Attimi di silenzio in piano sequenza.
Cancellare la realtà,
Riavvolgerla come un nastro e tornare indietro
E' impossibile.
Ostinato rincorrere vuoti e fittizi simulacri di felicità,
Ecstasy superficiale e sintetica nella tua anima
E nella tua testa
Si sposa con alcolici perversi
Per vivere illusioni artificiali.
E vorresti raschiare via dalla tua vita
come in un "long take"
Questa notte
Quegli istanti
Ma il sangue sui tuoi vestiti è reale
La tua ragazza ed una famiglia incolpevole sono morti.
E li hai uccisi tu
Tradendo il suo amore con quello per "lo sballo"
E trascinando innocenti nel baratro.
Ed ora la tua solitudine
E' la sola compagna di vita che avrai e che meriti.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA
Ps: "Ecstasy" viene qui usato in una duplice e voluta accezione: quella della droga e quella del vocabolo inglese che tradotto significa "estasi" per ovviamente mettere in luce l'ecstasy sintetica ossia la droga e l'estasi superficiale della sua anima.
PS2 Per chi non conoscesse la distinzione tra piano sequenza e long take " La differenza tra le due tecniche consiste nel fatto che, mentre un piano sequenza si assume per intero il ruolo di una scena (quindi senza modificarla in alcun modo ndr), il long take si limita ad una parte di essa, che viene completata poi con altre inquadrature."
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Questo post partecipa ad un gioco di scrittura a tema con parole fornite via via dai partecipanti. Questa settimana le parole sono state scelte da BARDANERI e sono le seguenti:
Silenzio
Sequenza
Ecstasy (o Exstasy)
Ostinato
Solitudine
Parole e partecipanti li trovate sul blog Verba Ludica (I Carbonari della Parola)
splendido, nel ritmo in crescendo e poi il crollo amaro e consapevole nel finale.
RispondiEliminano, non è più un gioco!
kreben
Grazie KREBEN!
RispondiEliminaInfatti, non è mai un gioco.
Non lo è più.
RispondiEliminaBella, Daniele.
Tragicamente bella.
Ecco, tragicamente bello è la giusta definizione per questo post che mi sembra un magnifico corto d'autore.
RispondiEliminaSei davvero molto bravo, Daniel :)
PER NICO E PERLA: Grazie per le vostre parole e per questa definizione che credo si attagli bene alla mia poesia :-)
RispondiEliminaC'è musica. Segno che la scrittura c'è. E penso che se ti chiami Rockpoeta, anche tu cerchi la musica nelle parole :)
RispondiEliminaUn po' moralista il finale, ma tendo sempre a stare a testa in giù, quindi il mio commento lascia il tempo che trova.
E' una scena molto cinematografica e non solo per la terminologia.
RispondiEliminaAl3ph
PER MANUELA: non vuole essere moralista, ma non tendo a giustificare chi distrugge la vita altrui. Liberi di distruggere la propria ma non a discapito di quella di altri.
RispondiEliminaPER AL3PH: Vero, in effetti le parole "sequenza" ed "ecstasy" sono state questa volta quelle catalizzatrici per scrivere subito (appena lette le cinque parole) questa poesia.
RispondiEliminaNon era mia intenzione polemizzare, ho semplicemente espresso quello che mi arriva. Poi, se vogliamo entrare nel merito, credo che ogni carnefice sia anche vittima.
RispondiEliminaPER MANUELA: non voleva essere una risposta polemica solo comunicarti il mio punto di vista che come tale è personalissimo e non pretende di assurgere a verità assoluta :-)))
RispondiElimina:D
RispondiEliminaBellissima e terribile, come il peso che incombe su quelle spalle. Senza sconti o scusanti.
RispondiEliminaQuesta vita che si riavvolge come nastro e non lascia spazio per "cancellare"l'errore il momento di odio e di pazzia.Hai reso bene il senso del dolore e del cruccio e della solitudine conseguente alla follia.---Il mio post mi pare che si legga,perchè dici che non appare?
RispondiEliminaPER IDA: ora appare quando ho scritto il commento non appariva lol
RispondiEliminaPER DODO grazie!
RispondiEliminaPER IDA la realtà non è un film e quando si fanno certi sbagli non si torna indietro
La versione più vera è sempre quella estrema e bestialmente reale. Così è, spesso, se ci pare o meno... e difficilmente c'è qualcosa che possiamo fare...
RispondiEliminaRendersi conto, comunque. In una gran diretta
Ray
"Ho licenziato Dio gettato via un amore,per costruirmi il vuoto nell'anima e nel cuore, Le parole che dico non han più forma né accento..." così dice colui che parla ne "Il cantico dei drogati" di Fabrizio de Andrè. chi cade in questo "baratro" per i vari motivi che lo hanno "iniziato" lascia tutto, gli affetti lo spirito gli altri verso la fuga da se stessi. non dalla solitudine ma da ciò che si è. almeno credo.
RispondiEliminaPER BARDANERI E' vero, qualunque sia quello che li "inizia" poi si cade in un baratro spesso senza ritorno.
RispondiEliminaE' anche vero che nel caso dello sballo da sabato sera parliamo di ragazzi apparentemente integrati anche se forse frustrati ed annoiati. Qualunque cosa o motivazione li spinga non li giustifica e non li assolve soprattutto quando non fanno male solo a se stessi ma con il loro comportamento irresponsabile causano vittime innocenti come nel caso della mia poesia.
Sei l'unico che ha trovato un modo più aulico per usareIl vocabolo Ecstasy. Questo perchè tu sei un lirico Daniele, non riesci mai chiudere e concentrare un obiettivo in una sola dimensione: decolli e riguardi tutto dall'alto. Talvolta cadi, non qui, è il prezzo che si paga in silenzio alla propria natura segnata dal verso come regola di vita e espressione. Ti conosco da sette anni Daniele, non sei cambiato. Per fortuna.
RispondiEliminaPER ENZO: GRAZIE!!!!!!!!
RispondiEliminaIn merito alla tua risposta a Manuela, dove dici: "Liberi di distruggere la propria (vita) ma non a discapito di quella di altri.
RispondiEliminaUna volta in una classe di terza media inferiore proposi come tema di discussione: Ritenete nel giusto chi afferma :"la vita è mia e posso farne ciò che voglio?" Alla fine del dibattito, peraltro debitamente acceso, gli allievi furono da me portati a considerare che no, la vita non è solo mia, è anche dei miei genitori, dei miei fratelli, dei miei amici e un po' di tutti quelli che si sono in qualsiasi modo accostati a me, per cui non posso buttarla via senza spargere intorno a me dolore; e il danno è pure economico. Consideriamo quello che costo alla società se, impennando con il motorino, mi vado a scatafasciare contro un muro: il costo della benzina dell'autombulanza che viene preso dalle tasse che tutti paghiamo, le spese mediche, etc. Credo di averli convinti.
PER GUISITO: con questo ragionamento però allora sarai contrario all'eutanasia a differenza di me. Perché se la vita non è mia allora non posso decidere di terminarla. Attenzione perché da qui a dire che la vita è di Dio e chi non lo crede è un eretico il passo non è poi molto lungo :-)))
RispondiEliminaMi spiace, pertanto, ma molto posatamente :-))) dissento. La vita è la mia, e finirla è una mia decisione. Che questa decisione influisca emotivamente su vite altrui è vero ma questo non comporta il fatto che la mia vita sia anche di altri.
Drogarsi è assurdo prima che sbagliato, scegliere di farlo è una "non scelta" che si può voler fare. Rovinare la vita di altri che non c'entrano non è ammissibile.
Concordo.
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