giovedì 28 agosto 2014

L'Angolo del Rockpoeta: ICE BUCKET CHALLANGE

Io spero che non abbiate bisogno di sperimentare con il ghiaccio certe sensazioni per dare un piccolo contributo, spero che basti la sensibilità di tutti per aiutare a raccogliere fondi per la ricerca sulla SLA.
Cmq, per chi volesse saperne di più, questo video è davvero istruttivo... 

Io, nel mio piccolo, vi lascio invece a riflettere con questi miei pochi versi.

IO NON POSSO PARLARVI

Io non posso parlarvi
Non con la mia bocca
Con il mio fiato
Con il suono della mia voce.

Io non posso parlarvi
Non con le mie braccia
Con le mie mani
Con le mie dita.

Io non posso toccarvi
Sfiorarvi la fronte e sussurarvi suoni di luce.

Io non posso raggiungervi
Non con le mie gambe
Non con il mio scatto.

Io però posso parlarvi
Con i miei occhi
Le mie lacrime
Il mio sorriso
La mia tenace voglia di vivere
La mia ferrea determinazione a lottare.

Io posso
Posso parlarvi
Ma voi
Voi, siete davvero disposti ad ascoltarmi?

DANIELE VERZETTI ROCKPOETA
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4 commenti:

Alligatore ha detto...

Questo è un contributo serio, e sentito, non quello dei gavettoni fatti solo per pubblicità...

Daniele Verzetti Rockpoeta® ha detto...

Grazie ALLIGATORE

luce ha detto...

Io conosco per lavoro un malato di SLA.
E' un senegalese che ha scoperto di essere malato qui in Italia.
Ha una 50ina di anni
Non muove niente tranne che la bocca e gli occhi. Non parla, non ci riesce più. Adesso gli hanno messo il respiratore , i polmoni non funzionano più...Ieri l'ho viso nel suo letto, fermo, magro, pieno di rumori di macchina e mi ha sorriso e mi ha parlato con gli occhi, due occhi che raccontano tutta la sua anima. Pensa e fa scrivere delle riflessioni in poesia ( ci sono delle studentesse in medicina che lo aiutano; lui guida gli occhi sulle lettere e loro scrivono) combatte la sua malattia, dice che non gli permetterà di non far sentire la sua voce, come dici nella tua poesia.
Ieri ci siamo guardati, ci siamo scambiati un sorriso, e una piccola lacrima è scesa a lui e a me, nel rumore di un respiratore, nel silenzio di una stanza di RSA, e lì c'era ancora Vita.
Pensiamo ogni tanto alla nostra, di Vita, che a volte diamo per scontata e invece è la cosa più preziosa che abbiamo, che contiene l'anima che è espressione di emozione.
Sempre.
E' inutile bagnarsi con una secchiata, bisogna andare a parlare a certi occhi.
E contribuire per la ricerca con soldi che gli stati dovrebbero mettere a disposizione per permettere a certe anime di non morire piano piano in corpi fermi, immobili, inutili.
Bellissima la poesia; come sempre entri nelle cose.

Daniele Verzetti Rockpoeta® ha detto...

PER LUCE: Grazie davvero per la tua profonda testimonianza.