venerdì 12 ottobre 2018

L'Angolo del Rockpoeta®: "Sosta Precaria"

SOSTA PRECARIA

Sosta con il disco orario
Tempo massimo consentito: 2 ore

Centoventi minuti 
Per raccogliere i momenti di una vita
La tua vita
Quella dei tuoi figli e di chi ami.

Sosta limitata e precaria
in balia di sensori senza pietà.

Un minimo scricchiolio appena rilevato 
E ci dobbiamo improvvisare meccanici di formula uno al pit stop

Quattro brevissimi minuti per raccogliere il possibile ed uscire all'istante.
Uscire sperando di avere una nuova chance per rientrare.

Noi non siamo niente: 
Non siamo folla
Non siamo individui 
Siamo Sfollati.

Entro in casa:
I miei ricordi
Le nostre foto
I vestiti 
Il computer
La musica
I disegni di mio figlio.

Scortati per la nostra sicurezza
Dobbiamo decidere cosa sacrificare.

E' vero 
Poteva andare peggio
Si poteva perdere tutto
Perfino le nostre vite 
Se questo Ponte non avesse resistito in parte.

Ma il dolore resta
Prendiamo questa coppa di calcio di Luca
O la sua playstation? 

E poi la fretta che ti sottrae lucidità:
"Cinzia, dov'è l'album del nostro matrimonio?"

Due ore
Due ore per scegliere quale parte di cuore abbandonare per sempre
Tra quelle mura
Mura di una vita
Acquistate con il duro lavoro e tanti sacrifici.

Non sarà stata una gran casa ma era la nostra casa. 

Il Tempo sta scadendo
Ma non possiamo prendere quel disco orario 
E, come fosse una clessidra, girarlo
O riuscire a toccarlo in qualche modo per allungare la nostra sosta.

Scatoloni in spalla
Occhi lucidi
Un ultimo sguardo a ciò che lasciamo.

Sosta terminata.

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

32 commenti:

Pino ha detto...

Di fronte ad una tale tragedia, causata non dal destino né da eventi naturali ma dall'inerzia di chi era tenuto a controllare e ad intervenire, ben vengano i tuoi versi commoventi e indignati.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER PINO: ti ringrazio

iacoponivincenzo ha detto...

UNO STRAZIO, che la tua grandiosa poesia esprime magistralmente.
UNA GRAN PORCATA, dico io e me ne frego di ciò che penseranno i posteri.
Cosa fai in quattro minuti?
Cosa farei io se abitassi al quarto piano, che ho bisogno di tre minuti solo per fare le scale? Niente, lascia tutto lì, ci rinuncio.
Ma si può pretendere che una famiglia in 4 schifosi minuti raccolga cento delle mille cose che ha nella sua tana, dove c'è tutta la loro via, di una famiglia normale? Ma che aspettano costoro a demolire tutti e due i tronconi residui togliendo quell'ira di dio da sopra le teste della povera gente? Ma cosa diavolo aspettano? A Tokio il 15 agosto sarebbero incominciati i lavori di demolizione mentre un'altra grossa squadra cercava norti e feriti. Il 20 agosto a Tokio la gente avrebbe potuto tornare a casa loro perché niente più poteva cadere dal cielo se non pioggia o neve.
Dico Tokio perché l'abbiamo visto tutti un anno fa, quando una voragine si è aperta ad un incrocio: 24 ore di lavoro e il giorno dopo il traffico scorreva NORMALMENTE. Sono maghi loro o siamo mezze seghe noi?
La tua poesia ti afferra alla gola e ti fa sentire un profugo, un maciullato dalla vita, uno stuprato dalla mala sorte di essere nato italiano in Italia. Una creazione delle tue più intense ed emotive. Sei un grande, Daniele.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...


PER VINCENZO: il tempo è due ore ma è purtroppo vero che si ridurrebbe subito a 4 minuti in caso di scricchiolii anomali col rischio di non poter forse più rientrare. E' una poesia questa che sento sulla mia pelle essendo loro concittadino e l'idea di dover scegliere quali pezzi di vita abbandonare è nel mio immaginario emotivo qualcosa di terribilmente devastante.

E' vero siamo in un Paese arretrato e ridicolo anche se devo spezzare una lancia a difesa del Sindaco di Genova Bucci che sta facendo l'impossibile per cercare di far rialzare la città prima possibile e nel mentre limitarne i disagi quanto possibile. Resta il fatto che è stata una tragedia immane dalle proporzioni enormi e quindi è vero ci sentiamo profughi maciullati dalla vita e stuprati dalla sorte avversa come hai giustamente scritto tu. Grazie per le tue parole sempre bellissime su di me, riscaldano il cuore soprattutto perché dette da un grandissimo quale tu sei Vincenzo.

MikiMoz ha detto...

Mi ha ricordato l'esser scortati dopo un sisma, per rientrare a casa a prendere il necessario... per fortuna non ho mai vissuto quella situazione, ma qui da me l'hanno vissuta in tanti (e infatti, sono sfollati).

Moz-

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER MOZ: il tuo parallelismo è calzante, è una realtà molto simile almeno nello stato d'animo di quelle persone, infatti sia i tuoi corregionali Abruzzesi che i miei concittadini Genovesi, sono di fatto a tutti gli effetti degli Sfollati.

Claudia Turchiarulo ha detto...

