venerdì 15 giugno 2018

L'Angolo del Rockpoeta®: "The Missing"

Credo che se chi ci protegge è per definizione "buono" non debba aver timore di un numero identificativo sul casco.

La storia è semplice, dopo molti casi dal G8 a Genova al caso Cucchi a molti altri ancora dove ci sono stati comportamenti delle forze dell'ordine (poliziotti nella fattispecie) diciamo eufemisticamente "poco ortodossi" in molti hanno (ed io tra quelli) chiesto di permettere che sul casco dei poliziotti ci fosse un numero identificativo in modo da individuare il soggetto marcio nell'eventualità di abusi commessi su civili.

Invece Salvini ci ha fatto sapere proprio ieri che la telecamera sulle divise va bene (ovvio, serve a proteggere loro mica noi) ma il numero identificativo invece no perché poverini sono già troppo bersagliati. Ora, non voglio certo fare di tutte le erbe un fascio, sapete che non è nel mio stile, ma dopo i molti casi di abusi da parte proprio di poliziotti, chi ci difende dai difensori della legge (quelli marci ovviamente)?


THE MISSING

Rumore di ferro e manganelli
Carne colpita da ferocia in divisa
Urla di sangue
Imbevute di occhi lividi
E schegge di costole sul pavimento

Una corda troppo bassa per essere vera
Non scalfisce la dignità di un popolo
Se la sua gente é decisa a chiedere giustizia e verità.

Molti di noi sono senza futuro e senza un presente
Molti di noi sono come nuovi desaparecidos

E come per magia
Svaniamo.

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

34 commenti:

Cavaliere oscuro del web ha detto...

In Italia gli elementari diritti umani, sono optional.
Saluti a presto.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER CAVALIERE; purtroppo hai ragione.

iacoponivincenzo ha detto...

Eccellente. Sono d'accordissimo sul fatto che la gran massa di questi ragazzi stia lì a prenderle e non a darle; sono d'accordissimo che siano pagati con stipendi da fame, che abbiano orari infami, tutto OK!
Ma chi sbaglia paga anche se può addurre attenuanti a josa. E poi sono sempre gli stessi ed al G8 di Genova in quella scuola c'erano genti normali ed il massacro di quella notte fu solamente VENDETTA contro gente inerme che stava dormendo.
A proposito: come finì quel processo?

Katrina Uragano ha detto...

In questi casi non so mai a chi dar ragione, mi trovo un po' a metà.
Da una parte penso che vadano identificati, dall'altra non credo che per poche (mi auguro) mele marce, debba rimetterci una categoria intera. Ne vedono di tutti i colori, poveracci.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PERE VINCENZO: non parlarmene, tocchi una ferita non ancora chiusa: di fatto finì in farsa. Concordo con te su ogni parola del tuo commento

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER LA DAMA BIANCA; due osservazioni sul tuo commento:

1) Se uno si comporta bene quel numero identificativo non gli comporta problemi, Sarebbe come dire che tu ed io, bravissimi automobilisti, siamo indignati dal fatto che dobbiamo come gli altri avere sul nostro autoveicolo una targa di riconoscimento. Ti sembra logico? Ti senti minacciata, offesa o umiliata dal fatto che la tua auto ha una targa che la identifica?

2) Siamo poi così sicuri che le mele marce siano poche? Magari non tutte, ma tante? Quando hanno fatto irruzione alla Scuola Diaz a Genova per il G8 non erano in pochi...

Ade ha detto...

Il potere può avere effetti collaterali.
Non ammetterlo è un grosso errore.
Ma come può ammetterlo chi ce l'ha e, forse, ne è già annebbiato?

Sugar Free ha detto...

Il potere senza controllo non va bene, secondo me.
Che male c'era a mettere un numero identificativo?

MikiMoz ha detto...

Spesso le cose avvengono fuori dalla divisa, o nel silenzio di una caserma.
E quando invece è alla luce del giorno, ci sono ordini superiori... quindi, comunque, la questione del numero sarebbe ahimé arginabile...

Moz-

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER ADE: in primis benvenuta in questa agorà! Bella domanda, dovrebbe essere il governo a capirlo ma anche chi lo rappresenta sembra annebbiato

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER SUGAR FREE: concordo con te in toto!

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER MOZ: esiste anche quel problema è vero (caserma di Bolzaneto docet) però almeno casi all'esterno non ne accadrebbero più

Patricia Moll ha detto...

Telecamere sì e numero identificativo anche. Par condicio. Si proteggono loro e ci proteggiamo noi.
Anch'io spero che non siano molte le mele marce come dice La dama bianca.
Anch'io come dice Miki credo che molti fatti di violenza gratuita siano gestiti dall'alto e che chi li ha praticati sia stato usato come manovale. Credo anche in una precedente scelta degli elementi più "caldi" e che poi gli stessi siano stati ben pompati da chi di dovere.
Resta il fatto che rispondere alla domanda chi ci difende dai difensori diventa ogni giorno più difficile.

