NEBBIA
Passi dolorosi e solitari
Vita virtuale e vegetativa
In attesa di un futuro nell'immediato presente
Trascorri momenti fatti di niente
Costruendoti artificialmente una vita non tua
Spizzicando e sbocconcellando pezzi di esistenze altrui
Forse perché ho creduto di poter amare la felicità
Forse perché ho sperato di scrivere la vita
La mia vita!
E queste note ancora qui a soffocare le mie braccia
Stringere il mio petto
Offuscare il mio sguardo
Annebbiare i miei occhi
E diradare il mio udito sul mondo
Come una pianura sempre più spoglia.
Cuore di pietra
Respiro arido e brullo
Un muro invalicabile ed inscalfibile
La mia anima.
Ma perché la mia anima lentamente muore?
Cerco inutilmente le mie parole tra la gente
E sogno scioccamente la mia voce che vola nell'aria
Raggiungendo le case di tutti voi.
Disillusione
Rassegnazione
Rabbia
Ma perché se un'onda del mare ti ruba l'anima
Un alito di vento non può restituirtela?
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA
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attendiamo e incrociamo
RispondiEliminaCi sono poesie che scrivi che vanno oltre il tempo che descrivono, che sono comuni perchè parlano di pezzi di vita che si conoscono nel lingaggio universale che è quello dell'anima. Belllissima poesia, da fare male per quanto è bella dentro.
RispondiEliminaMi sento di dirti però che il vento poi arriva e spesso porta via tutto con sè, malinconie comprese e lì comincia la vera poesia della vita, quella che non si ferma e che ti sorride finalmente
Mannaggia a te che bravo che sei!