domenica 3 ottobre 2010

OPINIONE DEL ROCKPOETA: Genova Lotta!

Inaugurazione, ieri, del 50° Salone Nautico in quel di Genova. Io non ero presente, tanto non posso acquistare neanche un gozzo quindi che ci vado a fare....

Però, ho sentito un telegiornale locale e devo dire che mai inaugurazione é stata da me più apprezzata e goduta.

Di fatto la città é stata paralizzata da proteste non di partiti ma di persone e gruppi sociali di varia estrazione sociale e lavorativa: dai dipendenti AMT (Azienda Municipalizzata Trasporti, quindi l'equivalente dell'ATAC A roma o ATM a Milano, parliamo cioé degli autisti dei bus ) i quali hanno attutato di fatto un vero e proprio sciopero selvaggio, al SILP (Sindacato dei Poliziotti) fino ad arrivare anche ai probabili e futuri cassaintegrati in deroga del Teatro Carlo Felice (coristi, ecc...).

Proteste serie (tassisti a parte: protestare per l'esistenza della navetta gratis per raggiungere il Salone lo trovo indegno! Secondo loro la gente dovrebbe spendere 15 euro minimo di corsa per arrivare sul posto oltre al non certo economico prezzo del biglietto del Salone!) legate anche alla crisi della Fincantieri (per quest'occasione a Genova, molto infastidito, c'era anche il Ministro dei Trasporti Matteoli) e di tante altre realtà che stanno morendo e di fatto spegnendo e lentamente assopendo in un mortale letargo questa città che altro non é, nel suo insieme, che lo specchio della realtà di tutto il Paese in questo momento.

Vedere bloccata la Sopraelevata (strada "veloce" che dall'uscita di Genova Ovest collega direttamente alla città e termina proprio davanti al Salone Nautico) e paralizzata la città ma senza simboli di partiti (anche se qualche Sindacato c'era quindi non proprio senza bandiere come nello stile del Popolo Viola - anche se su questa realtà ci sarebbe da spendere qualche parola in più magari in un'altra occasione) mi ha in parte rinfrancato.

Ci sono ormai sempre maggiori segnali di stanca che però stanno evolvendosi in voglia di cambiare e di lottare ma non solo per la propria sopravvivenza, bensì, agendo compatti, per dare un segnale, sia pure forse in modo inconsciamente impercettibile, di come da ogni parte si ravvisi la necessità di non affondare e di ricostruire una realtà sociale più equa, sana, giusta e che, come dissi tempo addietro in un mio post, non addossi il rischio d'impresa (sia essa un'azienda privata o lo Stato Italiano) totalmente sui lavoratori e sulla gente comune.

Da una parte, andando in giro per strada, toccando con mano la realtà quella vera, vediamo con i nostri occhi lo specchio di un Paese che muore. Dall'altra, invece, dentro i loro Palazzi, lo specchio deformato di una classe dirigente e politica vuota, inetta, collusa e disinteressata che ha, come unico scopo, quello di sfruttarci e spremerci come limoni fino a quando sarà possibile.
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9 commenti:

  1. Caro Daniele, hai assistito sicuramente ad una manifestazione più spontanea e concreta del cosiddetto Popolo Viola! Ci vorrebbe sempre di più questo conflitto sociale! Un caro abbraccio!

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  2. Alla fine è sempre una questione di classe, anche se fanno finta di non vederlo, le nostre classi digerenti (ho scritto bene, digerenti)...sul Popolo Viola, hai ragione, bisognerà fare un discorso più approfondito.

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  3. Conosco bene la Fiera di Genova, purtroppo nonostante un cartellone questo è il solo salone che funziona che chiamna un folto pubblico, le persone fanno bene a protestare, organizzare una fiera vuole dire anche mettere a disposizione certi servizi, che devono essere retribuiti dalla fiera visto i prezzi che fanno alla vendita degli stand

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  4. A proposito, ieri su "Il Lavoro" de "La Repubblica", il Lanternino di Costa diceva che a Genova si fa', salvo rare eccezioni, cultura provinciale, e Ottone parlava in sostanza di individualismo menefreghista dei genovesi. E' una premessa per concludere che, esasperato come sono per la situazione sociale, non so più cosa dire.

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  5. PER ADRIANO MAINI: l'ho letto. Costa in quel trafiletto tesseva le lodi di una manifestazione realizzata dalla Fondazione per la Cultura, ad ampio respiro internazionale. Come dire che a volte qualcosa c'é e si fa anche da noi...

    Certo che c'é. Penso anche alla "Settimana dei diritti" tenutasi a Genova in estate. Poco pubblicizzata ma molto valida. Sono cmq piccole mosche bianche questi eventi e peraltro la cultura deve anche interessarsi del disagio sociale e non sempre e solo arroccarsi su se stessa e specchiarsi come Narciso.

    Quanto a Genova..... se davvero sta iniziando a svegliarsi dal torpore saranno i prossimi mesi a dircelo.

    Quanto al menefreghismo individualista che ci affibia Ottone, va detto che non é una peculiarità solo nostra ma, visto il panorama nazionale, direi anche del resto del Paese.

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  6. Fra l'altro, come ben saprai, gli orchestrali del Carlo Felice sono davanti al teatro a fare uno sciopero della fame e a raccogliere firme dai cittadini.
    Un teatro che chiude è davvero il palesarsi dei problemi culturali e sociali del nostro paese. Certo che dispiace ma, purtroppo, la musica classica è diventata (l'hanno fatta diventare) una cosa da intellettuali mentre una volta era parte di una cultura più popolare.
    In ogni caso la gestione del teatro è stata scandalosa, io sarei per salvaguardare in qualche modo i posti di lavoro e per azzerare e portare in causa i gestori...

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  7. La cosa assurda è sentire qualcuno alla fermata dell'autobus che si lamentava. Della serie fin che non toccano il mio prato non me ne frega niente.
    un saluto

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  8. PER ERNEST: é sempre stato così ma ora questo difetto si é accentuato pericolosamente.

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  9. LItalia oramai è divisa in due e non una a Nord e una Sud ma una reale e una virtuale: qualla reale come quella di Genova e tante altre città che manifestano esasperate e una del Parlamento del Cavaliere che pensa alla giustizia e al suo Lodo e glielo fanno fare TUTTI quelli che sono lì che NOI abbiamo votato.
    ...chi è causa del suo mal pianga se stesso...

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