Brividi.
La vita ti scorre davanti velocissima in quei 4 minuti o nelle 2 ore.
E non è giusto.
Il tempo dovrebbe essere identico per tutti. Ma non lo è.
Anime dilaniate, volti sconfitti e terrorizzati.
No, non ci voglio pensare.
Chiudo.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER CLAUDIA: hai detto bene, Claudia, brividi solo a pensare di immedesimarci in quella situazione.

Katrina Uragano ha detto...

Non ci si può pensare, semplicemente.
Doloroso anche solo accostare il pensiero a tutto questo.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER LA DAMA BIANCA: lo so, è devastante anche solo pensarci.

Cavaliere oscuro del web ha detto...

Versi molto significativi.
Saluti a presto.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER CAVALIERE: grazie di cuore.

digito ergo sum ha detto...

Poi però ritorna la luce, di colpo. Così come è andata via. E lascia tutti tranquilli, come ci fosse consapevolezza di avere superato indenni un pericolo sconosciuto.

Il tuo ruolo è quello di ridare un senso di normalità, di rendere leggero (o il più leggero possibile) il quotidiano. Il resto è solo inutile sudore. E povero mondo, quello che rende inutile il sudore.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER DIGITO: la luce può non tornare ed io devo denunciare queste cose e non dare false speranze. Io da sempre non rendo più leggero il quotidiano con quanto scrivo e lo sai visto che sei un lettore "storico" ora piacevolmente ritrovato :-)))

cristiana marzocchi ha detto...

Mi piange l'anima se mi soffermo a pensare a quelle persone che vivono "sospese", tra mille necessità e l'impossibilità di vedere oltre il buio che li circonda.
cri

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER CRISTIANA: mi sento esattamente come te. Grazie per essere passata è sempre un onore ospitarti qui in questa minuscola piazza.

cristiana marzocchi ha detto...

PER DANIELE, grazie a te per togliermi dal torpore.
Non è un periodo facile per me.
Cri

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER CRISTIANA: credo di immaginarlo, ti sono cmq molto vicino.

Mariella ha detto...

Leggere i tuoi versi è quasi sentire quello strazio.
In un tempo lontano mi sfiorò una situazione simile. Fummo fortunati, potemmo rientrare.
La casa è il nostro mondo, il nostro rifugio.
Fatto di cose a cui siamo legati da ricordi e da emotività.
Strapparci dal nostro vivere ci rende fragili, fuscelli al vento.
Spero con tutto il cuore che la situazione trovi soluzione a breve.
Purtroppo ho altri ricordi, anni e anni di vento di oblio.
Un abbraccio.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER MARIELLA: quello strazio lo sento molto anch'io. Ti ringrazio per aver condiviso con noi questa tua testimonianza che mette ancora più in risalto le emozioni che non solo tu hai provato ma che stanno provando gli sfollati in questo momento. Qui voglio sperare, e forse per una volta sto sperando bene, che la situazione si risolva in tempi più rapidi.

Patricia Moll ha detto...

Non riesco ad immaginare cosa possano provare. Penso un senso di smarrimento misto a rabbia. Un vuoto interiore che riempie il cuore.
Che dolore!
La tua poesia mette i brividi. Sembra di essere là al posto di quelle persone

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER PATRICIA: non posso che sottolineare la tua oramai conclamata e fortissima sensibilità che ti rende una gran bella persona.

marcaval ha detto...

Rendi bene quella che a mio parere è quasi una tortura. Se mi trovassi in una situazione del genere penso che sarei molto difficilmente gestibile!

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER MARCAVAL: io non oso neanche immaginare di trovarmici, figurati a gestirla.

maris ha detto...

Tremendo. Ci sono momenti della vita in cui sole due ore (che sono, in fondo, rispetto all'eternità?) racchiudono la vita intera stessa. E non si può fare nulla per rallentarne lo scorrere, per dilatarle.
Avverto tanto questa sofferenza acuta, leggendo i tuoi versi.
Un abbraccio.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER MARIS: hai riassunto con grande sensibilità ed intensità quelli che saranno momenti terribili e molto sofferti

Carmine ha detto...

non sarei nemmeno capace di pensare alla mia vita in due ore, figurati raccogliere tutto

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER CARMINE VOLPE: ti capisco assolutamente.

Sabina_K ha detto...

cosa dire?
difficile commentare e commentarti su di un tema così doloroso.
Grazie d'averlo ripreso e descritto nella sua parte meno scontata, quella fatta di ricordi, di pezzi di vita che se ne vanno insieme agli oggetti che la rappresentavano.
Certo, gli oggetti non sono persone, non devono contare "quanto" le persone, ma, a volte, sono pezzi di storia personale ed è come se fossero parti vive di un corpo.
Il ritorno alla normalità- mai possibile del tutto in casi come questo- è fatto anche di cose, della possibilità di continuare a custodire i ricordi di una vita.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER SABINA: è un'angolazione della questione che mi ha straziato moltissimo, che mi ha colpito e su cui non sono riuscito a non esprimermi in versi. E' proprio come scrivi tu, il ritorno alla normalità è anche fatto della "possibilità di continuare a custodire i ricordi di una vita."

Topina Suprema ha detto...

Quindi due per sfollare da casa tua realmente o per immaginario?

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER ANNA: hai due ore per raccogliere le cose per te più importanti, realmente.