Ho riflettutto anch'io su questo aspetto ma sono giunto ad una conclusione diversa che peraltro era già in nuce nel post precedente.
Credo, infatti, che sia molto più rilevante e grave ahimé l'assenza di ben 20 Paesi, Cina compresa, alla cerimonia del Nobel perché questo dimostra in modo plateale il disprezzo per la libertà e la paura, per alcuni Stati, di ritorsioni economiche e di altra natura da parte della "Repubblica" Popolare Cinese.
La Cina é così potente, ricca, forte ed egemonica dal potersene fregare altamente delle parole vuote e di circostanza che altri Stati possono aver detto tramite i loro vari portavoce o cariche istituzionali.
Alla fine intanto, gli affari con loro li fanno sempre e gli USA, per fare un esempio, sono legati a filo doppio con la Cina anche per la loro posizione debitoria pubblica.
Quindi credo che quella sedia vuota sia una sconfitta non per Pechino ma, paradossalmente, per noi.
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Se vuoi la mia opinione sincera, la sconfitta c'è nella sedia vuota, ma già nella stessa assegnazione del Nobel. Purtroppo, assistiamo ad un uso sempre più politicamente occidentale di una onorificenza che sembrava dovesse stare al riparo da questi usi strumentali.
RispondiEliminaCome dicevo in un mio post, per l'esecuzione capitale della donna psicolabile negli USA, non ho visto la solidarietà e lo sdegno che abbiamo visto per Sakineh. Vorrei davvero che non ci fossero due pesi e due misure, ma vedo che invece ci sono.
PER VINCENZO; la ua é ancora un'altra chiave di lettura rispetto al mio post, chiave che peraltro condivido poiché questo premio dovrebbe cmq essere scevro da strumentalizzazioni di ogni tipo e forse non lo é.
RispondiEliminaResta il fatto che cmq la Cina non credo proprio si sia preoccupata più di tanto delle "ripercussioni" (ma quali poi?) possibili per effetto di quella sedia vuota...
Come ho scritto più o meno da Alberto, feroci continuatori di barbare usanze millenarie gli attuali despoti cinesi, che progressivamente usurpano il posto degli americani per trovarsi nel mondo lacché criminali disposti a servirli.
RispondiEliminaSono d'accordo con te; in fondo quella sedia vuota mostra proprio tutta l'arroganza di chi rifiuta di riconoscere quella scelta. Su "Repubblica" di ieri si diceva che la Cina ha trasformato questo evento quasi in un referendum tra chi vuol far prevalere le forze economiche e chi, invece, crede ancora nella filosofia, nella forza del pensiero e nei diritti umani. Volendo dirla in modo grossolano, tra i bottegai e i poeti. Io, nel mio piccolo, so già chi scegliere lol.
RispondiEliminaPER LICIA TITANIA: Il problema é che la nomenclatura cinese fa paura perché non ha anima ma solo occhi spietati e cinici puntati verso il profitto ed il potere con la stessa bramosia e potenza di un ago di una bussola che punta decisamente verso il nord.
RispondiEliminala cina, in quanto potenza economica emergente (all'inizio si cresce molto velocemente, se poi sei 2 miliardi di persone..) tiene per la p.... parecchi stati, non solo dal punto di vista politico ma anche da quello economico. GLi USA ad esempio hanno una forte esposizione debitoria nei confronti dei cinesi
RispondiEliminaConcordo pienamente, Daniele.
RispondiEliminaE non si tratta solo degli Stati Uniti. Una recente ricerca di mercato su diverse categorie di aziende in Italia, ha mostrato che il mercato occidentale è quasi completamente paralizzato. Quelle aziende che sono riuscite a rimanere a galla nonostante la crisi economica, l'hanno fatto rivolgendosi ai mercati della Cina e dell'India, una tendenza sempre più in ascesa.
La Cina è il paese con la maggiore percentuale di importazioni in molti campi. Il più delle volte, però, acquistano da aziende straniere ma che hanno i propri stabilimenti di produzione in Cina. Trovo questo scenario piuttosto inquietante...
Ho guardato l'elenco dei venti paesi assenti, mi piacerebbe leggere il parere di chi ancora oggi si nutre delle ideologie scaturite da quei paesi.
RispondiEliminaPurtroppo credo la recente cerimonia per il nobel non sia che l'ennesima, ultima conferma del fatto che esistono nazioni e stati di serie A (a cui tutto o quasi è concesso, vedasi diritti umani e ambiente) e altri di serie B.
RispondiEliminaLa sconfitta comunque in questo caso è più che mai da dividere tra tutti, indistintamente, perchè ognuno di noi ha le sue piccole-grandi colpe!
è una sconfitta per tutti ed anche parecchio umiliante!
RispondiEliminaSì Daniele, e proprio vero purtroppo, sono sempre gli affari a vincere su tutto. Mi ricordo l'Unione Sovietica che commerciava col sanguinario Pinochet perché aveva disperatamente bisogno del rame del Cile.
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