo poco (anche Moz col suo "i problemi non sono i muri ma gli invasori"...), tutti preoccupati ma nessuno che apporti soluzioni. Intanto si moltiplicano monasteri e caserme vuote, mercato di organi, sfruttamento del lavoro da parte di mafiosi e bastardi a vario titolo che è gente che vive in Italia, vota, utilizza scuole e ospedali e dice la sua. Mi vergogno davvero.
RispondiEliminaPER FRANCO: Credo che Moz facesse riferimento ad un suo video da lui. Cmq se i muri non sono la soluzione neanche un comportamento ideologico e lassista risolve i problemi. Nessuno porta soluzioni perché purtroppo in Italia invece di usare il buonsenso per risolvere i problemi ci si schiera in fazioni neanche si fosse ultras ed in questo modo i problemi non si risolvono.
RispondiEliminaBravo Daniele. Mi associo a quanto scritto da Patricia. Bravo.
RispondiEliminaPER MASSIMILIANO: Grazie!
RispondiEliminaA proposito, finalmente mi sono goduto le tue performance sul sito e su youtube: notevoli.
RispondiEliminaPER MASSIMILIANO; Grazie sono onorato dalle tue parole!
RispondiEliminasì, ha un buon ritmo. bravo. ciao
RispondiEliminaPER ANTONYPOE: grazie di cuore and welcome in questa agorà!!!
RispondiEliminaCaro Daniele, tanto per cominciare complimenti per la poesia, come sempre non deludi le mie aspettative.
RispondiEliminaI muri che mi spaventano non sono quelli di mattoni, ma quelli della mente che sono molto più difficili da abbattere.
Un abbraccio
PER OFELIA concordo anche perché sono i muri della mente a portare poi a voler realizzare quelli con i mattoni.
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