Piombano di casa in casa
Per estirpare sacche di resistenza e libertà
Sibili malati e latrati virtuali indecenti
Calunniano voci di lotta
Proiettili di sangue diffondono morte
Megafoni corrotti vomitano
Stantie parole di regime
Indifferenza e silenzio spargono concime malato
Per avvelenare una terra già in agonia.
E vogliono piegarci
Spezzarci
Abbatterci
Noi, Alberi di vita e libertà
Sradicati da ruspe anaffettive
Guidate da uomini riprogrammati
A cui hanno aspirato ogni singolo battito d'umanità
Ma non hanno speranza
Non possono vincere
Perché per quanti di noi estirperanno
Con tutta la violenza e l'odio immaginabili
Altri più giovani e forti ne nasceranno
Ovunque
Nei luoghi più impensati
Su un crepaccio di montagna
All'interno di una chiesa
Per strada
Dentro i loro arroganti palazzi di morte
Ovunque!
Perché loro non lo sanno
Ma la radice rompe il cemento
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®
Foto scattata su un marciapiede di Valparaiso
Versi che fanno riflettere.
RispondiEliminaSerena giornata.
PER CAVALIERE: grazie.
RispondiEliminaPiù le radici affonderanno nel terreno fertile del libero pensiero e della libertà, più forti saranno i giovani virgulti.
RispondiEliminaUn saluto!
Ofelia
Concordo con Vincenzo. I tuoi versi fanno riflettere.
RispondiEliminaA parte he la poesia si può leggere anche in veste non "ecologica". Gli alberi come le persone che non vogliono piegarsi a diktat assurdi, che non vogliono rinunciare a pensare e dire la loro idea. Gli uomini che ercano di estirpare gli alberi come coloro he vogliono imporci solo regole e privarci della libertà di pensiero e opinione.
Sì, bella davvero!
La foto... favolosa! Sembra che dica Non ci piegherete mai e sappiamo cosa successe in Cile nel 1973!
PER OFELIA: vero, e poi cresceranno così forti da "rompere il cemento".
RispondiEliminaPER PATRICIA: hai perfettamente centrato il punto! La chiave di lettura è duplice, ed in realtà quegli alberi sono quelle persone che non vogliono appunto piegarsi ai soprusi ed alle ingiustizie della società.
RispondiEliminaRicordo bene anch'io cosa successe nel 1973 e vedere il museo dei diritti umani e Villa Grimaldi a Santiago, ti garantisco che non può lasciare nessuno indifferente.
Non sono mai stata in Cile ma all'epoca seguivo molto la faccenda. Lessi parechi libri sull'argomento, seguii programmi tivù.... una tragedia immane e di un'atrocità unica, come nella vicina Argentina.
RispondiEliminaPenso che un museo simile lasci un segno profondo nell'anima di chi lo visita.
PER PATRICIA: sì, io ci sono stato e posso confermartelo. Esci che non sei più lo stesso, per quanto anch'io seguissi all'epoca la vicenda, per quanto puoi sapere, conoscere, informarti, "vivere" quei momenti ti cambia.
RispondiEliminaUna bellissima poesia, un veemente grido non strozzato contro tutti coloro che si illudono di posare una colata di cemento sulle nostre coscienze, sul nostro passato, sul nostro futuro e quello splendido vaticinio finale "la radice rompe il cemento".
RispondiEliminaVerrà fra cento, fra mille anni la generazione che proromperà dal suolo profondo e si riapproprierà della vita e del suo futuro. Noi ne siamo convinti. Nessuno che abbia speranza nell'infinita intelligenza dell'uomo avrà mai una fine.
PER VINCENZO: Verrà, non sappiamo ancora quando, non riusciamo con i nostri occhi offuscati da nebbie di potere a vederla, ma questa generazione arriverà. come tu scrivi giustamente, proromperà dal suolo profondo e riconquisterà la vita e la libertà che noi oggi non abbiamo. Grazie come sempre per le tue straordinarie parole a commento dei miei umili versi.
RispondiEliminaQuesti tuoi versi rabbiosi ma pieni di voglia di riscatto mi fanno venire in mente Faber: "Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori". Grazie Daniele.
RispondiEliminaPER GIANNA: grande Faber! Grazie perle tue parole
RispondiEliminaVersi che fanno riflettere Daniele - si vede e sente che sono rabbiosi ma al tempo stesso contengono un gran desiderio di riscatto e di cambiamento
RispondiEliminaSpero che prima o poi la smetta di prevalere l'interesse di 100 ricconi che posseggono già più soldi di quanti possano usare su quelli di tutti gli eltri e di tutta la società in cui viviamo. Deve prevalere l'intelligenza, l'uso del cervello e la capacità di prendere decisioni che valgano per il bene generale
Un saluto
PER ARWEN ELFA: Concordo con te, ma sarà una battaglia lunga. Grazie per le tue bellissime parole a commenti della mia poesia.
RispondiEliminaQuesti versi, nella giornata di oggi, assumono anche un altro aspetto.
RispondiEliminaNoi saremo sempre liberi fino a quando nessuno potrà derubarci della nostra libertà, della nostra indipendenza, della nostra coerenza e della nostra conoscenza.
E' la conoscenza che ci renderà liberi. In un mondo in cui si cerca di portare oscurantismo e ignoranza, l'unico modo di vivere, non sarà mai sopravvivere, ma chiedere, scoprire, conoscere.
Ogni giorno.
Bellissimo pezzo, come sempre.
Ciao Daniele.
PER MARIELLA. non posso che darti ragione, è proprio così. Grazie per le tue parole
RispondiEliminaCiao Daniele, prima di tutto grazie per la tua visita. Amo la poesia e la letteratura (oltre alla musica lirica)e quindi verrò a rivedere il tuo blog al più presto. Questa sera mi sono limitato ad una carellata perché sono un po' stanco avendo faticato per riparare la nostra porta d'ingresso che, dopo 16 anni ha ceduto tutto d'un colpo. Per fortuna che sono un buon bricoleur. Complimenti ed a presto.
RispondiEliminaPER ELIO: benvenuto con tutto il cuore in questa agorà! Grazie per le tue parole che mi onorano moltissimo, anche il tuo blog è interessante e ci tornerò ancora.
RispondiEliminaRompere, rompere, rompere!
RispondiEliminaPER ALLIGATORE: per costruire una vera libertà
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