Missing... non solo le persone. Prima di tutto l0onestà, la correttezza, la Giustizia con la G maiuscola

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER PATRICIA proprio per le ragioni da te esposte il numero identificativo diventa essenziale per funzionare da deterrente anche per la manovalanza come l'hai definita tu ma anche per quelle teste calde che agiscono in proprio.Concordo con te qui è scomparsa la giustizia e la verità le e andata dietro.

Patricia Moll ha detto...

Infatti io ho parlato di elementi più "caldi". Quelli che già di per sè non son stinchi di santo e se pompati a dovere diventano anora peggio.

Il numero identificativo ci vuole. Se uno non ha niente da nascondere non deve aver paura di portarlo. Giusto?

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER PATRICIA giustissimo.

Sari ha detto...

A mio avviso la sigla che identifica i poliziotti è rassicurante per tutti. Vale per i poliziotti non violenti che non verranno così accomunati ai colleghi che agiscono diversamente e anche per le persone comuni che saranno così in grado di filmare e denunciare gli operatori scorretti.
Ovvio che chi ama la violenza non sia d'accordo sull'identificazione... ma dovremo insistere perchè nulla giustifica la violenza e la negazione dei diritti.
Ora il ministro dell'interno chiede che la polizia sia dotata di taser che l'Onu ha vietato perchè lo considera strumento di tortura... staremo a vedere se anche di questo parere il nostro ministro (uhm) non si curerà.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER SARI il tuo ragionamento è perfetto e mi preoccupa anche la questione del taser

maris ha detto...

Come diceva in un commento precedente Miki, i fattacci purtroppo accadono anche quando gli uomini delle forze dell'ordine sono in borghese, fuori dai turni di lavoro o nel chiuso di una caserma.
Ma, anche se non sarebbe risolutivo, credo che il numero identificativo sul casco andrebbe messo eccome. Almeno in parte aiuterebbe, no?

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER MARIS aiuterebbe tantissimo

Anonimo ha detto...

Buonasera ... un numero identificativo qui, tra noi "comuni mortali" è essenziale per sviare atteggiamenti/comportamenti controproducenti che portano ad "abusi di potere", e i casi citati da te non sono che la punta dell'iceberg ... però non so se in missione di pace, (che di fatti poi, non è mai missione di pace in quanto la pace non dovrebbe lasciare cadaveri dietro ... la solita storia della contraddizione in termini), o guerra potrebbe esser giusto ... comunque se adesso, dopo le nuove norme sulla privacy ci costringono a far sapere tutto su di noi, mi pare anche giusto che chi sta in divisa, mi dica chi è, mostrando il suo bel faccino o numeretto!
Come sempre lascio i sinceri comlimenti per te.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER STELLA il numero identificativo riguarderebbe solo i poliziotti e qquindi non riguarderebbe i casi dei militari italiani all'estero. Concordo con te è giusto che li si possa individuare per scovare eventuali mele marce. Grazie per i complimenti per i miei versi

carlos portillo - podi-. ha detto...

Ciao, buongiorno.
In Spagna la polizia antisommossa hanno un numero in divisa visibile da lontano.

podi-.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER PODI ed è giusto che sia così vi ammiro.

Carmine ha detto...

Purtroppo i sopprusi ci sono stati e sono stati riportati dalla stampa ma quanti non riportati, saranno anche legati a casi isolati, tuttavia identificati non sarebbe una cosa grave i vigili per esempio hanno un numero identificativo

Amanda ha detto...

Se dobbiamo difenderci da chi dovrebbe difenderci significa che le istituzioni hanno fallito su tutta la linea. È giusto mettere un numero distintivo in questo modo le "mele marce" potranno essere individuate e pagheranno per i loro errori.
Amanda!

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER CARMINE è evidente che ci sono ragioni poco chiare per impedire il numero identificativo

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER AMANDA concordo con te su ogni parola.

Mariella ha detto...

Sai che non so cosa dirti?
A me i numeri identificativi fanno venire in mente altri marchi sulla pelle...
Che brutto vivere in un paese in cui dobbiamo difenderci con dei numeri da chi dovrebbe proteggerci.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER MARIELLA sono due cose diverse questi servono per tutelare da soprusi.

George ha detto...

Pericoloso questo Governo Salvini.

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER GEORGE non è che i governi precedenti questa proposta l'abbiano mai considerata

cristiana marzocchi ha detto...

La scelta di Salvini non quadra con la giustizia. Per difendere i prepotenti coinvolge anche gli altri che non hanno nulla da temere da un numero identificativo.
Cri

Daniele Verzetti il Rockpoeta® ha detto...

PER CRISTIANA: esatto, il tutto portando poi ad una diffidenza generalizzata verso quella categoria.