Canto Solitario
Canto martire e solitario
Canto di lotta ed amore
Si rifugia dentro braccia senza vita
Uccise da tempi voraci
Da insensibilità quotidiane
Frettoloso disinteresse
Memoria anafettiva e vuota.
Cani e lacché
Olfatto perverso ricerca
Odori di pelle libera
Desiderosa ancora di vedere cambiamenti.
Ed io scappo
Tento di non farmi trovare da quelle fiere
Ma le mie forze stanno svanendo
I miei occhi oscurandosi
Le mie gambe cedendo.
Li sento arrivare alle spalle
Non so fermarli più.
Lottare soli sfianca.
Forze esaurite
Chiudo gli occhi
Sento i loro denti affondare nella mia carne.
Cibo per la loro vergogna
Oblio di pace.
The End.
DANIELE VERZETTI, ROCKPOETA
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Viviamo nella speranza di tempi migliori, ma la situazione è quella che canti, caro Daniele.
RispondiEliminaAnche Alberto ha ragione, solo che mi pare che da queste parti scrivano persone che nella speranza credono poco o nulla, in ogni modo la poesia è davvero bella.
RispondiEliminaPER GIANS: speranza? E' già tanto che stia respirando lol....
RispondiEliminaMi dispiace solo che tu abbia associato i cani ai lacchè. I cani hanno una loro dignità, azzannano solo per fame o per difendersi, mai per cupidigia.
RispondiEliminaSono versi bellissimi. Certo pieni di tristezza, ma al contempo il fatto stesso di poterla "cantare" come dice giustamente Alberto, e come tu fai incantandoci (scusa il gioco di parole lol), ci dà speranza.
RispondiEliminaIo penso sempre positivo e dunque dopo un bel temporale torna sempre il sole ...sperando che questa democrazia interpretativa termini il più presto possibile LOL
RispondiEliminaOttima poesia Daniele :)
Sono versi stupendi, carichi di un'amarezza e di un senso di impotenza che ci avvolge in parecchi, di questi tempi.
RispondiEliminaE' difficile dimenarsi ed impedire che la nostra carne venga fatta a brandelli dai predatori. E' difficile trovare la forza. Soprattutto, è difficile mantenerla a lungo...
PER EFESTO: nulla contro i cani ma se esistono certi padroni purtroppo i cani ubbidiscono ai loro ordini e cmq era un'immagine di "caccia" se vuoi...
RispondiEliminaPER LICIA TITANIA: la vera speranza sarebbe se questo canto solitario diventasse un canto che tutti, o almeno tanti, decidessero di intonare. Ma per ora, credo sia e resti solitario.
Carissimo, al di là dei versi che trovo come al solito emozionanti e lucidi, io rimango del parere che più ci si arrende più si è solitari.
RispondiEliminaQui la questione non è solo avere speranza attraverso i riscontri esterni che di questi tempi sono pochi, ma credere istintivamente nella speranza, e cioè creare quel flusso energetico positivo che consenta alle cose di cambiare attraverso l'atmosfera che si crea intorno ed essendo degli esempi, e se non cambiano incazzarsi propositivamente e non cantare alla Luna di quello che potrebbe essere e non è.Il discorso è sempre legato a come si è dentro: se si è portati a vedere le cose malamente, quelle malamente rimangono, ma se si guarda verso il muro e si cerca di distruggerlo in uno, due, tre, infiniti tentativi perchè si crede che ogni crepa è uno spiraglio allora non si sentiranno canti solitari ma cori interi ( oddio non quelli di pedofili di contemporaneo avvenimento ) cori interi sereni e giusti.
Non si abbatte la Sorte con le lacrime, ma con sudore e sangue,propositivo sudore e sangue.
Ma come sai io sono una che ritiene che il mondo e gli uomini siano ancora degni di qualcosa di meglio di quello che c'è, sennò col cavolo che insegnerei ai miei bambini il bello di questo sporco mondo
Un abbraccio
PER LUCE: "e si guarda verso il muro e si cerca di distruggerlo in uno, due, tre, infiniti tentativi perchè si crede che ogni crepa è uno spiraglio allora non si sentiranno canti solitari ma cori interi ( oddio non quelli di pedofili di contemporaneo avvenimento ) cori interi sereni e giusti."
RispondiEliminaCredere che si possa vincere non vuol dire vincere. Non basta non quando non dipende solo da noi. E' questo che ti rende solitario.
Non tutti tornano vivi da una guerra e non tutti la vincono....
Inoltre, oggi, sembra che molti non abbiano più voglia di un canto impegnato e vogliano solo fare gli struzzi e dove possono fregare il prossimo.
E quello che vedo é che si é sempre più indirizzati verso un peggioramento di questa realtà.
Secondo te, queste parole possono essere gradite ad una che ha un alter ego che si chiama Guernica e un blog intitolato L'ultima Dea?
RispondiEliminaSai perchè si intitola così?
E' tutto nel primo post del blog.
Molto belli questi versi, e descrivono così bene il sentimento di impotenza e di stanchezza che tanti di noi vivono e sperimentano.
RispondiEliminaLa poesia è bellissima come sempre, emoziona, "mette sotto al naso" lo scoramento, le forze che mancano... ma, ti prego Daniele, non solo! Non sei solo! Non pensarlo, pechè pensarlo ti fa percepire di esserlo! So che la realtà percepita è forse più vera essendolo per noi... allora ti dico: non lasciare che gli occhi si oscurino o le gambe cedano, non lasciare che affondino i denti nella carne! Non si può!... siamo in tanti ad amare le stesse cose... ;)
RispondiEliminaGM C
PER GMC: grazie delle tue parole. E' che a volte ti senti le forze che mancano e la speranza vacilla.
RispondiEliminaTi abbraccio forte
Daniele
Quoto Efesto per il discorso sui cani, poi, di mio, aggiungo che basta la sola parola "anaffettività" per farmi venire il ballo di San Vito (non la canzone di Capossela ma l'omonima malattia).
RispondiElimina:-|